~ ETHAN ~

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Tum... Tum... Tum...
I battiti sempre più in aumento mentre ripercorro correndo il solito viale alberato. Parecchia gente lo inquina. È tutto così maledettamente pieno principalmente a quest'ora. Sono circondato dalla gente eppure manca l'unica persona in grado di far fermare il tempo e ridare ai miei polmoni aria pulita. Non so neanche come si respira veramente da quando non c'è più.
"Se ne è andata", sussurra una voce dentro la mia testa. So che ha ragione. So di dovere smettere di pensare a lei ma non ci riesco.
Non riesco proprio ad accettare questa situazione opprimente. Non riesco proprio ad accettare questo abbandono.
Ancora una volta, il destino si è preso gioco di me. Ma non potevo, non potevo dirle tutta la verità. Non potevo parlarle di questo grosso peso che opprime costantemente la mia esistenza; Ancora pochi mesi, ripeto a me stesso. Solo pochi mesi e poi tutto tornerà alla normalità. Forse sarò anche libero.
Torno a casa perdendomi ancora tra la moltitudine di persone intente a correre per le strade. Gente, rumori, odori... È tutto un groviglio confuso.
Non faccio rumore. Con il fiato corto mi infilo dentro la doccia e lascio scorrere i pensieri, la disperata voglia di vederla, di sentire la sua voce, quegli occhi azzurri meravigliosi puntati addosso come un'arma indolore ma ugualmente potente, quell'odore tenue di casa, di amore. Il suo raro sorriso in grado di spazzare via giorni di pioggia e di immensa tristezza.
Uscito dalla doccia, passo una mano sul vetro appannato e fisso il mio riflesso allo specchio. Nessun livido sul viso, tanti sul cuore. Come sono riuscito a ridurmi così?
Siedo sul divano sfinito. Estraggo dalla tasca la scatolina. La rigiro tra le dita e poi la apro. Ogni volta è un colpo al cuore. Una stilettata dritta e potente. Vorrei che non se ne fosse mai andata. Vorrei che tutto questo fosse solo un brutto incubo.
«È finita», rileggo quelle semplici parole scritte su di un pezzo di carta bianco strappato con rabbia, mentre rigiro il suo anello tra le dita. Fanno male. Fanno capire che niente dura per sempre. Tutto continua a cambiare così velocemente; mentre io rimango qui fermo sentendomi a pezzi.
Stropiccio gli occhi provando a ricompormi quando sento una presenza in piedi sulla soglia del soggiorno. Non ho bisogno di voltarmi, ormai c'è solo lei a tormentare le mie giornate.
«Ogni giorno è sempre la stessa storia», dice irritata Tara. «Sei andato di nuovo a correre?»
Non la guardo nemmeno. Quella bambina non è mia. Lo so io e lo sa anche lei. Sto solo reggendo il suo stupido gioco. Sto solo facendo quello che vuole.
«Fatti i cazzi tuoi!», ribatto alzandomi per prendere una bottiglia d'acqua fresca. La rabbia cresce di giorno in giorno e so che non è un bene. Sento che scoppierò se non la evito, se non evito di parlarle o di fare il suo gioco anche in casa.
«Credi ancora che tornerà? Sono passati mesi. Io non la vedo da nessuna parte. Ti avrà già dimenticato. Ha fatto bene! Mettiti l'anima in pace e pensa alla tua bambina», usa il suo solito tono acido e siede sul divano comoda massaggiandosi la panci. «A proposito, vorrebbe un hamburger», ghigna.
Mi fissa come una gatta. Odio quel ghigno. Sbuffo e vado a prenderle il suo fottutissimo hamburger.
Scendo al piano di sotto e trovo mio padre intento a scrivere al computer. Tiene lo sguardo fisso sullo schermo ed è concentrato al massimo sul suo lavoro. Almeno lui riesce a fare qualcosa.
«Di nuovo hamburger?»
Come me, credo sia stanco delle continue richieste di Tara e di vederla girare per casa. Sappiamo entrambi che sono solo dei capricci.
Annuisco avvilito ed esco di casa sbattendo la porta alle spalle.
Vorrei andare via, viaggiare e ritrovare il mio pezzo di cuore sparito chissà dove. Come un misero foglio di carta, siamo stati strappati di netto. Due parti differenti lanciate per aria.
Passo dal locale ma nessuno vuole dirmi dove sia. Lo so che sono rimasti in contatto con lei. Lo so che tentando di tenerla lontana da me. Sono anni che ho a che fare con stronzi doppiogiochisti. Potrei usare altri mezzi per saperlo, ma a cosa servirebbe?
Spero solo che lei stia bene, che sia riuscita ad andare avanti. Non mi aspetto di certo che mi ami ancora. Dopo quello che le ho fatto passare, non credo rischierebbe ancora con un fottuto stronzo come me.
«Ti vedo stanco», afferma Max dandomi una leggera pacca sulla spalla. «Ancora richieste serali?»
«Si, questa sera un hamburger», siedo al bar e Luke mi versa della vodka. Mando giù il liquido. Brucia al suo passaggio ma lo sento appena.
Tutti sanno cosa sta succedendo ma nessuno riesce ancora a perdonarmi; Se solo sapessero la verità, le cose sarebbero diverse. Di questo, sono certo.
Max appunta l'ordine e poi sparisce in cucina. Lucy spunta con dei piatti tra le mani e dopo avere servito dei clienti, si avvicina. «Mi dispiace. Ancora niente», stringe la mia spalla, «ha fatto perdere le sue tracce. Manca anche a me», assume un'espressione triste e richiamata in cucina, si dilegua.
Anche lei sta mentendo. Sa dove si trova.
Conoscendo bene Emma, ha voluto così. Ha costruito un grosso muro davanti e ha preso le distanze per non farsi più del male.
Mi aveva avvertito che non avrebbe sopportato più niente. Non credevo sarebbe successo tutto questo proprio nel momento in cui eravamo davvero pronti a stare insieme. Continuo a sentirmi un completo disastro. Un vero coglione.
Ho perso la donna della mia vita. L'ho persa...
Da una parte, vorrei poterla raggiungere e dirle la verità mentre dall'altra, rischio di mandare all'aria il mio progetto di libertà.
Sospiro pagando e mi incammino verso casa.
Estraggo il telefono che continua a ronzare dalla tasca. Per un attimo ho una speranza, ma è solo Mark.
«Altra gita serale?», domanda serio.
«Ormai è una fottuta routine. Come sta mia sorella?»
«A pezzi. Le manca la sua amica. Sono mesi che non la vede e non la sente. Continua a sentirsi in colpa e ancora una volta ha rifiutato di sposarsi.»
Questa vicenda, ha avuto ripercussioni negative su tutti. È stato come uno tsunami. Una reazione a catena. Un effetto domino sulle nostre vite.
«Prima o poi ritornerà come prima. Vedrai...», dico poco convinto.
Mark sospira. «Non mi guarda più come prima. Non si avvicina più come prima. È a pezzi. Io, io non so più cosa fare. Potresti...», lascia la frase a metà. So cosa sta per dire. Ormai non chiede altro. Non posso rintracciarla.
«Mi dispiace amico. Convincerò mia sorella a sposarsi, vedrai», replico per non essere negativo.
Ormai tutte le nostre vite, stanno andando a rotoli. Sembra quasi che lei fosse la nostra colla. L'unica in grado di unirci e farci sentire amati e una vera famiglia; Dovevo essere io quello a proteggerla e invece l'ho distrutta.
Rientro a casa frustrato. Mio padre intanto ha cambiato postazione. Alza gli occhi fissandomi da sopra gli occhiali neri. I suoi occhi, un tempo limpidi, disapprovano ogni mia mossa. Sa cosa sto facendo e sa che sto commettendo l'errore più grosso della mia vita. Più volte ha provato a dissuadermi è più volte quella stronza è riuscita a vincere.
Salgo le scale a chiocciola e porgo la busta a Tara e prima che possa lamentarsi, torno al piano di sotto stendendomi sul divano con le mani sul viso.
Non ce la faccio più. Tutto questo: è troppo.
Mi manca, mi manca la mia Emma. Senza di lei, tutto sembra complicato e insidioso. Senza di lei, non ho motivo di esistere perché io e lei ci apparteniamo. Ci apparteniamo da quando i nostri occhi si sono scontrati quel giorno su quella maledetta pista. Ci apparteniamo da quando abbiamo condiviso il nostro amore su quel letto di Las Vegas. Ci apparteniamo da quando...
«Ethan? Hai dimenticato la salsa!»
Sospiro lasciando i pensieri a metà. Forse questa è la giusta punizione per ogni mio errore, per ogni mia mancanza. Forse il karma esiste e ora io devo subire e pagare a caro prezzo per ogni mia azione.
Si sentiva così Emma?
Soffocata?
Spenta?
Senza forze?
Stanco torno al piano di sopra.

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~ Ehi! Sono tornata con il sequel di Unstoppable. Vi sono mancata?
Spero di non avervi fatto attendere troppo e che questo primo capitolo vi sia piaciuto.
Come sempre, potete esprimere il vostro parere costruttivo in merito e lasciare un voto!
Mi scuso come sempre per gli errori ma come ho più volte detto: non sono una scrittrice. Bacioni 💙 ~

Unstoppable 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora