~ Bleeding love ~

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«Piccola svegliati», una mano continua a scuotermi. Dalla mia bocca, esce uno strano lamento e mi rannicchio di più in me stessa per assaporare ancora un pò di quel sonno rigenerante che mi servirà per la giornata che ho davanti.
«Piccola andiamo alzati...»
Spalanco un occhio accigliata e assonnata. «Sono le sei del mattino Parker. L'ufficio apre alle otto, lasciami dormire ancora un po'... che cavolo ti passa per il cervello?», brontolo con voce roca.
«No, adesso ti alzi signorina!», toglie le coperte facendomi sentire freddo. Mi lamento in tono sommesso mentre mi alzo a metà busto per dirgliene quattro e lo sento ridere divertito. Gli lancio uno sguardo in cagnesco. Vorrei proprio prenderlo a cuscinate ma non ne ho le forze perchè sono ancora parecchio intontita dal sonno. Stavo dormendo davvero bene nel suo letto prima che mi svegliasse in questo modo alquanto brusco.
«Alzati!», afferra i miei polsi e mi solleva.
Per fortuna le mie gambe hanno un tempo di reazione preciso e non cado come una pera sulla moquette. Metto le mani sui fianchi e lo guardo male. Sembra fresco, riposato e un tantino divertito. Non so cosa abbia in mente e inizio a sospettare che ci sia una buona ragione sul perché mi abbia buttata giù dal letto così presto.
Sbuffa impaziente e sollevandomi per le gambe, mi trasporta in spalla verso la cucina poi svolta verso il soggiorno e mi rimette giù. La cosa strana è che è ancora buio e la stanza è scarsamente illuminata. Gratto la testa e faccio un profondo respiro. «Ok, tu mi hai svegliata per portarmi in soggiorno?», lo trucido con lo sguardo.
Fa di no con la testa e con le mani sulle spalle mi indirizza verso il divano. Incrocio le gambe e attendo che si degni di darmi una spiegazione plausibile prima di mettermi ad urlare. Siede accanto a me e si rilassa.
Afferro un cuscino e lo colpisco. Mi acchiappa e mi stringe tra le sue braccia. «Rilassati e goditi la vista...», la sua voce rauca fa vibrare ogni centimetro della mia epidermide. Rimango in silenzio e osservo per un paio di minuti davanti a me ma le palpebre lentamente si abbassano.
Dopo un paio di quelli che a me sembrano minuti, vengo risvegliata dal tocco leggero e fresco delle sue dita. Alzo lo sguardo e stropiccio gli occhi scostando i capelli dal viso. Parker sta fissando fuori dalla finestra e quando lo faccio anch'io, rimango meravigliata. «Wow!», parlo senza fiato per la vista meravigliosa della città all'alba.
«Buongiorno piccola», la sua mano cerca la mia, la porta sulle labbra e bacia le mie nocche una ad una. Distolgo lo sguardo dalla finestra e sorrido davanti al suo sguardo dolce.
«Buongiorno», rispondo con un senso di leggerezza dentro.
Le sue labbra trovano le mie. Cado all'indietro trascinandolo su di me mentre ci baciamo sotto i primi raggi del sole. Sarà una bella giornata.
«In bagno trovi tutto quello che ti serve», tenta di rialzarsi ma riesco ad avvinghiarmi a lui e trattenerlo ancora un pò.
«Potresti prendere un giorno libero», metto il broncio.
Parker scuote la testa. «Oggi non posso. Il lunedì è un casino e lo sai.» Si rialza dopo avermi stampato un bacio sulle labbra.
«Non verrò con te al lavoro lo sai?», alzo la voce mentre raggiungo il bagno. Rimango impalata sulla soglia. Si è proprio superato. Un beauty pieno di trucchi, rasoi femminili, tamponi. Che imbarazzo! Un asciugamano morbido, una cuffia per capelli, jeans aderenti grigi, una maglietta a balze nera, tacchi della mia misura e un completino intimo che vale più di tutto questo messo assieme visto che è firmato Victoria's Secret. Sento una presenza dietro e mi volto.
«Sei impazzito?»
«Grazie signore ha davvero pensato a tutto! Prego signorina è un piacere viziarla. Spero sia tutto di suo gradimento. Ah, non si preoccupi più di niente perché penserò io a tutto quando lei dormirà qui, così non dovrà portare dietro borsoni o valige ingombranti perché qui troverà tutto ciò che le serve», sorride in modo bastardo.
«Sei uno stronzo prepotente lo sai? Chi dice che io voglia dormire ancora qui?», incrocio le braccia e lo guardo a testa alta.
«Il tuo corpo Emma, parla più di quanto tu immagini. Adesso fai la brava e fai la doccia. Il capo non ammette ritardi!», esce dal bagno e lo sento sghignazzare.
Che stronzo! Penso mentre entro nella doccia ancora stupita.
Avvolta nel morbido asciugamano asciugo i capelli e li lego, mi trucco leggermente e indosso i vestiti del giorno. Ha speso dei soldi per me e questo mi fa sentire a disagio. Non voglio che lo faccia, gliene parlerò e dovrà ascoltarmi. Oddio, indosso un completino intimo pazzesco e lui non può neanche togliermelo di dosso. Sulle labbra mi spunta un sorrisetto bastardo perchè so cosa fare.
Arrivo in cucina e lo trovo ai fornelli. Mi fa cenno di sedermi ma lo abbraccio da dietro e quando mi guarda gli stampo un bacio sulle labbra.
Prepara dei pancake dall'aspetto invitante e in tavola c'è della Nutella e della frutta. Verso del caffè sulla sua tazza perché so che non lo preferisce troppo caldo e bevo un po' di spremuta. I pancake sono ottimi e mangio di gusto sotto il suo sguardo curioso e solare. È davvero bello vederlo di ottimo umore.
Lavo i piatti e poi lavo i denti con il mio nuovo spazzolino. È strano lasciare le mie cose in casa sua o meglio le cose che ha comprato per me. Mettere il mio spazzolino accanto al suo fa un certo effetto perché capisco quanto stiamo portando avanti il nostro rapporto. Forse devo prendere qualcosa per lui da tenere nel mio appagamento visto che sta lì quasi tutte le notti. Con questo proposito, prendo la borsa e lo raggiungo in soggiorno mentre lui controlla le chiamate e sistema la giacca e la cravatta di un blu notte pazzesco.
Lo aiuto e quando mi sorride noto che lo trova divertente. «Adesso sei pronto!», spolvero una manica e mi allontano di un passo per poterlo ammirare nel suo splendore giornaliero.
«Davvero non vuoi un passaggio? Potrei lasciarti dove vuoi così arriverai dopo di me e non darai nell'occhio.» Mi guarda cercando di convincermi.
Praticamente stiamo contrattando in silenzio, solo con lo sguardo. «Ok!» sbuffo.

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