~ You ~

7.6K 347 109
                                    


~Emma's POV:

Un raggio di sole illumina il mio volto risvegliandomi dal sonno tranquillo. Apro lentamente le palpebre e un pò stordita alzo lo sguardo verso il ragazzo che con i suoi occhi meravigliosi e attenti mi guarda e sorride in modo dolce. Dio, quanto è bello?
«Che ore sono?», domando indolenzita e assonnata.
Lancia uno sguardo verso lo schermo acceso della tivù sintonizzata sul canale del tg locale. «Le nove e mezzo», risponde tranquillo.
Spalanco gli occhi allarmata. «Siamo in ritardo!», tento di alzarmi dal divano ma le sue braccia frenano ogni mio sforzo.
«Oggi niente lavoro Emma. Ho già chiamato per avvisare». Torna a fissare lo schermo alzando leggermente il volume.
«Perchè non mi hai svegliata?» Sono allarmata dalla sua calma. Non rinuncerebbe mai ad un giorno di lavoro.
Fa spallucce. «Dormivi tranquillamente e non volevo svegliarti visto che hai fatto le ore piccole per studiare. Perchè non me ne hai parlato? Avrei accorciato le tue ore in ufficio». I suoi occhi tornano su di me e sembrano tormentati da qualcosa. E' attento e in attesa di una mia reazione e risposta.
Poggio la testa sul suo petto e sospiro. «Non voglio che tu accorci un bel niente per me. Hai già fatto abbastanza. Posso farcela, ieri ho solo fatto un pò tardi, tutto qua. Ho un esame a breve e voglio che vada bene».
Lancia uno sguardo ai miei appunti e al mio libretto. Cavolo! Ho dimenticato a nasconderlo.
«Hai una media impressionante Emma. Si, ho controllato il tuo libretto mentre dormivi. Ero curioso perchè so poco di te. Non mi hai mai detto che stai studiando legge, avrei potuto aiutarti magari con uno stage. Mi sono sentito in colpa».
Scuoto la testa e sorrido. Tipico, penso subito. Parker ha la mania di controllare e gestire tutto ma con me non ci riesce e questo ne è il risultato. Poggio le labbra sulle sue. «Voglio farcela da sola. Tu, hai fatto davvero tanto per me e non so come sdebitarmi».
Scuote la testa e si scosta leggermente. Passa la mano sul viso come se fosse frustrato. Mi blocco un momento, non avevo capito che è arrabbiato per qualcosa che non ho detto e non perchè l'ho nascosto.
«Non è questione di farcela da soli Emma. Sapevo che stavi studiando ma non sapevo che la tua passione era legge e non sapevo che hai una media così alta da poterti laureare a breve. Non sapevo nemmeno che stai preparando un esame così importante. Ti avrei dato tutto l'aiuto possibile perchè so cosa significa fare dei sacrifici e so cosa significa non volere essere aiutati». Si alza dal divano. «Chiedere aiuto, non è una debolezza. Dovresti capire questo Emma. Mi sono sentito un pessimo ragazzo perchè mi sono piombato tutte le sere qui e non ti ho lasciato studiare e pensare al tuo futuro. Sono un fottuto egoista perchè ti voglio tutta per me!»
Sorrido, non posso farne a meno. Lo raggiungo gettandogli le braccia al collo. Mi prende al volo e mi solleva quando mi avvinghio con le gambe alla sua vita. «Se non ero sicura di potercela fare, te lo avrei detto. Stavo solo aspettando di superare questo esame, per festeggiare. Non ho chiesto aiuto per abitudine, perché ho sempre dovuto fare tutto da sola e non voglio dipendere da qualcuno proprio ora. Voglio avere la soddisfazione di potere dire: ce l'ho fatta da sola. Lo so, avrei dovuto parlarne con te e mi dispiace ma sai come sono fatta». Poggio la fronte sulla sua. «Non azzardarti a sentirti in colpa ok? Si, è una minaccia. Sei meraviglioso e le tue visite notturne, mi hanno aiutato a non stancarmi troppo e a non fissarmi su qualcosa a tal punto da impazzire».
Parker mi sistema sul bancone e prende il mio viso tra le mani. Chiudo gli occhi mentre mi bacia con dolcezza. «Allora secchiona, cosa vuoi fare oggi?», domanda recuperando il suo ottimo umore.
«Per prima cosa fare colazione, poi decidiamo. Siediti sul divano, ci penso io a te», ridacchio e gli stampo un bacio sulle labbra quando mi guarda stupito e lusingato per le attenzioni.
Preparo uova, dei toast e il caffè caldo. Sistemo tutto sul vassoio e mi siedo accanto a lui. Prima che io possa parlare, le sue labbra tappano la mia bocca e le sue mani afferrano la mia vita trascinandomi sotto il suo peso. «Sei meravigliosa», sussurra sfiorando le mie labbra con le dita.
Avverto una scarica di brividi pazzesca e piacevole. Il suo sguardo ardente, attento, dolce, mi fa capire che ho proprio fatto una scelta giusta nella vita. Lui è la mia scialuppa di salvataggio. Sono sicura che non vorrà mai vedermi affondare.

Unstoppable 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora