~ EMMA ~

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Nella vita, ho sempre dovuto proteggermi da chi continuava a tradirmi, a dirmi di fidarmi. Nella vita ho sempre dovuto proteggermi da sola dai continui attacchi e dalle continue delusioni. Nella vita ho sempre dovuto fare delle scelte come combattere o scappare. Io, sono sempre scappata da tutto ciò che mi ha fatto soffrire. Nella vita, ho dovuto provare le più svariate forme della sofferenza, fisica e mentale.
«Sento il dolore, se ne sta sotto quella superficie che hai creato ed è di questo che dobbiamo parlare Emma, soprattutto della rabbia che provi nei confronti di te stessa.»
Faccio un profondo respiro mentre il mio dottore tenta in tutti i modi di aiutarmi. Siamo costantemente fermi nello stesso punto. Da quanto? Circa sei mesi?
«Penso che ovunque me ne andrò, questa ferita sarà sempre come un segnale luminoso nella mia vita. Tutti continueranno a vedere quello che sono diventata: una ragazza apparentemente felice che usa un sorriso come scudo. Sappiamo benissimo che questo non servirà ancora a molto. Mi sento come un supereroe che smette per volontà di essere quello che è diventato solo perché si è convinto che essere normali è la cosa migliore. Ma io non sono un supereroe, io non sono forte, io non sono felice. Sono solo una ragazza che ha deciso di dare una svolta alla propria vita dopo che tutto è andato a puttane. Sono solo una stupida ragazza che si è innamorata, ha sofferto e ha dovuto cambiare città, stato, vita, amici per ricominciare ancora una volta. Sono solo una ragazza a cui non capitano cose belle e prima me ne renderò conto e lo accetterò, prima inizierò a vivere per davvero.» Mordo le labbra e abbasso le spalle. «Devo andare avanti, devo crescere, devo costruirmi il mio nuovo futuro. Ho odiato troppo a lungo me stessa per un qualcosa di cui non ne ho avuto la colpa. Ho odiato quella parte di me che voleva costantemente trovare il bene nelle persone quando in queste non ce n'era. Ho odiato me stessa per essere stata una codarda, per non avere detto di no subito, per non essere stata davvero forte. Ora come ora me ne vergogno ma sa una cosa? Sono andata avanti da sola e ho cercato di ricostruire delle fondamenta in mezzo a così tante macerie e penso di avercela fatta. Ora sono qui e sto costruendo il mio presente.»
Finalmente sono riuscita a parlare. Finalmente sono riuscita ad esprimere i miei pensieri. Finalmente sento che il grosso peso che per mesi mi ha oppresso il petto si è alleggerito. Mi spunta un sorriso sulle labbra.
Lo psicologo sorride a sua volta soddisfatto del progresso. So per certo di essere stata una sfida per lui ma ora sono pronta, ora posso davvero uscire dal mio piccolo guscio e vivere nel mio nuovo mondo.
Firmo gli ultimi documenti, saluto e torno nel mio piccolo appartamento di Vancouver dopo avere fatto la spesa.
«Dimmi che sei libera questa sera»
Sistemo il telefono tra il collo e la spalla e continuo a scrivere sul portatile mentre parlo con Lexa, la mia amica. Da quando sono arrivata, non ha fatto altro che sostenermi. Ci siamo conosciute alle sedute dallo psicologo in quei minuti di attesa e da allora siamo diventate inseparabili.
Lexa è una ragazza alta, mora, dagli occhi grandi e nocciola, ha le labbra carnose e delle curve pazzesche. Ha uno spirito intraprendente. Come me, ha dovuto affrontare parecchie cose negative nella vita. Le voglio un gran bene e quando non siamo impegnate con lo studio o con il lavoro usciamo e andiamo a divertirci.
Oggi mi sento proprio una persona diversa quindi approfitto e accetto il suo invito. Ci vedremo in un nuovo locale aperto da poco in centro. Ci siamo andate un paio di volte e li abbiamo conosciuto il proprietario e molti dei dipendenti.
Riesco a terminare il lavoro che ho portato a casa dall'ufficio. Sono la segretaria e assistente di un avvocato abbastanza conosciuto visto che è andato anche in tivù a quanto pare. A me toccano parecchie scartoffie da compilare e sistemare per lui. Non posso permettermi errori. Ho sudato per ottenere questo lavoro e me lo sono guadagnato. L'altra opzione era come cassiera ma ho avuto fortuna. In più: Parker, il mio capo, mi lascia abbastanza spazio e tempo libero per potere gestire al meglio ogni cosa. È un ragazzo attraente certo, ma al lavoro è il temuto avvocato che tutti non vorrebbero come capo o come rivale in una causa. È piuttosto freddo e diretto ma cerca di essere professionale. Ammiro molto questo suo lato.
Faccio una doccia e indosso un tubino abbastanza stretto e corto nero. È venerdì sera quindi il locale sarà pieno di studenti pronti a divertirsi. Mi trucco leggermente e allaccio i cinturini dei tacchi alti che Lexa ha voluto che comprassi per questo genere di occasioni.
Citofona due volte per farmi capire che devo scendere e la trovo al volante della sua decappottabile. Salgo sul sedile del passeggero facendo attenzione a non sollevare troppo l'orlo sulle cosce e poi la saluto. È bellissima nel suo vestitino fucsia appariscente. Le dona molto  ma lei starebbe bene anche con un sacco di patate. Lavora per un'agenzia di moda e abbiamo il pass esclusivo per qualsiasi locale.
«Tesoro ti ho detto più volte che potresti lavorare per noi!», mi squadra con malizia.
In effetti ha tentavo più volte di farmi fare qualche book fotografico ma ho sempre rifiutato per paura di non essere abbastanza bella e all'altezza.
«Faremo strage questa sera», urla decisa premendo sull'acceleratore. Ormai sono abituata alla sua guida e non ho più attacchi di panico quando vedo un tir. Non ho ancora preso la patente, non rientra tra le mie priorità però sono cresciuta parecchio e ne sono felice.
Entriamo al locale senza problemi. È uno di quei posti sfarzosi e cool della città. Tutto finemente architettato e sistemato in stile moderno. Mi manca lavorare in un locale ma ancora di più, sento la mancanza della famiglia che avevo creato a New York. Con Lucy, siamo rimaste in buoni rapporti, ci chiamiamo sempre e qualche volta è pure venuta a trovarmi assieme a Tony. Quei due si sposeranno. Lo so perché Tony una sera mi ha chiamato per chiedermi cosa le sarebbe piaciuto e a quanto pare ha funzionato. Sono davvero felice per loro.
«Due Martini per iniziare Red!»
Red è il barman del locale in cui ci troviamo questa sera. È un ragazzo molto attraente e Lexa fa le fusa ogni volta che lo vede. Non ha capito che anche lui le sbava dietro e la segue con gli occhi ovunque.
«Offre la casa», ci strizza l'occhio e mi lancia un sorriso d'intesa. Lui sa che io lo so e più volte ho provato ad aiutarlo.
In fondo alla sala la folla si dimena sulle note di una canzone house.
Tre drink più tardi ci scateniamo anche noi in pista. Non abbiamo bisogno di altre ragazze per divertirci. Siamo un duo e sotto l'effetto dell'alcol possiamo combinarne di ogni tipo, per questo Red ci tiene d'occhio.
«Emma guarda, c'è quel tipo che ti fissa», Lexa ondeggia e lo indica con gli occhi.
Mi volto e alzo gli occhi al cielo. In tutti i posti in cui poteva andare, me lo ritrovo proprio qui?
«È il mio capo, Parker», mando giù il resto del bicchierino.
«È un figo da paura. Perché non vai da lui?»
Tossicchio. «Scherzi? Questo posto pullula di ragazze che lavorano in ufficio e pettegolezzi. Domani sarei additata come la "segretaria del capo"», faccio le virgolette. L'alcol inizia ad appannarmi la vista.
Lexa scoppia in una delle sue sonore risate. «Che te ne importa? Puoi scoparti chi ti pare! Da quanto è che non fai divertire la tua dea interiore?»
Arrossisco. Non penso al sesso da mesi visto che sono stata parecchio occupata e non credo sia il momento per sbatterlo ai quattro venti. «Lexa, ti prego parla piano. Comunque non credo sia una buona idea perché il mio capo sta giusto parlando con quella rossa da paura.»
Lexa fissa la ragazza e sbuffa. «Ti porterò con me domani. Lavorerai per me e riacquisterai sicurezza! Quella rossa non avrà nessuna chance.»
So che non sta affatto scherzando. Le offro un altro giro per distrarla ma continua a fissare la rossa con il mio capo. «Smettila», la rimprovero.
«Come fai a lavorare per uno così... sexy? Dio, io sbaverei sulle fotocopie»
Ci guardiamo negli occhi e poi scoppiamo a ridere.
«Red è molto sexy!», tento di farla ingelosire e forse ci riesco quando richiamo la sua attenzione. Lo so che sente qualcosa per lui.
Quando questi si avvicina dico: «Dicevo alla mia amica che sei molto sexy e che sono sicura ballerai con me sul bancone tra poco.»
Lexa si illumina perchè sa a cosa mi sto riferendo. Red la guarda e capisce il mio giochetto. «Ok ma devi togliermi la maglietta se vuoi che offra il prossimo giro!»
Spalanco la bocca stupita ma accetto la sfida. «Affare fatto!»
Lexa ci fissa per un lungo momento. «Allora ballo anch'io sul bancone!», strilla, poi cerca qualcuno e i suoi occhi ricadono sul ragazzo palestrato che fa il buttafuori.
Red inarca un sopracciglio prima di scoppiare a ridere. «È una gara baby!»
«Vi faremo il culo!», ridacchia Lexa convinta di poterci ancora battere facendoci il gestaccio.
Succede sempre così: beviamo e ci battiamo in strani balli sul bancone. Tutto questo serve per far avvicinare Lexa e Red ma anche per divertirci.
Tolgo i tacchi consapevole di non reggermi benissimo in piedi e con l'aiuto di Red salgo sul bancone. È il momento in cui il dj annuncia la sfida al microfono e tutti iniziano a ballare, urlare, applaudire.
Tiro la cravatta di Red in modo sensuale e poi entrambi iniziamo a ballare. Red è latino quindi è bravissimo a ballare. Io mi adatto e mi muovo ma a condurre le danze è sempre lui.
Nell'altro bancone, Lexa e il secondo buttafuori si lanciano in una strana danza sensuale.
Red mi guarda con intesa poi fa cenno al dj e la musica cambia. Mi ritrovo a muovere il bacino a distanza ravvicinata con il suo. La sua mano sulla mia schiena e il viso a pochi cm. Sfilo la sua maglietta e la gente inizia ad urlare e applaudire soprattutto le ragazze alla vista dei pettorali scolpiti di Red. Di solito partono le prime scommesse ma con lui, si vince sicuro.
Lexa sembra imbambolata e dopo un momento si scatena.
Finita la sfida, scendo dal bancone aiutata sempre dal mio cavaliere. Lexa mi abbraccia barcollante e si complimenta. «È sempre un piacere vedervi ballare ma non devi approfittarne!»
Ridacchio. La serata prosegue a base alcolica e alla fine torniamo in mattinata nel mio appartamento accompagnate da Red.
Ci sdraiamo sul letto e crolliamo.

~Ed ecco a voi il capitolo dedicato ad Emma. Spero vi sia piaciuto. Come sempre potete lasciare commenti costruttivi o un semplice voto di apprezzamento. Scusate per gli errori. ~
Se ve lo state chiedendo... Lei è Lexa:

 Lei è Lexa:

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