~ Stay ~

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ATTENZIONE
Vi consiglio di ascoltare la canzone di Rihanna.
Buona lettura❤️

~ Emma's POV:

Un colpo al fianco ed io sono a terra. Mi trascino verso la figura immobile a pochi passi ma vengo afferrata per la caviglia e trascinata indietro. Urlo, urlo con tutte le forze. Urlo forte ma dalla mia bocca non esce alcun suono.
Mi alzo a metà busto affannata e sudata. Parker accende la luce e accarezza la mia schiena comprensivo. Passo una mano tra i capelli e poi scappo in bagno.
Non mi guardo allo specchio, mi infilo dentro la doccia e lavo via ogni sensazione lasciata dall'incubo. Rimango sotto il getto per un nel po' di tempo. Mi rivesto con quello che trovo fuori dalle valigie evitando di fissare troppo le cicatrici e poi porto tutto sulla soglia.

«Ti aspettiamo di sotto», avverte Lexa scendendo.
Giro attorno e poi mi avvicino alla finestra per dare un ultimo sguardo alla magnifica New York, al meraviglioso panorama e all'alba imminente. Scatto una foto con la parola addio e richiudo la porta dell'appartamento lasciando la chiave come d'accordo sul mobiletto.
Scendo le scale lentamente, saluto il portiere e poi raggiungo Lexa e Parker in auto. David è partito dopo l'incidente per risolvere alcuni problemi al locale. Per fortuna almeno lui non ha vissuto determinati momenti.
Ogni telegiornale, ogni rivista parla di questo caso mediatico. La mia vita ancora una volta è stata smantellata e pubblicizzata. Odio lo sguardo della gente che mi riconosce. Non voglio la compassione di nessuno tanto meno la mia verso me stessa che da quando sono riemersa dall'incubo non faccio altro che guardarmi le spalle e allontanarmi da tutto il resto. Tutto questo: mi ha segnata.
Parker stringe le nostre dita, la mia fronte sfiora il vetro freddo mentre ci allontaniamo dalla città e tutto ai miei occhi lucidi diviene confuso.
L'aeroporto è un gran caos e come al solito impieghiamo più del tempo necessario per scaricare le valigie e per incamminarci e destreggiarci tra la gente.
«Emma», Lexa mi sorride e fa cenno con la testa di guardare dietro la fila.
Do uno sguardo veloce consegnando i documenti. Quando riguardo rimango di sasso. Mi spunta subito un sorriso triste sulle labbra e lasciando tutto in sospeso corro verso di lui spalleggiandomi tra la gente.
Apre le braccia e poi mi solleva da terra stringendomi a sé. Avvolgo le gambe attorno alla sua vita e prendo il suo viso tra le mani. «Non dovevi venire, lo avevi promesso!», noto che ha una valigia e capisco che è qui anche per altro.
«Non potevo lasciarti senza un saluto. Sto partendo con TJ per altri incarichi più leggeri. Ti manderò delle cartoline, promesso! Tu mandami le tue foto», sorride.
Scoppio in lacrime e nascondo il viso tra il collo e la clavicola. «Sta attento ok?», sorrido triste mentre asciuga le mie lacrime.
«Prenditi cura di te. Ci vedremo per la laurea, fatti bella per me!», stampa un bacio sulla mia fronte.
«Portami una statuina di Elvis.» Sciolgo l'abbraccio con il cuore a mille.
«Come...», sembra stordito.
«Sei un libro aperto per me lo sai», dico alzandomi sulle punte e stampandogli un bacio sulla guancia. «Credo ci farà solo bene trovare una vita che ci appartenga per davvero e anche se staremo lontani ci ritroveremo sempre. Lo so io e lo sai anche tu qui nel tuo cuore. Non metterti nei casini Ethan Evans e vivi veramente senza rimpianti. Respira a pieni polmoni e liberati dal senso di colpa. Sii felice, ti prego.»
Mi dà un pizzicotto sulla guancia e fissa l'anulare. «Qui ci starebbe un tatuaggio, lo sai...», mi attira a sé per un bacio possessivo.
Il cuore mi batte all'impazzata. La signorina richiama la mia attenzione e mi accorgo che siamo rimasti solo noi nella fila.
Tiro su con il naso. «Addio Ethan.»
«Addio Emma. Ti amo»
«Ti amo anch'io», lascio la presa sulle sue dita, lo saluto con la mano come una stupida e raggiungo la ragazza che mi sorride comprensiva.
Consegno il biglietto e poi con il borsone e senza guardarmi indietro raggiungo l'aereo.
Allaccio la cintura, infilo le cuffie, giro la testa verso il finestrino mentre la mano di Parker stringe subito la mia. Lancio un ultimo sguardo verso la città e lascio lì il passato, forse questa volta per sempre.

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