Riley Jackson e gli Dei dell'...

By tasheryt

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Riley Jackson non è una tredicenne come le altre, vive in un posto chiamato Nuova Roma e i suoi genitori sono... More

Prologo
Riley
Riley
Adam
Adam
Donovan
Donovan
Billy
Billy
Riley
Riley
Adam
Donovan
Billy
Riley
Adam
Donovan
Billy
Riley
Suri
Percy
Adam
Adam
Donovan
Donovan
Adam
Adam
Riley
Riley
Billy
Billy
Riley
Riley
Adam
Adam
Donovan
Donovan
Riley
Riley
Amanita
Adam
Adam
Donovan
Donovan
Billy
Billy
Amanita
Amanita
Riley
Riley
Riley
Amanita
Amanita
Adam
Adam
Amanita
Donovan
Donovan
Billy
Billy
Amanita
Amanita
Amanita
Riley
Amanita
Luke
Michaela
Ian
Riley
Adam
Adam
Donovan
Amanita
Billy
Billy
Amanita
Luke
Amanita
Riley
Riley
Amanita
Adam
Adam
Amanita
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Donovan
Donovan
Amanita
Billy
Billy
Amanita
Riley
Riley
Luke
Adam
Adam
Donovan
Donovan
Billy
Billy
Amanita
Michaela
Riley
Riley
Amanita
Riley
Riley
Adam
Adam
Amanita
Michaela
Donovan
Donovan
Luke
Billy
Billy
Riley
Riley
Adam
Adam
Amanita
Donovan
Donovan
Billy
Billy
Amanita
Riley
Riley
Amanita
Amanita
Luke
Adam
Adam
Michaela
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Iris
Alabaster
Donovan
Donovan
Luke
Iris
Billy
Amanita
Alabaster
Amanita
Riley
Riley
Luke
Adam
Adam
Amanita
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Riley
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Asha
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Donovan
Billy
Billy
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Riley
Percy
Percy
Adam
Adam
Amanita
Donovan
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Billy
Amanita
Amanita
Riley
Riley
Suri
Adam
Adam
Donovan
Donovan
Percy
Billy
Billy
Amanita
Riley
Riley
Riley

Amanita

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By tasheryt

La confusione e il panico furono amici stretti di Amanita per i minuti che seguirono l'entrata in scena di Egle, che si era portata dietro una intera famigliola di deliziosi draghi, a sua detta figli e figlie di Ladone, guardiano del giardino delle Esperidi.

La situazione era la seguente. Egle se ne stava in disparte ad osservare, un mela doro tra le mani. I draghi, tre in tutto, anche se non di dimensioni enormi, erano più grandi di uno scuolabus e si davano da fare, sputando fuoco e cercando di azzannarli. Piper e Annabeth cercavano di sconfiggerne uno, la prima usando la propria Lingua Ammaliatrice e la seconda menando fendenti con una spada fatta di osso di drago (non molto apprezzata dal drago, ovviamente) e strillando in greco antico. Reeve alternava frecce a due splendidi pugnali dalla lama ricurva in bronzo, tenendo testa ad un secondo drago da solo. Luke combatteva col terzo, evitando accuratamente i suoi artigli, ne aveva avuto abbastanza in passato. E Amanita? Oh, lei era lì, come una povera scema, inutile perché la sua falce non compariva più; era finita, nessun aiuto divino, non più.

I draghi parevano indemoniati. I loro occhi d'oro si accendevano all'improvviso di tanto in tanto e sembravano ricaricarsi, come se andassero a pile. Anche se i semidei li infilzavano, sembravano immortali. Ben presto, Amanita si rese conto che era la mela d'oro di Egle a infondergli potere.

- La mela!- esclamò, voltandosi verso i compagni.

Luke spostò lo sguardo su Egle.

- Quella è la più stronza delle sorelle- commentò, balzando indietro per evitare un colpo di coda del drago- è colpa sua se ho questa cicatrice!-

Egle sorrise freddamente, facendo un inchino in segno di scherno. Ad Amanita salì il sangue alla testa, era davvero una... beh, pensate a tutti gli epiteti più brutti del mondo. Velocemente, la ragazza osservò la situazione. Doveva fare qualcosa, ma cosa? Non poteva combattere, era solo una mortale e senza armi, ma restare nascosta... poi ebbe un'idea. Una folle idea.

- Luke, le scarpe!- gridò, correndo verso di lui.

Il figlio di Ermes si sfilò rapidamente lo zaino e glielo lanciò. Amanita evitò i draghi e s'infilò velocemente le scarpe volanti, prese la rincorsa e svolazzò sopra la testa di una delle bestie, andando ad atterrare Egle, che non aspettandosi quella mossa strillò, senza poterla evitare. La mela rotolò a terra e le due caddero pesantemente.

- Oh, dei, quella è matta- fece Annabeth.

Amanita tentò di non farsi scalciare via dall'Esperide, tenendola a terra. Non era poi tanto forte, senza la sua mela. Le mise le mani attorno al collo, stringendo forte. I draghi parvero mettersi in stallo e si bloccarono, quasi Medusa li avesse pietrificati. Luke, Reeve, Annabeth e Piper rimasero attoniti a guardare le due che lottavano.

- T-tu...- tentò di rantolare Egle.

- Muori, stronza psicopatica!- urlò Amanita.

Gli occhi di Egle fiammeggiarono e Amanita si ritrovò sbalzata all'indietro. Sbattè la schiena a terra, ma si rialzò subito, così come la ninfa.

- Come hai osato, mortale!-

- Oh, se vuoi te lo faccio rivedere!-

Egle mosse la mano sinistra e la mela tornò da lei. Nella destra, però, le comparve una spada sottile, simile ad un fioretto. Amanita si voltò verso i compagni.

- Mi prestate un'arma? Ho una stronza da uccidere- chiese.

Reeve mise via i coltelli e le lanciò la propria spada.

- Io ne ho abbastanza di armi- rispose, sorridendo- oh, a proposito, sei davvero un mito!-

Piper rise, scuotendo il capo. Luke era troppo sconvolto per dire qualcosa, la fissava e basta. Annabeth si domandò di nuovo chi fosse quella ragazza.

- Ad Egle ci penso io, tento di prendere la mela. Voi pensate ai draghi, io non sono abbastanza forte per combattere con loro- disse Amanita.

- Fai attenzione- si raccomandò Luke- è scaltra e tu puoi morire-

- Anche tu. Tutti possiamo morire, purtroppo-

Sorridendo, Amanita si voltò verso Egle a vide i draghi che riprendevano vita. Scattò indietro alla velocità della luce e fece una cosa che, di nuovo, nessuno si aspettava. Corse incontro a Luke e lo baciò con una tale veemenza da farlo quasi cadere. I secondi passarono nel totale silenzio.

- Non morire, eh, semidio, devi restare per sempre con me- gli disse.

Schizzò in mezzo ai draghi e si avventò su Egle, facendo cozzare le loro lame.

- Oh, ma guarda, a quanto pare qualcuno ha trovato un fidanzato- la schernì l'Esperide- peccato che morirete tutti e due!-

- Questo lo vedremo- replicò Amanita.

- Ma non lo sai ciò che ha fatto Luke Castellan in passato? Malgrado questo... hai davvero fiducia in lui?-

- Sì-

Egle esitò un istante a causa della pronta e sicura risposta di Amanita. La ragazza riuscì a colpirla ad un braccio, provocandole un taglio, dal quale iniziò ad uscire l'icore. Ringhiò e mosse la spada, che divenne una frusta. Amanita per poco non si ritrovò a pezzettini. La frusta, però, le diede un'idea. Si voltò e iniziò a correre.

- Dove vai, vigliacca!- le strillò dietro Egle.

Corse in mezzo ai draghi, evitando un paio di code e un'alitata fiammeggiante, poi prese un bel respiro.

- Maia- gridò, prendendo il volo.

Un drago tentò di azzannarla, ma Luke lo colpì sul muso. Mentre era in aria, Amanita si voltò verso Annabeth, la più intelligente, l'unica che forse avrebbe capito la sua idea solo con uno sguardo; e così fu. La figlia di Atena incontrò i suoi occhi e annuì. Egle balzò per afferrarla con la sua frusta, ma Annabeth riuscì, con l'aiuto di Piper, a mettere sulla traiettoria il drago che stavano combattendo. Egle frustò la creatura, che si dissolse.

- Reeve, la mela!- gridò Annabeth.

Il figlio di Artemide schivò il proprio drago e rotolò di lato, incoccando una freccia, che andò a colpire la mano di Egle. Lei gridò di dolore e la mela le cadde, venendo prontamente recuperata da Amanita, che si abbassò di quota per afferrarla e poi tornare in alto, al sicuro.

- Oh, per tutti gli dei, come si usa?- brontolò- ehm... fermi!-

L'ordine parve venire ascoltato e i due draghi rimasti s'immobilizzarono. I semidei poterono respirare, erano tutti ammaccati, bruciacchiati e sudati marci.

Egle assottigliò lo sguardo e gridò qualcosa in greco antico, parole difficili da comprendere per chiunque. Una violenta scossa fece fuoriuscire più fumo nero dalle crepe e la ninfa parve rinvigorirsi. Con un gesto della mano mandò al tappeto Reeve, Piper e Annabeth, facendoli sbattere violentemente contro una parete di roccia. Luke tentò di attaccarla, ma lei mandò contro la parete anche lui.

- Farò in modo che la tua cicatrice non si senta sola- gli sibilò.

Amanita scese di colpo, dandole un calcio, ma mentre cadeva, Egle le strappò le ali dalle scarpe, facendola precipitare. Cercando di alzarsi, Amanita vide la mela rotolare accanto a sé e tentò di afferrarla, ma Egle fu più veloce. Recuperò la mela e afferrò lei per i capelli.

- No, ferma!- esclamò Luke, tenendosi una spalla ferita.

- Oh, tranquillo, non voglio ucciderla, non nel modo che pensi- fece lei, sorridendo gelida.

A quel punto prese la mela e costrinse con la forza Amanita a dargli un morso. Dalla parte mancante del frutto si sprigionò una scarica violacea. Egle si allontanò, lasciando Amanita.

- ...dei, no!- strillò Annabeth- Luke, dobbiamo farle sputare la mela, è un frutto proibito ai mortali, la ucciderà!-

Mentre Amanita si teneva la gola come se stesse soffocando, Luke si lanciò su Egle, ma era disarmato e lei riuscì facilmente a rispedirlo al tappeto. Annabeth e Piper, benché malconce, tentarono di distrarla, mentre Reeve saettava come una gazzella, recuperava Amanita e la portava poco distante.

- Dai, sputa, forza- tentò di dirle.

- E' inutile, morirà!- rise Egle, gli occhi scintillanti di cattiveria.

Luke, Annabeth e Piper corsero dalla ragazza. Luke la prese tra le braccia, tentando di tenerle la testa sollevata, ma Amanita stava ormai soffocando. Annabeth di colpo alzò gli occhi.

- Luke, spostati!-

Lo spinse via e con una certa forza afferrò Amanita per la vita, strattonandola, poi la posò a terra e le colpì lo stomaco con un pugno.

- Forza, sputa! Sputa!- gridò.

Amanita rimase un istante immobile, poi si voltò di lato, con conati di vomito e sputò il boccone di mela, tossendo. Egle fece un verso di rabbia.

- Bravissima, ottima mossa- si complimentò Piper- io non ci avevo pensato... ero troppo nel panico-

Luke sospirò di sollievo, aiutando Amanita a mettersi seduta. Aveva ancora il fiatone, ma nel complesso stava bene, fortunatamente non aveva ancora del tutto ingoiato il boccone.

- Mi sento Biancaneve- scherzò, tossendo.

Reeve sorrise, sollevato, guardando Annabeth in segno di ringraziamento. La figlia di Atena osservò Luke che teneva Amanita stretta, cullandola con gentilezza. Un tempo, probabilmente avrebbe dato qualsiasi cosa per le sue attenzione, per essere abbracciata a quel modo... me nessuno aveva mai avuto quelle attenzioni da Luke. Tranne Amanita, lei era riuscita dove gli altri avevano fallito.

- Abbiamo una faccenda da sistemare- ricordò loro Amanita, spostando lo sguardo verso Egle.

Si alzò, aiutata da Luke, imitata dagli altri. Ripresero tutti in mano le armi, pronti ad aggredire Egle, ora senza più i suoi draghi. L'Esperide indietreggiò, furente.

- Non è finita qui- sibilò tra i denti- potete chiudere tutte le fenditure del mondo, ma Lui tornerà!-

Si dissolse in un fumo grigio e la mela morsa a terra marcì di colpo, sciogliendosi. Le crepe nel terreno iniziarono lentamente a chiudersi.

- Qualcosa l'ha spaventata- disse Annabeth.

- Noi?- domandò Piper.

La semidea scosse la testa riccioluta.

- No, poteva comunque ucciderci- convenne Luke- non so che le sia preso-

Reeve osservò gli ultimi residui di mela che si fondevano col terreno, pensieroso. Amanita sospirò e si guardò gli abiti a brandelli.

- Cosa... cos'è questo? Prima non ce lo avevi, vero?- le domandò Luke, osservandola.

Amanita seguì il suo sguardo e si ritrovò uno strano simbolo sull'addome, vicino all'ombelico, dove c'era un bel buco nei vestiti. Sembrava una specie di orologio stilizzato.

- No, non ho tatuaggi- confermò- che mi sia comparso quando ho mangiato la mela?-

- Ma non l'hai ingoiata- le ricordò Piper.

- Ehi, ragazzi... venite a vedere qui cosa c'è-

La voce di Reeve giunse da lontano, dov'era finito? Lo trovarono in fondo a quell'immenso sotterraneo, intento a osservare qualcosa. Corsero tutti a vedere e trovarono delle iscrizioni molto antiche sulla parete; no, non erano inscrizioni, ma un disegno.

- Una meridiana- disse Annabeth- ma cosa ci fa qui? E cosa segna? Non sono ore...-

Si voltò e notò che era identica a quella di Amanita.

- Torniamo al campo- suggerì Piper- e discutiamone con Chirone, forse lui sa cosa sta succedendo-

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