Riley Jackson e gli Dei dell'...

By tasheryt

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Riley Jackson non è una tredicenne come le altre, vive in un posto chiamato Nuova Roma e i suoi genitori sono... More

Prologo
Riley
Riley
Adam
Adam
Donovan
Donovan
Billy
Billy
Riley
Riley
Adam
Donovan
Billy
Riley
Adam
Donovan
Billy
Riley
Suri
Percy
Adam
Adam
Donovan
Adam
Adam
Riley
Riley
Billy
Billy
Riley
Riley
Adam
Adam
Donovan
Donovan
Riley
Riley
Amanita
Adam
Adam
Donovan
Donovan
Billy
Billy
Amanita
Amanita
Riley
Riley
Riley
Amanita
Amanita
Adam
Adam
Amanita
Donovan
Donovan
Billy
Billy
Amanita
Amanita
Amanita
Riley
Amanita
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Michaela
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Riley
Adam
Adam
Donovan
Amanita
Billy
Billy
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Amanita
Riley
Riley
Amanita
Adam
Adam
Amanita
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Michaela
Donovan
Donovan
Amanita
Billy
Billy
Amanita
Riley
Riley
Amanita
Luke
Adam
Adam
Donovan
Donovan
Billy
Billy
Amanita
Michaela
Riley
Riley
Amanita
Riley
Riley
Adam
Adam
Amanita
Michaela
Donovan
Donovan
Luke
Billy
Billy
Riley
Riley
Adam
Adam
Amanita
Donovan
Donovan
Billy
Billy
Amanita
Riley
Riley
Amanita
Amanita
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Adam
Adam
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Donovan
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Alabaster
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Riley
Riley
Luke
Adam
Adam
Amanita
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Billy
Billy
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Riley
Riley
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Asha
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Donovan
Donovan
Billy
Billy
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Percy
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Riley
Riley
Suri
Adam
Adam
Donovan
Donovan
Percy
Billy
Billy
Amanita
Riley
Riley
Riley

Donovan

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By tasheryt

Malgrado i tentativi di essere razionale, Donovan si era immaginato, come tutti, una cittadina lugubre e piena di vecchie case seicentesche. Salem era invece una normalissima città americana, con edifici moderni e quartieri abbastanza lussuosi, stradine tranquille con lampioni in ferro battuto, alberi e tante attrazioni turistiche sulle streghe.

- Qualcuno vuole visitare la casa delle streghe? O andare al museo delle streghe. Oppure ancora, andare al cimitero delle streghe- fece Michaela, leggendo un cartello turistico della città.

Adam storse il naso, non molto convinto. Donovan non la ascoltò neppure, ma dando una rapida occhiata al cartello ebbe una sorta di folgorazione.

- Cimitero, hai detto?- domandò

- Sì, il... Witch Trials Memorial. Non è molto distante da qui, ci dovrebbero essere le lapidi delle cosiddette streghe- rispose Michaela.

- Bene, allora andiamo lì- dichiarò Donovan, sicuro- dobbiamo trovare la tomba di Elizabeth Howe, sicuramente è tra quelle-

Nessuno obiettò e s'incamminarono tutti e tre lungo la strada, trovando senza nessuna difficoltà il memoriale per le streghe. Il posto era zeppo di turisti, tutti con la macchina fotografica in mano.

- Ma che ci trovano di bello?- borbottò Adam- Queste poverette sono morte per ignoranza, non per stregoneria! Le hanno processate senza motivo-

- Hai ragione, è abbastanza patetico vedere i mortali che fanno foto e filmati- ammise Donovan- venite, la lapide è quella laggiù-

Si avvicinarono ad un gruppo di turisti giapponesi, scansandoli per passare e si ritrovarono ad osservare una pietra semplice e appena sbozzata, con incise pochissime parole: Elizabeth Howe, impiccata il 19 luglio 1692.

- Oggi è il diciannove luglio- osservò Adam- coincidenza? Qualcosa mi dice che non è così-

- Asclepio ci ha mandato proprio oggi, probabilmente sapeva che Elizabeth sarebbe apparsa il giorno dell'anniversario della sua morte- fece Donovan. Si voltò a guardare la gente attorno- ci sono troppi turisti. Forse è meglio tornare col buio, male che vada scavalcheremo la recinzione. Michaela, tieni pronta la tua Foschia, potrebbe essere necessario utilizzarla-

- D'accordo, ma non so parlare coi morti, non sono una figlia di Ade- brontolò la semidea.

- Che facciamo nel frattempo?- domandò Adam.

Guardando oltre il cimitero, Donovan scorse quella che aveva tutta l'aria di essere una tavola calda. Sorrise e la indicò con una mano.

- Mangiamo qualcosa alla tavola calda "il rifugio delle streghe"?- propose.

I compagni annuirono, trovando il nome di pessimo gusto. Il figlio di Apollo lanciò un'occhiata ancora alla tomba di Elizabeth Howe, poi si incamminò per uscire dal cimitero assieme agli amici.

Malgrado il nome, il posto si rivelò assolutamente favoloso. I ragazzi ordinarono i pancake ai mirtilli più buoni che avessero mai mangiato e tre frullati, anche quelli squisiti. La cameriera si lasciò ingannare dagli occhi dolci di Michaela e aggiunse anche palline di gelato alla vaniglia extra per tutti.

- Se questa Elizabeth Howe parlerà con noi, ci dirà davvero dov'è l'antico nekromanteion in cui è tenuta prigioniera la mortale?- domandò Michaela, finendo il suo frullato alla fragola.

Donovan si strinse nelle spalle.

- E' quello che spero, altrimenti dovremo setacciare tutta la città. Ma potrebbero volerci giorni e qualcosa mi dice che non li abbiamo-

Adam giocherellò con la cannuccia del suo frullato, ma non disse nulla a riguardo. Donovan temette che il suo silenzio fosse dovuto all'imbarazzo, era certo che Michaela non fosse stata zitta e gli avesse detto che aveva delirato.

- Se le porte che abbiamo visto in sogno non erano quelle della morta, cos'erano?- chiese Michaela.

- Vorrei avere la risposta- sospirò Donovan- ma che senso ha maledire la morte? Voglio dire, davvero Thanatos è stato così stupido da lasciarsi maledire?-

- Beh tutti gli dei possono lanciare maledizioni, magari è stato Ade perché gli giravano le scatole-

Donovan non era sicuro che fosse quella la ragione. Usò i rebbi della forchetta per fare qualche disegnino a caso nel piatto, usando i resti di sciroppo ai mirtilli.

- Thanatos è un figlio di Nyx- sbottò improvvisamente Adam- so che può sembrare un caso, ma io non credo. Riley mi ha raccontato una cosa, tempo fa, quando suo padre le ha detto cos'era accaduto nel Tartaro tanti anni prima. I figli della Notte litigavano tra loro, non andavano d'accordo-

- Pensi ad un disaccordo tra dei?- chiese Donovan.

- Beh, non lo so, dico solo che forse potrebbe essere una possibilità. Non sarebbe la prima volta, no? Esistono molte divinità vendicative, a partire da Nemesi, la dea della vendetta, però... Thanatos non è propriamente un dio come lo intendiamo noi-

- Come non lo è Ecate- intervenne Michaela- tecnicamente lei sarebbe un Titano. Ho capito cosa vuoi dire-

- Avrebbe senso, vista la preoccupazione di tutti, Asclepio in primis- assentì Donovan- dunque, ammettiamo che un fratello o una sorella di Thanatos lo abbia maledetto. Per maledire la morte, direi che devi essere in gamba e conoscere il suo punto debole-

- Ne esiste uno?- fece Adam, stupito.

- Già... esiste, forse. Ma il sangue di una mortale, è questo che non capisco. Chi è quella ragazza?-

La domanda di Michaela rimase in sospeso. Subito dopo, la ragazza si alzò in piedi.

- Ok, vado a cambiarmi in bagno, ci metterò... beh, quello che ci metterò, devo rifarmi il trucco e tutto il resto. Torno tra poco!-

Michaela sparì nella toilette della tavola calda, lasciando da soli Donovan e Adam. Il figlio di Apollo conosceva abbastanza bene l'amica per sapere che lo aveva fatto apposta. Sospirò, massaggiandosi la fronte.

- D'accordo, dobbiamo parlare- disse, sapendo bene che quella frase era la causa più comune degli attacchi di cuore.

Adam deglutì, visibilmente a disagio.

- Michaela te lo avrà già detto, suppongo. Comunque... non preoccuparti dei tuoi deliri. Non è successo nulla, davvero-

- Ti ho chiamato come un bambino chiama la mamma, non vergognarmi è impossibile-

Donovan sorrise.

- Mi sento lusingato, allora. Vuol dire che mi consideri come un membro della tua famiglia, come un... fratello-

Adam abbassò le spalle come per arrendersi e annuì.

- Beh, sì, esatto- bofonchiò.

Malgrado tutto, Donovan si ritrovò senza parole. Non sapeva come interpretare il comportamento di Adam, tantomeno il proprio. Ma non riuscì a nascondere l'evidente delusione di quella risposta.

- Senti, ma Ian Magnussen...- iniziò Adam.

Donovan alzò la testa, ridendo.

- Te ne sei accorto anche tu, eh? Per me è molto evidente il suo interesse- fece- non è fantastico?-

- D-dici? Non mi sembra il tuo tipo-

Dopo qualche secondo di silenzio, Donovan scoppiò a ridere. Non voleva certo offendere Adam, ma non riuscì a trattenersi.

- No, per gli dei, non io- disse- Michaela. Gli piace Michaela-

Adam sgranò gli occhi. Si morse un labbro, poi scoppiò a ridere anche lui, tenendosi lo stomaco con le braccia.

- Per Zeus!- esclamò- Ma dici davvero? Il gigante e la bambina! Ammetto, però, che starebbero una favola assieme-

Appoggiando una mano sul tavolo, Donovan annuì.

- Michaela ha bisogno di essere amata, solo che Ian è troppo timido e lei continua a fargli scherzi... tempo fa mi ha chiesto aiuto, ecco perché è arrossito guardandomi, si vergognava- spiegò.

Adam parve decisamente sollevato. Donovan lo guardò con la coda dell'occhio, senza dire niente, lo stava studiando da un po'. Lo vide deglutire e farsi visibilmente coraggio, per poi spostare la mano e sfiorargli il mignolo con le dita, quasi un timido tentativo di prendergli la mano, come se avesse paura di un brusco rifiuto. Donovan non si mosse minimamente, osservandolo fino a quando non intrecciò i loro mignoli, poi Michaela sbucò di fretta dalla toilette. Adam fece scivolare velocemente la mano sotto il tavolo.

- Ho visto chiudere il memoriale- disse- credo che tra poco sia meglio andare-

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