Quando arrivo alla fermata del pullman Genn è già arrivato e sta guardando verso l'alto con le cuffiette nelle orecchie e le mani in tasca.
Indossa una felpa nera con una fantasia bianca e devo dire che gli calza a pennello, come tutto del resto.
Appena mi vede sorride e io ricambio.
Mi viene incontro togliendosi le cuffie e mi abbraccia scompigliandomi i capelli con una mano.
"Genn!" lo rimprovero, aggiustandomi i capelli.
"Tanto sei bella anche così." mi guarda e ride, con uno strano guizzo negli occhi che non avevo mai visto.
Faccio davvero così tanto ridere?
"La penso diversamente." rispondo con tono duro, continuando ad aggiustarmi i capelli, inutilmente.
"Non ti arrabbiare dai." cerca di riabbracciarmi ma lo spintono malamente.
"Eddai lo sai che ti voglio bene." cerca di addolcirmi.
"Vaffanculo." dico guardandolo per poi girarmi immediatamente.
"Qualcuno ha il ciclo qui..." dice dandomi un colpetto sul braccio.
Lo guardo e lo fulmino con lo sguardo.
Sì, ho il ciclo e allora? Odio quando mi scompigliano i capelli.
Forse sono un po' innervosita, ma giusto un po'.
"Dai, vieni qui." mi prende per un braccio e mi abbraccia, inizialmente cedo ma poi...
"Non credo dovremmo stare così vicini." mi lascio scappare involontariamente.
"Perchè?" dice lui confuso allontanandosi con lo sguardo confuso.
"Io e te siamo solo amici e questo... non è un comportamento da amici..." rispondo io guardandolo negli occhi.
Vedo i suoi occhi diventare freddi, esattamente come erano tre settimane fa, quando mi ha beccato mentre lo spiavo nell'aula di musica.
"Sai cosa intendo Genn."
"Hai ragione." dice freddo "Ma pensavo che le cose tra noi avrebbero potuto prendere una piega diversa. Dopo... io... lasciamo perdere."
Il pullman arriva e sale, io lo seguo e mi siedo affianco a lui.
Lui prende le cuffie e mi ignora completamente, continuo a fissarlo e mi accorgo di una lacrima che gli riga il viso.
Si affretta ad asciugarla e poi rendendosi conto che lo sto guardando si volta verso di me per poi rivoltarsi di scatto.
Ho l'immagine dei suoi occhi rossi impressa nella mente e non riesco a parlare.
Quando arriviamo a destinazione, vengo risvegliata dalla frenata brusca dell'autista e delle imprecazioni degli altri ragazzi.
Genn continua a ignorarmi e quando scendiamo dall'autobus inizia a camminare velocemente verso l'ingresso, quasi correndo, come per non farsi raggiungere da me.
Riesco ad afferrarlo per la manica della felpa, ma riprende a camminare, senza neanche voltarsi.
Per la seconda volta cerco di fermarlo, quasi in modo disperato.
"Storm lasciami in pace." dice scandendo ogni parola.
E il modo in cui lo dice fa male, come se ogni parola fosse una coltellata.
Odio il modo in cui mi sono affezionata a lui in così poco tempo.
"Genn..." lo imploro con voce debole e lui sembra cedere.
"Storm io mi sono fidato di te, mi sono aperto con una persona dopo tanto di quel tempo che neanche immagini. Ma riesco sempre a rovinare tutto non è così?"
"Tu non hai rovinato proprio niente Genn." cerco di avvicinarmi ma lui fa un passo indietro.
"E invece sì, non riesco a lasciare andare il passato e iniziare a vivere il presente." dice con voce rotta.
"So come sei..." provo a dire.
"No, non lo sai. Non sai nulla di come ero prima."
"Io conosco il Genn di adesso ed è questo l'importante. Nemmeno tu conosci la me di prima."
"Storm, io l'ho uccisa." scoppia a piangere e cade in ginocchio sul brecciolino.
Cerco di sorreggerlo ma non ce la faccio.
"Cosa stai dicendo?"mi metto davanti a lui, fregandomene della campanella.
"Olivia." singhiozza"Io l'amavo così tanto. Ma sono stato un coglione. Quella sera non pensavo potesse succedere una cosa del genere."
"Che cosa non pensavi potesse succedere?" cerco di creare un contatto visivo, ma lui fa di tutto per non guardarmi negli occhi.
"Avevamo bevuto tantissimo, lei inizialmente non voleva, poi abbiamo litigato." ogni parola che dice piange sempre di più e parla con più difficoltà.
Mi si stringe il cuore a vederlo così.
"Ha preso le chiavi della mia macchina e se ne è andata. Non rispondeva più ai messaggi. L'ho uccisa Storm. L'ho uccisa. L'ho uccisa." continua a ripetere le ultime parole come un disco rotto.
"Genn non è stata colpa tua. Mio dio."
Lui non risponde.
Siamo ancora inginocchiati a terra e lui non smette di singhiozzare.
Lo lascio fare.
Piangere avvolte può essere la giusta medicina.
Dopo un po' alza il capo e mi guarda con uno sguardo strano, che non avevo mai visto.
E capisco che la mia vita non sarà mai quella di una ragazza normale.
E non è necessariamente un male.
Le cose normali non sono fatte per me evidentemente.
Mi alzo e gli porgo la mano.
Lui la stringe e si alza per poi stringermi forte.
Lo stringo anche io e mi viene da piangere.
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Ciao belle♡,
Ecco il nuovo capitolo.
Sono stata una stronza, lo so.
Spero vi piaccia e boh, non so che dire eww.
600 visualizzazioni e 90 voti per il prossimo capitolo.
♡
(Ricordatevi di votare i vecchi capitoli o vi vengo a cercare di notte e vi colpisco alla testa con un Coccolino)
Sentite, dato che comunque non ho un'idea chiara per questa storia vi propongo di scrivermi come vorreste che continuasse la storia.
Sto finendo le idee eww.
Siete delle personcine meravigliose.♡
Aspetto i vostri commenti.
Al prossimo capitolo!
PS: Oggi pubblicizzo @renashair con la sua storia School Trip, è qualcosa di stupendo. È una storia diversa dalle altre, scritta molto bene direi e fa morire dal ridere. E niente mi fa fangirlare da morire.
(Ringrazio la ragazza che mi ha consigliato di leggerla. Mi ha riconosciuta su instagram addirittura. Lol)
PSS: Ho letto che questa settimana ci sarà una manche in italiano. Per la prima volta sentiremo gli Urban cantare un brano italiano e non so che pensare dato che dissero che si sarebbero sentiti a disagio lol.