Chapter 31.

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Resto ancora un pò nel letto, guardando il soffitto, con un sorriso da ebete stampato sulla faccia.

Dovrei cambiare un pò questa stanza, sembra così diversa da me adesso.

Potrei farmi aiutare da Genn o forse no, non sarebbe la stessa cosa.

Mi alzo, controvoglia.

Prendo dei leggins e una felpa dall'armadio e li indosso, per poi legarmi i capelli in una coda alta.

Devo sbarazzarmi di parecchie cose.

Scendo di sotto, mia madre sta facendo colazione.

"Storm! Non volevi dormire?" mi chiede con tono premuroso.

Odio quando fa così, solo per farsi perdonare.

"Ho cambiato idea, abbiamo qualche scatolone?" le chiedo con sufficenza.

"Ce ne sono alcuni nel ripostiglio, ma a cosa ti servono?" continua a sorseggiare il suo caffè.

"Niente di che, qualche pulizia." le rispondo restando sul vago.

"Okay..."

Sembra confusa, ma anche ferita.

Da una parte mi sento in colpa per il mio atteggiamento, ma in fondo se lo merita.

Vado a prendere gli scatoloni, senza neanche degnarla di un saluto e me ne torno in camera mia.

Inizio a svuotare le varie mensole, trovando cose di cui non ricordavo neanche l'esistenza: molte le butto, altre le metto da parte.

Tolgo tutti i poster dalle pareti e li ripiego delicatamente dentro gli scatoloni.

Sposto il letto, lo metto tra le due librerie, davanti alla finestra e tiro fuori dal cassetto della scrivania una scatola piena di istantanee.

Mi manca da morire la mia macchina fotografica.

Prendo dello scotch e attacco le più belle sopra al mio letto e sulle ante dell'armadio.

Mi piacerebbe mettere qualche foto con Genn o magari qualche foto del suo sorriso, quando siamo insieme o il modo in cui si tiene le maniche delle felpe tra le mani...

Quando sono abbastanza soddisfatta prendo delle lucine bianche, come quelle degli alberi di natale, e le faccio passare tra le varie mensole delle librerie, facendole passare sopra il letto.

Molto meglio.

Ammiro un pò il mio lavoro e poi porto i vari scatoloni di sotto, dicendo a mia madre di farli portare in cantina dal papà, non ho proprio voglia di scendere fino a là sotto.

Lei mi guarda in modo strano, ma non gli do troppo peso e vado a vestirmi.

Dopo poco più di mezz'ora sono pronta per andare a casa di Genn.

Non mi sono ancora ripresa del tutto dalla febbre quindi prendo un'aspirina, per alleviare il leggero mal di testa.

Quando scendo di sotto per uscire, mia madre mi fa mille domande, a cui rispondo a monosillabi.

Ma alla fine esco, ormai stanca, mentre lei continua ad urlarmi dietro.

Fa abbastanza freddo, quindi cerco di camminare il più velocemente possibile, fino a quando non arrivo a destinazione.

Suono al campanello e Alex viene ad aprirmi, accogliendomi con un abbraccio e delle scuse, per il giorno prima.

Mi accompagna in salotto, dicendomi che Genn è in camera sua, ancora non è guarito del tutto e tutte quelle prove gli hanno fatto aumentare il mal di testa.

Appena entro nella stanza vedo Rose, bella come la prima volta che l'avevo vista.

I lungi capelli rossi fanno contrasto con la sua carnagione chiara.

Ha qualche lentiggine sulle guance e sul naso e un sorriso smagliante, sembra davvero dolce.

"Piacere, Rose. Tu devi essere Storm, giusto?" mi allunga la mano timidamente e io faccio lo stesso.

"Sì, la ragazza di Genn." mentre dico quelle parole mi accorgo di quanto sia strano da dire e sorrido.

Rose mi sorride timidamente, in imbarazzo.

A poco a poco facciamo conoscenza, è davvero una ragazza dolce e anche un pò timida.

Arrossisce per qualsiasi cosa e Alex non fa altro che prenderla in giro per questa cosa.

Tipico di lui.

Quando il pranzo è quasi pronto vado di sopra da Genn.

Apro la porta piano per non svegliarlo ed entro dentro.

Cerco di non fare troppo rumore e mi siedo sul bordo del letto, guardandolo mentre dorme, con il cuscino tra le braccia.

Potrei restare a guardarlo dormire per ore, sembra un bambino.

Sto per alzarmi quando inizia ad aprire gli occhi.

"Buongiorno. Di nuovo." dico, provando una tenerezza innata nel vederlo così vulnerabile.

"Buongiorno." risponde lui, chiudendo di nuovo gli occhi, per poi riaprirli, abituandosi alla luce.

Mi distendo di fianco a lui, con il viso vicino al suo.

"Il pranzo è quasi pronto e Alex e Rose ci aspettano di sotto."

"Possono aspettare ancora cinque minuti allora."

Posa le sue labbra sulle mie, prendendomi alla sprovvista.

Mi prende per i fianchi e mi ritrovo sopra di lui, mentre le nostre bocche continuano a toccarsi.

Resto senza fiato.

"Ora è un buongiorno." dice sorridendo lui, facendo intrecciare le sue mani alle mie.

Ha le mani molto più grandi delle mie e posso vedere le vene delle sue braccia in mostra.

Mi piace da morire.

"Ti amo." dico dandogli un bacio a stampo, prima di scendere dal letto e avviarmi verso la porta.

Lui resta fermo.

"Anche io."

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Buonsalve♡
Ho passato il pomeriggio a pensare a questo capitolo e sono riuscita a scriverlo solo ora.
È una merda ahahaha
Ma vabbè, lasciamo perdere.
Avrei troppe cose da dire, ma come sempre, ora non mi vengono in mente.
Una cosa importante.
Una ragazza mi ha chiesto gentilmente di condividere con voi un'idea: venerdì, dopo la finale, postare su instagram, twitter, facebook, insomma dove volete, con l'hastag #ImAnUrbanStranger, per far sapere ai ragazzi che noi ci siamo.
Mi sembra una cosa molto carina e lo farò sicuramente.♡
Chiusa questa piccola parentesi, cosa pensate di questo nuovo capitolo?
Alex e Rose? Genn e Storm?
Pubblicherò il prossimo capitolo a 700 visualizzazioni, 150 voti e 100 commenti.
In questi giorni sto leggendo molte delle vostre storie e alcune sono davvero belle (vi consiglio White Wood di @sofiapierse) e mi fa molto piacere darvi qualche parere.
Inoltre parlare e fangirlare con voi è stupendo.
Siete davvero fantastiche.
Grazie di tutto, anche del #12 in Fanfiction.♡
Ora me ne torno a leggere e bere Arizona♡

PS: Oggi su instagram ho visto una tizia che si chiamava messbutch come me. È stato piuttosto inquietante. Anche perchè c'è tutta una storia dietro il mio nome e vedere qualcun'altro usarlo mi ha fatto sentire "violata"(?). Okay, ho problemi.

Urban Strangers.||Genn Butch (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora