Chapter 20.

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"You've never loved yourself
half as much as I love you
you'll never treat yourself right darlin'
but I want you to
if I let you know
I'm here for you
maybe you'll love yourself
like I love you"

Prendo uno zaino e ci butto dentro le prime cose che trovo dentro l'armadio.

Prendo anche lo zaino di scuola e alcune cose di cui non posso fare a meno: un libro, il blocco da disegno e qualche trucco.

Mi infilo la giacca e tiro su il cappuccio.

Come se potesse servirmi a qualcosa...

Apro la porta della mia stanza, cercando di non fare rumore.

Sento i miei discutere molto animatamente, a quanto pare Luke se ne è andato.

Scendo le scale velocemente, con passo felpato e con uno scatto riesco ad arrivare alla porta.

Ma proprio quando sto per aprire la porta sento una voce.

"Storm? Cosa stai facendo?" chiede Luke, con un tono di voce troppo alto per i miei gusti.

"Shhh!" gli dico tappandogli la bocca.

E quel contatto non fa altro che peggiorare la situazione.

Posso sentire le sue labbra morbide e il metallo freddo del suo piercing.

"Prova a dirlo ai miei e..." sussuro con il tono più minaccioso che posso.

"Sai già che non lo farò." risponde lui, scostando la mia mano, prendendola per il polso.

Continuando a stringerla forte.

Fisso la sua mano.

"Invece no." dico guardandolo negli occhi, sul punto di una crisi di nervi.

"Chi vuoi prendere in giro, Storm?" accenna a una risata, che sembra di più un ghigno "Non hai mai smesso di amarmi."

"Tu non sai niente." dico liberandomi dalla sua stretta.

"Oh, invece si... Quanto sei ingenua..." si avvicina pericolosamente a me.

Cerco di arretrare ma vado contro la porta.

Avrei voglia di urlare, ma l'ultima cosa che voglio è attirare l'attenzione dei miei genitori.

Mi scosta una ciocca di capelli e mi sussurra all'orecchio "Posso sentire il tuo cuore battere da qui."

"Si chiama paura." ribatto, risolutamente.

Continua a starmi fin troppo vicino, continuando a mordicchiarsi il piercing sul labbro.

"So che lo vuoi anche tu." avvicina le sue labbra alle mie.

Vado in panico.

E quello che faccio non mi sembra neanche vero: gli piazzo una ginocchiata sui coglioni, facendolo arretrare, per poi aprire la porta di scatto e iniziare a correre verso casa di Genn.

Non mi fermo finchè non riconosco il vialetto di casa sua.

Che cosa ho combinato?

Mi affretto a suonare al campanello.

Appena mi apre mi fiondo letteralmente dentro.

"Perchè hai corso?" chiede preoccupato, mi viene da sorridere nel vedere il suo faccino confuso.

"Diciamo che ho quasi castrato il mio ex fidanzato cercando di scappare dai miei genitori. Ti basta come giustificazione?"

Nel frattempo mi tolgo la giacca e la poso una sedia.

"E tutto questo perchè?" chiede, ancora più confuso di prima.

Mi vado a sedere sul divano e gli faccio cenno di venirsi a sedere con me, come se fosse casa mia.

"Appena sono tornata a casa, ho trovato i miei genitori in soggiorno con il mio ex. Volevano farmi... come dire... riallacciare i rapporti con lui. Pensano che tu abbia una cattiva influenza su di me."

Genn abbassa lo sguardo e mi sento terribilmente in colpa per via di quello che i miei stessi genitori hanno osato dire.

Non voglio che si senta così.

Gli prendo una mano e me la poso sulla guancia, attirando la sua attenzione.

"Ma sono tutte cazzate Genn." resta in silenzio, fissandomi con la testa piegata da un lato "Fidati di me." aggiungo.

Lui si limita ad annuire.

"Continua."

"Ho avuto una discussione con mia madre e mio padre non ha reagito molto bene. E nonostante tutto, quel pezzo di merda di Luke è ancora a casa mia. Come se i miei genitori preferissero lui a me."

"Luke è il tuo ex ragazzo?" chiede quasi come se fosse un tabù.

"Si..." dico con un tono strano, che neanche io riesco ad interpretare.

"Perchè vi siete lasciati?"

"E' partito per Londra, senza farmi sapere niente. Ha addirittura cambiato numero di telefono. Dopo due mesi che non avevo sue notizie, ha avuto il coraggio di presentarsi davanti casa mia, dicendo che si era pentito. Sono stati i due mesi più brutti della mia vita. Soprattutto perchè la nostra, non era una storia come tutte le altre. Mia madre sa quanto ho sofferto per colpa sua, passavo giornate intere nella mia stanza a guardare il soffitto. E il soffitto della mia camera non è proprio come il tuo. Ma nonostante tutto questo, quella donna ha avuto il coraggio di invitarlo in casa nostra." singhiozzo.

E' la prima volta che racconto tutto questo a qualcuno.

Sento una lacrima calda scendere sulla mia guancia e Genn si affretta ad asciugarla.

Poi si avvicina a me e mi stringe forte, come non aveva mai fatto.

"Ci sono io per te adesso, Storm." dice con voce tremante, come se stesse sul punto di piangere anche lui.

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Ciao a tutte¤

Scusatemi ancora se ieri non ho potuto pubblicare nessun capitolo, ma ero troppo incasinata.

(In realtà lo sono anche oggi ma non volevo lasciarvi senza capitolo anche oggi, quindi amatemi.)

Cosa pensate del nuovo capitolo?

E cosa ne pensate delle due esibizioni degli Urban di ieri sera?

Io mi sono innamorata ancora di più.

Alex nel pezzo in italiano era davvero magnetico, ero incantata.

E il mio povero cuore si è rotto nell'istante in cui Genn ha detto 'Mi dispiace' a Fedez.

Mannaggia, capitano tutte a loro.

La canzone in inglese mi è piaciuta un botto, i miei piccoli Loser.

Comunque per il prossimo capitolo 500 visualizzazioni, 130 voti e 120 commenti.

Se non ci arrivate niente capitolo, quindi impegnatevi ahahahahah

Alla prossimaaa

Bacini


Urban Strangers.||Genn Butch (in revisione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora