🥀L'arte di essere fragili 🥀

By katastrof3

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Cosa succederebbe se le forze portanti non fossero l'unica potenza da temere? Ci hanno sempre tenuto lontano... More

Introduzione
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Avviso importante
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40: il ritorno.
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Chiediglielo!
Chiediglielo! Pt.2
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63 1/2
Capitolo 63 2/2
Avviso importantissimo
Fermi tutti!
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 67
Capitolo 68
Chiediglielo
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
📣Capitolo recensione!📣
Capitolo 76
Capitolo 77
⚠️IMPORTANTE⚠️

Capitolo 72

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By katastrof3

Entrai nel suo ufficio con passo incerto, sentendo il peso della mia ultima missione gravare sulle spalle. L'Hokage, seduta sulla poltrona, dietro la scrivania, mi guardò con uno sguardo scrutatore mentre mi avvicinavo, chiudendo la porta alle mie spalle.

Sembrava di cattivo umore, più del solito.

"Hai chiamato, Hokage?" domandai, cercando di nascondere la tensione nella mia voce.
Mai mi sarei sognata di dedicare a Tsunade delle attenzioni tanto professionali o di rivolgermi a lei con una tale serietà...
Ma questa volta, sentivo uno strano presentimento.

"Sì, siediti," rispose lei, indicando la sedia di fronte a me. Mi sedetti con riluttanza, chiedendomi cosa potesse volere da me.

"Ti starai chiedendo perché ti ho fatta venire qui..." chiese poi, il suo sguardo penetrante scrutava la mia espressione visibilmente confusa.

"Sì, a dire la verità, Iruka mi ha portata qui con una certa fretta..." risposi, cercando di mantenere la mia voce ferma nonostante la mia ansia.
Effettivamente, era così.
Non appena vista fuori dalla zona di addestramento numero due, fui subito assalita da lui, concitato come mai avevo visto prima. Di solito era un tipo tranquillo, non è da lui correre e agitarsi in quel modo. Subito, ipotizzai che fosse per una qualche altra brutta notizia...
Ma mi tranquillizzò subito, intimandomi di seguirlo.

L'Hokage annuì lentamente, ma il suo sguardo rimaneva inscrutabile. Sentivo il mio stomaco contorcersi mentre aspettavo di scoprire il motivo della sua chiamata. "Non ne sei ancora a  conoscenza, dato che nessuno te l'ha riferito, ma...Abbiamo ricevuto un messaggio criptato da parte di Jirayia."

Il mio volto si rabbuiò. "Che genere di messaggio?"

"Vedi Shizuka," cominciò a spiegare, cercando di essere più morbida possibile."l'ultimo atto disperato di Jiraiya fu quello di usare l' ultima goccia del suo chakra sulla schiena di Fugasaku scrivendo un codice numerico. Shikamaru, Naruto e Shiho ci hanno lavorato un bel po'..."fece una pausa prima di prendere la bottiglia di sakè sotto la sua scrivania ,per poi versarsene un goccio su entrambi i bicchierini che aveva davanti. " 'Quello vero non è tra loro' ".

La guardai storta, prendendo in mano il bicchierino destinato a me.
Lei sembrò leggermi nel pensiero. Sospirò, adirata, nella speranza che prima o poi mi sarei illuminata."Pensavo che potessi dirmi qualcosa in più in merito. Non c'è nessuno più di te che lo conoscesse meglio..."

"Può darsi che sia stato attaccato in gruppo, non è un'azione da escludere."cominciai a riflettere anche se, a dirla tutta, faceva davvero male immaginarlo, oltre che parlarne. "Magari, semplicemente, il nostro obbiettivo non è fra i ninja che l'hanno sconfitto..."

Tsunade ,per un attimo, chiuse gli occhi, bevendo un po' del suo sakè. Senza essere a conoscenza di tutta la storia, ci ero arrivata benissimo da sola e questo , inaspettatamente, la colpì, anche se faceva di tutto per nasconderlo. "Credi sia un avvertimento?"

Annuì. "Nulla è da escludere, è sempre meglio tenere gli occhi aperti..."

Si creò un gran silenzio nella stanza. Neppure Shizune osava entrare. Era da giorni che l'Hokage le vietava di farlo.
Non era da biasimare, aveva perso anche lei qualcuno di veramente importante nella sua vita.
Jirayia me ne aveva parlato...
Al ritorno dalla sua missione, le avrebbe chiesto di passare la sua vecchiaia assieme a lei. Magari, le avrebbe chiesto di sposarlo.
D'altronde, Tsunade è sempre stata il suo chiodo fisso, anche se lo negava la maggior parte delle volte andando dietro a qualsiasi paio di gambe che gli si passasse davanti.
Era fatto così, un Don Giovanni per natura!
Chissà se, cominciando a passare la vita insieme alla sua donna, sarebbe cambiato per lei...

La mia attenzione fu catturata dai suoi occhi arrossati, forse aveva pianto.

Chissà se gli avrebbe detto di sì...

"Uno di quei ninja..."cominciò a parlare poi. "Era un vecchio allievo del tuo maestro."

Quell'affermazione mi fece gelare il sangue.
"Pain, in realtà, si chiama Nagato. Era un orfano del villaggio della pioggia a cui Jirayia ha dato tutto se stesso, prendendolo sotto la sua ala. Ma questa è una vecchia storia..."

Poche volte mi aveva parlato di Nagato e dei suoi compagni...
Si, è una vecchia storia...
Ma non una storia che amava raccontare.
Non ho mai saputo praticamente nulla su di lui, sapevo solo il suo nome e il fatto che esistesse.
Forse era successo qualcosa di grave...
Forse è per quello che ,all'inizio della nostra conoscenza, tentava di distaccarsi da me...

...
"Ehi signore!"esclamai, tirandogli piano, per due volte, il mantello mantello verde. "Che sta facendo?"

"Eh?!che ci fai qui ragazzina?!torna dalla mamma!"
"Impossibile."
"Perché mai?" Fece come se gli importasse qualcosa di quel che stavo dicendo.

"Io non ho una mamma... E poi mi spiega cosa ci trova di così interessante nel bagno delle ragazze?" Dissi con aria perplessa. Appena cominciai a riflettere, tutto fu più chiaro. Gli lanciai un'occhiataccia, disgustata da ciò che stava facendo."Non sarà mica un guardone..."

"Ma certo che no ragazzina!" Mi risponde imbarazzato per poi schiarirsi la voce, tornando al suo tono quasi infastidito dalla mia curiosità."Io sono uno scrittore molto famoso e sto cercando l'ispirazione per il mio prossimo libro!Sei troppo piccola per capire il contenuto...E ora smamma!"

"E trova ispirazione nel bagno delle ragazze?!"lo ignorai, continuando a riempirlo di domande e critiche."È proprio un maiale!"

"Senti ragazzina, non ho tempo da perdere con una ficcanaso come te!"disse spazientito.

"Parla colui che spia le ragazze cambiarsi-"
Ad un tratto sentimmo gridare. Le ragazze all'interno del bagno si accorsero di lui e tutti shampoo ,balsami e spazzole volarono nella direzione di quell'uomo, devastandolo di botte.

Io scoppiai a ridere, non riuscii proprio a trattenermi. Era una scena esilarante.

"Ehi tu! il buon senso l'hai lasciato a casa?!Si può sapere che hai da ridere?! Eh?!"

"Ma lei lo sa con chi sta parlando?"lo provocai poi, asciugandomi le lacrime per le troppe risate.

"Come scusa?!"

"Sta parlando con una futura ninja leggendaria!"

"Ninja leggendaria, eh?" ripetè, facendo una leggera pausa per riflettere per poi ridersela sotto ai baffi. "Beh, vedi ragazzina, si da il caso che io sia il grande Jiraya!L'eremita dei rospi!"

Lo guardai con aria confusa...
Non mi faceva proprio effetto vederlo. Aveva proprio l'aria del mascalzone, oltre che dell'imbroglione. "E io dovrei credere che un babbeo del genere possa essere un ninja leggendario?"

"Ehi ragazzina! Dovresti avere più rispetto per un ninja del mio calibro!"

"È chiaro che sei un imbroglione, oltre che un pusillanime!"

"Un pusillanime?!"

"Come dovrei definire un vecchio che spia le ragazze che si fanno il bagno con la scusa dell'ispirazione?!"
"Non è una scusa!si da il caso che sono l'autore numero uno di libri per adulti, nonché ninja leggendario!"

"Non farmi ridere"dissi andando via.

"Dove vai ora?!"mi fermò.

"Vado ad allenarmi, razza di impostore!"

"Facciamo così,"disse poi, attirando la mia attenzione. "Ti concederò un allenamento con me. E ,dopodiché, vediamo se mi riterrai ancora un impostore..."

...

Quella sera, dopo i duri allenamenti che mi fece fare per convincermi che non era un impostore, mi portò a mangiare un piatto buon piatto caldo di ramen...
Mi chiese se avessi un maestro o ,al limite, una squadra...
Ma la mia risposta fu del tutto negativa. Non me l'avevano assegnato, mi avevano tagliata fuori dalle squadre, ero troppo complicata da gestire.

All'inizio lo pregai per farmi da maestro, vedevo in lui una speranza, una luce nuova. Diversa da quella che avevo visto mentre spiava le ragazze in topless...

I primi giorni, rifiutava in ogni modo. Si sarebbe tagliato entrambe le mani piuttosto che avere una ragazzina rompi scatole fra i piedi. Ma, dopo un po', finalmente, si decise ad accettare, venendo lui in cerca di me. Era la prima volta in tutta la mia vita che qualcuno voleva avermi in torno...
Ero al settimo cielo! Un gesto che, ancora oggi, apprezzavo in maniera smisurata...

Se per Nagato lui significava tanto quanto significava per me, con che coraggio ha potuto voltargli le spalle?

"Chi si sarebbe immaginato che ,prima o dopo, l'avrebbe ucciso proprio lui..."

Già...

Cercai di rimanere il più calma possibile, bevendo un sorso del mio sakè. "Ho combattuto molte volte con lui, è praticamente impossibile batterlo. Non è semplice dare del filo da torcere al maestro Jirayia... Come ci è riuscito?"

"Possiede il rinnegan."disse seccamente, ghiacciando l'atmosfera ancora di più di quanto lo fosse già.

"Il rinnegan?!" Piantai il bicchiere sul suo tavolo robusto, in preda allo stupore. "Non è possibile...credevo fosse solo una vecchia leggenda!"

"Purtroppo, non lo è affatto, credimi."mi guardò, aggrottando la fronte. "Konoha potrebbe essere attaccata da un momento all'altro, per questo ti chiedo di ritornare in te: Reagisci, torna ad essere la ragazza che Jirayia non smetteva mai di lodare! Non rinunciare a lottare, è l'unico modo per onorare la sua memoria."

La morte del mio maestro è stata come un fulmine che ha squarciato il cielo sereno della mia esistenza, lasciandomi immerso nell'oscurità e nel vuoto. Mi sono trovato sola, senza la guida sicura e la saggezza illuminante di colui che mi ha insegnato tutto ciò che so. In quel momento di disperazione, ho sentito che parte di me moriva insieme a lui.

Ma poi ho capito che la morte non segna la fine, ma piuttosto l'inizio di una nuova vita, una rinascita. Avrei dovuto raccogliere il suo testimone, onorare il suo ricordo e portare avanti il suo volere...

Devo trovare la forza di risorgere dalle ceneri del dolore e dell'incertezza, per diventare la persona che lui sapeva che potessi essere...

È stato un cammino difficile e doloroso, fatto di momenti di disperazione e di cadute. Ma ogni volta che sentivo di arrendermi, pensavo al suo sguardo saggio e alla sua voce tranquilla che mi diceva di non smettere di lottare.

Trovai la determinazione di superare le mie paure e di abbracciare il mio destino con coraggio e determinazione...

Ora, guardo avanti con occhi nuovi e un cuore aperto, consapevole che la mia rinascita è solo l'inizio di un viaggio ancora più grande e significativo.

Una nuova consapevolezza, direi...

Il mio maestro vive dentro di me, nei miei pensieri, nelle mie azioni e nel mio spirito...
E io continuerò a onorare il suo ricordo, vivendo ogni giorno con gratitudine, passione e dedizione, come se fosse ancora qui con me, guidandomi lungo il cammino della vita...

Eppure, la sua assenza faceva male lo stesso.

Abbassai lo sguardo, sospirando piano.
"Sai, Tsunade, io..."provai a rispondere, un po' incerta."Davo per scontata la sua presenza. Credevo che ci sarebbe sempre stato, anche nel momento in cui finalmente sarei sbocciata. E ,invece , non ho concluso niente. Sono riuscita solo a fargli vedere il mio lato peggiore..."

"Non è così, te lo assicuro."mi accarezzò la guancia, esattamente come farebbe una madre. Era raro vederla in questo modo."Lui parlava sempre molto bene di te. Era convinto che saresti stata tu ad ereditare la sua volontà del fuoco. Non ha mai dubitato nemmeno un secondo delle tue capacità... Cosa che io, purtroppo, ho messo in dubbio più di una volta. E, se te lo stai chiedendo, si! Me ne pento molto..."

È incredibile...
L'ho sempre vista così rigida e seria,  ma improvvisamente si era sciolta davanti a me come la neve al sole.
Fu, per me, come assistere a una metamorfosi, come se una nuova luce avesse improvvisamente illuminato il suo volto.
Una sensazione di stupore mi stravolse...

"Durante questa missione," iniziò poi la bionda, aprendo il suo fascicolo e sfogliandolo con riluttanza."hai rischiato la vita. Non era certo una missione per dei genin... Ma hai dimostrato coraggio, determinazione e abilità straordinarie."mi lanciò uno sguardo poi, richiudendolo e appoggiandolo sul tavolo davanti, a sé. "Il tuo operato è stato eccezionale, e per questo desidero farti una proposta che, sono sicura, non rifiuterai..."

Il mio cuore iniziò a battere più velocemente mentre ascoltavo con attenzione le sue parole. Cosa avrebbe potuto voler dire con questo?

"Hai sbloccato un'abilità inimmaginabile, combinando l'arte eremitica con il tuo Sharingan. È incredibile come tu ci sia riuscita!" dichiarò con un sorriso fiero e alquanto stupita, le sue parole riempiendo la stanza con un'importanza solenne. "È con grande orgoglio che ti annuncio che intendo considerarti come il prossimo eremita dei rospi."

La mia mente si annebbiò per un attimo mentre cercavo di elaborare ciò che avevo appena sentito. Ninja leggendario? Era un'onorificenza che andava oltre le mie più grandi ambizioni.
Oltre ai tre grandi ninja leggendari, nessun altro ha mai avuto l'onore di aspirare ad una cosa del genere. Sentii le lacrime salire agli occhi mentre la gratitudine mi travolgeva.

"Vecchia Tsunade," riuscii a balbettare, l'emozione impregnando ogni parola, finché ,piano piano, un velo di malinconia si fece strada sul mio viso. "È un onore incredibile! Ma, senza di lui...senza Jirayia non ha senso."

"È tutto ciò per cui hai sempre combattuto...È il tuo sogno. È così che ripaghi il tuo Hokage?!"

"Tsunade," cominciai poi a parlare, l'emozione si intrecciava con l'incertezza. "è un onore incredibile, ma non so se sia giusto accettare. Non ho senso di essere considerata una leggenda se non ho il mio maestro al mio fianco."

Un silenzio pesante cade sulla stanza mentre aspetto la risposta dell'Hokage. La mia decisione è chiara, ma resta il timore di deluderlo con la mia scelta.

Ma prima che potessi dire altro, una voce inaspettata si unì alla conversazione. Dal profondo della stanza, una rana di dimensioni medie, e visibilmente anziana, emise un suono acuto e distintivo.

"Il giovane Jirayia sarebbe stato molto fiero di te." gracchiò, scrutandomi con occhi saggi. Le sue sopracciglia molto folte e il suo pizzetto erano inconfondibili." Una delle sue ultime volontà era quella di donare a te la sua eredità. Prima dello scontro con Pain, lui era già a conoscenza di ciò che avevi fatto a Jajima... Per questo, ha ritenuto necessaria questa misura, oltre che giusta."

Lui...
Lo sapeva...

Le parole della rana confermarono ciò che avevo appena sentito. Era come se il destino stesso si stesse manifestando in quel momento, confermando la mia straordinaria ascesa verso la leggenda.
"Non so se posso accettare... Non sono e non sarò mai alla sua altezza, neanche se lo volessi."

"Hai dimostrato di essere all'altezza di quell'onore!"si scaldò, avvicinandosi a me.
Mi pietrificai. Era davvero così?

Avvolta nell'ombra della mia stessa incertezza, intrappolata in un labirinto di dubbi e paure che mi stringono il cuore.
Mi domando se sarò mai abbastanza: abbastanza intelligente, abbastanza brava, abbastanza forte...

Non è facile prendere il posto di un uomo come Jirayia..

Ogni passo che faccio è pesante, ogni parola che pronuncio è incerta, perché dentro di me c'è una voce che sussurra incessantemente che non sono all'altezza, che non merito il successo, l'amore, la felicità...
Mi sento come se fossi bloccata in un loop infinito di auto-sabotaggio, incapace di liberarmi dalle catene invisibili che mi imprigionano.

Il maestro sembrava così sicuro di sé, così in pace. Mi chiedo come abbia fatto per tutti questi anni, cosa possedeva che io non ho. Mi sento come un' impostore, come se in qualunque momento qualcuno potesse smascherare la mia debolezza e rivelare al mondo intero che non sono abbastanza.

Ma forse è proprio questa lotta interiore che mi rende umana, che mi rende vera. Forse è solo attraverso il dolore e l'incertezza che possiamo davvero crescere, imparare a conoscerci e ad accettarci per quello che siamo. Forse è solo quando tocciamo il fondo che possiamo finalmente risalire, più forti di prima...

E così, mentre mi trovavo qui, immersa nell'oscurità della mia stessa insicurezza, cercai una luce, anche se era solo un piccolo bagliore, una speranza che mi guida verso la superficie. So che il cammino sarà difficile, ma sono determinata a lottare, a superare i miei demoni interni e a trovare la mia strada verso la luce.

Guardai l'Hokage con gratitudine, ancora incredula di ciò che stava accadendo. Ma sapevo che questo era solo l'inizio di un nuovo capitolo nella mia vita, un capitolo che avrebbe portato con sé sfide ancora più grandi e opportunità straordinarie.

"Ah, Shizuka, un'ultima cosa..." mi guardò, alzando un dito verso di me. "Dovrai fare una scelta difficile... C'è una condizione necessaria sé non fondamentale da rispettare. Ne sarai in grado?"

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Mi ritrovo qui, di fronte a un compito titanico, una promessa che ho fatto all'Hokage. Ho accettato l'onere di proseguire la sua strada, di prendere il posto del mio maestro, ma ogni passo che faccio è un peso che mi schiaccia. Non so se sarò all'altezza di ciò che mi ha chiesto, se riuscirò a portare avanti il suo compito con la stessa maestria e dedizione.

Eppure, non è solo questo che mi tormenta. La condizione che ho accettato mi perseguita. So che è stata necessaria, che dedicarmi interamente a questo ruolo richiederà tutto il mio tempo, la mia energia, la mia anima...
Ma ogni volta che guardo nel futuro, vedo un vuoto, un'assenza che mi fa tremare il cuore.

Non credevo che realizzare il mio sogno fosse così complicato. Sembrava così semplice visto da un'altro punto di vista ma, ora che ci sono dentro, mi chiedo se quella che ho fatto sia la scelta giusta...

Ma poi ripenso al mio maestro, al suo sacrificio, alla sua dedizione assoluta alla sua arte. E capisco che questo è ciò che avrei dovuto fare...

Anche se il dubbio e la paura mi assalgono, devo trovare la forza dentro di me per continuare avanti, per onorare il suo insegnamento, per portare avanti il suo lascito. E forse, un giorno, guardando indietro, capirò che questa è stata la scelta giusta, che ho dato un senso alla mia vita, anche se diverso da quello che avevo immaginato sin dal principio...

"Sembra che il mio servizio clienti sia all'avanguardia..." sentii provenire alle mie spalle. Mi girai di scatto, trovandolo lì, davanti a me. Stava tenendo in mano un rotolo e me lo stava porgendo, sorridendo in modo disinibito.

"Grazie Genma!"esclamai, afferrandolo fra le mani. Era da un po' che non lo vedevo, fra una missione e l'altra, e, a dirla tutta, ora avevo altro per la testa. Lui lo sapeva perfettamente, motivo per cui evitava qualsiasi frase o comportamento che mi avesse messo in seria difficoltà. "Scusami se ti ho disturbato per questa sciocchezza!"

"Figurati, tanto ero di passaggio." ammise facendo spallucce e indicandomi il rotolo."C'è tutto ciò che mi hai chiesto: le origini di Konoha, le abilità innate e poteri oculari di tutti i clan del villaggio..."

"Se ci fossi andata io, probabilmente non me l'avrebbero nemmeno dato..."tirai un sospiro di sollievo, appoggiandomi al cancello dell'accademia dei piccoli ninja e giocando con ciò che mi aveva dato. "Iruka non fa avvicinare nessuno alla biblioteca dell'accademia, e io non ho nessun permesso speciale per accederci... Come pupillo dell'Hokage, mi sei stato davvero di grande aiuto!"

Se la ride sotto i baffi, guardando il modo in cui mi rivolgevo a lui, estremamente ingenuo.
Fu in quel momento che mi fermai a guardare quei meravigliosi occhi color nocciola osservarmi con insistenza. "Che c'è?"

"Sarò chiaro con te,"cambiò discorso. "Tu mi interessi molto, Shizuka. Mi incuriosisci."

"È un modo per invitarmi ad uscire o...?"

"Si, potrebbe essere."fece finta di pensare per poi levarsi quel maledetto spiedo dalla bocca. "Il fatto è che ho come la sensazione che tu mi stia perennemente rifiutando..."

Mi aveva colpita. Mi sentivo tremendamente in colpa...
Lo stavo davvero rifiutando come dice?
Lo stavo ignorando, si, ma non di proposito.
Ma che gli prende? Perché tutta questa insistenza verso di me?
La mia espressione combattuta e accigliata lo fece sospirare, alzando gli occhi al cielo in modo scherzoso. Mi stava sorridendo e ,quel sorriso, era estremamente affascinante.
"Ti assicuro che non me ne sono resa conto, sono stata molto occupata ultimamente fra una missione e l'altra..."mi giustificai, mettendo il rotolo nella tasca posteriore dei miei pantaloni da Jonin. "E dopo quello che è successo al mio maestro io-"

"Non devi scusarti."mi interruppe poi. "Ti capisco, hai avuto una grande perdita. E, in più, il nostro lavoro sa essere davvero pesante! Non te ne faccio una colpa."

Sorrisi. Era davvero così comprensivo...
Mi chiedo se in realtà lo sia sempre stato o se sia cambiato improvvisamente per qualche strana ragione immotivata.
Dovrei fidarmi davvero di lui?

"Suppongo che, ora che, ipoteticamente parlando, sarai il nuovo eremita dei rospi, non avrai molto tempo per me..."

"Come lo sai?!"mi scappò una risata. "Nessuno ne è ancora a conoscenza!"

"Sai com'è fatto il mio amico Gai..."mi sorrise di rimando, mettendosi una mano sul cuore. "Ha ascoltato la conversazione che hai avuto con Tsunade nel suo ufficio, non ha resistito."

Cominciai a ridere, dandogli una pacca sulla spalla. "Non è proprio capace di farsi i fatti suoi, eh?"

"Quindi?" Si mise vicino a me, appoggiandosi anche lui al grande cancello di legno."Hai accettato oppure no?"
Sospirai, guardando il sole calare e nascondersi fra le case. Il cielo di Konoha era tinto di sfumature rosate e arancioni mentre il vento leggero portava con sé un dolce profumo di terra umida.
"Si, ho accettato l'incarico."risposi dopo un po',facendo una breve pausa. "Domani sarò il nuovo eremita dei rospi. Ciò vuol dire che non sarò più sotto stretta sorveglianza di Konoha ma, comunque, ho dei doveri molto ferrei da rispettare..."

Abbassò lo sguardo. "Capisco..."disse semplicemente. "Dev'essere dura rispettare quelle regole così assurde."

"Già..."risposi, chiudendo gli occhi e facendo un respiro profondo. "Un sacrificio è necessario per diventare ciò che ho sempre voluto essere... E se il prezzo è questo, sarò pronta ad affrontarlo."

"Questo ti fa onore, Shizuka. Non molti accetterebbero di buon grado questa assurda eccezione." Mi lanciò uno sguardo, attirando la mia attenzione. "Oggi è la tua ultima notte da Jonin, non ti spaventa l'idea?"

"Credimi, sono terrorizzata."

Lui sorrise, staccandosi dal cancello per sgranchirsi la schiena. "Se hai bisogno di qualsiasi cosa, anche di una notte in cui puoi lasciarti andare senza problemi, sai dove abito..."

A quell'affermazione, cominciai ad arrossire.
Che intendeva con questo? E se mi stesse invitando da lui per del sesso?

Questo potrebbe cambiare la mia opinione su Genma?
Suppongo di no, non è esattamente il tipo che ti usa per quello, al contrario di ciò che direbbe Kakashi...

Ecco il dilemma.

Questa potrebbe essere la mia unica opportunità, effettivamente.

"Sarò ben felice di accoglierti."disse poi, mettendosi quello stecco in bocca, giocandoci un po' con la lingua.
Rimasi ipnotizzata dal modo in cui lo faceva.

Quel desiderio che brucia dentro, la curiosità, la voglia di provare qualcosa di nuovo, di intenso.

Ma c'è questa voce, questa consapevolezza che domani potrebbe non esserci più. Domani, tutto potrebbe cambiare, e io potrei rimanere intrappolata in questa decisione per il resto della mia vita.

Tsunade non me l'avrebbe mai permesso, però...
Che potrebbe mai succedere?

È come se il tempo si fosse fermato per darmi una chance, una sola chance, e devo decidere se afferrare quella opportunità o lasciarla scivolare via.

Ma cosa succederà dopo?

Domani, sarò costretta a vivere con la mia decisione. Sarò costretta a guardare indietro e chiedermi se ho fatto la scelta giusta, se ho fatto quello che volevo veramente, o se ho ceduto alla pressione del momento.

Forse è meglio aspettare, riflettere, capire davvero cosa voglio. Forse è meglio non lasciarmi prendere dal calore del momento e prendere una decisione che potrei rimpiangere per sempre.

Ma poi, e se questa è davvero la mia unica opportunità? E se domani sarà troppo tardi? Sono bloccata in questo limbo tra desiderio e paura, senza sapere cosa fare, senza sapere quale sarà la mia decisione.
Aspettai troppo,motivo per cui, prese la parola il bruno , ancora davanti a me. "Non devi darmi una risposta ora, io ti aspetterò sveglio questa notte...Quando saprai che fare, busserai alla mia porta."

Dopodiché, se ne andò, accompagnato dalla luce del tramonto.

Mi lasciò lì, completamente spiazzata...

Avevo capito bene ciò che voleva fare?

Confusa e turbata, cominciai ad arrancare verso casa. Fu solo quando diedi un'occhiata all'orologio appeso al muro che vidi l'ora esatta e realizzai che la mia chiacchierata con Tsunade e le mie varie commissioni erano durate più di quanto mi aspettassi, e che ero in ritardo per una cena con la mia cara amica di lunga data.

Arrivai alla casa di Kurenai, senza fiato e ancora accaldata per la doccia che avevo fatto in tutta fretta. Comparata a lei, che era seduta all'esterno sotto la tettoia rossa di casa sua, nei suoi abiti immacolati e i capelli perfetti, sarei potuta proprio sembrare una troglodita...

"Ah, eccoti qui finalmente!" Mi salutò con un grande sorriso, accarezzandosi il suo ormai enorme pancione. "Non dirmi che hai preso anche tu questa brutta abitudine!"
Mi sedetti con un tonfo dalla parte opposta alla sua e quasi collassai contro il tavolo "Non crederesti mai alla giornata che ho passato..." mi lamentai.

"Tsunade ti ha turbata con la sua proposta?"

"Lo sai anche tu?!"alzai la testa, chiaramente sorpresa del fatto che Gai tenesse in bocca nemmeno l'acqua.
"Si, a quest'ora dovrebbe saperlo già tutto il villaggio!"si fece scappare una risata finché, delicatamente, riempiva i nostri piatti con ciò che aveva preparato. "Allora, è per l'allenamento con Kakashi?Che ha fatto stavolta?"

"No, non è Kakashi." dissi, accigliata. "È Genma..."

"Genma?!" ripeté, sporgendo il suo labbro inferiore in un broncio confuso. "Questa mi è nuova!"

Mi appoggiai al pavimento, appena dietro il mio fondoschiena, sorreggendomi con le mani, facendomi scappare un sospiro. Fissai poi la tettoia di legno rosso sopra la mia testa. Notai un ragno che con abilità sorprendente tessere la sua tela. Le sue zampe si muovevano con precisione mentre creava un intricato intreccio di fili argentati. Rimango incantata dalla sua maestria, ammirando il suo lavoro delicato che brilla alla luce delle lanterne che Kurenai aveva appeso sopra intorno a noi. "Mi ha fatto una proposta."

"Oh?" La bruna sembrava moderatamente interessata. "Che genere di proposta?"

"Piuttosto indecente a dire il vero..."

"È questo il motivo per cui sembra tu sia stata trascinata giù per una rupe?"alzò un sopracciglio lei, attirando la mia attenzione. Mangiò un boccone della pietanza che aveva preparato, non togliendomi gli occhi di dosso. "Non oso immaginare cosa ti avrà mai chiesto..."

"Mi ha chiesto di passare a casa sua stanotte!" Le sottolineai, in modo tale che capisse bene. "Non so proprio cosa fare , io-"

Lei scoppiò in una risata cristallina. "Oh dio!
Shizuka! È davvero un problema così grande?!" e proruppe subito in un'altra risata. "Un uomo attraente ti chiede di passare la notte con lui, dev'essere terribile!"

"Kurenai! Sono seria!"

La mora mi guardò, asciugandosi le lacrime per le troppe risate. "Non c'è nulla di male se vuoi divertirti un po'! Non stai commettendo nessun tipo di reato..." mi spostò il mento attirando la mia attenzione su di lei, continuando a parlare. "Lo sai, dovresti rifletterci, prima che sia troppo tardi."

Un tuono squarciò il silenzio della notte con la sua voce possente, echeggiando tra le nuvole oscure. Poi, come un'eco del suo annuncio, la pioggia comincia a cadere, dapprima leggera, poi sempre più intensa, un tappeto di suoni che avvolge il mondo nella sua melodia liquida...

"So che ora sei confusa ma, riflettici:"continuò. "Il tuo ruolo ti impone una certa serietà, sarai incatenata per sempre e Dio solo sa se proverai mai la bellezza di vivere un amore travolgente...Che c'è di male se, per una volta, ti dimenticassi di tutto e mettessi da parte le tue tante paranoie?"

"E come faccio?!"sbottai io.

"Questa è la tua ultima notte da Jonin, dico bene?"sorrise poi."Perché non viverla serenamente?"

"Con del sesso occasionale?"arricciai il naso confusa e sorpresa che queste parole provenissero dal romanticismo fatto a ragazza. Lei annuì, rendendo quasi naturale la domanda che pronunciai poco dopo."E non pensi che Tsunade possa venirlo a sapere in qualche modo?"

"Farai in modo che non se ne accorga!"ribattè, versandosi da bere. "Sai quanti Jonin si divertono fra loro alla sua insaputa?!Non ne hai nemmeno idea! Beh, fatta eccezione per i Chunin, commettono sempre qualche errore facendosi beccare in modi così stupidi che nemmeno immagini!"
Sono sicura che sia la gravidanza a farla parlare così.

Adesso che ci penso, però, ricordo che due Chunin erano stati beccati proprio sul tetto dell'ospedale. Ci erano andati entrambi per delle visite ma, appena si sono visti, è scoppiata la passione.
Fu proprio Tsunade a sorprenderli in flagrante, lasciandogli una punizione che ricorderanno a vita: furono degradati a Genin e obbligati a risostenere l'esame. Una vera bastardata...

"Fidati di me, io ho aspettato molto nella mia vita, forse troppo. Fortunatamente, Asuma mi ha insegnato che vale la pena cogliere l'attimo e correre di tanto in tanto..."

Abbassai lo sguardo, guardando il cibo che avevo sul piatto.
"Dici che dovrei andare da lui ora?"arrossii di colpo, pensando a ciò che avrei dovuto fare.

"Dipende,"rispose semplicemente. "È ciò che vuoi veramente?"

Evitai di rispondere.

La domanda mi devasta.

Era ciò che volevo?
Mi ero resa conto di non averci pensato nemmeno per un attimo.
Mi vergognavo troppo per proferire parola, mi limitai solamente a bere un bicchiere d'acqua.
"Come immaginavo..."alzò gli occhi al cielo. "Sono sicura che, ora che te l'ho detto, non ti presenterai nemmeno alla sua porta."

Sgranai gli occhi, incredula. È sempre stata una delle poche che sapeva leggermi dentro come nessun altro.

"Piuttosto, Shizuka, credo che tu debba mettere un po' di ordine nella tua testa...Pensa bene a ciò che vuoi fare stanotte perché, qualunque cosa farai, non si torna indietro..."

Dopo una leggera pausa in cui continuai a fissare il cibo nel piatto, decisi di parlare. "Perché proprio Asuma?"

"Mi faceva sentire viva..." disse brevemente, accarezzando il bimbo che aveva in grembo. "Fa che sia una lezione per te. Non far sì che l'incertezza e la paura dirigano la tua vita. Se l'opportunità di avere quello che vuoi è lì, prendila. Perché se la lasci andare via..."

Il volto di Kurenai divenne più malinconico mentre guardava la luce della candela, posta in mezzo a noi, tremare. Guardò il fumo turbinare, diffondersi e disperdersi nell'aria fino a quando non spari, poi riportò lo sguardo a me. "Va bene," disse, con la voce stranamente piatta, "Ora mangia, non hai ancora toccato cibo!"

Probabilmente non era un argomento particolarmente gioioso di cui discutere, quindi capii, e feci come aveva detto.

———————————————

———————————————

La pioggia mi sferzò imperdonabile il volto appena misi piede fuori casa della mia amica e chiusi la porta dietro di me.

Mi aveva chiesto di restare per la notte, data la troppa pioggia, ma io rifiutai. Avevo un sassolino dalla scarpa da togliermi e nulla mi avrebbe fermata...
Per un lungo istante rimasi lì, pensando a cosa fare.

Non volevo tornare a casa e sedermi da sola per tutta la sera, come facevo solitamente.
C'era un altro luogo in cui sarei stata probabilmente la benvenuta... ma era proprio ciò che mi faceva pensare tanto.

Sapevo solo che non potevo continuare a stare sull'uscio della casa di Kurenai come un'idiota.

Era questione di minuti prima che mi beccassi un raffreddore. E, nonostante l'ombrello che mi aveva prestato e che mi copriva la testa, il freddo era sufficiente per tenermi a letto con la febbre per tutto il giorno.

Proseguendo giù per la strada, schizzai fra le pozzanghere cercando un riparo dalla pioggia che si stava intensificando. Arrivai sotto la tenda da sole di una fioreria ormai chiusa, data l'ora tarda.
Sospirai forte e chiusi gli occhi, rendendomi conto di non amare così tanto la pioggia. Jajima me l'aveva fatta odiare...
Il fatto che piovesse tutti i giorni era a dir poco adirante. Ormai, non ne potevo più della pioggia...

Il mio cuore diede una patetica stretta di desiderio e dovetti combattere contro il grumo che mi si bloccò in gola. Ero nei guai, in guai molto seri.
Che avrei dovuto fare con Genma?

Mi trovo in un limbo emotivo, intrappolata tra due mondi che sembrano muoversi su traiettorie divergenti.

Da un lato, c'è il richiamo dell'avventura occasionale, un'opportunità di lasciarmi andare e di vivere nel momento presente senza pensieri né preoccupazioni. Dall'altro, c'è il peso del ruolo che avrei dovuto ricoprire, una responsabilità che mi chiama ad essere forte, concentrata e determinata...

Non ero ancora diventata ninja leggendario che già cominciavo a fare di matto!
Era colpa, senz'altro, di quell'assurda condizione che mi hanno impartito...

Sento il cuore diviso tra queste due scelte, ciascuna con i suoi pro e i suoi contro. Da una parte, c'è la voglia di lasciarmi andare, di abbandonarmi alle emozioni del momento e di seguire il mio istinto più profondo prima che sia troppo tardi. Dall'altra, c'è il bisogno di essere fedele a me stessa, ai miei valori e agli obiettivi che mi sono prefissata.

È una lotta interna che mi consuma, che mi fa dubitare di me stessa e delle mie capacità. Mi chiedo se sarò mai in grado di prendere una decisione, se sarò mai in grado di trovare un equilibrio tra i miei desideri e le mie responsabilità. Mi chiedo se sarò mai in grado di scegliere senza rimpianti, consapevole che ogni scelta comporta delle conseguenze...

Ero andata da Kurenai anche per avere delle risposte, per capire cosa dovessi fare. Ma anche se lei mi aveva detto quello di cui avevo bisogno, mi sentivo ancora in dubbio...

L'opportunità era lì.

Ed ero libera di scegliere se prenderla o no.

Potevo gettare al vento ciò che mi aveva detto l'Hokage a proposito delle relazioni proibite e prenderla, oppure potevo continuare a giocare al sicuro e andare a casa, raggomitolarmi sul letto freddo e chiedendomi cosa sarebbe successo se solo avessi avuto il coraggio di andare da lui...

Diedi un colpetto con la fronte alla porta di legno del negozio ,nervosamente, pensando se fosse la cosa giusta da fare...
Mentre mi trovo in questa situazione di incertezza, cerco una risposta dentro di me, cercando di ascoltare la voce del mio cuore e di trovare la strada giusta da seguire. So che alla fine devo prendere una decisione, anche se non sarà facile. So che devo essere coraggiosa e determinata, pronta a affrontare le sfide che mi attendono lungo il cammino...

E così, mentre rifletto su queste due opzioni che si aprono davanti a me, mi preparo a fare una scelta. Non so ancora quale sarà, ma so che sarà la mia scelta, frutto della mia volontà e della mia determinazione. E sia che sia l'avventura occasionale o il ruolo che devo ricoprire, sarò pronta ad affrontare le conseguenze, consapevole che ogni decisione mi porterà un passo più vicino alla mia vera felicità.

La tensione cresceva dentro di me, come un vortice che mi trascinava verso una decisione difficile. So che dovrei restare fedele all'accordo con Tsunade, ma il richiamo dell'ignoto era quasi irresistibile...

Voglio confrontarmi con lui, capire se c'è qualcosa di più, se c'è una connessione più profonda che mi sfugge.

E mentre mi ritrovai in questa situazione delicata, mi resi conto che non importa quanto cerchi di fuggire, il mio cuore sa già cosa vuole.

E così, con una decisione presa nel calore del momento, uscii dal riparo della tenda della fioreria per incamminarmi verso la strada.

I miei piedi sembravano dei blocchi di piombo, e non potevo sforzarmi di andare ad un passo più veloce, neanche volendo.

Una folata di vento si portò via l'ombrello.

"Oh ma dai!"Imprecai.

La pioggia batteva sulla mia testa e sulle spalle leggermente ricurve finché cercavo in ogni modo di scaldarmi, inutilmente.

Avevo un solo obiettivo in mente, ed ero così concentrata che non pensai durante tutto il tragitto.

Un minuto prima stavo camminando via dal negozio, e uno dopo era di fronte al condominio diroccato in cui viveva lui. In quella vecchia strada, con l'acqua che mi scorreva sotto i piedi fino al tombino.

Una luce brillava dalla sua finestra, e visto che mi sembrava il tipo attento alle bollette della corrente, doveva essere in casa.

Mi avvicinai al palazzo, cominciando a salire le scale che sembrarono moltiplicarsi all'infinito davanti a me. Le affrontai rigidamente, un gradino alla volta, passando il primo appartamento dal quale risuonava la voce di una coppia che stava litigando e che, probabilmente, si lanciava qualche piatto o vaso. Passai poi per il secondo e il terzo, silenziosi, e il quarto, dove sentii qualcuno ridere dall'interno.

Il suo appartamento era al quinto piano.

Arrivai davanti alla sua porta verde.

Esitai solo per un momento prima di alzare il pugno e bussare piano. Per un attimo sperai che non fosse a casa...

Ma non avevo fatto tutta quella strada per fare la codarda all'ultimo minuto...

Quando la porta si aprì, lo stomaco sembrava stesse per collassare, mentre mi trovai a fissare con fare cupo l'uomo mi si parava davanti, con un asciugamano sulle spalle. In mano aveva un mandarino. E finché si mise uno spicchio in bocca, non disse nulla, aspettandosi qualcosa da me.

Le parole mi morirono in gola.

Non sapevo cosa mi sarei aspettata di vedere quella notte, ma di certo non di vederlo cosi.
Lui mi guardò lentamente dall'alto al basso, studiandomi come non aveva mai fatto, prima di incontrare il mio sguardo e alzare impercettibilmente le sopracciglia, come per incitarmi a dire qualcosa.

Alzai gli occhi verso di lui, feci un profondo respiro e disse quello che avrei voluto dirgli da sempre.


"Ti va di fare l'amore con me?"














—————CONTINUA—————
Ecco qua! Sono tornata con un nuovo capitolo!😅A breve uscirà anche l'altro! Così saprete come andrà a finire la faccenda!

Vi è piaciuto?!

Che ne pensate di ciò che sta per accadere?!

E del loro rapporto?
Che ne pensate della proposta di Tsunade?
Che succederà nel prossimo capitolo?!

Cosa vi piacerebbe vedere ora che i protagonisti si stanno pian piano avvicinando?
È troppo brusco questo avvicinamento? ⚠️

Aspetto con ansia una vostra risposta! ❤️

Se avete qualche richiesta in merito alla storia, o se volete vedere qualche dinamica particolare, scrivetemi pure! Ogni richiesta è ben accetta!
Fatemi sapere!

Spero di non aver fatto errori o buchi di trama!
🫶🏻

Che succederà ora che Jirayia non c'è più?

(Accetto critiche costruttive.
Errori grammaticali li correggerò al termine della storia...blabla)

CI VEDIAMO ALLA PROSSIMA!

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