🥀L'arte di essere fragili 🥀

By katastrof3

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Cosa succederebbe se le forze portanti non fossero l'unica potenza da temere? Ci hanno sempre tenuto lontano... More

Introduzione
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Avviso importante
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40: il ritorno.
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Chiediglielo!
Chiediglielo! Pt.2
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63 1/2
Capitolo 63 2/2
Avviso importantissimo
Fermi tutti!
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 66
Capitolo 68
Chiediglielo
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
📣Capitolo recensione!📣
Capitolo 76
Capitolo 77
⚠️IMPORTANTE⚠️

Capitolo 67

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By katastrof3

"Svegliati Shizuka! " sentì improvvisamente, venendo leggermente scossa da due mani femminili."Shizuka! Alzati, forza!"sbraitò, lanciandomi una cuscinata dritta in faccia e lanciando le mie coperte dall'altra parte della stanza. "Devi vestirti, muoviti!"

Mugugnai, girandomi dall'altra parte e infischiandomene del freddo che cominciava a farsi sentire sulla mia pelle. "Torna a dormire..."

"Sbrigati!"mi lanciò i vestiti, correndo di qua e di là per la stanza. "L'imperatrice vuole vedere l'intero personale fra cinque minuti!"

Appena realizzai, mi alzai di scatto, cominciando a vestirmi, infilandomi il mio kimono bianco, i calzini e sistemandomi in qualche modo la bandana che mi sono spiaccicata in testa.
Mi lavai i denti, il viso e mi diedi una rinfrescata generale.
Avevo del fogliame ancora incastrato fra i capelli, per non parlare della vestaglia bianca che, oramai, era tutta sporca di fango.
Sono stata così tanto sotto la pioggia che quasi non mi sentivo le dita dei piedi...

"Avanti, sbrigati!"ripetè Saki, trascinandomi fuori dalla mia stanza per correre dirette alla sala principale.

L'imperatrice, nell'alto della sua magnificenza, si faceva vedere una volta al mese: per rimproverare i servi o semplicemente per congratularsi del lavoro svolto. Ma capitavano alcuni casi rari, a detta di Saki, in cui un ospite veniva presentato a tutto il personale. Quest'ultimo doveva essere impeccabile sotto ogni punto di vista. Motivo per cui, giusto prima di entrare nel grande salone, Saki sistemò i miei capelli: legò meglio la mia bandana, facendo uscire le mie due ciocche nere da essa. Dopodiché, mi prese il polso e mi trascinò all'interno, facendomi sistemare affianco alle altre domestiche.

"Dove vi eravate cacciate?!" Ci chiese a bassa voce una di loro. "L'imperatrice sta per-"
Non fece in tempo a finire la frase che le grandi porte d'ingresso si spalancarono, facendo largo ad una luce quasi celestiale, proveniente dall'esterno.

Ed eccola lì.

L'imperatrice, una donna di bellezza sorprendente e di grande raffinatezza, era seduta su un trono d'oro massiccio, trasportato dai suoi schiavi personali. Intorno a lei, i cortigiani e le dame di corte si muovevano silenziosamente, cercando di non disturbare la sua maestà.

Con estrema eleganza, prima di entrare, scese dal suo trono, calpestando la schiena di quel povero malcapitato che aveva il compito di farle da gradino...

Con passo felpato, avanzò, facendo chiudere la porta alle sue spalle, creando un silenzio tombale intorno a noi.

"B-benvenuta, sua maestà! La sua meraviglia e splendore illuminano l'intera magione!"si fece avanti la nostra governante, la nasona, inchinandosi di fronte a lei, quasi baciandole le scarpe.

"Taci."tagliò corto, chiudendo il suo ventaglio colorato ,battendolo sul palmo della sua mano destra. "Odio ricevere troppe adulazioni... Specie quando queste vengono usate per coprire qualche vostro misero errore."

"Mi dispiace! Abbiamo fatto tutto il possibile per-"
"Questo lerciume non è ammissibile."la interruppe, passando il dito sopra il mobile d'ingresso, spolverandosi poi le dita. Poi si rivolse a tutto il personale, alzando di poco la voce. "Quest'oggi, arriveranno degli ospiti di estrema importanza, nonché un clan molto vicino alla casa reale. L'intero palazzo imperiale dovrà essere sistemato e pulito di conseguenza, mi sono spiegata?"

"Si, imperatrice!" Annuimmo in coro, con un leggero inchino.

"Essi saranno accolti per l'ora del tè e rimarranno fino a dopo cena..." continuò poi. "Dormiranno, ceneranno e pranzeranno qui finché desiderano. Voglio che vengano trattati come se fossero di stirpe reale!"

"Come desidera, imperatrice!"

"Purtroppo, i miei doveri mi impediscono di prendere parte all'ora del tè. Ma saranno le serve da me scelte a servire e riverire questo importante clan per tutto il tempo necessario." riprese, cominciando ad osservarci e analizzarci uno alla volta, come militari. Soffermandosi su alcuni, quelli che avrebbero preso parte all'evento. "Tu." cominciava a dire , man mano che trovava la persona adatta. Sorpassò Konohamaru, Moegi...
Finché non si avvicinò a me, mi prese il mento fra le dita,fredde come il ghiaccio, e mi sollevò la testa, studiando ogni mio piccolo particolare.

"Chi sei tu?"

"Sono una delle serve di questa casa, imperatrice."risposi semplicemente, esitando un po'.

"Hai un nome?"
Avevo il timore di sbagliare qualcosa e, per un attimo, scordai addirittura il mio nome. Il suo aspetto mi creava una sorta di incertezza e paura che vedevo specchiarsi all'interno dei suoi occhi bianchi come la neve. E i suoi capelli, color prugna, in cui vi erano incastrati degli ornamenti e decorazioni floreali, avevano un profumo da cipria così forte da prudermi il naso e mettermi un po' in imbarazzo per questo.

"Si, vostra maestà. Mi chiamo Shizuka."

"Shizuka..." sospirò lei, accennando un sorriso e accarezzandomi una guancia. " un nome dolce e orecchiabile. E da quanto tempo sei al mio servizio?"

"Da circa tre settimane, vostra maestà."
"Voglio che sia tu a servire il té questo pomeriggio."disse con decisione. "Hai una bellezza naturale che non può essere ignorata, questo farà piacere ai miei ospiti."

Ed fu così, che sfoderai la mia nuova arma: l'essere una perfetta leccapiedi, all'occorrenza. Perciò mi inchinai di poco. "Se vostra maestà lo desidera, sarò felice di servirla in qualsiasi modo possibile."

"Ne sono sicura..." fece poi, rivolgendosi,infine, a tutti quanti. "E ora, pulite questo porcile! Al mio ritorno pretendo di potermi specchiare sul parquet! Lavorate!" E con il solo schiocco delle sue dita, tutti, compresa me, ci adoperammo a pulire ciò che c'era da pulire e a riprendere ognuno il proprio compito.

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"Incredibile, il giorno prima sei un ninja d'élite e il giorno dopo ti ritrovi a pulire pavimenti..."borbottai, passando con energia la brusca sul delicato parquet del corridoio.

"Si fermi!Così rischia di rovinare tutto!"mi richiamò la mia dolce allieva, levandomi ciò che avevo dalle mani, stanche e gelide per via della temperatura dell'acqua del secchio in cui immergevo la brusca. "Lasci fare a me!"

Non me lo feci ripetere due volte.
Mi alzai da terra e cominciai a spolverare gli antichi mobili di quercia vicino a me.
"Avete scoperto nulla?" Domandai poi, guardandomi intorno e assicurandomi che nessuno stesse a sentire la nostra conversazione.

"Io niente..."disse la ragazza, alquanto delusa."È difficile indagare con la governante che mi sta alle calcagna."
Sospirai.
Purtroppo era vero, con i miei ragazzi, anche se avevano messo in scena un ottimo quadretto di disperazione dato dal finto abbandono della madre, aveva un occhio di riguardo in più, sia nel bene che nel male. Se da un lato si occupava della loro salute, dall'altro si divertiva a comandarli a bacchetta come un piccolo esercito.

"Udon mi ha riferito che la struttura esterna della villa non combacia con quella interna..." Le comunicai. "In biblioteca dovrebbe esserci qualcosa a riguardo, forse una piantina, che ne so!"

"E come facciamo con Konohamaru? È il bersaglio della governante, non credo che possa andarci lui."

La guardai, questo sembrò quasi tranquillizzarla almeno per un attimo. "Ci andrò io, non ti devi preoccupare." dissi per poi guardarmi in giro una seconda volta. "Dopo quello che è successo ad una delle domestiche, non mi sembra il caso di mettervi in pericolo. Almeno di notte, vi voglio nella camera da letto."

Non rispose, si limitò solamente a sospirare amareggiata mentre tornava a lavare il pavimento. Decisi poi di cambiare discorso, anche perché, non potevamo rischiare di far saltare la copertura.

Spalancai la finestra, respirando una bella boccata d'aria fresca.
"Oggi è veramente una bella giornata, non è vero? Ideale per una bella passeggiata all'aperto!"

Quasi la feci ridere. Essere così euforica e contenta di una cosa così banale risultava completamente innaturale su di me, ironica e pessimista.
"La parte della ragazza carina e gentile non ti si addice proprio!" Ridacchiò lei.

"Che avete da perdere tempo in chiacchiere?!"sentimmo provenire dall'altra parte del lungo corridoio."LAVORATE!"

Sbuffai.
Mentre riprendevo a spolverare, un leggero soffio di vento spinge una porta semiaperta, rivelando una stanza buia... o un corridoio. Non mi era molto chiaro che tipo di cosa fosse.
Non so in che modo ma, più guardavo quello spazio buio, più venivo assalita da un estrema curiosità. Mi attirava come la luce per le zanzare.
Stavo per aprire la porta quando ,di scatto, si chiuse quasi schiacciandomi le dita che tirai via appena in tempo.
"Non si può entrare qui!È severamente vietato!"

"Perché mai? Non ci era stato ordinato di pulire l'intera magione?!" Ribattei, gesticolando con lo spolverino in mano, quasi beccandole il naso da quanto era ingombrante.

"Questa è un ala della villa a cui nessuno di voi domestici può avere accesso!"ripetè la governante, visibilmente inviperita. "Me ne occuperò personalmente della sua pulizia, non sono affari che ti riguardano!"

La guardai come se mi avesse ucciso il gatto. Era ovvio che mi riguardava dato che la mia missione era proprio quella di scoprire cosa nascondono in questa villa. Lei non lo poteva di certo sapere però, nonostante questo, mi sembrò doveroso prendermela sul personale...
"Se scopro che anche solo una di voi due ha intenzione di intrufolarsi qui dentro o di ostacolare il mio lavoro in qualche modo,"iniziò a minacciarci indicando prima una e poi l'altra con fare autoritario. "Le conseguenze saranno estremamente gravi."

Mi sembrava naturale, a questo punto, giungere ad una conclusione: mi sarei intrufolata in quell'ala della magione e nulla mi avrebbe fatto cambiare idea.
"Sono stata chiara?!" Terminò poi, richiamando la mia attenzione.
Al che sorrisi, sbattendo di poco le palpebre, certa di darle sui nervi. "Si, signorina governante."

A passo spedito, naturalmente brontolando, se ne andò più infastidita di prima, sotto gli occhi scocciati della sottoscritta e della sua allieva che, non appena svoltò l'angolo si rivolse a me, sussurrando.
"Ha intenzione di entrarci, vero?"
"Lo farò stanotte."

Così, decisi di proseguire con le faccende domestiche. Cominciai a rifare i letti di tutte le stanze della villa.
Mi diressi poi nell'ala dedicata ai domestici,in particolare nella mia stanza. E, non appena varcai la soglia della porta e la chiusi alle mie spalle, tirai un lungo sospiro...

Ero così stanca di questa farsa. Non ero più abituata allo stress delle operazioni sottocopertura, specie con dei bambini sotto la mia responsabilità. Di solito avevo a che fare con uomini della mia stessa carica e autosufficienti, ma in questo caso nulla mi dava la certezza di poterli proteggere al cento per cento, nonostante voglia far credere loro che sia così.

Mi levai gli abiti da lavoro, sporchi e logori, e indossai il kimono che mi aveva fatto recapitare l'imperatrice in persona. Elegante, raffinato...
Probabilmente l'abito più costoso che avrei potuto indossare nell'arco della mia vita.

Aveva una morbida stoffa leggera in cui vi erano ricamati dei motivi floreali che un po' si perdevano nel color carta da zucchero del vestito.
Nel momento in cui legai la cinta intorno alla vita, realizzai che nulla era più stretto della mia preoccupazione. Mi logorava da dentro.

Mi avvicinai alla finestra, osservando quei robusti alberi che oscuravano il cielo, così diversi da quello di Konoha. Mi mancava casa mia...
Ma nonostante questo, nulla mi avrebbe fermata. Avrei portato a termine la missione, avrei scoperto l'artefice dietro a tutte queste sparizioni. Compresi i due che mi avevano aggredita e portata in mezzo al bosco.

Ad una certa, sentii qualcosa.
Un rumore simile a quando si cucina il riso soffiato.

Aggrottai la fronte e decisi di chiudere immediatamente la finestra. E questo rumore di fondo era costante mentre cercavo l'apparecchio da cui proveniva per tutta la camera, lanciando via coperte, cuscini e vestiti.

Solo dopo poco riuscì trovare l'origine di quel suono, tirandolo fuori dalla marea di cose che c'erano dentro lo zainetto di Konohamaru.
"Dannazione..."imprecai prendendo la ricetrasmittente direttamente in mano.
Improvvisamente un suono più intenso e distinto si fece sentire, sovrastando il fruscio di sottofondo.

Fu in quel momento che presi la cornetta, presi coraggio e provai a parlare. "Team 15, c'è qualche problema?"

Nessuna risposta.
Non ci credo, a chi è venuta in mente l'idea di contattarmi in questo luogo dimenticato da Dio?
Forse era qualcuno di importante... O magari una semplice interferenza.

"Chi è là?" tentai ancora, cercando di non far trapelare la sua emozione.

Improvvisamente, la voce di un uomo si fece sentire, disturbata da altre frequenze. Era difficile capire ciò che stava dicendo.

Nessuno si era mai fatto vivo in queste due settimane.
La cosa sembrava quasi surreale. Ma la voce dell'uomo era così familiare che non poteva essere una coincidenza.
"C'è un cambio di programma-" rispose l'uomo, perdendo di poco la linea. "Siete pregati di tornare alla base."

"Negativo. Stiamo entrando nel vivo della missione." ribattei sottovoce, sperando che non mi sentisse nessuno. "Chi ti ha dato le mie frequenze?Con chi sto parlando?"

Dopo una leggera pausa, rispose. "L'Hokage. Dovete tornare indietro immediatamente, siete in pericolo."

"Nessun pericolo."tagliai schietta. "Dimmi quello che sai."
"Morte bianca è ancora in circolazione."

"Sei arrivato tardi, so già della sua esistenza."diedi voce ai miei pensieri, visibilmente confusa. "Renditi utile, chiariscimi le idee."

"Torna subito indietro, è un ordine."

"Se sai qualcosa, devi dirmelo!"

"Non ho tempo di spiegare. Torna alla base."ordinò, ricevendo, come previsto, una risposta negativa.
"No."finii il discorso, in tutta tranquillità. "Porta i miei saluti all'Hokage."

E così dicendo, riattaccai, non lasciandogli nemmeno il tempo di poter contestare.
Se morte bianca è così importante per il villaggio, vuol dire che seriamente eravamo tutti e quattro in pericolo...
Ma, ormai, era troppo tardi per ritirarsi. Avremmo sicuramente destato sospetti. Tanto vale rimanere qui, e scoprire la verità.

Jirayia aveva studiato la missione nei minimi dettagli, non gli avrei dato la delusione di tornare indietro a mani vuote.

Ma,ora che ci penso, perché al villaggio mi hanno chiamata solo ora? Appunto perché la missione me l'aveva assegnata proprio il mio maestro, Tsunade non mi avrebbe mai fatto tornare indietro...

Chi mi ha contattata? E perché insisteva così tanto nel farmi rinunciare a tutto?

Magari era veramente un ordine dell'Hokage, forse sono io a farmi un po' troppe paranoie...

Stare qui mi sta facendo diventare pazza!
Non ci capisco più niente. L'unica cosa certa è che non vedo l'ora di terminare il mio compito al più presto.

Nascosi tutta la mia attrezzatura e più tardi, nel pomeriggio, io e un'altra domestica, ci dirigemmo verso la sala da tè. Si, la tenuta possedeva addirittura una stanza dedicata agli ospiti che venivano a gustarsi il tè gentilmente offerto dall'imperatrice.

Di solito, all'interno, venivano discusse questioni d'affari o ,semplicemente, argomenti leggeri come la musica, il teatro o il gossip...

I battiti del cuore rallentarono e un senso di serenità pervase l'aria mentre varcai la soglia della stanza da tè. Il delicato profumo della paglia di riso e del legno naturale avvolgeva l'ambiente, invitandomi ad abbandonare le preoccupazioni del mondo esterno e immergermi nella purezza e nella bellezza dell'attimo presente.

Le pareti, vestite di shoji, danzavano gentilmente sotto la luce diffusa, filtrando raggi dorati che si posavano con grazia sulle antiche stuoie di tatami.

Il mio sguardo fu catturato da un tokonoma elegantemente incorniciato, un'alcova che risplendeva con un'aura di mistero.

Al centro della stanza, un piccolo focolare, il cuore pulsante della cerimonia del tè, emanava una calda vitalità. Il ro, con i suoi mattoni ceramici, racchiudeva il bollitore, mentre i vapori profumati ondeggiavano nell'aria, portando con sé una promessa di momenti di connessione e di gioia condivisa. Accanto ad esso, vi era un robusto tavolino in quercia e cuscini chiamati zabuton attendevano in silenzio i partecipanti, offrendo un'invitante accoglienza per sedersi e immergersi nella cerimonia del tè.

Era un luogo dove il tempo sembrava rallentarel. Era una stanza in cui l'arte del tè si intrecciava con la bellezza della natura e della spiritualità, un luogo in cui l'anima poteva trovare rifugio e nutrimento.

Lì, nella sua quiete e nella sua semplicità, mi ritrovai a sospirare di meraviglia e un senso di pace interiore che solo un'esperienza così unica poteva donare...
La bellezza del luogo, però, era decisamente in estrema contraddizione con ciò che era in realtà l'ambiente in cui mi trovavo immersa: insidioso e pericoloso.

"Odio preparare il tè con queste erbacce orribili!"brontolai, mettendo la teiera sul fuoco e aspettando che l'acqua fosse abbastanza calda.

"Non sono erbe, è pelle di serpente."rispose l'altra domestica, scatenando in me una reazione di schifo misto terrore.
Cercai di pulirmi le mani in qualche maniera, sotto gli occhi annoiati della mia collega mentre spazzava il pavimento, prima che arrivassero gli ospiti. "È una cosa normalissima qui, abituati in fretta."

Restai un attimo a fissare le squame di serpente che si rigiravano nell'acqua. Presi coraggio e diedi voce ai miei pensieri. "Tu sai che ospiti verranno oggi pomeriggio?"

"Di sicuro non bella gente..."disse, smettendo di pulire per terra e guardandomi in faccia. Sembrava quasi mi stesse per rimproverare. "Ti consiglio di riguardarti. Non dare troppa confidenza: il giorno prima sono dalla tua parte e il giorno dopo non sei nessuno."

"Ci hai avuto a che fare?"
"Tutti prima o poi ci hanno avuto a che fare, nel bene e nel male." Alzò gli occhi al cielo. "Tu cerca di evitarli."
"Perché? Hanno qualcosa che non va?"

"Sono mercenari, individui che, per profitto personale, si uniscono ad un padrone pur non appartenendo a nessuno."spiegò lei, tornando al suo lavoro. "Il loro arrivo, porta sempre alla morte di qualcuno..."

Aggrottai la fronte, non riuscivo a capire che intendeva e ,allora, continuò a parlare.
"Si tratta di un clan sempre stato nomade. Prima dei villaggi, c'erano solo clan ninja sempre in guerra tra loro, che si prestavano a chiunque avesse il denaro e il bisogno, e questo,in particolare, era uno dei più feroci." Continuò a parlare, per poi sospirare amaramente."farebbe paura persino all'esercito reale... E loro sembra che ne sentano l'odore..."

"Invitarli qui dovrebbe essere un pretesto per tenerli buoni?"
"Così sembrerebbe..."terminò, venendo interrotta dal battito d'ali di un uccello, precisamente un corvo, che entrò dalla finestra della stanza e si adagiò sul manico della teiera.

"Va a svolazzare da un'altra parte, uccellaccio del malaugurio!" Agitai le mani per cacciarlo via, colpendolo accidentalmente.

"Ferma! È il corvo della signora Sakoro!"
"E quindi?"feci, assumendo un'espressione riluttante. "Se fa la cacca nel tè, devo rifarlo!"

"Se lo venisse a sapere, saresti..."inizio per poi bloccarsi, quasi impaurita di dire qualcosa in più.

"Sarei cosa?"
All'improvviso, prima che potessi insistere su ciò che la mia collega voleva dire, la porta si spalancò rumorosamente, rivelando una vecchia , seguita da altri due individui: due uomini vestiti di nero, uno alto e affascinante e l'altro basso e leggermente brutto. Tutti e tre avevano la particolarità di avere dei capelli bianchi ma leggermente grigiastri, un colore particolare...

L'uomo un po' più alto li teneva raccolti una coda bassa mentre l'altro, quello un po' meno bello, li teneva sparati in aria, come se avesse messo il dito in una fonte di corrente elettrica.

La vecchia era quella che più di tutti mi incuteva timore: aveva uno strano sorriso sghembo stampato in faccia, quasi maligno e degli occhi scuri, profondi, che davano quasi l'illusione di catturarti e di essere inghiottiti dalle tenebre. Il suo chignon alto le tirava lo sguardo, rendendolo ancora più intimidatorio e il suo bastone segnava il ritmo della sua camminata irregolare.

Tutti quanti, si sedettero al tavolo, usufruendo dei morbidi cuscini sul pavimento, non salutando nessuno e attendendo di essere serviti.

"Lei è la signora Sakoro." Mi fece sapere, sussurrando, la mia collega, quasi leggendomi nel pensiero. "Non guardarla mai negli occhi, per nessun motivo."

Restai confusa. Perché non dovrei farlo?

Entrambe stavamo al lato della stanza, aspettando il cenno da parte della signora per servire il te che non tardò ad arrivare.
Prontamente, mi avvicinai alla teiera,ormai fischiante, e cominciai a versare il tè, prima a lei e poi a tutti gli altri.

Sapevo benissimo che mi era stato detto di non guardarla negli occhi ma la tentazione mi uccideva. Perfino i membri del tavolo abbassavano lo sguardo in sua presenza.
"Il vostro tè, signora." comunicai con voce sommessa. "Gradite lo zucchero?"

Acida,rispose tamburellando le sue vecchie e affusolate dita sul tavolo."Lascia qui il té e sparisci, non vogliamo vederti qui mentre parliamo degli affari di famiglia."
La sua voce era stridula e leggermente tremante, come ogni signora della sua età.

Lottai contro l'impulso di picchiare una vecchia indifesa, semplicemente presi un bel respiro e sorrisi. "Sarò nel mio angolo, se avrete bisogno di qualcosa, chiamatemi."

E mentre mi allontanavo, mi nascosi al di là della porta, seguita dalla mia collega, ascoltando attentamente la conversazione con lei. L'unica luce che ci illuminava il volto era quello della stanza da cui ero appena uscita.
"Dobbiamo assicurarci che il nostro piano vada liscio senza interferenze esterne."continuò a parlare a bassa voce con il suo enorme sorriso, provocandomi un brivido lungo la schiena.

Feci un passo all'indietro, rischiando di inciampare su qualcosa: un paio di stivali neri, notevolmente familiari, vicino alle altre calzature degli ospiti. A quel punto, una lampadina si accese dentro di me.

Questi erano gli stivali dell'uomo che mi aveva aggredita...

Tornai a guardare dentro la stanza da tè: l'uomo più alto, quello più affascinante, rispose alle parole della vecchia. "Siamo così vicini, non possiamo permettere che qualcuno ci metta i bastoni fra le ruote."

"Dobbiamo essere attenti."lo segui a ruota la signora Sakoro, con la sua e fastidiosa voce nasale e tremolante. "Chiunque potrebbe essere un traditore."
Ed era curioso che la traditrice ,o meglio la spia, fosse proprio qui ad ascoltare le loro parole che filtravano attraverso la porta socchiusa.

"A proposito di traditori... Credi che verrà stavolta?"insinuò poi l'altro, quello con la faccia da rospo, lanciando uno sguardo provocatorio al suo complice.

"Verrà," fece una smorfia l'altro, prima di bere quello schifoso tè. "È nel suo interesse."

"Perché la prendi così sul personale, Katsuo?" fece poi il più alto. " hai paura di non essere più il preferito?"
"Ripetilo se hai il coraggio-"
"Tacete."la interruppe poi la vecchia, sbattendo le mani sul tavolo. "Lui ci serve, che vi piaccia oppure no."

La tensione nell'aria era palpabile mentre cercavo di raccogliere indizi utili per la missione. Ed è tutto più difficile quando una fastidiosa domestica continua a parlarti ininterrottamente vicino all'orecchio.
"Ci mancava solo questa..." disse scocciata, quasi prestando i piedi,cosa che non potevo assolutamente ignorare.

"Saeshi, dimmi una cosa."la feci allontanare di poco, visibilmente infastidita dal fatto che mi stesse col fiato sul collo, per poi tornare alla normalità, guardandola negli occhi. "Sai di chi stanno parlando per caso?"

"Temo di si, ma spero proprio di sbagliarmi..."

" Perché sei così preoccupata?"
"Se si trattasse di lui, non andrebbe a finire bene..."

"Lui chi?"aggrottai le sopracciglia, dedicandole tutta la mia attenzione.

"Dicono che sia il prossimo erede del clan."cominciò a spiegare, rispondendomi seccamente e tornando a guardare i nostri ospiti."Ho sentito dire che ha fatto delle cose terribili..."

"È davvero così pericoloso?"
"Pericoloso è dire poco: è spietato, freddo e terribilmente astuto." Le tremò leggermente la voce, come se avesse paura di essere sentita da qualcuno."Non si ferma davanti a nulla per ottenere ciò che vuole. Perfino Katsuo lo teme ma farebbe qualsiasi cosa per avere il potere."

"Se Katsuo dovesse ucciderlo, sarebbe lui il nuovo erede, dico bene?"
"N-non è così semplice..."balbettò lei. "L'ultima volta che qualcuno ha cercato di prendere il titolo di erede con la forza fu massacrato, assieme alla propria stirpe. Quindi, per favore, capiscimi quando ti dico di non farti coinvolgere negli affari di questo clan."

Decisi di metterle una mano sulla spalla, cercando di tranquillizzarla per quanto possibile. Con l'altra ,invece, spostai leggermente le ciocche bianche che le coprivano la fronte. Un gesto decisamente troppo affettuoso e materno per una ragazza che conoscevo appena. Ma, se doveva essere una missione sottocoperta, bisognava giocare alla perfezione tutte le carte affinché non sospettino di me. "Dobbiamo solo servirlo e sperare che se ne vada il prima possibile, giusto? Non sarà difficile, cerchiamo solo di non metterci in mezzo ai loro affari."
Cosa che io avrei fatto sicuramente,invece.

"Hai ragione." Annuì, provando ad auto convincersi e tranquillizzarsi. "Speriamo che la sua visita sia breve. Dobbiamo solo eseguire gli ordini dell'imperatrice..."

"Speriamo che sappia quello che sta facendo..."



"Devo dire che l'imperatrice è stata molto gentile ad accogliervi qui assieme a me." Cominciò poi a parlare dopo aver fatto un sorso della sua bevanda calda. " cercate di non mandare tutto all'aria."

"Si, certamente." Annuirono assieme, senza volere.

Non era la miglior cerimonia a cui avessi preso parte, ma rispettavo il fatto che questi ospiti stessero rispettando una tradizione antica e tediosa della casa, parlando di argomenti politici e venerando l'imperatrice.

Finiti gli argomenti di conversazione, tutti stettero in un silenzio rispettoso mentre la signora Sakoro si gustava il tè senza dire una parola.

Una noia mortale...

Mi richiamarono nella stanza per farsi versare un'ulteriore tazza di quella poltiglia fatta con pelle di serpente che definivano tè. E, finché la versavo, mi sentivo leggermente osservata dalla vecchia.

Lottai contro me stessa, sforzandomi di non guardarla negli occhi come mi aveva suggerito Saeshi ma, piano piano, senza volere, alzai lo sguardo verso il suo rugoso viso e un brivido di freddo mi pervase. Lei spalancò gli occhi, facendo sobbalzare tutti i presenti. E ,per quanto possibile, ampliò il suo sorriso, spalancando la bocca ed emettendo una specie di sospiro di sollievo.

Allungò la sua mano nodosa verso di me, precisamente verso il mio ventre. Più la guardavo, più mi inquietava. Indietreggiai di poco ma , appena mi toccò la pancia, mi fermai, cercando una spiegazione di quell'assurdo gesto. Poi, improvvisamente, si distrasse, allontanandosi da me."È arrivato ,finalmente."

A quelle parole, la porta dietro di me si aprì con un forte cigolio che fece voltare ogni testa nella stanza verso il ritardatario con sguardo giudizioso.
Io non mi sforzai nemmeno nel girarmi, troppo impegnata a versare la bevanda nel bicchiere di uno dei due uomini davanti a me ,senza fare uno dei miei soliti disastri.

"Di nuovo in ritardo..." mormorò l'uomo dai capelli raccolti in una cosa di cavallo, sorseggiando finalmente la poltiglia schifosa.
"Ti fai desiderare,eh?" Fece l'altro, scaldandosi un po'. "Non lo perdi mai questo stupido vizio?!"

Tanto era imbarazzante la situazione che un piccolo sorriso si formò sulle mie labbra.

"Scusate, avevo delle importanti questioni da risolvere."
Ben presto, il mio sorriso scomparve nel momento in cui realizzai quanto si stesse contorcendo il mio stomaco e quanto stesse battendo forte il cuore.

Dalle mie mani, cadette la teiera di ceramica, bagnando tutto il pavimento e rompendosi in mille pezzi."Mi dispiace! mi è scivolata dalle mani...sono mortificata!"
Dispiaciuta, mi inginocchiai. Tirando su i cocci.

La mia collega sbiancò, aspettandosi il peggio. Sinceramente, me lo aspettavo anch'io.
Stavo per prendere l'ultimo pezzo di ceramica quando una mano calda mi sfiorò, porgendomelo gentilmente.
Quando alzai lo sguardo ebbi la conferma che cercavo.

Era come se il mondo avesse improvvisamente smesso di girare. Come se la gente intorno a noi fosse scomparsa.

Tutto dimenticato.

Era come se nel mondo intero quei pochi minuti fossero stati creati soltanto per noi, e noi non potessimo fare altro che guardarci l'un l'altra.

I nostri sguardi intrecciati.
Era come se lui vedesse il mio volto per la prima volta.
Mi sorrise, o almeno così intuì. Poi si alzò e prese posto accanto alla vecchia.



"Buon pomeriggio, nonna Sakoro..."







——————————————————

——————————————————


"CHE DIAVOLO CI FAI QUI?!" Mi alterai sottovoce sbattendolo al muro, dentro la prima stanza vuota che trovai. Uno sgabuzzino per la precisione.

"Cerca di darti una calmata."mi allontanò lui, con la sua solita freddezza.

"Dovrei calmarmi?!"mi infuriai ancora di più."Che diamine credi di fare?!"
"Che vorresti dire?"chiese, quasi come fosse un'affermazione da quanto era austero. Si sistemò le maniche della divisa, risvoltinandole di poco.

"Hai bevuto il tè con uno dei clan più pericolosi di Jajima!" Urlai sottovoce guardandomi poi attorno per accertarmi che nessuno stesse ascolta la nostra conversazione.
"Non ringraziarmi," Rispose semplicemente. "come al solito sono arrivato e ho risolto la situazione."

"Non hai risolto un bel niente!"ribattei, prendendolo per il colletto e avvicinandolo a me."Nessuno mi ha avvertita che saresti venuto qui!"
"Nessuno era tenuto a farlo."

Ignorai la sua aspra risposta, benché mi avesse infastidita più della sua presenza. Feci un bel respiro per calmarmi, rilassai i muscoli del viso e poi parlai.
"Non penso che sia un caso se tu sei qui..."allentai la presa dalla sua maglietta, incrociando le braccia e appoggiandomi al muro dietro di me. "Non credo nemmeno che sia una visita di cortesia, quindi sarebbe meglio che tu mi fornissi le risposte che cerco..."

Lui mi guardò negli occhi, rabbuiandosi e non dicendo nemmeno una parola, per cui, continuai.
"Prima, nella stanza da tè, hai chiamato quella vecchia 'nonna'... Che rapporto hai con questo clan?"

"Non ti riguarda"
"Ma riguarda te. Siamo cresciuti insieme, fai parte del mio villaggio... E se tieni a me come dici, faresti meglio a dirmelo."cercai di farlo ragionare, dandomi una piccola spinta, staccandomi dalla parete. "Non è un gioco, Kakashi. C'è la mia vita in in ballo, e quella dei miei studenti."

"Lo so bene." Tagliò, freddo.
Era inutile insistere. Se si metteva in testa di chiudersi a riccio e non parlare, non importava quanto lo pregassi... Non si sarebbe mai schiodato dalla sua posizione.
"Non ti importa, è così?" Sussurrai delusa, per poi tornare al discorso. "Preferisci lasciarmi all'oscuro di tutto come al solito, non parlare..."

"Non è questo."

"Allora cos'è?!"ribattei esasperata. Ero così stanca di essere trattata come un burattino con cui si può giocare quando si vuole e poi abbandonare quando se ne è avuto abbastanza. "Non ti sto chiedendo mari e monti, semplicemente voglio che tu sia sincero con me!"

Continuava a non rispondere, si limitò semplicemente a distogliere lo sguardo, mettendosi le mani in tasca.
"Non parli..."sospirai. Ma la mia calma durò ben poco. "Per una volta, una soltanto, ti chiedo di essere trattata come una tua pari, di sapere la verità, di essere informata sulla missione che IO sto portando a termine e TU, invece di aiutarmi, preferisci startene sulle tue e aspettare che si risolva magicamente tutto grazie a te! "

"Abbassa la voce."esordì lui.
"Che c'è?! Non sono abbastanza degna per te per sapere la verità?!"lo provocai. Ero così arrabbiata che avrei distrutto l'intero palazzo a mani nude. "Ti da fastidio che ti dica come stanno le cose?!"

Mi ignorò, con la sua solita calma."Ti ho detto di abbassare la voce o ci scopriranno."

"Ti viene bene, sai? La parte del freddo, cinico, inflessibile stronzo che sei!"sbottai. "Che rapporti hai con loro?! Se pensi di tradire il villaggio e-"

Stavo per parlare quando qualcosa mi bloccò. In men che non si dica, mi ritrovai schiacciata addosso alla parete dietro di me. Avevo la sua mano destra premuta sulla bocca mentre la sinistra stringeva il mio fianco destro. Una presa forte, possente.
I nostri corpi aderivano perfettamente l'uno all'altro ed ero in grado di sentire il suo respiro. In un attimo, diventai l'invidia di ogni ragazza di Konoha che aveva anche solo osato posare gli occhi su Kakashi.
"Fidati di me, Shizuka." Mi guardò fissa negli occhi con l'unico suo visibile, profondo. "Ti dirò la verità, a patto che tu mi lasci parlare senza aggredirmi."

Annuì con la testa e lui, piano, mi tolse la mano dalla bocca, appoggiandola sullo scaffale dietro la mia testa. "Fammi qualcosa e giuro che urlo."

"Smettila, non ti farò del male." Alzò l'occhio al cielo, visibilmente scocciato."Se pensi che stia tradendo il villaggio, ti sbagli di grosso."

"Ti sei seduto al loro tavolo-"
"Fammi finire." mi richiamò al silenzio per poi continuare, scordando la testa. "Non è come pensi, è complicato da spiegare."

"Spiegamelo." Lo pregai. Sentendo che si avvicinava di più a me, persi l'uso della voce, arrossendo di poco.
"Quando mio padre arrivò al villaggio della foglia ,fece un grave torto a questo clan."
Sollevai lo sguardo, fissando gli occhi di Kakashi con un misto di preoccupazione e curiosità.
"Giurarono vendetta e si promisero di eliminare lui e tutti i suoi figli."spiegò per poi fare una breve pausa. Forse stava cercando le parole giuste. "Doveva uccidere una sentinella di Konoha ma si tirò indietro e fuggì con lei dall'isola di Jajima. Quella sentinella era mia madre."

"Perché ce l'avevano così tanto con tuo padre al punto di giurare vendetta?"chiesi, non capendo come questo dettaglio potesse c'entrare con lui.

"Ha provocato l'enorme caduta del clan. Lui sarebbe stato colui che lo avrebbe guidato ma ha preferito abbandonare la vita da nomade sicario per amore di una donna."continuò, squadrandomi dall'alto al basso, forse perché si aspettava una sorta di reazione. Ma io stetti ai patti, lo ascoltai. "E lo ha fatto causando l'ira della vecchia Saeko che, per avere il potere, ammazzò il vecchio capo clan, suo marito."
Fece un'altra pausa, prese un respiro e continuò. "Io sono l'eredità di mio padre, tutto ciò che ne resta e vogliono che prenda il suo posto, tradendo il villaggio della Foglia e uccidendo l'Hokage."

"Per questo ti hanno invitato a bere il tè?"aggrottai la fronte, visibilmente confusa."Jirayia lo sapeva?"

"Jirayia era d'accordo con me sul passarti il fascicolo di questa missione."
Mi bloccai per un istante, avevo gli occhi spalancati dalla sorpresa e dalla confusione.
"Da quanto va avanti questa storia?"

Lui non rispose. Probabilmente perché non sapeva come farlo e cosa dirmi. Si allontanò da me ed io non insistetti. "Da quando so che vogliono morta anche te."

"Che c'entro io?!"mi agitai." Perché vogliono farmi fuori ?!"

"Non ne ho idea."Rispose, dandomi le spalle."Ma la vecchia Saeko ti ha vista in una delle sue visioni, per cui non ti lascerà vivere tanto facilmente."

Incrociai le braccia, cercando di elaborare le sue parole.
Se veramente rischiavo la vita, che ci facevo qui?Perchè non lasciarmi a Konoha?!
"Perché non mi avete detto niente?!"chiesi furiosa, prendendo Kakashi per una spalla e facendolo voltare verso di me. "Per quale motivo mi avete passato questa missione?!"

Lui mi allontanò di poco e poi rispose, calmo. "Se non ci fossi stata tu, sarebbe stato sospetto un mio allontanamento dal villaggio." spiegò. "E poi voleva che sapessi la verità su di me, e sulla mia famiglia."

Sbarrai gli occhi, più confusa di prima."la tua famiglia?"
Non rispose, ancora una volta mi degnò solo del suo silenzio. "L-loro sono stati tutti massacrati... Siete rimasti solo tu e tuo padre-"

"No." mi interruppe secco. "Sono tutte menzogne. Solo l'Hokage e l'eremita dei rospi sanno com'è andata veramente..."

In un attimo, tutto fu più chiaro ed ebbi subito davanti a me il quadro generale. L'ultimo pezzo del puzzle me l'aveva dato Kakashi, in questo preciso istante. 

Ora sapevo tutto: perché già da piccolo era un prodigio e capace di difendersi, perché era così ossessionato dalle regole, perché dormiva con un kunai sotto al cuscino, perché era così bravo a scomparire senza lasciar tracce, perché era qui davanti a me oggi...

"La mia è una famiglia di assassini." Strinse i pugni, mantenendo la calma, per poi spostare la sua attenzione su di me. "Questa, Shizuka, è la famiglia Hatake."





















—————CONTINUA—————
Ecco qua! Spero non sia pesante! Non l'ho riletto , non l'ho corretto e avevo fretta di pubblicarlo perciò..eccolo qua!😅

Aspetto un vostro feedback! E , per i più coraggiosi, una risposta alle mie domande!😜

-Che ne pensate del clan Hatake che sto costruendo?
-Avete qualche accorgimento da farmi?

Scusatemi tantissimo per l'enorme ritardo!! ♥️🥺

Spero di non aver fatto errori o buchi di trama perché non ho riletto nulla e sono andata proprio così a freddo...
🫶🏻

-Che succederà con la famiglia Hatake?

-Cosa vi aspettate?

-che fine faranno i protagonisti?

-perché vogliono morta shizuka?

-che succederà a Jajima?

Se avete qualche richiesta in merito alla storia, è ben accetta!
Fatemi sapere!

⚠️⚠️⚠️IMPORTANTISSIMO⚠️⚠️⚠️
Nei prossimi capitoli ci saranno più scene con i nostri protagonisti e, chissà, magari succederà qualcosa 😏

Piaciuto il capitolo?
(Accetto critiche costruttive.
Errori grammaticali li correggerò al termine della storia...blabla)
La prossima parte uscirà a breve!
CI VEDIAMO ALLA PROSSIMA!

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