🥀L'arte di essere fragili 🥀

By katastrof3

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Cosa succederebbe se le forze portanti non fossero l'unica potenza da temere? Ci hanno sempre tenuto lontano... More

Introduzione
Capitolo 1
Capitolo 2
Capitolo 3
Capitolo 4
Capitolo 5
Capitolo 6
Capitolo 7
Capitolo 8
Capitolo 9
Capitolo 10
Capitolo 11
Capitolo 12
Capitolo 13
Capitolo 14
Capitolo 15
Capitolo 16
Capitolo 17
Capitolo 18
Capitolo 19
Capitolo 20
Capitolo 21
Capitolo 22
Capitolo 23
Capitolo 24
Capitolo 25
Capitolo 26
Capitolo 27
Capitolo 28
Capitolo 29
Capitolo 30
Capitolo 31
Capitolo 32
Capitolo 33
Avviso importante
Capitolo 34
Capitolo 35
Capitolo 36
Capitolo 37
Capitolo 38
Capitolo 39
Capitolo 40: il ritorno.
Capitolo 41
Capitolo 42
Capitolo 43
Capitolo 44
Capitolo 45
Capitolo 46
Chiediglielo!
Chiediglielo! Pt.2
Capitolo 47
Capitolo 48
Capitolo 49
Capitolo 50
Capitolo 51
Capitolo 52
Capitolo 53
Capitolo 54
Capitolo 55
Capitolo 56
Capitolo 57
Capitolo 58
Capitolo 59
Capitolo 60
Capitolo 61
Capitolo 62
Capitolo 63 1/2
Capitolo 63 2/2
Avviso importantissimo
Fermi tutti!
Capitolo 64
Capitolo 65
Capitolo 67
Capitolo 68
Chiediglielo
Capitolo 69
Capitolo 70
Capitolo 71
Capitolo 72
Capitolo 73
Capitolo 74
Capitolo 75
📣Capitolo recensione!📣
Capitolo 76
Capitolo 77
⚠️IMPORTANTE⚠️

Capitolo 66

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By katastrof3

Nel momento in cui arrivai al grande cortile della tenuta, sospirai stancamente, piegando il bucato che avrei dovuto portare alle stanze dell'intera famiglia imperiale. E, per fortuna, non ero l'unica.
Le varie stoffe colorate riflettevano la debole luce del sole, proiettandosi a terra. Quasi rimasi incantata da quella visione caleidoscopica, accompagnata dai vari lustrini luccicanti degli abiti più eleganti. 

Una settimana di pulizie costanti di quel palazzo immenso era abbastanza per stancare chiunque, e non ero ancora del tutto pronta per ricominciare a pulire i pavimenti con quell'orrida e vecchia spazzola.

In quel posto gli alberi sembravano torreggiare fino al cielo, gli animali erano più grandi, i serpenti erano più letali, gli insetti più numerosi e fastidiosi, i profumi e i colori erano diversi da qualsiasi altra cosa vista prima nel paese del fuoco.

Il clima di certo non era meglio, umido e talvolta piovoso, con questa leggera nebbia fastidiosa.

"Avanti ragazze! Non siete pagate per fare chiacchierare inutili!"batté le mani la governante, riportandomi alla realtà. La sua boria era evidente perfino a un cieco. Per non parlare del suo enorme naso aquilino, se non fosse per quello, sarebbe una donna oltremodo carina...

Purtroppo, a causa di questo suo difetto, era la protagonista di molte critiche velenose da parte delle altre domestiche.
All'inizio mi faceva pena, ma nel momento stesso in cui ho sentito la sua voce stridula rivolgersi a me come faceva con uno scarafaggio, ho capito che la "nasona" se le meritava tutte.

Nel momento stesso in cui apparve, infatti, le loro battute spensierate cessarono e tutte di limitarono a guardarla come se fosse letame.
"Ma perché sbuca sempre fuori così?" Sussurrò la ragazza in parte a me, spostandosi una ciocca bionda dietro l'orecchio, indignata.

"Sai com'è, non può fare a meno di metterci naso.."risposi, piegando l'ennesimo capo e mettendolo nel cesto, provocando una risata contagiosa da parte sua.

"Signorina Shizuka!"mi richiamò, acida.
"Si?"
"Se ha qualcosa da dire, lo faccia davanti a me,"si avvicinò pericolosamente a me, muso a muso, sempre più irritata. "E non sotto il mio naso!"

A quelle parole, cercai in tutti i modi di non scoppiare a ridere. Anche se questo comportò la fuoriuscita di una lacrima sul mio volto è un sorriso sghembo che cercai in ogni modo di nascondere.
Questo, come previsto, la fece imbufalire ancora di più."Ho detto qualcosa di divertente per caso?!"

"Assolutamente no!"
"Tu sei nuova da queste parti, non è così?"cominciò a parlare, sempre più minacciosa, con uno sguardo che mi avrebbe incenerita ben volentieri. "Ti consiglio di stare ben attenta a ciò che fai o ne pagherai le conseguenze."

In una normale situazione, avrei continuato a sostenere il suo sguardo con altrettanta strafottenza ma, purtroppo, essendo sottocopertura e impossibilitata nel farmi notare troppo, mi limitai ad un inchino. "Chiedo perdono, signorina Nori."

Lei si stupì di questo gesto, imbarazzandosi appena."Va bene, va bene. Ma ricorda che qui si lavora con serietà e impegno!Non c'è spazio per distrazioni o pigrizia!"

"Lo so, signorina Nori." Alzai lo sguardo verso di lei, mostrando i miei assenti occhi neri, mandando giù quella situazione decisamente troppo amara per i miei gusti."Farò del mio meglio."

La donna continuò a guardarmi incerta per qualche minuto, finché il suono di una campenella non la richiamò all'interno della villa, sembrava avesse visto un fantasma.

Nelle ore successive, ci dividemmo il lavoro e, come ogni pomeriggio, mi ritrovai a pulire i pavimenti in legno delle infinite stanze della casa, divise da porte scorrevoli in legno che permettono una flessibilità nell'organizzazione degli spazi.
Gli interni erano decorati con elementi naturali come i fiori di ciliegio, i rami di bambù, i pannelli di legno scolpiti e i dipinti su carta di riso.

La luce naturale entrava attraverso finestre a basso profilo, incorniciate da legno scuro, che permettevano di ammirare il giardino circostante.

Era uno spettacolo per gli occhi da ammirare...
Un posto decisamente meraviglioso dove vivere.

Come al solito, alle nove in punto, tutti i domestici dovevano recarsi alla loro rispettiva ala, l'ala ovest, collegata da un piccolo portico in legno rosso.
Finalmente , dopo una lunga ed estenuante giornata, una volta che i signori avevano finito di gustarsi la cena, toccava al personale. Ovviamente, dopo aver sistemato e lavato tutti gli infiniti piatti in porcellana bianca del servizio buono.

L'atmosfera è tranquilla e rilassata, con un sottofondo di silenzio interrotto solo dal rumore delle cicale e dei bicchieri che venivano poggiati sul tavolo in legno.

Provai a scambiare qualche parola, ma in generale tutti sembrano immersi nei loro pensieri o nella stanchezza accumulata durante il giorno.

La cena è semplice, un piatto unico o un pasto facile da preparare, in modo che nessuno abbia dovuto fare troppo sforzo per cucinare. Tutti mangiano con lentezza, masticando con attenzione e prendendo piccoli bocconi, forse perché la stanchezza ha diminuito l'appetito.

"Hai fatto bene ad abbassare la testa..." Cominciò poi a parlare una ragazza vicino a me, prendendo la brocca e versandomi dell'acqua nel bicchiere. Il suo nome era Yoko, la più tranquilla e razionale di tutte le domestiche. "Non c'è da scherzare con la signorina Nori."

"Andiamo Yoko, non c'è più il regime del terrore!"prese parola un'altra ragazza, che, senza distogliere lo sguardo dal suo piatto, lo posò, sorseggiando un po' di sakè dal bicchiere del giardiniere, troppo impegnato a gustarsi il suo piatto per accorgersene.

"Ma dove vivi, Saki!"scoppiò, spostandosi la tua treccia castana dietro le spalle e spalancando i suoi grandi occhi celesti. "Ti ricordo che l'imperatrice non ha pietà per nessuno! Stiamo ancora pagando le conseguenze di quel che ha fatto Tamako!"

"Perché?che ha fatto questa Tamako?"domandai, creando un silenzio generale, pietrificando tutti.
Ho toccato un argomento così delicato da metterli in difficoltà in questa maniera?

"Ha frequentato compagnie che non doveva frequentare..."spiego semplicemente Saki, seguita a ruota da Yoko.

"Il corvo della signora Sakoro l'ha ritrovata nel bosco, senza vita."abbassò la voce, giusto per non farsi sentire da altri.
"La spaventate così, piantatela!"le rimproverò il giardiniere, Goro.

"Il corvo?"alzai un sopracciglio.

Non fece in tempo a rispondere che ,subito, Saki, prese la parola al posto suo."Si, quella vecchia ammuffita della signora Sakoro ha un maledettissimo corvo da compagnia..."

Immediatamente, La bruna la zittì, mettendosi l'indice in prossimità delle sue labbra. "Quel corvo le riferisce tutto ciò che succede nelle stanze della magione, cerca di essere più discreta!"

"Pff, come se non sapesse già che ne stiamo parlando in questo momento..."
"La prudenza non è mai troppa!"

"L'avete mai vista?"domandai titubante, interrompendo il loro litigio,bevendo un sorso d'acqua. "Voglio dire, è da più di due settimane che sono qui e non l'ho mai vista uscire dalla sua stanza. Ci è perfino proibito entrare..."

"Fidati, Shizuka, è meglio così." Prese la parola Goro, versandosi dell'altro sakè nel bicchiere in legno. "Quando esce dalla sua stanza, non succede mai nulla di buono."

"I membri della sua famiglia vengono addestrati sin dalla nascita nell'arte dell'assassinio," lo interruppe Yoko. "o almeno così dicono..."

Spalancai gli occhi. Ero incredula difronte a queste parole.
Com'è possibile che l'imperatrice abbia scelto una persona così poco raccomandabile come braccio destro?

"Ma smettila Yoko!"la riprese la bionda. "È letteralmente vecchia come i datteri! Credi che possa fare del male a qualcuno?! È zoppa!"

"Beh Saki, non lo escluderei."cominciai a parlare,posando la mia ciotola sul tavolo, segno che avevo finito di mangiare. "Magari finge di esserlo."

"Nessuno può dirlo, non ne abbiamo le prove...Ma io ne sono certo." Confermò Goro. "Bisognerebbe farle lo sgambetto e rubarle il bastone per saperlo!"

"Hai bevuto troppo sakè, Goro?"ridacchiai, levandoglielo dalle mani. "Direi che è abbastanza per stasera, o domani non sarai nemmeno in grado di distinguere una rosa da una quercia!"
"Uff,noiosa.."

"Ma che cosa state facendo qui?!" Si sentì subito una voce tuonare per i corridoi con disprezzo. Appena varcò la soglia della porta,tutto parve più chiaro: era la governante.

"Stiamo cenando, signora," rispose timidamente la cuoca, Momo, che,fino a quel momento, era rimasta in silenzio ad ascoltarci.

"Cenando?!E chi vi ha dato il permesso di cenare?" chiese la signorina Nori, sollevando un sopracciglio.

La cuoca si avvicinò alla governante, alzandosi da tavola, cercando di placare la situazione: "Scusi, signora governante, ma abbiamo lavorato duramente tutto il giorno e avevamo bisogno di riposarci e ristorarci un po'."

"Ristorarvi? E chi vi ha detto che potete permettervi di riposarvi?! Il lavoro non finisce mai, e voi dovete esserne consapevoli!" disse la governante con un tono secco e arrogante.

Noi domestici ci guardammo l'un l'altro, imbarazzati e tesi, cercando di continuare a gustare il pasto il più possibile nonostante l'atteggiamento di quell'arrogante.

"Se l'imperatrice dovesse vedervi qui a far niente, come credete che possa reagire?! Come al solito dovete sempre comportarvi come se foste a casa vostra, ciaotroni!" continuò la governante, dispensando insulti e rimproveri in continuazione.

Tentai di difenderci: "Stiamo facendo del nostro meglio, signorina Nori. Ma non possiamo fare miracoli! Il nostro lavoro è finito da un pezzo e direi che mangiare ci è più che dovuto!"

"Non mi importa del vostro 'meglio'," rispose la governante. "Vi aspetto tutti in cucina subito dopo cena per una riunione urgente."

Terminammo la cena con un senso di frustrazione e umiliazione, sapendo che avremmo dovuto affrontare una riunione di lavoro appena dopo il pasto. La governante se ne andò soddisfatta, convinta di aver fatto il proprio dovere nel correggerci.

Quella sera, compresi ancora di più la differenza tra noi e la governante, non solo nella posizione gerarchica, ma anche nel modo di concepire il lavoro e le relazioni umane. La cena, che avrebbe potuto essere un momento di unione e di piacere condiviso, venne rovinata dall'insopportabile atteggiamento di questa, che non seppe apprezzare la dedizione e il lavoro dei suoi sottoposti.

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L'imbrunire avvolse dolcemente il villaggio della foglia, gettando un manto di calma e mistero sulla comunità. Il sole, ormai basso sull'orizzonte, dipingeva il cielo con sfumature di arancio, rosa e viola. Le nuvole si tinsero di colori caldi, creando un'atmosfera suggestiva e romantica, accompagnata dal buio che cominciava a farsi strada.

Le case del villaggio, fatte di pietra e legno, assunsero una tonalità dorata nella luce fioca che colorava Konoha. Le finestre si illuminano una ad una, mentre le famiglie si preparano per la serata. Alcune lanterne cominciano a brillare lungo le strade, diffondendo un'illuminazione soffusa e accogliente.

Le ombre si allungano lungo le strade , gli alberi che circondano il villaggio sembrano più scuri e misteriosi, mentre le foglie frusciano leggermente con la brezza serale.
Un solo suono si distingueva quella sera: erano i passi di Kakashi Hatake che si dirigeva, determinato, verso il gigantesco portone del villaggio.

Una volta varcata la soglia, sospirò,pronto per infrangere qualsiasi regola che l'Hokage in persona aveva imposto quando, all'improvviso, sentii una leggera pressione vicino al collo.
"Stupido da parte tua venire qui stanotte, Kakashi Hatake."udì alle sue spalle."Così, credi di potertela svignare tanto facilmente?"

Sorrise sotto la maschera, infilando le sue mani in tasca con fare supponente. "E tu credevi che puntarmi un kunai al collo mi avrebbe fatto cambiare idea?"

"Tsunade ha dato il preciso ordine di non uscire , l'intero villaggio è in isolamento."continuò l'altro in modo accusatorio. "cosa non ti è chiaro?"

Non rispose, si limitò a voltarsi per guardare colui che l'aveva fermato dritto in volto, assottigliando gli occhi.

"Comprendo che tu sia preoccupato, ma non puoi semplicemente abbandonare Konoha così. C'è una comunità qui che ha bisogno di te-"
"Non capiresti, Genma."lo interruppe, autoritario come sempre.

"Capisco fin troppo bene invece!"alzò la voce, mettendo via il suo kunai, cercando un dialogo fra uomo e uomo. "Devi pensare anche alle conseguenze. Sei sicuro che questo sia il modo migliore per aiutarla?"

"E anche se fosse?"domandò, ma più che una domanda sembrava come se lo stesse accusando di qualcosa.

"Beh, è sbagliato."gli lanciò un'occhiataccia il moro, come se volesse sferrargli un pugno. "Agire impulsivamente non risolverà nulla. Dobbiamo considerare tutte le opzioni e valutare le possibili conseguenze. Non possiamo ignorare il resto del villaggio e lasciarlo indifeso!"

Kakashi sospirò, odiava quando Genma aveva ragione. Doveva riconoscere il fatto che , anche lui, era umano. E come umano, poteva commettere degli errori. "Non sto cercando di abbandonare il villaggio, " replicò. "ma questa è un'emergenza, una cosa che non ti riguarda."

"Possiamo parlare con gli altri, organizzarci, trovare una soluzione che sia nel nostro interesse collettivo, senza sacrificare la stabilità del villaggio."propose , masticando uno dei suoi soliti senbon.

"Un'idea che certamente prenderò in considerazione."cercò di tagliare corto il suo compagno, voltandosi e continuando ad allontanarsi dal grande cancello di legno che non avrebbe dovuto in nessun modo abbandonare.
Chiaramente la sua affermazione, come l'ottanta per cento delle parole che gli escono dalla bocca, sono del tutto ironiche.

"Dannazione! Potrebbe esserci una guerra da qui a poco!"imprecò Genma, perdendo finalmente le staffe e parandoglisi davanti. "Dov'è finita la tua ragione?!"

"Spostati."disse fermo, quasi fosse un ordine.

"Ti prego di riflettere ancora una volta! Non voglio vederti ferire te stesso o il villaggio che ti ha dato tanto!" Fu in quel momento che ,dalla manica della sua uniforme, tirò fuori un kunai, pronto per attaccare. "Dovrai passare sul mio cadavere."

"Ci sarà veramente, se non mi fai passare. Spostati."

"Tu fai sempre così! Dici che non la vuoi intorno, che non te ne importa ma appena c'è un problema corri da lei come un cagnolino spaventato-" si lasciò sfuggire in preda alla rabbia,venendo poi interrotto.
"Credimi,sono tutto fuorché un cagnolino spaventato."
"Ci sono momenti in cui dobbiamo sacrificare il nostro desiderio personale per il bene comune. Davvero vuoi rischiare di morire anche solo nel viaggio?!"

"Sono disposto a correre il rischio, anche se devo farlo da solo."
"Lo riferirò all'Hokage, lo sai,vero?" Lo provocò il moro. "Finirai nei guai per questo."

"Coraggio, va da Tsunade, raccontagli cosa sto per fare, dimostragli che ,per una volta, sei tu il migliore."rispose a tono, scansandolo e procedendo per la sua strada.

"Sicuramente quando sarai incarcerato, non avrai più tempo per Shizuka ma,non preoccuparti, ci penserò io a badare a lei."
Ecco qua, una sola semplice frase bastò per pietrificare Kakashi che, senza nemmeno girarsi, si limitò ad ascoltare ciò che aveva da dire.

"Se non altro, divertirmi con lei non sarà affatto una tortura. Sarò ben felice di sco-" si bloccò. Il suo sguardo minaccioso gli penetrò le ossa, facendolo indietreggiare un po'.

"Piantala."disse con tono fermo. "Non ti permetto di parlare così di lei, ti è chiaro?"
Finché parlava, non si scompose nemmeno di una virgola. Freddo, glaciale.
Era evidente la rabbia che ribolliva in lui, perfino Genma se n'era accorto. Tant'è che gli ci volle un tempo compreso fra i due e i tre minuti per riprendersi.
"Ma che ti prende?!"

"È la sorella del mio migliore amico," Spiegò semplicemente. "ed è come se fosse la mia...Dovresti avere più rispetto della donna per cui provi un'interesse."

La tensione tra Genma e Kakashi aumenta, e la discussione si fa sempre più accesa. I loro occhi si intrecciano con determinazione, mentre entrambi difendono le proprie posizioni con forza.

L'atmosfera diventa sempre più tesa.

Alla fine, la voce di uno dei due, spezzò la tensione. "Comunque, hai ragione. Non posso mettere a rischio il villaggio e tutto ciò che ho qui." sospirò, portandosi una mano sulla nuca. "Ma c'è una ragione per la quale voglio partire: senza di me, Shizuka ha i giorni contati."

Ci fu una pausa, forse per riflettere o forse perché entrambi non sapevano cosa dire.

"Dato che non c'è nulla che può farti cambiare idea," cominciò a dire schioccando le dita e richiamando tutta la squadra ricognitiva. "Mi vedo costretto ad utilizzare le maniere forti..."

I suoni dei tuoni rimbombano nel cielo mentre la luce intermittente dei lampi rivela brevemente la scena mozzafiato che sta per svolgersi.

Ad un certo punto , ogni angolo in cui guardava era coperto da ninja, si trova circondato da una schiera di avversari. Gli altri shinobi, si muovevano in modo agile e sinistro, pronti a combattere. I loro sguardi brillano di determinazione e malizia, consapevoli della sfida che, di lì a poco, si sarebbe svolta.

Molti di loro erano invidiosi di Kakashi, primo fra tutto Genma che, a tutti i costi, voleva dimostrare a Tsunade che anche lui poteva fallire.

Il giovane Hatake, con una calma serafica, tenne la posizione centrale. Con uno sguardo minaccioso e una presenza che emana potenza, si preparò a scontrarsi con i suoi colleghi.

Senza preavviso, il primo ninja avversario balzò verso Kakahi con una velocità sorprendente. Con un rapido movimento, schivò l'attacco e rispose con una serie di colpi fulminei. I suoi pugni e i suoi calci sono precisi e letali, sconfiggendo il suo "avversario" in pochi istanti.

Mentre il corpo cade a terra, altri prendono il suo posto, sfidando il nostro eroe uno dopo l'altro. Il suono dei colpi, dei kunai e delle stelle ninja che sibilano nell'aria riempie la scena di una tensione e di una energia elettrizzante.

L'Hatake aveva un'ottima capacità di combinare una varietà di abilità, utilizzando sia armi tradizionali come katane e shuriken, sia tecniche di combattimento corpo a corpo. La sua agilità è sempre stata sorprendente. Schivò attacchi letali in modo fluido ed elegante, come se danzasse.

Iniziò a sudare, i muscoli tesi per lo sforzo. Tuttavia, la sua determinazione non vacilla. Continua a combattere, mantenendo la calma e la concentrazione anche sotto la pressione avversaria.

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"SONO ESAUSTO!" entrò dalla porta a finestra della camera il ragazzino, rimettendosi gli occhiali e ripulendosi dalle tante piume che gli erano rimaste impigliate in testa.

Come un fulmine, la ragazza non tardò a rimproverarlo."Parla piano, Udon! O ci farai scoprire!"
"Per quanto tempo ancora dovrò trasformarmi in uccello?!"

"Almeno finché non scopriamo qualcosa in più sulla nostra missione."risposi, coprendolo con una grande coperta calda, quasi come farebbe una mamma.
Non so nemmeno cosa significa essere mamma ma, con loro tre, riesco solo a percepire uno spiraglio di ciò che si prova.

"Non ne posso più! Non potevo far parte della servitù come tutti voi?!"protestò ancora, terminando con un sonoro starnuto.
"Il tuo compito è quello di spiare tutti, servitù compresa." Gli ricordai, abbassando la voce. "Solo tu saresti stato in grado di farlo!"

"Mi scoccia stare appollaiato su un ramo a non fare niente!"
"Ritieniti fortunato!"intervenne Konohamaru, prendendolo per il lembo della coperta, in assenza di quello della maglia. "Non so se lo sai, ma lucidare le scarpe di sua maestà e cortigiani è una vera rottura!"

A quel punto, dato il casino creato, decisi di sistemare la situazione in maniera del tutto democratica, separandoli. "Finitela! Se ci scoprono, l'unica cosa rotta qui dentro sarà la vostra testa!"

Stavo per aggiungere qualcos'altro quando, ad un tratto, qualcuno bussò alla porta scorrevole in legno, emettendo un suono morbido e ovatto. Io e i miei allievi ci pietrificammo, guardandoci negli occhi l'uno con l'altro.
Portai un dito dritto sulle labbra, segno che dovevano stare in silenzio e nascondersi nell'armadio.
Mi sistemai il vestito e aprii di poco la porta.
"Goro!"sorrisi di circostanza, mostrando i miei denti bianchi e appoggiandomi allo stipite della porta. "Avevi bisogno?"

"Stavi andando a dormire?"mi chiese imbarazzato, notando la mia vestaglia da notte bianca, appena trasparente, legata in vita.
Abbassai lo sguardo, sistemandomi appena la scollatura, l'origine del rossore di Goro. "A dire la verità si, perché?"
"Beh, sai...pensavo che potremmo fare una passeggiata, ti va?"balbettò appena,grattandosi la nuca.

Pensavi male.
"Mi dispiace, s-sono..."mi schiarì la voce, cercando qualche scusa da piazzargli sul momento. Non ero brava come Kakashi ad inventarmi scuse, mi venne quasi naturale fare il resoconto di tutte le giustificazioni che aveva dato per i suoi ritardi e sperare che ce ne fosse una adatta anche per me. "Sono indietro con i lavori domestici in camera mia e purtroppo sono allergica alla polvere! Sono sicura che potremmo rimediare un'altra sera!"

"S-si!"balbettò ancora una volta, rosso come un peperone. "Certo! Beh, Buonanotte!"
"Buonanotte Goro!" Tagliai corto poi, chiudendogli la porta praticamente in faccia. Mi appoggiai ad essa è sospirai, esausta.

Mentire aveva il suo peso.

"E così sei allergica alla polvere, eh?"richiamò la mia attenzione uno dei miei allievi, il più indisponente.
"Non una parola,Konohamaru."lo guardai storto, andandomi a sedere sul mio futon, portando con me la lanterna sopra il tavolino di legno vicino alla porta, l'unica che illuminava la stanza. "È una palla al piede, devo capire come levarmelo di torno."

"Però è carino!"saltò fuori la ragazzina,mentre si pettinava i suoi capelli rossi, sognante. Aveva gli occhi a cuore, chissà che fantasticava...
"È una missione di livello S." Le ricordai, alzando un sopracciglio. "Non sono qui per trovarmi un fidanzato,chiaro?!"

Ed è qui che il bruno tornò all'attacco."Ma il tempo per una dolce serata si può sempre trovare!"
"Una dolce serata?!ma dico, ti senti quando parli?!"si indignò Udon, tanto quanto me.

"Ogni dettaglio è importante! Se si invaghisse di me, ce l'avremmo sempre in mezzo ai piedi e potremmo dire addio alla copertura oltre che alla nostra testa!"continuai a parlare, abbassando la voce e mimando il gesto dei uno sgozzamento con il dito. "Sarebbe la rovina per noi è per il nostro villaggio!"

Moegi sospirò.
"È così carino però..."fece il broncio poi, disegnando dei cerchi con il dito a terra per auto consolarsi.
Si, non era un brutto ragazzo: occhi scuri, degli arruffati capelli castani, un bel fisico...
Un ragazzo nell'ordinario!
Ma decisamente non il mio tipo.
Alzai le spalle,indifferente. "Ho visto di meglio."

"Tipo?"
"Tipo il maestro Kakashi!"rispose il suo compagno per me, prima che potessi proferire parola.

"Smettila con questa storia!"mi scaldai, cercando di nascondere quel lieve rossore che mi spuntava sulle guance.

Lui ride. "Vuoi dirmi che un pensierino non ce lo faresti?"

Ovvio che me lo farei, o meglio, mi sono già fatta un pensierino su di lui...
Ma non potevo mica sbandierarlo a dei genin ficcanaso come loro o la mia reputazione sarebbe finita.

"Te l'ho già detto. Non sono affari che ti riguardano!"ringhiai per poi farmi seria." e poi ti conviene tenere la bocca chiusa e non fare nomi. Abbiamo già fatto abbastanza baccano stasera e non è detto che la mia tecnica per isolare il suono sia efficace con il corvo della signora Sakoro."

"Lei è come se fosse una consigliera?" Chiese la ragazzina, abbastanza dubbiosa.

"Peggio." Liberai i miei lunghi capelli neri dal mio chignon, accarezzando la mia vestaglia di seta bianca. " Pare che agisca per conto suo."

Udon cominciò a tremare. "S-Se ci dovesse sentire, c-ci ritroveremmo in grossi guai?"

"Probabilmente, ci ritroveremmo morti in un campo di grano il mattino successivo."
Il mio allievo deglutì a forza, visibilmente sotto pressione mantre gli altri due, si lanciarono uno sguardo colmo di terrore.

"State tranquilli, non dovete temere nulla finché siete con me. È una minaccia da eliminare su tutti i fronti... ma lei lo è per noi quanto io lo sono per lei."
Così dicendo, soffiai sulla candela, facendo piombare il buio nella stanza.
"Ora chiudete gli occhi." Dissi infine. "Domani mattina vi voglio riposati e in forze."

Le prime gocce di pioggia caddero dolcemente, quasi come un sussurro sulla terra assetata. Il suono leggero della pioggia che colpisce le foglie degli alberi e i tetti delle case crea una melodia rilassante, una sinfonia naturale che si diffonde nell'aria...

Il verso delle cicale dava il ritmo al mio respiro, creando un'atmosfera unica.
Mi misi sotto le coperte, e,cullata dal silenzio, mi addormentai.
L'odore caratteristico della pioggia estiva invase l'ambiente, un mix di terra bagnata, erba fresca e profumi di fiori. Questo aroma intenso evocava ricordi e sensazioni di tranquillità, nostalgia e rinascita che si riflettevano nei miei sogni.
È come se la pioggia lavasse via le preoccupazioni...

Tuttavia, continuavo a crogiolarmi sull'unica che non intendeva essere lavata via. Si tratta di un uomo dai capelli bianchi con le sfumature grigie, come le nubi in una giornata di maltempo.

All'esterno, la pioggia continua a cadere in modo costante, accompagnata da un improvviso e intenso lampo che illumina il cielo mentre , dentro, stavo cercando di zittire i miei innumerevoli pensieri.

Quella notte...

La notte in cui lasciai Kaido.
La notte in cui colui che ora occupa i miei pensieri, si lasciò andare e soddisfò un mio piccolo desiderio carnale.
Non potevo fare a meno di pensare alle sue mani, forti e calde che accarezzavano la mia pelle soffice e bianca come la luna.
E piacere che ho provato quella sera...
Ne avrei voluto di più, ne desidero ancora...

L'atmosfera intima e misteriosa della pioggia notturna estiva avvolge tutto in un abbraccio rilassante.
Il profumo fresco dell'aria e la sensazione di pulizia che permane lasciano una pace interiore e un senso di gratitudine.

Quando mi svegliai nel cuore della notte, la luce della luna illuminava la stanza, entrando dalla porta a finestra aperta.
Quando mi sedetti, vidi solamente che una sagoma bloccava la luce: la sagoma della mia allieva, seduta sul l'uscio, appena fuori, sotto al piccolo portico in legno.
Grosse gocce di pioggia stavano rimbalzando sul legno e colpendo il suo volto, e per un momento pensai che il rumore dei suoi singhiozzi fosse quello che mi aveva svegliata.
Mi alzai e andai a sedermi di fianco a lei.

La sua schiena si irrigidì istintivamente e si asciugò frettolosamente l'umidità dalle guance. "Non sto piangendo, è la pioggia."
"Capisco..."sospirai, appoggiandomi allo stipite della porta a finestra. "Che ci fai qui?"

"Non riuscivo a dormire... ogni volta che chiudo gli occhi penso-"cominciò a parlare con voce rotta per poi bloccarsi.

"Pensi a cosa?"

"Sei mai stata innamorata?"si girò a guardarmi, cercando una sorta di appiglio.

Mi bloccai, diventando paonazza, e ringraziai l'universo che il buio della sera avrebbe camuffato la mia faccia, rossa come un peperone.
"Si, una volta." Risposi, mantenendo la calma nella voce, non guardandola nemmeno. "Tanto tempo fa..."

"E com'è andata a finire?" Domandò ancora.
Era in vena di domande a quanto pare.
Dopotutto, era l'età più bella, in cui sbocciavano i primi amori. Era più che normale la sua curiosità, anche se mi avrebbe messa in imbarazzo.

"Non sono mai stata ricambiata, questa è la verità."
"E come fa a saperlo?"provò, sbilanciandosi un po' di più.

"Credimi, certe cose le capisci senza bisogno di sentirselo dire..." dissi. Forse facendo trasparire un po' di delusione nella mia voce, motivo per cui la ragazzina mi sfiorò la mano e nessun altro dei miei allievi parlò. Non c'era nulla da dire. "Ma, ormai, ho chiuso con lui. Ho smesso di pregarlo e ho scelto di lasciarlo andare..."

"E ora ami il maestro Genma?"

"Non scherzare!Amare qualcuno è una cosa completamente diversa." Storsi il naso, un po' in imbarazzo. Era l'ultimo argomento che avrei preferito affrontare con i miei sottoposti.

"E come si fa a distinguerlo?"

"Lo sai e basta,non ci sono delle regole. Semplicemente capita!"

"E le farfalle nello stomaco?" Continuò poi, agitandosi appena. "Non riesco nemmeno a stare ferma quando sono innamorata! È come se avessi un'orchestra di farfalle che suona una sinfonia nel mio ventre."

"Ma che ti inventi! Fidati, hai molto da imparare. E questo non è amore,sono solo cotte adolescenziali. Quando sarai grande capirai.." sospirai poi, arresa,guardando la luna per poi continuare a parlare, gesticolando come una pazza. "Capirai che l'amore, quello vero, farà male. Ti sentirai sotto un treno,col morale a pezzi! È come se ti strappassero il cuore dal petto e lo spiaccicassero sotto una scarpa!"

Lei non rispose.

Silenzio.

L'avevo traumatizzata forse...

"Lo sai, esiste anche il caso in cui potresti essere ricambiata, "ripresi a parlare, schiarendomi la voce per ricompormi, sentendomi quasi in colpa. "Ma quando fai un lavoro come il ninja, non è mai una buona scelta innamorarsi..."

Ed ecco qua, la mia parte negativa trova sempre lo spiraglio per fuoriuscire.
"È un rischio. E se il tuo compagno rischia di essere trucidato o ucciso ogni volta che mette il piede fuori casa, beh, non sarai mai del tutto tranquilla."

Non ricevendo alcuna risposta, presumo che abbia capito il concetto.
Ho esagerato forse?

Ad un certo punto, capii che forse non era il modo ideale di consolare una ragazzina di dodici anni. Così, cominciai ad aprirle un po' di più il mio cuore.
Mi schiarii la voce e continuai, guardandola di sottecchi. "Se è un'amore così forte, sono convinta che non ci sarà niente che possa mettersi davanti a voi, nemmeno la morte."

In risposta si girò improvvisamente verso di me, con i pugni serrati e le guance in fiamme, finalmente parlò. "Mi piace Konohamaru!"

"COSAA?!"
"Shhh!"fece lei, mettendosi le dita davanti alla bocca, pregando per il mio silenzio, rossa come un peperone. "Parla piano, ti prego!"

"Con tutti i ragazzi che ci sono?!"

"Non è che posso comandare il mio cuore!"
"È il tuo compagno di squadra!Non-"mi bloccai, guardando il suo viso pietrificato pieno di lacrime e quasi mi commossi pensando a quanto in realtà, da bambina, fossi così simile a lei: innamorata del ragazzo sbagliato, all'inseguimento di un amore impossibile.

Effettivamente, aveva ragione. Non è che potesse comandare il suo cuore ma , sapere che provava qualcosa per un civile, mi avrebbe fatta sentire più tranquilla.
Sospirai e la presi per la spalla, avvicinandola a me.

Improvvisamente, un urlo squarciò la calma della sera.
Le lanterne della villa, a partire dagli alloggi dei servi, cominciarono ad accendersi.
I nostri cuori si strinsero d'ansia, mentre il suono disperato si insinuò nell'aria silenziosa della notte. Io e Moegi ci guardammo negli occhi, entrambe preoccupate. Gli altri due si svegliarono di soprassalto, cominciando a riempirmi di domande.

"Restate qui! Non muovetevi per nessuna ragione!"ordinai, correndo fuori dalla stanza e dirigendomi verso l'origine di quell'urlo.
Attraversai il giardino buio e fitto di fiori, totalmente a piedi nudi, avanzando poi cautamente verso l'ala dei signori.
Ad ogni passo, il mio coraggio viene messo alla prova...
Se fosse stato qualcosa di pericoloso? Se fosse la stessa cosa che ha preso la vita di Tamako?
Ma la curiosità mi uccideva, mi spingeva ad andare avanti, ad attraversare il porticato in legno e aprire la cigolante porta d'ingresso dell'immensa magione, pronta ad affrontare ciò che si trovava di fronte a me.
L'aria sembrava così sinistra, man mano che percorrevo i lunghi e bui corridoi, avevo una brutta sensazione addosso...
Come se sapessi di essere la prossima.

Non vedevo quasi nulla, gli spifferi delle finestre, da cui entrava la luce, mi davano modo solamente di orientarmi quel tanto che bastava per vedere dove andavo.
Almeno finché non inciampai su qualcosa...

Abbassai lo sguardo e rimasi pietrificata.
Una donna giaceva senza vita sul pavimento della villa, con il viso pallido e gli occhi aperti fissi nel vuoto.

Il silenzio della morte avvolgeva il corridoio, interrotto solo dalle mie rapide inspirazioni.

A quella vista, mi venne quasi la nausea.
Mi avvicinai al corpo, cercando di controllare le mie emozioni, stringendomi fra le dita un lembo della mia veste, mentre con l'altra mi tenevo salda alle travi del muro, cercando di non svenire.

Osservai attentamente i segni di lotta intorno alla donna morta: i mobili rovesciati, gli oggetti rotti e i segni di violenza che intrecciano la scena.
Le scostai i lunghi capelli bruni, guardando bene i suoi lineamenti.
Spalancai gli occhi, con voce tremante. "Y-Yoko?"

Sentì un dolore improvviso e lancinante al fianco. Qualcuno mi aveva scaraventato contro il muro.
Mi ci volle un po' a prendere fiato.
Non appena aprii gli occhi, vidi una figura camminare verso di me.
In quel momento, non dovevo combattere, a meno che non fosse strettamente necessario. Avrei fatto saltare la copertura.
Finsi di svenire e ,poco dopo, sentii che quell'uomo mi aveva caricato sulla sua spalla, come un cavernicolo.

Camminava sotto la pioggia.

I miei capelli oscillavano ad ogni suo passo e le sue mani ruvide mi trattenevano con una presa insolitamente troppo salda.
Aprii di poco gli occhi, notando le sterpaglie che calpestava ogni volta che appoggiava i piedi a terra. Lo scricchiolio delle foglie e dei ramoscelli secchi mi davano la conferma che si stesse avventurando nel bosco.

Eravamo circondati dal nulla...
Solo alberi. Alberi a destra e a sinistra, circondati da una nube leggera e umida.
Quando fummo abbastanza lontani, mi scaricò a terra come un sacco di patate.
Non feci una piega, teoricamente, per lui ero ancora svenuta.

"Ha visto qualcosa?"

Sentii, era la voce di una giovane donna.

"No, non mi ha visto in faccia."
"Me lo auguro..."fece l'altra. Non riuscivo a girarmi , a vedere il suo volto ne a riconoscere la sua voce. L'unica cosa che riuscivo a vedere erano gli scarponi neri dell'uomo che mi aveva portato fin qui. "Come pensi che potremmo giustificare due morti in una sola notte, cugino?"

"Credi di essere migliore di me?"ribatté minaccioso, avanzando verso di lei.

"Morte bianca la pensa così."

Morte bianca?
Chi è morte bianca?

"Pensi che mi avrebbe dato questo compito altrimenti?" Risuonò nell'aria un suono improvviso e acuto, nitido e penetrante. Probabilmente uno schiaffo. "Cerca di stare al tuo posto e attieniti agli ordini che ti vengono dati."
In risposta, ci fu il silenzio.
Iniziavo a preoccuparmi.

Avevo trovato i colpevoli di quel massacro senza sapere chi fossero.

Lottai contro il mio istinto e rimasi dov'ero, sdraiata a terra. Qualcosa mi diceva che c'era qualcun altro che muoveva i fili...
Loro erano solamente burattini.

Improvvisamente, un branco di lupi si avvicinarono all'uomo, circondandolo.
Ringhiavano verso la donna, mentre alcuni si avvicinavano a me e mi annusavano.
Mantenni più autocontrollo che potevo, temevo di essere scoperta.
Trattenni il respiro finché, il padrone, non lì richiamò a sé.
"Ti avevo detto di non portare questi sacchi di pulci." fece lei, tirando un calcio ad uno di questi che si era avvicinato troppo a lei.

"Avranno sentito l'odore da cagna che emani, loro hanno un fiuto eccezionale."

Stette zitta un secondo, per poi continuare a parlare, cambiando discorso. "Quando dovrebbe arrivare?"

"Domani, nel primo pomeriggio."

"Non vedo l'ora..."sussurrò lei, quasi in estasi, cambiando del tutto tono di voce. "Sai, è da molto che non lo vedo. Chissà com'è forte ora..."

"L'incesto non è molto gradito da queste parti, lo sapevi?" La prese in giro l'altro. "Come ci si sente a non sentirsi ricambiati da un proprio consanguineo?"
"Pensa ai fatti tuoi." Fece, con tono decisamente arrabbiato. "Lo farà. Con le buone o con le cattive."

Di chi stavano parlando...
Chi sarebbe arrivato domani? Questa Morte bianca di cui parlano?
Avevo tante di quelle domande...
La paura di essere scoperta mi divorava, cominciavo a sudare freddo e mi sforzavo a tenere gli occhi chiusi, anche se le sterpaglie sotto di me , mi solleticavano il viso.
Sentii qualcuno avvicinarsi a me per poi essere presa per i capelli, sentendomi sollevare la testa da delle mani femminili e affusolate.
"Che dovremmo fare con lei?"

"Liberati di questa ragazza." Ordinò, lasciando poi cadere la mia faccia al suolo.  Brutta putt- "Di quel che è successo stanotte, nessuno si domanderà nulla alla villa. E se lei dovesse farlo, dovremmo farle credere che Yoko ha abbandonato la villa. Se così non fosse, la eliminerai con le tue stesse mani. Sono stata chiara?"
"Si, Vedova nera."
"E ora va'."

Così dicendo, mi caricò di nuovo sulle spalle e mi scaricò sul portico, davanti all'ala riservata alla servitù. Poi, assieme al suo branco di lupi ululanti, se ne andò , fra la nebbia e il buio della notte.

Le luci delle lanterne che prima, nel momento del delitto erano accese, ora non c'erano più ...

Ciò mi portava a pensare che tutti sapevano, ma nessuno osava parlare...


















—————CONTINUA—————
Ecco qua! Spero non sia pesante! Non l'ho riletto , non l'ho corretto e avevo fretta di pubblicarlo perciò..eccolo qua!😅

Aspetto un vostro feedback!

Scusatemi tantissimo per l'enorme ritardo!! ♥️🥺
Con il mio blocco dello scrittore è stata veramente dura...

Spero di non aver fatto errori o buchi di trama perché non ho riletto nulla e sono andata proprio così a freddo...
🫶🏻

-Chi sono quei due nella foresta?

-Cosa vi aspettate?

-che fine ha fatto Kakashi?

-cosa vorrà farle scoprire Jirayia?

-che succederà a Jajima?

Se avete qualche richiesta in merito alla storia, è ben accetta!
Fatemi sapere!

⚠️⚠️⚠️IMPORTANTISSIMO⚠️⚠️⚠️
A breve pubblicherò il prossimo capitolo. Aspettatevi colpi di scena!

Piaciuto il capitolo?
(Accetto critiche costruttive.
Errori grammaticali li correggerò al termine della storia...blabla)
La prossima parte uscirà a breve!
CI VEDIAMO ALLA PROSSIMA!

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