La Ragazza Yo-Yo

By Dreamer84

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'' In realtà non capisco come per Annabel sia importante avere un ragazzo o semplicemente essere innamorata d... More

CAPITOLO 1
CAPITOLO 2
CAPITOLO 3
CAPITOLO 4
CAPITOLO 5
CAPITOLO 6
CAPITOLO 7
CAPITOLO 8
CAPITOLO 9
CAPITOLO 10
CAPITOLO 11
CAPITOLO 12
CAPITOLO 13
CAPITOLO 14
CAPITOLO 15
CAPITOLO 17
CAPITOLO 18
CAPITOLO 19
CAPITOLO 20
vacanze :)
CAPITOLO 21
CAPITOLO 22
PERDONATEMI
CAPITOLO 23
CAPITOLO 24
CAPITOLO 25
CAPITOLO 26
EXTRA
CAPITOLO 27
CAPITOLO 28
EXTRA 2
CAPITOLO 29
CAPITOLO 30
CAPITOLO 31
CAPITOLO 32
CAPITOLO 33
CAPITOLO 34
CAPITOLO 35
CAPITOLO 36
PAUSA + EXTRA

CAPITOLO 16

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By Dreamer84

Sbatto più volte le palpebre, per pendere coscienza di ciò che ho appena fatto. E di cosa ho provato. Cose troppo intense, e troppo sbagliate. Dio ... cosa ho fatto. Mi stacco da lui e prendo un gran respiro, evitando il suo sguardo. Non riesco a guardarlo, sono troppo imbarazzata per farlo. Poso lo sguardo per terra, giocherellando con qualche pietrolina '' Kim, io ... '' ma lui mi blocca subito '' non dire niente, ho capito '' alzo istintivamente lo sguardo verso di lui e me ne pento quasi subito. Un dolcissimo sorriso gli increspava le labbra morbide e i suoi occhi erano così brillanti che potevano essere scambiati come due stelle, i capelli erano leggermente mossi da una brezza piacevole, e provo di nuovo quella sensazione, quella di saltargli addosso e non staccarmi mai più. Ma questa volta mi contengo e comincio a strofinare le mani tra loro nel disperato tentativo che il desiderio di lui si calmasse. Era una cosa senza senso. Una pazzia. Si morde il labbra e il formicolio sulle mani si fa più forte. '' mi piace questa cosa. Ci baciamo ma è come se non fosse successo nulla. È quello che stavi per dirmi no? '' in realtà non so cosa stavo per dirgli, ma l'amarezza nella sua voce e il suo sorriso più triste mi fanno bloccare il respiro. Vedevo un sottile filo che ci univa, così teso che potevo toccarlo senza che lui vibrasse sotto il mio dito, così teso che bastava una folata di vento per spezzarlo. In quel momento capii che quel filo era troppo prezioso per essere infranto. Mi ritrovo ad avvicinarmi a lui, come rendere meno teso quel filo '' Kim ti prego ascoltami ... '' '' ti ho detto che ... '' lo prendo per un braccio e quando si blocca, guardandomi negli occhi, faccio scivolare la mano verso la sua e la stringo. Mo mordo il labbro '' non capisco quello che mi sta succedendo in questo periodo. Mi sento strana, qualcosa è cambiato e io ... io non mi sento pronta per farti le promesse che ti aspetti, o che ti meriti. Non ancora. Forse ho sbagliato a fare quello che ho fatto, e mi dispiace così tanto, io ... '' '' Taylor '' mi chiama Kim stringendomi la mano. Sul suo viso c'era un dolce sorriso '' ho capito '' scuoto la testa '' no, tu ... '' '' ehi, ehi, ehi, tranquilla, non sono arrabbiato con te. Ti comprendo. Hai paura di avere un'altra delusione, lo capisco. Capisco che ti derve più tempo per conoscermi, per fidarti di me ''. Il cuore fa una capriola. È incredibile come mi capisca, come riesca a dire quello di cui ho bisogno. È un ragazzo fantastico. E forse è questo quello che mi attrae. '' non è successo niente. Stavi solo annusando la mia faccia '' ridacchio. Poi lui mi lascia la mano e si mette affianco a me '' ti accompagno a casa '' annuisco e riprendiamo a camminare, usciamo dal parco e ci dirigiamo verso la casa famiglia '' allora ... '' dice Kim infilando le mani nelle tasche dei jeans '' perché non mi parli un po' della tua famiglia? '' sorrido divertita '' è il momento dello psicologo? '' dico lanciandogli uno sguardo veloce. Ride '' perché no? '' sospiro e decido di rispondere '' te l'ho già detto, i miei genitori hanno fatto un'inci... '' '' frena, frena '' dice guardandomi e io lo imito, indirizzando lo sguardo su di lui '' cosa c'è? '' sorride '' vorrei sapere un po' com'era la tua famiglia prima dell'incidente '' quella richiesta mi lascia un po' perplessa '' prima dell'incidente? '' '' si, che ne so ... per esempio cosa cucinava tua madre la domenica, oppure come festeggiavi il compleanno ... '' '' la domenica eh? '' chiudo gli occhi e mi sembra di sentire l'odore della pasta al forno di mia madre. '' ogni domenica io e Ron ci svegliavamo tardissimo, vero mezzogiorno più o meno '' apro gli occhi e guardo davanti a me, ricordando la mia vita '' era bellissimo svegliarsi con l'odore della pasta al forno che mia madre cucinava sempre. Forse la domenica era il giorno più bello della settimana, perché era sicuro che lo avremmo trascorso insieme. A pranzo indossavamo tutti il piagiama. Era una cosa divertentissima. '' mi risveglio dal mio stato di trance e lo sorprendo a fissarmi '' sai, mi ero dimenticata questi particolari '' mi mordo il labbro '' hai visto? Servo a qualcosa dopotutto '' scoppio a ridere '' e i compleanni? '' azlo le spalle '' amici, amici dei miei genitori, una festa normale insomma '' si morde il labbro '' non mi sembra che sia un ricordo felice ... '' '' non che non lo sia, aspettavo il mio compleanno con un'eccitazione incredibile, ma ... riesco solo a vedere qualcosa che non posso più avere ''. Arrivati davanti il cortile di casa mi fermo e lo guardo. '' non festeggi il compleanno? '' scuoto la testa '' non lo festeggio da 5 anni, ormai '' si inumidisce le labbra '' perché? In fondo può darti solo nuovi ricordi '' '' amici, palloncini, festoni colorati, è tutto troppo simile per non aiutarmi a ricordare. Alla fine finisco per scoppiare a piangere '' termino con una risata senza allegria '' ti servirebbe trascorrerlo in un altro modo '' alzo le spalle '' Gus sta ancora cercando un'alternativa '' sospiro '' grazie per avermi accopagnato '' dico con un sorriso, ricambia '' è stato un piacere '' si china e io trattengo il fiato. Ma mi dà solo un piccolo bacio sulla guancia. '' ci vediamo domani '' dice allontanandosi. Lo saluto con la mano, e rimango ad osservarlo fino a che non svolta l'angolo e scompare. Sospiro e percorro il vialetto per raggiungere la porta di casa e quando arrivo, mi tasto le tasche. Ma scopro, stanca, che ho dimenticato le chiavi, quindi suono al campanello. intanto che aspetto, mi dondolo sui talloni e cerco di non pensare alla giornata trascosa. Proprio quando non riesco più a trattenermi, Dolores apre la porta, aggiustandosi gli occhiali sul naso. Quando mi vede, sbatte le palpebre '' Taylor ... hai dimenticato le chiavi? '' annuisco, mentre lei sospira e si fa da parte per farmi entrare '' cosa hai fatto oggi? '' mi chiede, mentre io salgo il primo scalino, mi giro verso di lei '' cosa ho fatto? '' annuisce '' si, non parliamo mai di quello che fai nel pomeriggio, o di come vanno gli studi, perchè non vieni nel mio ufficio e chicchieriamo un pò? '' aggrotto le sopracciglia '' ehm ... '' lei sorride dolcemente '' come qualche anno fa ricordi? non sapevi con chi parlare e venivi da me. Ho un pò di tempo libero '' indica con un cenno della testa il corridoio che portava al suo ufficio. Le guardo il viso, gli occhi imponitici, quasi imploranti e le labbra increspate in un lieve sorriso, mentre le mani erano congiunte in grembo '' è ... è inquietante '' lei ridacchia '' in onore dei vecchi tempi, potrei offrirti un bicchierino di whisky '' '' questo è ancora più inquietante '' amplia il suo sorriso e mi invita a seguirla mentre si incammina nel suo ufficio. Potrei andare con lei e chiacchierare di cose irrilevanti, oppure andare sopra e pensare e quello che non è accaduto ma è accaduto. Senza pensarci una seconda volta la seguo. Entro nel suo ufficio e chiudo la porta dietro di me. La trovo già seduta dall'altro lato della scrivania. Deglutisco e mi siedo davanti a lei '' partiamo dalle cose importanti ... come va a scuola? '' strofino le mani, in uno stupido modo per riscaldarle '' bene, Sam mi sta aiutando con le materie in cui non vado molto bene '' si toglie gli occhiali e li appoggia sulla scivania '' Sam è il ragazzo con cui lavori? '' annuisco '' pensavo che uscissi con gli amici, non per predere ripetizioni '' '' infatti ... mi aiuta mentre lavoriamo. Quando ci sono meno clienti mi da qualche consiglio e mi interroga, più o meno '' Dolores sorride e io abbasso lo sguardo sulle mie mani un pò imbarazzata '' e c'è ... simpatia fra voi? '' rialzo lo sguardo verso di lei inorridita '' cosa? '' no, anche con lui, no! lei alza le mani '' perchè sei così agitata? Non c'è nulla di male nel prendersi una cotta, soprattutto alla tua età '' mi passo la lingua sui denti, accavallo le gambe e incrocio le braccia '' ma no, figurati, è solo che Sam è un amico, sai non voglio che ci siano malintesi ... '' '' capisco '' dice lei appoggiadosi sullo schienale '' ma visto che siamo in tema ... Gus? Il tuo affascinante amico? '' non riesco a trattenere una risata '' questa conversazione diventa ogni istante più inquietante '' ridacchia e mi guarda sorridendo '' non c'è nessuno che ti piace? '' scuoto la testa '' nessuno ... o altre faccende da chiarire prima di entrare in altri casini '' ricordo più a me stessa che a qualcun'altro '' innamorarsi di qualcuno è una delle poche cose belle della vita, non privarti di ciò '' '' abbiamo un pensiero differente sull'amore, Dolores ... '' '' e qual'è il tuo? '' mi passo una mano dietro il collo '' è la conversazione più strana che io abbia mai fatto '' ma la donna non ride, si limita a sorridere tristemente, e quel sorriso, quasi forzato, mi fa sentire in colpa. '' anche quando diventa una delusione, l'amore è sempre la cosa più bella che ti possa capitare '' sbatto le palpebre e la guardo '' Dolores ... '' si alza e si viene a sedere sulla sedia affianco alla mia, guardandomi '' ho paura che tu ti chiuda troppo. Non devi innalzare un muro, Taylor, non puoi privarti di godere delle cose belle che hai intorno te '' '' non mi privo di nulla, Dolores '' ma lei non mi ascolta '' non hai molti amici, sei concentrata sul lavoro ... '' '' sto solo cercando di arrivare ai miei obbiettivi, e ... sugli amici ci sto lavorando, ma ho Gus, Sam, Kim ... '' '' sei qui da circa cinque anni e per me sei quasi una figlia, ma ... ecco cosa mi spaventa Taylor, i tuoi obbiettivi. Quali sono? '' e a quella domanda la mia mente cerca un risposta, ma non la trova. Vuoto totale. Ho degli obbiettivi, mio fratello, mia madre ... ma noto che tutto ciò che vorrei non dipende da me, che ho fatto già tutto il possibile e che adesso spetta a qualcun'altro continuare. Sono un'adolescente che non si gode la vita. '' siamo passate dall'amore ai miei obbiettivi '' dico in un sussurro, non sapendo cosa dire '' questi argomenti ti spaventano? '' chiudo gli occhi e mi passo le mani sul viso '' no, è solo ... è solo che non ci penso da così tanto ... '' '' ti ricordi quando restavi sveglia la notte aspettando il tuo principe azzurro? '' abbasso le mani e le appoggio sulle ginocchia, guardandola e sorridendo, grata di aver alleggerito la situazione '' ero piccola ... '' '' cercavi una piccola fiaba, cercavi un modo per sfuggire da tutto quello che ti era successo '' '' forse si '' sospiro '' ma sai che quella fiaba non si è mai realizzata '' si appoggia sulla spalliera '' io credo molto nei sogni, sai? E te lo dice una che di delusione ne ha avute tante '' '' che cosa vuoi dire? '' chiedo, bisognosa di puntare il riflettore su qualcun altro '' la vita non è stata molto gentile con me, soprattutto in fatto di sentimenti '' '' ah si? '' '' c'era un ragazzo, che poi è diventato un uomo ... era bello, intelligente, forte, ma era soprattutto un sognatore ed è quello che mi attirava a lui. Eravamo molto amici, quasi inseparabili, facevamo tutto insieme, e le mie amiche mi punzecchiavano quando mi trovavano ad osservarlo. Inutile dire che mi innamorai di lui '' si blocca e guarda sulla scrivania '' ma lui non mi amava, desiderava un'altra '' '' come facevi a saperlo? '' '' lo vedevo da come la guardava, dai sorrisi che rivolgeva solo a lei. Le parole non sono l'unico mezzo per comunicare qualcosa. '' '' che fine a fatto lui? Lo incontri ancora? '' alza le spalle '' a volte si, altre no, ma lui non mi riconosce. Quella ragazza gli ha spezzato il cuore, un pò come lui, senza volerlo, ha fatto a me, ma ne è valsa la pena'' '' cosa? Ne è valsa la pena? '' '' certo, sono una romaticona io '' '' non capisco ... perchè sei così felice di esserti innamorata di lui? '' '' perchè? Non c'è un perchè. A volte le cose succedono e basta. '' '' chi è? '' '' chi è chi? '' '' l'uomo di cui era innamorata '' '' pensi che te lo dica? è ancora nei miei più strani sogni, spero ancora che un giorno si avverino '' annuisco comica '' si, si ... chi mai vorrebbe una vecchia come te? '' lei fa una finta espressione dolorante '' sei una ragazza incivile Taylor Start, in camera tua. Adesso! '' scoppio a ridere '' come? La nostra conversazione è già finita? '' si alza e io la imito. Trattego il fiato quando mi chiude in un abbraccio '' ti voglio bene, Taylor '' ricambio l'abbraccio '' te ne voglio anche io ''

'' Gus, guardami negli occhi '' dico chiudendo l'anta dell'armadietto e richiamando l'attenzione del mio amico. Spalanca gli occhi in modo esagerato e si avvicina al mio viso, fino ad appoggiare la fronte sulla mia '' lo vedo, vedo il demone che ti sta divorando '' dice con voce teatrale. Lo allontano spingendolo via '' fai il serio, ti devo chiedere una cosa importante '' si ricompone e, mentre infila le mani nelle tasche di jeans, mi guarda '' okay, faccio il serio '' prendo un bel respiro e lo guardo '' pensi che io sia puttana? '' scoppia a ridere come se avessi detto una battuta comica. Si piega a 90 gradi mentre la sua sonora risata proruppe dalle labbra. Gli dò uno schiaffo sulla nuca, e lui si rialza non smettendo di ridere '' sei seria? '' incrocio le braccia al petto '' serissima '' deglutisce sumorosamente, cosa che mi fa alzare gli occhi al cielo, e si china un pò come per studiarmi il viso. Poi mi mette una mano sulla fronte '' se non sei seria, vuol dire che sei malata '' tolgo con un gesto impaziente la sua mano '' non sono malata '' '' allora non sei sana di mente '' '' sono a posto anche in quello '' '' allora stai vedendo delle serie tv che ti stanno facendo il lavaggio del cervello '' '' come fa una serie tv a farmi il lavaggio del cervello? '' si scompiglia i capelli '' ti fanno credere cose che non sono vere, come per esempio ... gli alieni ti rapiscono per studiarti, invece gli alieni ti rapiscono per papparti il cervello '' aggrotto le sopracciglia '' Gus, che ti sei bevuto oggi? '' '' whisky, mio padre ne ha lasciato un pò sul tavolo '' deglutisco '' ha ricominciato a bere? '' chiedo preoccupata. Diventa improvvisamente serio, alza le spalle '' ho paura di si. Penso che non riuscirà mai a superare la morte di mia madre '' mi mordo il labbro e gli stringo la spalla cercando di fare un sorriso rassicurante. La mamma di Gus morì poco prima che ci conoscemmo. Non mi ha detto nulla di sua madre, e non so niente di suo padre, a parte i problemi con l'acol, non so neanche quale aspetto abbia. Gus non mi invita mai a casa sua quando c'è suo padre, non mi ha mai spiegato il perchè, e io non ho insistito. Capisco quando una persona non ha voglia di parlare. Gus sorride e, inaspettatamente, si avvicina e mi abbraccia, affondando il viso nell'incavo del mio collo. Ricambio l'abbraccio e gli accarezzo la schiena, un gesto un pò goffo ma mi ritrovo in una situazione un pò strana per me. Quando si stacca mi sussurra un piccolo '' scusa '' che io liquido con un gesto della mano. Gli sorrido e guardo oltre la sua spalla, un pò per caso. Il mio cuore inizia ad accellerare, la mia mente corre di nuovo verso quello che è successo ma non è successo, i palmi delle mani cominciano a sudare e le dita diventano tutto un formicolio. Kim si avvicina con passo disinvolto verso il suo armadietto e quando mi vede sorride radioso e io ricambio il sorriso. Si avvicina al suo armadietto e si volta per aprirlo, ma io non riesco a staccargli gli occhi di dosso. Devo essere davvero malata. '' sul serio? Mister OcchiAzzurri? '' '' cosa? '' dico riuscendo a staccare gli occhi da Kim e a posarli su Gus. Hanno entrambi il nome composto da tre lettere. Si, Gus è un diminutivo ... mi chiedo se anche Kim lo sia ... ma cosa mi passa per la testa? '' cosa? '' ripeto. Gus raddrizza la schiena e sposta gli occhi scuri da me a Kim e viceversa. Poi si posano definitivamente su di me '' ti piace Baston? '' '' cosa? '' '' è la terza volta che ripeti 'cosa? ' il che non è incoraggiante '' '' co ... cioè no, assolutamente! A me non piace nessuno ... '' incrocio le braccia davanti al petto e sbuffo '' sicura? '' poi aggiunge '' come hai fatto a baciarlo? '' ''COSA?'' dico con voce stridula, molto sorpresa dalla domanda che mi ha fatto. Come fa a sapere? Chi glielo ha detto? Gus mi guarda con le palpebre socchiuse '' ti ho chiesco come hai fatto ha conoscerlo ... ti senti bene? '' sospiro di sollievo '' ho capito male, scusa '' mi guarda divertito '' cosa avevi capito? '' liquindo la cosa con un gesto della mano '' non è importante '' '' allora? '' cerco di ricordare la domanda. Rispondo senza riflettere, ancora concentrata sullo strano frainteso '' gli ho lanciato uno yo-yo un faccia '' lui scoppia a ridere immediatamente '' cosa? Ma io ti amo! Sei una grande! '' dice abbracciandomi forte, dandomi un rumoroso bacio sulla guancia. ''okay, okay, ho bisogno di spazio vitale '' dico facendolo staccare e aggiustandomi la maglietta '' che fai stasera? '' mi chiede il mio amico '' mangerò pizza davanti la tv, guardando vecchie sitcom americane '' '' una serata originale insomma ... '' alzo le spalle '' non mi va molto di uscire, mi dispiace '' lui alza il pollice '' tranquilla, ma promettimi che domani dedichi l'intera giornata al sottoscritto. è una proposta che non puoi rifiutare '' ridacchio '' e se la rifiuto? '' fa una faccia di finto dolore '' non puoi, insomma ... sono Gus '' '' questo è il grande problema '' si mette una mano sul cuore '' mi ritengo ufficialmente offeso '' sbatto le palpebre '' è anche la ragione per cui ti voglio così bene '' le sue labbra si stendono in un sorriso contento '' allora è deciso? Domani sei tutta mia? '' alzo il pollice '' sarò la tua schiavetta ... ovviamente scherzo '' aggiungo subito vedendo il suo sorriso trasformasi in malizioso. La campanella suona e saluto Gus, mentre mi avvio verso la mia classe.


#Spazio Autrice

lo so, il capitolo è corto e (secondo me ) non è uno dei migliori e avrei potuto fare di meglio, ma ... la scuola mi uccide e non solo quella. Anche tutti gli impegni che mi stanno schiacciando e il mio computer che praticamente vola nelle mani dei miei famigliari, una deve scrivere la tesina e il suo computer è rotto, l'altra deve prendere delle ricerche per gli esami e non ha il computer. Non sto molto bene, e penso di avere dei gravi problemi nell'organizzazione. Prometto che il prossimo capitolo sarà più lungo e eccitante :)

perdonatemi e spero che il capitolo vi piaccia comunque

un bacio

Dreamer84

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