CAPITOLO 25

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Busso alla porta, sbattendo lentamente le nocche sul legno scuro e duro. Una voce dolce me stranamente agitata mi invita ad entrare. Entro e senza guardarmi intorno mi accomodo sulla sedia ormai nuovamente familiare. La stanza della psicologa è sempre così spenta e triste, per evitare di trasformare il mio umore ( traballante tra l'ottimo e il normale) alzo lo sguardo verso la donna che cercava in fretta qualcosa, alzando fogli, penne, matite. Kasie sembrava stanca, il suo viso era pallido, i suoi occhi cerchiati da linee violacee. Appena trova quello che stava cercando ( una cartellina rossa) alza il viso verso di me e cerca di rivolgermi un sorriso

'' ciao Taylor ... ''

Dice con voce meno allegra del solito. Si sforzava di apparire normale e tranquilla, ma era impossibile non notare che era inquieta. Il tremolio delle mani, il sorriso quasi sforzato.

'' ehm ... ciao ... ''

'' come è andata questa settimana? ''

Dice aprendo la cartellina e appuntando qualcosa.

'' ehm ... ''

Da una parte avevo voglia di raccontarle quello che era accaduto, cosa avevo provato, chi mi aveva aiutata. Ma da un'altra ritengo sbagliato raccontare qualcosa di così intenso e profondo a qualcuno che non fosse ... il nome di Kim lampeggia nella mia mente come una insegna a neon. Lui mi capisce, mi sostiene ... sembra che lui sia l'unica persona che mi conosca veramente. Ma lo squillo del cellulare di Kasie interrompe le mie riflessioni. Lei impreca, si scusa e si alza rintanandosi in un angolo.

'' Jamie, sto lavorando ''

Dice con palese irritazione. Dopo una breve discussione, la donna dice qualcosa che cattura immediatamente la mia attenzione

''Kim ha bisogno di tempo per decidere, tuo padre lo mette troppo sotto pressione''

'' è solo un ragazzo, James! ''

Quando si accorge di aver alzato troppo la voce si gira verso di me e fa un sorriso di scuse. Avrei dovuto girarmi e non ascoltare la conversazione, ma la curiosità mi divorava. Cosa c'entra Kasie con Kim? Sentivo che non poteva essere altro che il mio Kim, quello che aveva nominato.

'' finiscila di appoggiare Gideon e sostieni tuo figlio ... non alzare la voce! Per una volta metti da parte il lavoro e prendi in considerazione la tua famiglia! ''

''almeno tua madre capisce i bisogni di tuo nipote! ''

Dopo un ultimo scambio di battute, Kasie interrompe la chiamata e torna a sedersi davanti a me. Con la voce ancora adirata, riprende la cartellina e mi guarda come annoiata e con i lineamenti del viso duri e affilati

'' dove eravamo rimaste? ''

Rimango sorpresa dal suo tono freddo. Ancora con i pensieri da tutt'altra parte cerco di rispondere

'' ehm... ti stavo per raccontare la mia settimana ''

La donna incrocia le braccia, dopo aver lasciato la cartellina aperta sul tavolo, e si poggia sulla spalliera della sedie, fissandomi con sguardo da far rabbrividire.

'' forza ... ''

Se prima avevo qualche dubbio sul dirle ciò che realmente era successo, adesso non ne avevo più. Avrei raccontato quella settimana come una delle più normali in assoluto, solo per finire subito la seduta e tornarmene in camera a pensare e pensare. Ma Kasie mi stupisce, sbuffa e si passa una mano sul viso

'' perdonami, mi sono lasciata condizionare dalle mie emozioni, non volevo essere scortese con te '' si rimette dritta e, inaspettatamente, ridacchia '' avrei bisogno io di una psicologa in questo periodo ''

La Ragazza Yo-YoWhere stories live. Discover now