CAPITOLO 17

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'' mangialo '' guardo Gus alzando le sopracciglia '' scherzi vero? la mia bocca andrà in fiamme! '' in tutta risposta il mio amico prende il barattolo di salsa piccante, lo mette vicino al suo piatto e, con un cucchiaino, ne applica un altro pò sul pezzo di pane già zuppo. '' ecco, un'altra lamentele e ne metto ancora di più '' aggrotto le sopracciglia '' ma ... '' lui alza il dito '' ah, ah, stai attenta a quello che dici, Start ... '' incrocio le braccia davanti l petto e appoggio la schiena sulla spalliera '' e se io non voglio farlo? '' imita la mia posizione, guardandomi con occhi divertiti '' allora vuol dire che sei una fifona e cambierò il tuo nome in PAPERA '' faccio una faccia schifata '' sai che odio le papere '' ride divertito '' per questo lo farò ... '' gli lancio un lungo sguardo di sfida, poi lui sbuffa e mette le braccia sul tavolo '' questo è il mio garage, sono il re del mio garage, e tu, piccola plebea devi fare ciò che ordino '' non rieso a trattenere una risata '' plebea? '' alza le spalle, cosa che mi fa irritare '' allora me ne vado '' faccio per andarmene '' oh su Tay, se ... se lo mangi diventi la mia regina '' e lo dice in un tono così strano che quasi mi fa ridere '' cosa? '' lui alza un sopracciglio '' cosa cosa? ''      '' hai detto, diventi la mia regina '' dico imitando il suo tono di voce. Lui annuisce '' già ehm ... ''      '' è che lo hai detto in un tono così strano ... '' la sua espressione confusa mi fa fermare. Sospiro e mi riavvicino '' allora... mettiamo delle limitazioni '' alza le mani '' tutto quello che vuoi '' alzo il pollice, contando '' uno, se è troppo forte lo sputo '' alzo l'indice '' due, divento lo stesso la regina del tuo garage'' alzo il medio '' tre, poi tu devi fare qualcosa per me '' sempra pensarci su, poi annuisce '' okay ci sto '' indica la sedia con un cenno del capo '' adesso siediti e fammi divertire '' alzo gli occhi al cielo, ma mi siedo e prendo il piatto. Senza pensarci due volte prendo il pezzo di pane e lo infilo in bocca. Stringo gli occhi aspettandomi un gusto esplosivo, ma in un primo momento non succede niente e riapro le palpebre. Gus mi guarda con un'espressione di attesa. Solo quando inzio a masticare succedono i problemi. La lingua comincia a bruciarmi, il palato fa in fiamme. Sputo immediatamente ciò che è diventato e la lingua penzola dalla bocca. Mi alzo immediatamente, in cerca di qualcosa mentre cerco qualcosa da bere. Qualunque cosa. Vedo una lattina di coca poco lontano, su un tavolino mezzo smontato e mi findo a prenderla, aprendola con foga e bevendo avidamente. Quando il dolore al palato è diventato più sopportabile, prendo un altro sorso e lascio che vaghi in bocca, sperando che purificasse anche la lingua. Mi giro e trovo Gus morire dalle risate,dondolando sulla sedia, quasi sul punto di cadere. Ma non se ne accorge tanto è intento a ridere. Quando si è calmato un pò, mi avvicino e picchietto un dito sulla spalla, e, appena si gira gli sputo la coca in faccia. Cade dalla sedia e questa volta sono io a morire dalle risate. Si rialza con un sorriso divertito sulla faccia ancora grondante di coca cola, come le ciocche più vicine al suo viso. '' piccola bastarda '' mi coglie di sorpresa prendendomi per la vita e alzandomi. Mi ritrovo con lo sguardo sulla sua schiena e il mondo sottosopra. '' Gus! '' apre il garage con un calcio e esce '' Gus dove mi porti! '' dico agitandomi '' adesso ti porto in piazza per giustiziarti! Hai disonorato il tuo re adesso paghi le conseguenze '' gli dò un pizzico sulla spalla '' e continui! ''     '' bhe ma io sono diventata regina! E tutti sanno che le regine sono più importanti ''       '' e perchè? ''      '' perchè le donne sono più intelligenti, attive, hanno un potere sugli uomini che i re non hanno ''     '' bhe, visto che sei regina provvederò in modo diverso, meno mortale ''     '' oh ma che re generoso '' e intanto passeggiavamo cos' per le strade, io sulla sua spalle e lui che mi portava come se non pesassi nulla. Certe volte sobbalzava per sistemarmi meglio sulla mia spalla e io mi ritrovavo a bestemmiare. '' mi stai trattando come un sacco di farina '' ma non risponde si limita solo a ridere. Arriviamo in piazza e mi meraviglio a non trovare nessuno. La nostra è una piccola piazzetta, poco lontano dal parco, ma molto più piccola di esso. Le mattonelle in pietra chiara ne rivestono tutta l'area e quattro colonne sono situate lungo il perimetro di essa, a una distanza precisa. Sono sottili e chiare, e di solito vengono usate per appendere luci e addobbi alle ricorrenze o celebrazioni. Al centro della piazza c'è una piccola fontana. Noi la chiamiamo la fontana dei colori, perchè la sera capita che l'acqua appaia colorata grazie alle luci che si trovano alla base di essa. La fontana ... '' Gus ... '' lo chiamo capendo ciò che vuole fare '' Gus! '' lo chiamo più determintata, ricominciando a muovermi, come una vittima che cerca di sottrarsi al suo omicida '' Gus! '' ma questo non fa altro che aumentare velocità e in un attimo mi ritrovo immersa sotto il getto della fontana. Sorpresa boccheggio, ma questo non fa altro che peggiorare la situazione. Non riesco a respirare. E tutt'un tratto penso a mio padre. Anche lui cercava aria, come se stesse annegando? Oppure la botta gli ha tolto il respiro facendolo morire sul posto. Forse lui era ancora vivo, e vedeva la mamma con gli occhi chiusi, le pose innaturali, pensando che fosse morta. Forse si è lasciato andare con questa convinzione. Forse è morto gridando il suo nome, sperando fosse viva. Forse ha pregato. Mi chiedo a cosa abbia pensato. Si dice che quando muori la tua vita ti passa davanti, come un rapido film. Chissà cosa ha pensato mentre vedeva Ron saltare, me leggere, la mamma sorridere ... quando Gus mi prende per le braccia e mi fa uscire dal getto, riprendo aria. Lo guardo mentre mi scruta attentamente, e il suo sorriso sparisce, rivelando un'espressione preoccupata '' Tay ... '' sento le mie lacrime calde, mischiarsi con le gocce fredde dell'acqua. Ansimo aggrappandomi a Gus e abbassando lo sguardo sulla sua maglietta per non guardarlo, e per non pensare. Le sue mani umide si posano sulle mie guance e le accarezzano, dandomi un pò di conforto e facendomi riprendere il controllo '' Taylor perdonami ... '' scuoto la testa abbozzando un sorriso '' sto bene, non è colpa tua ... ''      '' Taylor ... '' faccio scivolare le mani lungo le sue braccia fino ad arrivare alle sue, stringendole. Faccio un sorriso più convincente '' sto bene, sul serio, ho solo ... non importa ''. Lui mi guarda intensamente e noto il suo sguardo farsi sempre più triste. Gli do una pacca sulla spalla e ridacchio '' Gus, non fare quella faccia, sto bene, davvero '' mi avvicino un pò di più a lui, uscendo dal getto d'acqua con tutto il corpo e un brivido di freddo mi percorre, facendomi tremare. Sento le sue braccia forti corcondarmi e appoggio la guancia sul suo petto, senza pensare alla sua maglietta bagnata '' sicura di stare bene? '' dice in un sussurro. Allargo le braccia e lo circondo con esse, chiudendo gli occhi '' te l'ho ripetuto dieci volte, sto bene ''.

La Ragazza Yo-YoWhere stories live. Discover now