CAPITOLO 7

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Pasticcio il quaderno, sbuffando seccata. Oggi il pullman ha fatto qualche minuto di anticipo e il professore qualche minuto di ritardo. Mi ritrovo seduta vicino alla finestra, seduta a fare piccoli disegnini insignificanti sul quaderno più insignificante di sempre. Matematica. È la materia che più odio, subito seguita da storia, geografia, inglese e grammatica. Guardo il mio capolavoro incrinando la testa, un alce? Un cane? Un pesce? '' è un bambino con la lebbra che si fa il bagno in una vasca invisibile piena di spaghetti grigi '' accanto a me si siede Baston, appoggiando lo zaino sul banco con un tonfo. Lo guardo, il viso è illuminato da un bellissimo sorriso. Wow che denti fantastici. Penso, concentrandomi sulla bocca per qualche secondo, poi sposto lo sguardo sui suoi fantastici occhi '' eh? '' dico confusa '' il tuo disegno ... '' risponde indicando il quaderno davanti a me. Prima di rispondere guardo di nuovo le sue labbra e sembra che da un momento all'altro esploderò per la vergogna. Guardo il disegno e faccio una smorfia '' un bambino con la lebbra? Quanto sei pessimista! '' ribatto sperando con tutto il cuore che non si ricordi quella serata. Ridacchia mentre io tamburello la matita sul figlio, alternando punta e estremità. '' perché sei venuto vicino a me? '' non che mi dia fastidio, solo che la sua presenza mi mette un pochino a disagio '' non c'erano altri posti '' risponde sistemandosi sulla sedia. Guardo oltre la sua spalla e vedo bachi ancora vuoti. Decido di non approfondire la cosa '' Okay ... '' dico prolungando la ' o ' per far sembrare la cosa inquietante. Si morde il labbro inferiore, cercando forse di trattenere una risata. Appoggia le braccia sul banco e mette le mani tra i capelli, poi si gira a guardarmi '' Taylor ... volevo scusarmi per quello che è successo sabato sera ... '' deglutisco a fatica. Se lo ricorda? Oddio e se ho baciato male? Aggrotto le sopracciglia. Cosa vado a pensare? '' bhe ... è stato un pochino ... cioè molto ... ehm ... '' balbetto. Mi mordo il labbro. Debolezza. Non sono debole. '' ... imbarazzante ... '' conclude la frase lui. Si raddrizza, passandosi una mano fra i capelli '' ti giuro, non so cosa mi preso e quello stupido ricatto poi, di solito non mi comporto così neanche da ubriaco '' faccio un piccolo sorriso, vedendolo in imbarazzo '' ubriaco lo eri eccome '' annuisce '' le conseguenze della mattina dopo sono state catastrofiche ... ti risparmio i dettagli '' dice con fare teatrale, al che rido, quasi senza che me ne accorga. '' avrei dovuto ridarti il telefono subito, chiamarti quella sera stessa, ma ho avuto un ... contrattempo ... diciamo ... '' si rabbuia, torturando la cerniera del suo zaino. Che cosa gli sarà successo? '' se vuoi parlarne ... '' mi ritrovo a dire senza pensarci. Si gira verso di me e si apre in un sorriso. Ho perso il controllo del mio corpo. Il cuore mi batte all'impazzata, il cervello è come una strada principale all'ora di punta e la bocca produce suoni senza che io me ne accorga. '' in verità, parlare con qualcuno mi farebbe sentire meglio ... '' dice tra sé e sé. Il professore decide di far la sua entrata proprio in quel momento. '' scusate ragazzi ... '' dice con l'affanno tamponandosi con un fazzoletto la fronte piena di sudore. Dopo essersi ripreso con respiri abbastanza rumorosi, che suscitano le risate della classe, prende un gesso e comincia a scrivere sulla lavagna. '' avrei anche bisogno di una piccola gita turistica per il paese '' sussurra Kim verso di me '' non è certo difficile orientarsi in un piccolo paesino '' ribatto, dopo aver finalmente ripreso il controllo '' vedi che dopo aver vissuto praticamente tutta la vita in una grande città, è difficile ... '' '' Baston! '' lo riprende il professore '' togli quello zaino dal banco e vieni a fare l'equazione alla lavagna visto che hai voglia di metterti in mostra oggi '' Kim sbuffa, abbassando lo zaino e alzandosi dalla sedia. Io trattengo una risatina, anche se lui se ne accorge e mi lancia uno sguardo tagliente accompagnato però da un tenero sorriso. Alla fine, dopo le sgridate del prof ritorna a posto senza aver risolto l'equazione e Veronica Mars, il genio matematico della classe prende il suo posto. Io mi rannicchio vicino al muro per non farmi vedere ed essere interrogata. Kim intanto prende un foglio e con una matita scrive qualcosa, poi lo passa a me. La cosa che mi salta subito all'occhio e che ha una bellissima scrittura. ' ci vediamo domani pomeriggio dopo scuola? Pranziamo insieme, offro io ' lo guardo e lui mi fa l'occhiolino. Trattengo una risatina e guardo il professore. Domani pomeriggio devo andare a lavorare al bar ... ma posso tranquillamente prendere un giorno di ferie. Di solito non perdo mai una giornata di lavoro per uscire con un ragazzo. Chiariamo bene, non ' usciamo' insieme, lo aiuto soltanto ad integrarsi in questa merda di società, nella qualche nemmeno io sono integrata ma questi sono dettagli. Fatto sta che voglio uscire con Kim. In fondo gli ho lanciato accidentalmente uno yo-yo in testa. ' Okay ' scrivo sul foglio per poi mandarglielo. Lui legge e mi sorride.

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