CAPITOLO 5

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Guardo Annabel intimorita e mi alzo, vado verso la donna e prendo il telefono, lanciandole uno sguardo curioso. Lei appena me lo lascia incrocia le braccia davanti al petto e mi guarda. Di solito a quest’ora della sera non è premesso telefonare, mandare messaggio o usare in qualunque altro modo un cellulare, o un telefono o qualunque altra cosa di tecnologico. Avvicino la cornetta all’orecchio - pronto? - un colpo di tosse - senta ho trovato il questo cellulare per terra, è suo per caso? -    - ehm … la mia vista è al quanto limitata, non riesco a vedere attraverso un telefono - una risata, un altro colpo di tosse - sa che hai ragione? Allora vediamo un po … - un pausa di riflessione - dovrebbe essere un Nokia, si! Un Nokia! Ah quanto sono bravo! - si auto compiace, che uomo modesto. - questo era il primo numero del registro chiamate … - sbadiglio. Cosa devo dire? Provo a fare l’indifferente - ehm … mi dispiace ma penso che abbia sbagliato persona  -    - ah allora non è un problema se mando un messaggio a tutta la tua rubrica con pensieri poco casti da parte della ragazza yo-yo? - Baston! - non farlo -     - ma se il cellulare non è tuo cosa ti interessa? -     - non farlo e basta - un’altra risata - e se lo faccio che mi fai? -     - dove sei? -     - al Moon! - dice una voce divertita e abbastanza lontana - sta’ zitto coglione! - in tutta risposta riceve una risata divertita. Cosa ci faceva al Moon? - Baston … -  Non faccio in tempo a mandarlo a fanculo che lui chiude subito la telefonata. Allontano la cornetta e la porgo alla signora Dolores - chi era? - chiede subito lei prendendo il cellulare. ‘ un coglione che si è fregato il mio cellulare e ora vuole che vada a ucciderlo ‘ di certo questo non lo potevo dire. Pensa, pensa, pensa … - i miei compagni di scuola amano farmi degli scherzi, avranno trovato il numero fisso e avranno pensato ‘ rompiamo un po’ le palle a quella simpaticona di Taylor!’ -le sorrido. Sento una risatina soffocata di Annabel - Taylor! Quante volte ti ho detto di non dire parolacce! - alzo le mani - scusami … -     - devi pensare di più signorina! - detto questo se ne va altezzosa. Chiudo la porta e mi giro verso Annabel che stava trattenendo altre risate. E ora? Come faccio ad andare a prende il cellulare? Scarto l’ipotesi di chiamare Gus … dopo neanche un giorno che abbiamo ‘ litigato ‘ non posso chiamarlo. Sam! Lui mi ha sempre aiutato in situazioni come queste, sono certa che questa volta non sarà da meno. - mi presti il tuo cellulare? - le chiedo. Lei annuisce e apre il cassetto del suo comodino, prende un fantastico samsung e me lo porge. Lo prendo con delicatezza e non trovando nessun tasto vado nel panico - come si accende questo coso? - la rossa comincia a ridere e spinge qualcosa, probabilmente un tasto nascosto, sulla parte superiore. Lo schermo i accende e lei immette una specie di password, lo sfondo ritrae lei con altri ragazzi della nostra età, probabilmente suoi amici, poi pigia su una cornetta e appare una tastiera telefonica - vuoi fare una telefonata giusto? - annuisco e comincio a spingere delicatamente le dita sui numeri, sperando con tutto il cuore che il numero sia quello giusto, clicco sul tasto verde e avvicino il cellulare all’orecchio. - pronto? - la voce di Sam mi arriva chiara e forte - Sam! Sono Tay! Ho bisogno che mi accompagni in un posto -     - dritta la punto … sei alla casa famiglia? -    - dove potrei essere? - affermo ovvia - okay, okay, non ti scaldare. Sono lì tra dieci minuti. Solito posto? - sorrido - solito posto -. Quando chiudo Annabel mi guarda confusa - dove stai andando? - mentre apro l’armadio e prendo la giacca le rispondo - al Moon, un night pub, dove si gioca d’azzardo, si beve e si balla. Vuoi venire? - rimane bloccata - sai, non sono tipo da fare queste cose - le lancio la sua giacca - non devo giocare! Devo soltanto prendere il mio cellulare, dare un pugno a un ragazzo e andare via, niente di che - lei si infila la giacca - come facciamo a uscire? - mi chiede. - dalle scale di emergenza - spalanca gli occhi - ma non sono dotate di allarme o qualcosa del genere? - sbuffo - pff … non ci sperare. C’è solo uno stupido sistema, appena si alza il fumo e tocca il soffitto, la serratura scatta e la porta si apre - mi avvicino alla porta e appoggio la mano sulla maniglia - pronta? - sussurro, lei annuisce. Usciamo in corridoio e camminiamo silenziosamente. Appena raggiunto il bagno bisogna svoltare a destra, la porta di emergenza si trova proprio alla fine. In punta di piedi la raggiungiamo - come facciamo ad aprirla? - le faccio segno di stare in silenzio. Mi inginocchio e sfilo un fermacapelli che teneva legato un ciuffo ribelle, questo scende giù fino agli occhi,  lo scosto con violenza. Dalla tasca della giacca ne prendo un altro e comincio il mio lavoro. Quando ero più piccola adoravo i film di azione e ogni volta che un ladro riusciva a scappare aprendo una porta senza chiave rimanevo come incantata. Appena conosciuto Gus, lui mi ha insegnato a farlo con dei semplici fermacapelli. Così sono riuscita a uscire sempre da questo inferno senza che nessuno se ne accorgesse. ‘ clik ‘ la porta si apre lentamente. Lancio uno sguardo divertito a Annabel che fissa la maniglia ad occhi spalancati. Mi rimetto in piedi e apro di più la porta, facendo attenzione a non fare rumore. Usciamo e l’aria fredda ci invade, ma non ci faccio caso. Perché Baston mi ha chiamata? E perché stava proprio al Moon? Appena scendiamo le scale la Fiat di Sam ci raggiunge. Faccio segno a Annabel di andare dietro mentre io prendo posto sul sedile del passeggero affianco a Sam. Appena salite parte a tutta birra e solo dopo aver messo abbastanza distanza tra noi e la casa famiglia, rallenta - ciao! - sorride allo specchietto retrovisore per salutare la rossa, lei ricambia con un cenno della mano - silenziosa eh? - lei si morde ossessivamente il labbro - lasciale riprendere dallo shock, è la prima volta che scappa dalla casa. Vero? - le chiedo, annuisce. - tu hai reagito molto peggio. Hai parlato per tutto il tragitto - ride - ti stavo quasi per riportare indietro - sbuffo - cambiando argomento, sai almeno dove dobbiamo andare? - sorride  - no - sbuffo di nuovo - sei sempre incorreggibile! -fa una smorfia - sembri la mia vecchia prof di letteratura ‘ Reyes! Incorreggibile! Sempre incorreggibile! È modo quello d stare seduti? ‘  - dice imitando la voce di una vecchietta. Rido, accompagnata da Annabel - hai riso! Bhe questo è un traguardo! - la sua risata aumenta - bhe donnaiolo, gira a destra -  mi guarda stupito - a destra? No c’è niente a destra a parte … - si blocca. Annuisco - già devo andare proprio lì - svolta a destra. - e perché? - mi chiede con gli occhi incollati sulla strada - hai presente Kim Baston? -    - il presunto nipote del vecchio? - annuisco - già … ha il mio cellulare e mi minaccia - stringe così forte il volante che le nocche diventano bianche - cose porne? -     - no! - mi affretto a dire - so solo che se aspetto un altro po’ manderà messaggi ‘ poco casti’ a tutta la rubrica - dico imitando le virgolette con le dite. Dopo qualche secondo Sam parcheggia davanti al Moon e slaccia la cintura - nonono tu rimani qui - dico aprendo la porta - nonono tu, io vengo con te - scende dalla macchina. Faccio il giro dell’automobile e lo fermo - tu rimani qui - gli ordino - perché? -    - non crederai forse che mi sia dimenticata che ogni sera vengono alcuni tuoi amici di vecchia data? - dico indicando il locale dietro di me. Lui sbuffa - se entro un’ora non esco di lì ti do il permesso di entrare -    - un’ora? -    - lo devo modellare per bene … ci vuole un po’ di tempo - incrocia le braccia davanti al petto. Lo immagino mozzicarsi l’interno della guancia. Lo fa sempre quando è nervoso o arrabbiato - mezz’ora - mi metto nella sua stessa posizione - un’ora -    - mezz’ora -     - un’ora -      - mezz’ora -     - un’ora -     - tra quarti d’ora, è la mia ultima offerta -mi porge la mano - affare fatto - gliela stringo, con un cenno del capo gli indico la macchina - sta attento alla mia amica -  sorride - non potevi lasciarla in mani migliori - mi allontano e vado verso l’entrata del bar, prendo un grande respiro ed entro. Vengo subito avvolta da una puzza di marcio e di alcol. Il locale era abbastanza grande, le pareti si alternano tra blu e azzurro più intenso. In fondo c’è un palchetto con tende nere e la scritta ‘ MOON ‘ che lampeggiava con i suoi neon. C’erano una marea di tavoli rotondi che occupavano quasi tutta l’ala destra del locale dove sedevano un piccolo mucchio di persone che sorseggiavano una bottiglia senza alcun ritegno ,l’ala sinistra era occupata da un bancone con appoggiato un ragazzo tutto piercing che giocava con un cellulare e muoveva i pollici a ritmo irregolare sullo schermo, come sfondo aveva una pila infinita di bottiglie appoggiate accuratamente su delle mensole. Accanto al bancone c’era una piccola vetrina con alcuni spuntini dall’aria non troppo sfiziosa e vicino a questo stava una specie di cassa dove sedeva un uomo grassoccello e bianco come la neve che parlava con un uomo incredibilmente magro girato di spalle. La sua risata rude e pesante riempie tutta la sala. Mi stringo nella mia giacca e mi avvicino - … ma l’hai sentita la novità? - stava dicendo l’uomo seduto - scusi - mi intrometto, lui si gira immediatamente e mi guarda da testa a piedi - cosa vuoi? - anche da questa distanza si può sentire quanto il suo alito puzzi di alcol - sto … sto cercando un ragazzo - lui ride - dolcezza, questo posto pupulla di ragazzi problematici, decidi quale prendere e portatelo a casa -  aggrotto le sopracciglia. Che cosa stava dicendo? - lascialo stare è solo un vecchio ubriaco - urla il ragazzo del bancone. L’uomo prende una carta, forma una pallina e gliela lancia - sta’ zitto Rub! - il ragazzo comincia a ridere e si avvicina a me.  - ubriaco però simpatico se lo conosci bene - da una pacca all’uomo. Non puzza affatto di alcol, come il resto del posto, anzi di menta, fresca e pulita. - magari posso aiutarti io … chi stai cercando? -     - un ragazzo con occhi azzurri, abbastanza alto, capelli marroni … - lui sembra sempre più confuso. - dolcezza sai quanti ragazzi come questi passano ogni sera qui? non puoi pretendere che noi ricordiamo chiunque! -     - sta’ zitto Racchio - l’uomo fa una specie di ringhio, poi ritorna alla conversazione con l’uomo. Il ragazzo si rivolge di nuovo a me. Non è molto pallido, e ha meno piercing di quel che pensavo, due sul sopracciglio destro, uno sul labbro e un altro sul naso. Non è così brutto, anzi se lo guardi bene può essere anche carino - puoi dirmi il nome … magari me lo ricordo - mi chiede gentilmente - Kim Baston - Racchio scoppia a ridere e Rub spalanca gli occhi - il nipote di Baston? - annuisco - quel ragazzo sta percorrendo la strada del nonno, dolcezza, se fossi in te non mi ci affezionerei tanto - dice Racchio  - non mi sto affatto affezionando, ha qualcosa che è mio e semplicemente me lo sono venuto a riprendere - poi mi rivolgo al ragazzo - sai dov’è? - annuisce - di sotto se vuoi ti ci accompagno -    - si grazie - mi fa cenno di seguirlo e io lo faccio. Percorriamo la sala fino ad arrivare ad una porta, la apre e ci entra dentro. Lo faccio anche io e mi ritrovo davanti a una rampa di scale che scende, è abbastanza stretta ma ci passo lo stesso. Scendiamo e mi ritrovo in un’altra sala. È divisa in diverse aree. Una dedicata alle slot machine, un’altra dove uomini si radunavano intorno a un tavolo e giocavano a poker, un’altra dove erano sistemanti un paio di poltrone e uomini e donne si rilassavano e parlavano e un’altra dove c’era un’alta concentrazione di tavoli da biliardo. La maggior parte delle persone teneva in mano una bottiglia e prendeva degli avidi sorsi, mentre la restante parte aveva almeno un bicchierino in mano. A differenza del piano di sopra questo era pienissimo di ragazzi e uomini, mentre le ragazze e le donne erano in netta minoranza. Risate e urli di vittoria o di sconfitta risuonavano dappertutto. Rimango a fissare un uomo che probabilmente preso dalla rabbia dovuta alla sconfitta rovescia un tavolo e tutto finisce a terra. Comincia una vera discussione - mi devi ripagare la bottiglia! -    - non ti pagherò un bel niente brutto bastardo! - piano piano dalle parole arrivano alle mani, e mentre tutti gli altri ridono e incitano, alcuni camerieri arrivano per separare gli uomini. Rub mi tocca una spalla - Baston è tra i tavoli di biliardo, è davvero bravo a giocare … - lancia uno sguardo verso gli uomini che si stanno menando - io vado lì - dopo di che si fionda ad aiutare gli altri camerieri. Sposto lo sguardo sulla ‘ sezione biliardo ‘ e cerco con lo sguardo Kim. Lo trovo concentrato chino sul tavolo da biliardo pronto a fare il suo tiro. Assumo uno sguardo arrabbiato e gli vado incontro. Passo tra tutti i tavoli fino ad arrivare al suo, mi metto al suo fianco e incrocio le braccia. Lui intanto aveva fatto la sua mossa e ora rideva contento - il mio cellulare - dico con voce abbastanza sicura. Lui si gira verso di me, gli occhi azzurri brillanti e le guancie arrossate. Non mi sorprende che abbia in mano una bottiglia di liquore mezza vuota . E’ proprio ubriaco - - vedi vedi chi mi è venuta a trovare! La mia ragazza yo-yo! -  mi circonda le spalle con un braccio e mi avvicina a se. Quanto puzza di alcol! Lo respingo - Baston ma che fai? - lui ride - rivoglio il mio cellulare! -      - se chiami cellulare sta’ merda sei proprio fottuta! - un ragazzo che non ho mai visto fa il giocoliere con il mio telefono - ehi! Dammelo! -  gli urlo contro.  Vado verso il ragazzo ma Kim mi ferma con un braccio - forza Fray dammi quell’affare - il ragazzo gli lancia il cellulare e io manco un battito. Se non lo prende giuro che lo ammazzo. Fortunatamente ( per lui)  il cellulare va a finire direttamente nelle sue mani e lo infila in tasca - Baston, esci quel fottuto cellulare e ridammelo! - lui prende un sorso dalla bottiglia - sai giocare a biliardo? - mi chiede invece - che cosa centra? - si avvicina a me e mi circonda la vita con un braccio, abbassa lo sguardo sul mio e si avvicina lentamente al mio orecchio, sfiorandomi la pelle con il suo respiro, caldo e pesante - rendiamo le cose più interessanti - mi libero dalla sua stretta e indietreggio così tanto che stavo quasi per inciampare. Sotto il suo sguardo divertito e la sua risata sempre più forte riprendo l’equilibrio, prendo un respiro profondo e mi avvicino lentamente - ho i minuti contati, dammi il cellulare - Kim si avvicina e io mi blocco di colpo. Non voglio che il suo respiro mi tocchi di nuovo la pelle. Mi fa sentire strana. In quel momento il mio cuore ha cominciato a battere all’impazzata e ho sentito un calore incredibile, come se il sole mi stesse bruciando. - facciamo così … - prende un altro sorso dalla bottiglia - … facciamo una partita a biliardo, se vinci tu ti ridò il cellulare - incrocio le braccia al petto - e se vinci tu? - avrei dovuto dire ‘ non se ne parla, dammi il cellulare e finiamola qui’ eppure la curiosità mi divorava. Un altro passo verso di me. - se vinco io … - mi sorride malizioso. - se vinco io ti ridò il cellulare … - quello che aveva detto non ha senso. - e … - immaginavo non avesse finito. Un altro passo. Saranno cinque centimetri che ci separano. - … voglio un bacio -  scoppio a ridere. Un bacio? - cosa te ne fai di un bacio da parte mia? - gli chiedo- si arrapa! - grida un ragazzo, che suscita una risata generali. Tranne a Kim. Lui mi fissa, uno sguardo intenso, come il colore dei suoi occhi. Per quanto voglia distogliere lo sguardo, non riuscivo a non guardarlo. Un altro passo. Un centimetro, praticamente nulla - un mio bacio non conta nulla - continuo in un sussurro, come se volessi farmi sentire solo da lui - ti sottovaluti - sussurra anche lui - sottovaluti il potere che un tuo bacio potrebbe farmi -  sbatto gli occhi più volte e incrocio di nuovo le braccia, come se questo gesto potesse controllare la distanza tra noi, o i brividi di piacere che le sue parole mi provocavano - e che potere ha? - si allontana di colpo sorridendo. - gioca e lo scoprirai - dice spalancando le braccia.- Il fatto è che io non so giocare a biliardo - beve un altro sorso - questo è un duro colpo- dice facendo una smorfia di finto dolore. Alzo un sopracciglio - chi vuole rappresentare la ragazza yo-yo nella partita? - alcuni ragazzi alzarono la mano divertiti, sghignazzando e spintonandosi. Kim indicò un ragazzo grassottello, basso e con un ghigno orribile sulla faccia - Sebastian, sarai tu a rappresentare la mia ragazza yo-yo - disse scherzoso massaggiandomi la schiena. Mi allontano subito da lui - senza mia - preciso cominciando ad avere un caldo insopportabile - dolcezza perché sei tutta rossa? - mi chiede Fray, il ragazzo che prima giocava con il mio cellulare - ehi modera i toni - lo ammonisce Baston diventando improvvisamente serio. Mi viene quasi da ridere. Potrebbe essere … geloso? Ma dai che dico! Lo conosco appena! MI conosce appena! - allora? - mi chiede alla fine - allora cosa? -    - perché sei tutta rossa? - sbatte le palpebre più volte. - ho … ho … - a quel punto si apre in un bellissimo sorriso. - sei imbarazzata? - alzo il mento - ti sbagli di grosso …. Ho semplicemente … caldo! Ho caldo! -     - hai ragione, fa un po’ caldo - si stiracchia e nel farlo la maglia aderisce ancora di più al suo corpo, delineando gli addominali perfetti, i muscoli scolpiti. Stringo forte le mani a pugno e cerco di reprimere la nuova ondata di calore che mi sta invadendo. Cazzo che mi succede? Che mi sta succedendo? Ho forse la febbre? Mi tocco con la mano la fronte e vedo che scotta … o è la mia sensazione? Me ne devo andare subito da qui - facciamo in fretta - dico appoggiandomi sul bordo del tavolino da biliardo. - quanta fretta … - dice Fray. Ma i cazzi suoi non se li può fare eh? - dove devi andare? - mi chiede Baston sistemando la sua stecca. - a casa … ho i minuti contati - lui ride, si china e prende la mira. Riscaldamento, eppure sembra concentrato come se fosse una partita vera. - coprifuoco? - fa il suo colpo e la pallina bianca entra nel buco sull’angolo destro. - in un certo senso -    - e va bene … sarà una partita veloce. Pronto Sebastian? - il ragazzo arriva subito con la sua stecca, sembrava agitato, visto che era tutto sudato. Quella agitata non dovrei essere io? Che devo baciare uno scemo solo per riavere il cellulare? Penso mentre la partita prende il via. No Tay, vedila in questo modo, se la signora Dolores sa che hai perso il cellulare, quella ti ammazza e ti castiga per un mese rinchiudendoti nella casa famiglia. Pensa come CELLULARE uguale LIBERTA’. Ecco, se non prendo il cellulare posso dire addio alla libertà. E poi non è detto che Baston vince … può darsi che il grassottello è più bravo di lui. Poi ricordo le parole del ragazzo del bancone’ è davvero bravo a giocare … ‘. E piano piano che la partita prosegue la mia speranza di uscire indegna da questo locale muore miseramente. Non so bene come si contano i punti a biliardo ma fatto sta che Baston ha fatto cadere nelle buche 5 palline mentre Sebastian nemmeno una. Quando un ragazzo annuncia i punti io rimango ferma sul tavolo e stringo gli occhi, con la consapevolezza che Baston ha stravinto e che quel coglione di Sebastian era troppo fatto per concentrarsi su una partita. Appena sento Baston avvicinarsi apro leggermente gli occhi e lo guardo, è appoggiato con un gomito sul tavolo e la testa sulla mano chiusa a pugno. Mi guarda divertito e allo stesso tempo … ammaliato? - posso prendere il mio premio? - mi chiede alzando le sopracciglia e sorridendo. Mi raddrizzo e incrocio le braccia al petto - e se ti dico di no, tu che fai? - si raddrizza anche lui - me lo prendo e basta - ma fa sciogliere le braccia e mi prende delicatamente il polso, avvicinandosi ancora di più. Poca distanza, troppa poca distanza. Avevo voglia di respingerlo eppure rimasi ferma, incapace di ricordare come si cammina. Mi sentivo una bambola di pezza nelle sue mani, e la cosa mi dava fastidio e allo stesso tempo … mi piaceva. Mi alza il mento fino a incontrare il suo - allora questo bacio è speciale - assottiglio gli occhi - speciale? -     - dura minimo 2 minuti -     - ah com’è dai il tempo anche ai baci? -   - voglio assicurarmi che non finisca troppo in fretta - non riesco a rispondere che cattura le mie labbra con le proprie. Trattengo il respiro, le sue labbra sono morbide e setose, perfette. Quando stuzzica la mia bocca con la lingua mi irrigidisco ma poi lo accolgo e sento il suo sapore, dolce, aspro, forse tutt’e due insieme. Menta. O forse è limone? Non riesco a capire bene il suo sapore, troppo nascosto dall’alcol. La sua bocca si muove con sicurezza sulla mia, eppure sento qualche tremolio di incertezza. Appoggio il braccio libero dietro il suo collo, inconsapevolmente, forse con il desiderio di avvicinarlo di più, e lui lo fa. Con la mano libera mi circonda la vita e mi stringe a se e questa volta non lo respingo troppo concentrata sulla sensazione della sua bocca sulla mia, delle emozioni travolgenti che suscitava il suo tocco, della certezza del suo sapore. Piano piano la danza sfrenata delle nostre lingue cessa e la sua bocca si allontana dalla mia. Appoggia la fronte sulla mia. Ho il fiato pesante e anche lui, ma non lo fa notare. Avvicina la mia mano e la appoggia sul suo petto in direzione del cuore. Lo sento battere sfrenato, incontrollabile, a un ritmo irregolare, troppo veloce. Guardo la mia mano sul suo petto e vengo travolta da mille emozioni tutte diverse - vedi? Lo senti? - non mi da il tempo di rispondere - è questo il potere di un tuo bacio, mi fa battere il cuore così forte che non riesco quasi a respirare. Non sottovalutare più un tuo bacio okay? - alzo lo sguardo e lo vedo, arrossato e bellissimo. È ubriaco, penso. Non pensa davvero quello che ha detto e domani dimenticherà tutto. Sto per rispondere quando sento una voce familiare  - e fatemi passare! Sono in una missione speciale devo salvare mia sorella da un coglione totale! - mi stacco immediatamente da Kim facendolo barcollare all’indietro - devo andare - senza pensarci infilo la mano nella sua tasca e prendo il cellulare. Corro verso la rampa di scale e noto con sollievo che Sam non è riuscito a scendere le scale - Taylor! - grida Baston verso di me. Mi giro - 5 minuti - urla - cosa? -     -il bacio è durato 5 minuti - mi sorride.  Rimango ferma un secondo a meditare sulle sue parole. 5 minuti. Come cazzo fa un bacio a durare 5 minuti? - Taylor! - grida Sam risvegliandomi. Mi lancio verso le scale e apro la porta. Appena aperta mi ritrovo Racchio davanti e Sam dietro che sbraitava - Taylor - dice come se si fosse tolto un peso di dosso. Racchio mi prende un polso e mi spinge verso Sam - ora prenditi il tuo fratellino e uscite subito di qui! - ci lancia una specie di ringhio rabbioso poi ritorna verso la cassa. Sam mi prende il braccio e mi porta fuori - tre quarti d’ora e dieci minuti! - mi urla quasi. - fratellino? - li chiedo nello stesso tempo - cosa dovevo inventarmi? Una mia amica è scesa lì giù e non è più tornata, posso andare a prendere il suo cadavere? E poi dovevo allontanarmi dalla tua amica …. - aggrotto le sopracciglia - perché? -    - sul serio mi stai chiedendo il perché? Non si vede gia? - scuoto la testa - perché è troppo carina! E poi che risata, cazzo! - scoppio a ridere - dovresti essere in punizione per un mese mi hai fatto prendere un colpo! E poi il fatto che non mi volevano far scendere mi ha spaventato ancora di più. Mi sono detto ‘ cazzo qua sta succedendo qualcosa di grosso’ … - si blocca appena l’abbraccio. - un semplice ti voglio bene andrebbe anche bene, fratellino -  gli sussurro. Ricambia il mio abbraccio - un semplice ti voglio bene non avrebbe lo stesso effetto, sorellina-

La Ragazza Yo-YoOnde as histórias ganham vida. Descobre agora