CAPITOLO 10

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‘’ Voglio che dite tutto questo quando verrete a esporre, quindi spero per voi che abbiate preso appunti ‘’ dice con voce irritante la signora Vizzel, professoressa di geografia. Guardo la mia pagina vuota e sospiro, anche questa volta non ho preso nessun appunto, non mi sorprendo che all’orale vado sempre male. La campanella è già suonata, così tutti aspettiamo che il professore di educazione fisica entri nell’aula e deciderà cosa fare nella sua ora. Il professore Martinelli è molto lunatico, ci sono volte in cui ci porta in palestra e altre in cui vuole spiegare in classe, certe volte esce pazzo e ci dice di fare quello che vogliamo. Per me è uguale, non faccio niente nella sua ora, a parte qualche esercizio individuale in palestra, di solito non mi scelgono mai per fare le squadre o per unire una coppia, e non sono brava in nessuno sport, quindi non mi lamento. Il professore entra e con voce solenne decide che avremmo fatto pratica in palestra. Sospiro e prendo la sacca hai miei piedi, quando mi alzo mi trovo Kim davanti. Non ci vediamo da quando l’ho svegliato al parco e mi ha accompagnata a casa. Sorride e io non posso fare a meno di ricambiare ‘’ che fate di solito quando andate in palestra? ‘’ mi chiede mentre cominciamo a camminare nel corridoio. Da quando è qui, il professore ha deciso di rimanere in aula a spiegare le regole della pallacanestro ‘’ dipende dall’umore, oggi mi sembra … ‘’ guardo il professore più avanti di noi, sembra abbastanza rilassato ‘’ … pallavolo, si irrita di meno ‘’ lui mi guarda confuso ‘’ riesci a leggergli nella mente? ‘’ alzo le mani ‘’ può darsi ‘’ ridacchia ‘’ sei inquietante ‘’ ridacchio anche io ‘’ non è il genere di aggettivo che una ragazza vorrebbe sentirsi dare ‘’si passa una mano fra i capelli ‘’ non sono molto bravo con le ragazze …’’ dice timido, passandosi una mano dietro il collo. ’ punto 34. I ragazzi amano i massaggi al collo ‘ okay, devo smetterla di ascoltare Annie, prima o poi mi farà impazzire. Gli indico con un gesto della testa le ragazze dietro di noi che ridevano come ochette, sicuramente per lui ‘’ non sembra … ‘’ guarda dietro di noi e sorride divertito, un sorriso disarmante. Cavolo, è bello e non se ne accorge nemmeno . Ritorna a guardarmi ‘’ dipende dalle ragazze … se una ragazza mi piace, divento piuttosto impacciato … ‘’ dice ridacchiando. Sbatto più volte le palpebre e senza accorgermene mi fermo qualche momento. Anche lui lo fa, rendendosi conto di quello che ha detto. Alza le mani e le agita nervosamente ‘’ non è quello che intendevo … cioè,  io non …  ‘’ si mette una mano sulla fronte, facendomi ridacchiare divertita. Ricomincia a camminare, mettendo le mani nelle tasche dei pantaloni. Lo raggiungo e gli do’ un pugnetto amichevole sulla spalla ‘’ per tua informazione, non ho inteso niente … ‘’ in fondo con me non è impacciato. Cioè alcune volte lo è, ma può capitare. Cioè non è che gli piaccio, e io non penso di piacergli. Assolutamente. Gli sorrido e lui resta a fissarmi per qualche momento, poi arriviamo in palestra e ognuno va nel proprio spogliatoio. Mentre mi tolgo la giacca e mi metto le scarpe da ginnastica non posso pensare a come siano fantastici i suoi occhi, come sia bello averli su di se. Metto la mia roba dentro il mio armadietto e esco dallo spogliatoio entrando direttamente in palestra mentre mi lego i capelli in una coda alta. La palestra è piuttosto grande. In un angolo in fondo ci sono tutte le cose adatte per fare lezione mentre dall’altra parte, una porta nasconde lo stanzino dove ci sono le ceste con tutti i palloni adatti per ogni sport. Come immaginavo la rete per la pallavolo si estende per tutto il centro della palestra, rendendo difficile passare da una parte all’altra. Quando la nostra classe è completa il professore ci degna di parlarci. Noto Kim scherzare con alcuni ragazzi, mentre le ragazze ridono esageratamente richiamando la sua attenzione. Rimango a fissarli per un po’, come incantata, poi distolgo lo sguardo e do attenzione al professore che teneva in mano un pallone da pallavolo ‘’ … vi dividerete in coppie, così da allenarci meglio. Niente discussioni altrimenti vi lancio un pallone in testa ‘’ ci minaccia. Coppie. Perfetto. Il professore comanda a una mia compagna di classe di prendere la cesta dei palloni e lei ubbidisce subito, aprendo la vecchia porta dello stanzino e uscendo fuori con una cesta marrone. I miei compagni si fiondano verso di lei e ognuno prende una palla per poi sistemarsi in una parte della palestra con il proprio compagno. Sto studiando un angolo della palestra dove potrei rifugiarmi, quando Kim si para di fronte, con un sorriso e un pallone sotto il braccio ‘’ ti va di giocare? ‘’ mi chiede. Guardo il pallone e poi lui. Alzo le spalle ‘’ non sono molto brava … ‘’ lui mi liquida con un gesto della mano ‘’ neanche io … ‘’ ci mettiamo a un lato della palestra e il professore ci mostra l’esercizio, un paio di palleggi. Semplice. Io e Kim cominciamo ad allenarci, a volte non riesco a prendere il pallone, provocando cadute e bestemmie, facendo ridere Kim. Al contrario lui non sbaglia un colpo, anche quando mando la palla dall’altra parte della palestra riesce subito a raggiungerla e a rimandarmela ‘’ pensavo che non fossi tanto bravo … ‘’ dico mandando il pallone verso di lui. Segue il suo tragitto con gli occhi ‘’ è solo la fortuna del momento ‘’ ribatte rimandandomela. Ignoro la sua affermazione ‘’ eri una specie di sportivo nella tua città? ‘’ chiedo cercando di prendere il pallone. Fortunatamente ci riesco. Quando lo guardo fa un sorrisetto compiaciuto ‘’ cosa te lo fa pensare? ‘’ anche lui riesce a prenderla. ‘’ intuizione ... ‘’ il suo sorrisetto non diminuisce. Rimando la palla. In quel momento la campanella suona e Kim prende il pallone in maniera perfetta. Lo lancia verso la cesta facendolo cadere all’interno e guadagnandosi i fischi di approvazione dei ragazzi lì vicino. Si avvicina a me ‘’ notevole ‘’ dico annuendo. Lui ride. Ci incamminiamo verso gli spogliatoi ‘’ quando esci voglio una risposta ‘’ dico puntandogli un dito contro. Lui sorride e annuisce. Mi cambio velocemente, prendo la sacca e esco dallo spogliatoio, proprio nello stesso momento in cui esce Kim. ‘’ pranzi con me, ragazza yo-yo? ‘’chiede mentre camminiamo nel corridoio ‘’ dovrei mangiare con un mio amico ma se vuoi puoi aggregarti ‘’ per una strana ragione non volevo che si allontanasse con altre ragazze. Ed ero sicura che se non avesse pranzato con me avrebbe pranzato con qualche altra ochetta che lo aveva adocchiato. In fondo tutti a scuola lo avevano adocchiato e Kim aveva la possibilità di pranzare con le ragazze più belle della scuola e fare amicizia con i ragazzi più popolari. E invece Kim Baston ha deciso di pranzare con me, la ragazza che gli ha lanciato uno yo-yo in testa. Mentre andiamo in mensa parliamo ‘’ i miei genitori sono abbastanza esigenti. Praticamente vogliono che i loro figli siano i migliori in tutti. Andavo in una scuola privata di ‘ giovani talenti ‘… ‘’ imita le virgolette con le dite, e parla con voce quasi sprezzante ‘’ … e lì ti facevano fare di tutto, sport di ogni genere, lezioni di educazione, lezioni di lingua, impari quasi tutta la commedia di Dante, e diciamo che la letteratura non era proprio il mio forte. È per questo che sono stato bocciato due volte … ‘’ dice ridacchiando. Mi concedo una risata ‘’ mi sembra abbastanza pesante … ‘’ annuisce ‘’ e lo era. Basta che non andavi bene in una materia che ti bocciavano. Erano troppo esigenti, e ai miei genitori stava bene. L’unica cosa in cui posso ritenermi fortunato e che la scuola era mista, per fortuna non mi hanno iscritto in una maschile … ‘’ gli sorrido ‘’ secondo me una scuola maschile non è poi tanto male ‘’ spalanca gli occhi ‘’ scherzi? È noiosa una vita senza le ragazze … non puoi dire al tuo compagno di banco che trovi il ragazzo di fronte a te un figo da paura e non puoi mandare bigliettini romantici al ragazzo con cui ti stai fissando. A parte se sei gay, ma quello è un caso a parte … ‘’ scoppio a ridere di fronte al suo ragionamento ‘’ ed è questo che facevi con le ragazza della tua scuola? ‘’ chiedo divertita. Fa vagare gli occhi altrove ‘’ forse … ‘’ rido di nuovo e quando finisco lui mi sta fissando. Imbarazzata metto una ciocca di capelli, sfuggita dalla coda, dietro l’orecchio ‘’ mi piace la tua risata ‘’  deglutisco di fronte al suo tono trasognate. E a me piacciono i tuoi occhi, vorrei dire. Ma mi blocco. Perché mi blocco? Perché è così dolce? Perché mi fissa con quei suoi occhi stupendi? Distolgo lo sguardo per prima e mi accorgo che ci siamo fermati. Ricomincio a camminare, imitata da lui. Lo guardo senza farmi accorgere, è diventato rosso e cerca di sfuggire al mio sguardo. È imbarazzato … che carino. Prendo in mano la situazione ‘’ mi stavi parlando della tua vecchia e pesante scuola … ci sarà per forza una cosa che ti piaceva‘’ mi guarda di nuovo, poi fa vagare lo sguardo altrove, pensando ‘’ una cosa che mi piaceva … ‘’ sussurra ‘’ la lezione di musica, quella era divertente e piacevole ‘’ dice con un sorriso ‘’ lezione di musica? ‘’ annuisce ‘’ imparavi a leggere gli spartiti e a scriverne di  nuovi, e a suonare uno strumento ovviamente ‘’ spalanco gli occhi mentre entriamo nella mense ‘’ suonavi uno strumento? ‘’ chiedo colpita. ‘’ si, ma non mi ritengo molto bravo … ‘’ sorrido, senza pensarci e ci mettiamo in fila prendendo un vassoio ‘’ e che suoni? ‘’ chiedo girandomi verso di lui ‘’ pianoforte ‘’ risponde fiero. Senza pensarci guardo le sue mani, le dita lunghe e sottili, e a come la prima volta che le ho viste mi sono sembrate dita perfette sui tasti del pianoforte. Prendo un pezzo di lasagna e un piccolo cestino di insalata, con una bottiglietta d’acqua, mentre Kim prende una fettina e una cesta di macedonia. Faccio vagare lo sguardo per tutta la mensa ma non trovo Gus, per questo mi faccio condurre da Kim occupando un tavolo vuoto. ‘’ bhe e tu che mi racconti, ragazza yo-yo? ‘’ chiede prendendo un pezzo di carne e infilandolo nella bocca. Io comincio dalla mia insalata. Alzo le spalle ‘’ non ho nessuna abilità, nessuna storia di famiglia felice, nessun hobby … in realtà mi reputo una ragazza problematica e noiosa ‘’ Kim alza un sopracciglio ‘’ quanta negatività! ‘’ prende un altro pezzo di carne continuando a guardarmi e catturando il mio sguardo. ‘’ hai il talento micidiale di trasformare un innocuo yo-yo in un’arma letale! ‘’ scoppio a ridere, trovando difficoltà a ingoiare la mia insalata. ‘’ ancora con questa storia! Mi dispiace, okay? Non l’ho fatto a posta, è stato un incidente! ‘’ ribatto una volta finito di ridere. ‘’ che mi è quasi costato la vista! ‘’ prendo un boccone di lasagna ‘’ esagerato! ‘’ lui ride, facendomi sorridere. ‘’ … ciao … ‘’ mi giro e alla mia destra trovo Gus con un vassoio in mano. Gli sorriso ‘’ ciao Gus … non ti ho visto e ho pensato di prendere posto … vieni qui ‘’ dico indicandogli il posto affianco a me. Ubbidisce, e, una volta seduto, lancia uno sguardo curioso a Kim. Devo fare le presentazioni? Mi chiedo mentre vedo il loro scambio di sguardi. ‘’ ehm, Gus, lui è Kim ‘’ dico indicando Kim a Gus ‘’ Kim lui è Gus ‘’ dico indicando Gus a Kim. Loro dicono un debole ‘ ciao ‘ e poi cade un silenzio imbarazzante, che decido di rompere dopo qualche minuto in cui i due si scambiavano ancora sguardi elettrici. Chiedo come è andata la giornata a entrambi ( anche se Kim l’ha passata maggiormente con me ) e ascolto interessata le loro versioni. Gus ha passato tutte le ore di lezione fuori dalla classe, perché era stato cacciato per le sue risposte sarcastiche e le sue bravate. Restiamo qualche minuto in silenzio ‘’ e tu, Tay, cosa hai fatto oggi? ‘’ mi chiede Gus. Alzo le spalle ‘’ non è stata movimentata come la tua. Ho ascoltato le lezioni e preso ‘ appunti ‘, poi siamo andati in palestra e abbiamo fatto pratica … ‘’ dico dando un fugace sguardo a Kim e trovandolo a sorridere, divertito. Mi mordo un labbro, reprimendo un sorriso. ‘’ interessante ‘’ dice Gus, prendendo una patatina e imprimendola nella maionese. Non ho mai capito come faccia a prendere le cose migliori. Rubo una patatina e la mangio, facendolo sorridere divertito. Passano alcuni minuti di silenzio, ma io lo impegno mangiando il mio pranzo con gusto ‘’ devi lavorare oggi Tay? ‘’      ‘’ sei libera oggi pomeriggio? ‘’ mi chiedono contemporaneamente Gus e Kim. Alzo lo sguardo su di loro, che ricominciano a guardarsi, Kim con un sopracciglio alzato e Gus con una calma innaturale sul viso. E quando Gus è così relativamente calmo c’è da spaventarsi. Alterno lo sguardo da Kim a Gus, e viceversa. Ingoio la saliva e sospiro rumorosamente, attirando la loro attenzione ‘’ in verità oggi, dopo lavoro, devo fare un giro con Annie ‘’ mento. In realtà non so se devo uscire ma posso comunque convincerla a fare un giro per il paese. Annuiscono e ritornano a mangiare.

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