CAPITOLO 12

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Avete presente quella strana sensazione ... quella che ti fa battere forte il cuore, quella che ti mette un orribile peso sul petto, quella che ti fa formicolare e tremare le mani, ti fa venire l'affanno come se hai corso per tutto il perimetro del paese? Quella strana sensazione che si chiama ansia. Mentre mangio la mia colazione il cucchiaio trema, ma non me ne accorgo. Oggi è sabato. Oggi incontrerò Ron. È strano pensare che non sto più nella pelle all'idea di incontrarlo. Di solito incontrare un ragazzo che ti piace ti fa sentire nervosa, o fare un provino per una commedia o un film. Incontrare il proprio fratello dovrebbe essere una cosa da niente, eppure è come se stessi per incontrare l'uomo della mia vita. '' tesoro tutto bene? '' mi chiede Fannie. Alzo lo sguardo e trovo il suo preoccupato, mi sforzo di fare un bel sorriso incoraggiante '' certo, ho solo un po' di ... freddo '' scusa credibile visto che l'inverno è alle porte. Anna mi guarda con i suoi occhioni '' Fai così da quando ti sei svegliata '' dice con la sua voce acuta '' e poi ...'' dice Fannie avvicinandosi al lavabo '' ... non dovresti prendere il pullman? Berny è uscito già da qualche minuto '' lascio il cucchiaio nella tazza, rinunciando all'idea di fare una colazione senza che questa strana sensazione nello stomaco mi rovini l'appetito. '' mi viene a prendere Gus. Ha promesso di svegliarsi presto e venire in orario'' Fannie sorride '' che bravo ragazzo ''. Fannie e Dolores non conoscono Gus, ma ho parlato così tanto di lui che sembra il contrario. Il mio cellulare si accende e il nome di Gus esce sullo schermo, poi si oscura di nuovo. Uno squillo. Vuol dire che si è appena avviato da casa. Io e Gus abbiamo un modo tutto nostro di comunicare al telefono. Dolores entra nella cucina mettendosi il lungo cappotto blu '' su bambini. Dobbiamo andare a scuola '' li chiama prima di scomparire nel corridoio. Mi alzo e prendo la tazza porgendola a Fannie '' non hai fame, tesoro? '' scuoto la testa '' ho un compito e sono un po' agitata. Ho lo stomaco vuoto '' mento. Il cellulare si accende di nuovo. Due squilli. È a metà strada. '' ... sono sicura che andrai bene '' stava dicendo Fannie. Le sorrido, prendo il cellulare e la saluto, per poi uscire nell'atrio. Il mio zaino era proprio davanti la porta, sotto il mio cappotto. Prendo quest'ultimo e me lo infilo con calma, mentre tutti i bimbi si affollano davanti a me, aspettando Dolores. Killian arriva con il cappello girato e il giubbotto messo male, ridacchio e mi chino per aggiustarlo, guadagnandomi un bacino sulla guancia e un tenero sorriso. Prendo lo zaino proprio nel momento in cui il cellulare si illumina di nuovo. Tre squilli. Subito dopo sento la macchina di Gus frenare violentemente. Saluto i bimbi, augurandogli buona giornata e esco nel vialetto. La macchina di Gus è proprio di fronte a me. Gli vado incontro e apro la portiera del passeggiero, per poi entrare. '' ciao '' Gus si gira e lancia una nuvoletta di fumo in aria '' è possibile che ti trovi sempre a fumare? '' lui ridacchia '' su non fare la acida '' mi offre la sigaretta. La prendo e faccio un tiro '' uh... qui siamo agitate '' ridacchia Gus. La prima volta che ho fumato è stata a quindici anni. Era il funerale di mio padre e Gus mi ha offerto una sigaretta, per poi ridere quando ha visto che non sapevo fumare. Allora mi ha ' insegnato '. Per quello che si può insegare. Da allora ho sempre fumato quando sono agitata, il che non capita molto spesso, ma sto cercando di smettere. Non sono mai stata una gran fumatrice e certe volte mi capita ancora di tossire. Soffio e davanti a me si forma una nuvola grigia. Gus mette in moto e ci avviamo '' ti hanno mai detto che sei sexy quando fumi? '' dice divertito. Ridacchio, prendendo un altro tiro '' almeno una decina di persone '' '' bhe, hanno fottutamente ragione '' scuoto la testa, divertita '' finiscila '' '' di fare cosa? '' '' di fare lo stupido '' '' mi pare che a quello ti eri già abituata '' scoppio a ridere. Soffio fuori il fumo e metto la testa sul sedile '' cosa c'è che non va, dolcezza? '' mi chiede Gus. Tutt'un tratto quel peso sullo stomaco ritorna e non mi va più di fumare. Apro il finestrino, facendo uscire il fumo che rischiava di soffocarmi e butto la sigaretta per terra '' niente '' '' non mentirmi Tay '' mi giro a guardarlo, lui mi lancia uno sguardo veloce prima di ritornare sulla strada. Ha lo stesso aspetto di sempre, bello, spigoloso, sexy, divertente eppure noto negli occhi una certa ... distanza. È come se vuole allontanarsi ma non può fare altro che avvicinarsi. Un po' contorta come cosa, un po' ... strana. Potrei battezzare questo giorno come il più strano di sempre. Troppe cose strane. Alla fine, il suo viso familiare mi incita a dirgli tutto '' oggi incontrerò mio fratello, e sono ... agitatissima '' mi prende la mano e la stringe fra le sue dita. La guardo prima di stringerla fra la mia '' vedrai che andrà tutto bene. Tuo fratello sarà sicuramente cresciuto e ... '' '' è questo il problema '' lo interrompo '' è cresciuto con idee del tutto sbagliate. Ti ho detto cosa ho sentito quella sera, ti ho detto come hanno cresciuto Ron. Pensa che io lo abbia abbandonato, quando in realtà loro me lo hanno portato via '' '' faglielo capire allora '' dice Gus '' fagli capire che gli vuoi bene. Che non lo hai abbandonato '' '' detto così sembra facile '' '' forse lo è '' '' forse no '' '' Taylor è tuo fratello, comportati come vi comportavate da bambini e sarà tutto più facile. Non partire già con il presupposto che sarà una battaglia persa '' sospiro '' hai ragione ... scusa è solo che ... '' '' non scusarti '' mi interrompe Gus '' è normale ''. Parcheggia davanti la scuola e scendiamo. Prendo lo zaino e sbatto la portiera. Gus mi imita. Alcune ragazze, appena il mio amico scende dall'auto, gli mettono subito gli occhi addosso. Succede così tutte le mattine, ma noto che il gruppetto di vip è diminuito. Gus si mette al mio fianco e lancia un sorriso ammaliatore alle ragazze ''sbaglio o sono diminuite? '' '' alcune hanno deciso che Mister Occhi Blu fosse più facile da scopare '' '' si sbagliano '' dico senza pensarci. Gus mi guarda curioso, ma continuiamo a camminare verso l'entrata. Il suo sguardo mi irrita allora sbotto '' cosa c'è? '' '' come fai a sapere che si sbagliano? '' sbatto le palpebre '' Gus, era una supposizione '' '' mi sembrava più un dato di fatto '' '' mi sembra più un romanticone che uno di una botta e via ''dico guardandolo '' è un'accusa questa? Io non sono uno di quelli ' una botta e via' ''incrocio le braccia al petto e inarco le sopracciglia '' a si? '' '' non sai niente della mia vita sentimentale quindi non puoi dire niente '' dice entrando '' questo perché la tua ' vita sentimentale ' ... '' dico imitando le virgolette con le dita '' ... non esiste '' '' sei solo gelosa '' alzo le braccia al cielo '' ecco che ci risiamo '' lui ridacchia e prende il corridoio a sinistra, mentre io quello di destra '' buona giornata, dolcezza '' dice facendomi l'occhiolino. Gli mando un bacio volante per prenderlo in giro, imitando le sue amichette. Vado verso la mia classe e una volta entrata mi sorprendo che sia già affollata. I miei occhi si fermano sulla persona alta e slanciata che stava palando con Fraco Tranni e Hunter Hunt, due giocatori della squadra di calcio. Lo guardo ridere con loro, mentre i suoi occhi si illuminano di una intensa sfumatura blu. Come si può pensare che sia uno di quei ragazzi? Cammino tra i banchi lentamente, continuando a osservarlo, anche quando due ragazze non identificate si avvicinano a lui e lo prendono una per un braccio e una per l'altro, cogliendolo un po' di sorpresa. Decido di mettermi il più lontano possibile da lui. Riesce solo a farmi agitare di più, e sono già abbastanza nervosa. Mi siedo sulla parte opposta alla sua, in fondo all'aula e mi attacco al muro. Appoggio lo zaino a terra e mi chino per prendere i libri e quaderni che mi servono. Non sono passata dal mio armadietto quindi sono sicura che avrò dimenticato qualcosa. Prendo un quaderno di appunti e trovo infondo allo zaino una matita sfuggita al borsellino che ho dimenticato nell'armadietto. Il professore entra invitandoci a prendere i nostri posti e, uno ad uno sbuffando fa come gli è stato ordinato. Al banco affianco al mio si siede Robert Yone, un ragazzo con un magnifico accento australiano, fa parte anche della squadra di pallavolo maschile della scuola. Ci salutiamo con un piccolo sorriso e ci concentriamo sulla lezione. Dopo alcuni minuti la Prima Guerra Mondiale non riesce più ad attirare la mia attenzione e i miei occhi vagano altrove fino a fermarsi su ... Mister Occhi Azzurri. Mi sporgo un po' di più per vederlo meglio. Era chino sul foglio appoggiato sul banco, intento a scrivere. I suoi lineamenti erano stranamente rilassati, concentrava tutta la sua attenzione sul foglio ... possibile che anche quando scriveva fosse così bello? Senza pensarci appoggio un gomito sul banco e la testa nella mano per fissarlo in modo più comodo ... '' signorina Start '' il professore mi richiama, facendomi sobbalzare. Kim alza il suo sguardo dal foglio e lo punta verso di me, imitato da quasi tutta la classe. Il professore mi guarda '' sa dirmi il pittore italiano che morì durante la Prima Guerra Mondiale? '' fa un sospiro '' quello di cui abbiamo parlato cinque minuti fa? '' giocherello con le dita '' ehm .... '' fa un altro sospiro '' le do un altro indizio ... è stato l'autore del dipinto ' la città che sale ' '' visto che non rispondo fa un altro dei suoi irritanti sospiri e si siede al suo posto, dietro la cattedra, mettendo gli occhiali ovali sul naso '' può spiegarmi a cosa stava pensando Start? '' non guardare Kim, non guardarlo ... concentra la tua attenzione su una scusa decente '' mi scusi professore, oggi non mi sento molto bene '' in effetti è la verità. Al solo pensiero di incontrare mio fratello la fastidiosa sensazione si impossessa di me, facendomi venire mille dubbi, mille domande e nessuna risposta. Devo aspettare troppo tempo, e allo stesso tempo troppo poco. Il professore mi guarda da sopra gli occhiali, ma non dice nulla né scrive qualcosa sul registro di classe, mi dice solo di provare a prestare attenzione alla lezione, poi continua con la spiegazione. Da lì il tempo passa in fretta, le tre ore passano come se niente fosse e quando la campanella suona sembra di essermi appena svegliata da un mondo in bianco e nero. Non ho dormito molto questa notte e, anche se Gus non mi ha detto niente, so di avere l'aspetto di uno zombie. Prendo lo zaino e mi alzo, esco in corridoio e mi avvio verso il mio armadietto. '' ehi '' al mio fianco arriva Kim, sorridendomi amabilmente. Sorrido a mia volta '' ciao '' '' tutto okay? In classe ... '' lo blocco '' è tutto okay, sul serio. Sono solo un po' stanca, non ho dormito molto stanotte '' i miei occhi cadono sui quaderni che aveva in mano, da cui usciva un foglio penzolante. Era uno spartito, un po' stropicciato, le note nere spiccavano sulle righe sottili. Lo sfilo dalla pila di libri e mi fermo ad osservarlo '' ehi! '' esclama Kim togliendomelo dalle mani. Lo guado aspettandomi una faccia infuriata, invece vedo solo stupore e un certo divertimento '' non mi avevi detto che scrivevi '' '' non mi avevi detto che, oltre a essere un'assassina, sei anche una ladra! '' '' ehi! '' dico dandogli uno schiaffetto sul braccio '' ferisci i miei sentimenti '' ridiamo all'unisono, riprendendo a camminare verso il mio armadietto. Una volta arrivati lo apro '' no, sul serio ... '' dico prendendo dei libri ''... pensavo che suonassi soltanto '' lui si appoggia sull'armadietto affianco '' non compongo melodie a comando. Dipende da quale ... periodo sto passando. Certe volte dipende anche dalle persone che mi circondano '' lo guardo '' che vuoi dire? ''lui guarda altrove '' e che ... la musica dovrebbe trasmettere emozione. Quando compongo una melodia è come se al posto delle note scrivessi i miei sentimenti. Come potrei trasmettere dei sentimenti se le persone intorno a me non me li fanno provare? ... so è un po' complicato ma ... '' '' è una cosa bellissima '' dico pensando alle sue parole. Vorrei chiedergli chi è la persona in questione, ma mi trattengo, sembrerei troppo invadente. '' vorrei sentirti suonare '' dico invece. L'idea di vedere le sue mani sul piano, i suoi occhi concentrati sui tasti e sulle note scritte sullo spartito ... L'orribile sensazione di poco prima lascia spazio a una voglia inaspettata, quasi incontrollabile. Lui mi guarda, sbattendo le palpebre '' non ho mai suonato davanti a ... qualcuno '' aggotto le sopracciglia '' non organizzavate, che ne so ... delle specie di saggi? '' lui scuote la testa '' te l'ho detto la mia scuola era piuttosto rigida. Non ho neanche suonato davanti i miei genitori. Anche se, certe volte, ho l'impressione che si mettano dietro la porta e mi ascoltino suonare '' ridacchia contagiando anche me '' hai un pianoforte a casa? '' annuisce '' ce n'è uno anche qua, ma è piuttosto antico '' '' hai provato a suonarlo? '' scuote la testa, pensieroso '' è proprio al centro della sala principale. È difficile concentrarsi con la mia famiglia che va da una parte all'altra '' chiudo l'armadietto e ci avviciniamo al suo. Lo apre e mette i libri che aveva in mano all'interno, eccetto lo spartito. Lo guarda intensamente '' quindi ... lo hai scritto pensando a qualcuno? '' dico non riuscendo a frenare la curiosità. '' si ... ma non credo possa rispecchiare in pieno questa persona ... '' '' troppo speciale? '' '' è proprio questo il punto. È troppo banale, il contrario di ... '' si interrompe '' ... di quella persona. Lei è molto speciale. Lei inteso come persona non come lei-ragazza, non so se mi spiego '' dice imbarazzato. Ridacchio '' certo, certo '' mentre mette lo spartito nell'armadietto mi guarda divertito '' mi prendi in giro, ragazza yo-yo? '' faccio una finta espressione ferita '' certo che no. Per chi mi prendi '' scoppia a ridere '' devo portarti la macchina fotografica. L'ho sistemata '' smetto subito di ridere, e la pressione allo stomaco ritorna. Guardo Kim, ma in realtà non lo guardo sul serio, sto pensando a mio padre e alla sua macchina fotografica. Mi mancano le sue foto inaspettate, i suoi sorrisi contagiosi, la voglia di fotografare tutto per non perdersi niente. Mi manca. '' sono riuscito anche a recuperare le foto '' deglutisco con un po' di fatica '' sul ... sul serio? '' lui annuisce, poi mi guarda intensamente '' Taylor? '' stringo forte gli occhi, quasi fino a farmi male. Metto le mani per nascondermi il viso. Non piangere Taylor, non piangere. Le mani delicate di Kim mi sfiorano il braccio, poi si richiudono intorno al mio corpo, imprigionandomi in un abbraccio inaspettato. Tolgo le mani dagli occhi e affondo la testa nell'incavo del suo collo assaporando il suo profumo dolce. Chiudo gli occhi mentre calde lacrime mi rigano le guance. È strano sentirsi così, una nuova sensazione, o piuttosto il ricordo di una lontana emozione. Essere tra le braccia di qualcuno e sentirsi in un certo senso ... amata, protetta. Mi è capitato molte volte di abbracciare Gus, ma non ho sentito le sensazione che ora provo tra le braccia di Kim. Apro gli occhi e noto che alcune persone ci stanno fissando ma non me ne importa. Ignoro anche la campanella della scuola che ci invita a ritornare in classe. E sono sorpresa quando neanche Kim da importanza a quelle cose, quando continua a tenermi fra le braccia come se non volesse più lasciarmi andare. Per un attimo mi viene anche l'assurda idea che quella persona che lui reputa speciale sia io. Quando il corridoio si svuota, mi allontano quel poco che basta per guardarlo negli occhi, ma lui lo prende come un motivo per lasciarmi e si allontana da me. Mi asciugo le lacrime con i palmi delle mani '' scusami, non ... non ... penso che dovemmo andare in classe ... '' si gira e si incammina lentamente verso la classe. Non è stato un bacio, una dichiarazione d'amore, una notte di sesso non pianificata, è stato solo un abbraccio, un abbraccio che abbiamo voluto entrambi e non per colpa di uno stato di ubriachezza. Un abbraccio che ha scatenato in me mille emozioni. Un abbraccio speciale.

La Ragazza Yo-YoWhere stories live. Discover now