CAPITOLO 11

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'' okay, tu sei completamente pazza, o fottutamente confusa '' dice Sam prendendo un panino dalla vetrina e avvolgendolo in un tovagliolo. '' penso entrambe le cose '' dico legandomi i capelli in uno chignon. Lui porge il panino al ragazzo davanti a lui '' penso che tu abbia ragione ''. Dopo alcuni minuti il bar è super affollato e io e Sam facciamo i salti mortali per servire tutti i clienti. Mentre porgo un cornetto a un ragazzino, il mormorio cessa. Ormai ho imparato che succede solo se entra uno dei Baston. Infatti, sulla porta, c'è il vecchio Gideon, che, con aria al quanto infastidita, viene al bancone e si siede su uno sgabello '' te lo affido ... '' mi mormora Sam all'orecchio, per poi scomparire sul retro. Sbuffo e mi avvicino all'uomo, mentre tra la folla sale il solito mormorio confuso '' come posso aiutarla? '' chiedo. Baston mi guarda, e sorride '' speravo proprio mi servissi tu '' alzo un sopracciglio, al quanto confusa '' bhe, non per essere scortese, ma io speravo il contrario '' lui scoppia a ridere, una risata rauca, per niente uguale a quella sonora nel nipote. Okay, Taylor, basta pensare a Kim. '' un bicchiere di wisky '' mi giro e riempio un bicchierino di wisky, appoggiandolo, dopo, davanti a lui. Mi guardo intorno, tutti hanno gli occhi fissi sull'uomo e parlottano tra loro. Nessuno chiede più niente. È possibile che Baston mette così soggezione? Guardo Baston che sorseggia dal suo bicchierino. Non so da dove mi venga il coraggio, forse dall'irritazione dei Baston sempre intorno, o forse dalla curiosità che mi ha suscitato dal nostro primo incontro, fatto sta che mi avvicino e poggio i gomiti sul bancone, richiamando la sua attenzione '' c'è qualcosa che vuoi dirmi, ragazza? '' deglutisco '' in realtà penso che abbiate voi qualcosa da dirmi '' alzo un sopracciglio. Lui sorride e raddrizza la schiena '' non ti dimentichi delle cose ... '' annuisco, e sorrido, incitandolo a continuare. Si china e intreccia le dita '' allora cosa vuoi sapere? '' sbatto più volte le palpebre. In realtà non so cosa chiedere ... la storia dell'edificio più bello che abbia mai visto? La descrizione dell'interno? Le camere più belle? Ma in realtà vorrei sapere solo una cosa ... '' leggende '' dico '' raccontatemi una leggenda che vi ha colpito, come mi avete detto la scorsa volta '' immagino che i miei occhi hanno cominciato a brillare, quando lui ha sorriso e ha guardato altrove, pensieroso '' quando ero giovane mio padre mi raccontava le storie di questo castello ... aveva un libro dove erano trascritte tutte leggente o supposizioni, narrate dai proprietari dell'edificio ... le ultime risalgono anni prima della nascita di mio padre, quindi puoi solo immaginare quanto siano antiche ... '' aveva usato il termine ' antiche ' e non ' vecchie', come se volesse dare più importanza a quelle parole, a quelle frasi scritte su quel libro. Le cose vecchie sono consumate, ormai inutili, quelle antiche sono piene di storia e di significato. Ho sempre pensato che la differenza sia questa '' ... c'era una leggenda che mi piaceva particolarmente, ero ragazzo, quindi credevo nell'amore eterno, quello che rimane anche dopo la morte ... parlava di Gesualdo, il figlio del proprietario del castello. La madre li lasciò e Gesualdo fu educato all'odio verso sua madre e verso qualunque donna, perché il padre era così addolorato per il tradimento della madre che ebbe la repulsione verso qualsiasi essere femminile ... '' '' la madre lo tradì? '' chiedo interrompendo la storia '' il padre di Gesualdo era un uomo che si dedicava molto al lavoro, trascurando la famiglia. Ora, tu, dimmi, se tuo marito preferirebbe il lavoro a te, e tu incontrassi un altro giovane che ti fa sentire bella, amata ... tu che faresti? '' alzo un sopracciglio '' dipende ... se amo davvero mio marito non proverò mai un sentimento per un'altra persona che possa paragonarlo a quello che provo per lui '' Baston sorride '' mi piace come ragioni ... sei una ragazza interessante ... '' sbatto più volte le palpebre '' preferisco i ragazzi della mia età, se non le dispiace. Ora continui il racconto '' Baston fa una espressione pensosa '' eravamo arrivati alla repulsione per il genere femminile '' gli ricordo io. Lui ridacchia e riprende il racconto '' Gesualdo era l'unico figlio del proprietario e, ovviamente, il castello passò a lui quando il padre morì. Gesualdo, convinto che le donne portassero solo guai, cacciò tutte le cameriere donne e proibì ai suoi servi di frequentarle. Lo so, è quasi impossibile, tanto che alcuni, piano piano se ne andarono, lasciando Gesualdo solo con la sua immensa casa. Fatto sta che un giorno, mentre era affacciato alla finestra, una ragazza scavalcò le mura ed entrò nel suo territorio. La vide e, furioso, le andò incontro. Era pronto a dirgliene quattro, ma, appena la vide, fu incantato dalla sua bellezza, e rimase immobile, incapace di parlare e facendo ridere la ragazza. È inutile dirti che poi nacque una meravigliosa storia d'amore, che portò alla discendenza dei Baston e così via ...'' sorrido. '' è per questo che nessuno può entrare nel castello? '' chiedo interessata '' ragazza, io posso far entrare chiunque nel castello, il fatto è che non voglio '' aggrotto le sopracciglia '' e per quale motivo? '' '' perché il castello suscita il mistero e questo mistero suscita rispetto. E poi non voglio che la mia casa sia invasa da turisti curiosi con fotocamere accese, pronti a mettere i fatti miei in rete ''sospiro '' e lei? '' sbatte le palpebre '' io cosa? '' sorrido '' ha incontrato il vero amore? '' scoppia a ridere, una risata amara '' ho smesso di crede anni fa, al ' vero amore'. E poi ... '' sospira '' i Baston hanno una eterna maledizione ... '' '' quale maledizione? '' '' se si innamorano di qualcuno, danno tutto quello che hanno, e quando questa persona se ne va, porta con se questo loro ' tutto', lasciandoli incredibilmente vuoti '' dice con un pizzico di nostalgia '' ma la ragazza di Gesualdo non è andata via '' sospira, scendendo dalla sgabello '' è probabile che era davvero innamorata di Gesualdo '' prende una banconota dal portafoglio '' spero solo che mi nipote trovi quella giusta '' poggia la banconota sul bancone e si avvia verso la porta. '' a presto, ragazza ''. Rimango immobile a fissare la porta da cui era uscito un po' perplessa. Bhe avevo avuto quello che volevo e ripensandoci, mi scappa un sorriso trionfante. Una donna si avvicina alla porta e esclama '' Baston con suo nipote! '' richiamando tutta la folla intorno a lei. In quel momento volevo gridare: ' ma cosa ve ne importa a voi? È la loro vita no? ' ma poi mi viene in mente che il nipote di Baston non è altro che Kim. Il cuore comincia a pulsare forte, solo pensando ai suoi occhi mare. Cosa ci fa qui? e cosa mi prende? Scappo sul retro, e esco dalla porta di servizio. Il vecchio Baston mi dava le spalle e stava parlando animatamente con suo nipote. Kim era davanti a lui, e lo guardava accigliato. Quando mi vede sbatte le palpebre e smette di ascoltare il nonno. Mi rivolge un bellissimo sorriso e non posso non ricambiare. L'uomo, forse capendo che il ragazzo non gli prestava più attenzione, si gira verso di me, poi di nuovo verso il nipote e ancora verso di me, alzando un sopracciglio. Poi dice qualcosa al nipote e se ne va. Kim segue con gli occhi il nonno, fino a che non scompare e poi riporta l'attenzione a me, venendomi incontro. '' ciao'' gli dico appena mi si para di fronte. '' sei più tranquilla adesso? Posso essere certo che non mi farai del male solo perché faccio di cognome Baston? '' dice scherzoso. Alzo le mani e gli reggo il gioco '' non posso assicurartelo ''ride e prende qualcosa dalla tasca posteriore dei pantaloni. Spalanco gli occhi quando vedo che è il mio telefono '' dovresti smetterla di perderlo ogni volta '' prendo il cellulare dalla sua mano, sfiorando la sua pelle liscia. '' già ... è normale che tu sei sempre nei paraggi quando lo perdo? '' chiedo allacciandomi al suo sguardo. Sorride '' mi hai scoperto ... ti rubo il cellulare per ricattarti '' scoppio a ridere '' devo essere fortunata che questa volta non sei ubriaco? '' si appoggia al muro dell'edifico del bar '' molto! Ho costatato che quando sono ubriaco sono molto pericoloso '' annuisco '' lo avevo notato '' sorrido '' potresti sempre ringraziarmi per averti riportato il telefono '' dice con un sorrisetto malizioso, diventando rosso in volto. Sento le guance riscaldarsi, e mi trattengo dall'agitarmi una mano in viso, per far arrivare più vento. Apro la bocca per rispondere, ma, per fortuna, arriva Sam e mi salva da un'eventuale figura di merda. Non sono molto pratica con i ragazzi '' Taylor, ho bisogno di te al bancone. La gente sembra essersi risvegliata! '' esclama per poi ritornare dentro. Guardo Kim e indico la porta '' dovrei andare '' sorride '' buon lavoro, allora '' mi saluta e comincia ad andarsene, voltandomi le spalle. Metto un piede dentro ma resto con tutto il corpo fuori, guardandolo andare via. Ho la voglia matta di dirgli di restare, e dopo qualche secondo esplodo '' Kim! '' lo richiamo. Lui si gira velocemente, un misto di emozioni negli occhi, come se non aspettasse altro che io lo chiamassi '' vuoi ... entrare e prendere qualcosa? '' gli chiedo un po' imbarazzata. Sorride e annuisce, entrando dalla porta principale. Sorrido anche io, senza un vero motivo. Entro velocemente e ritorno al mio posto, dietro il bancone. Kim è seduto proprio di fronte a me, guardando, irritato, tutte le persone che lo fissavano in silenzio o parlottavano a bassa voce. Mi avvicino a Kim e metto le braccia sul bancone, seguendo il suo sguardo '' mi sono stancato di questa irritante situazione '' dice mettendo anche lui le braccia sul bancone, fissando il suo sguardo sul mio '' vedrai che tra un po' si stancheranno di fare così e ti tratteranno da persona normale, hanno fatto la stessa cosa con tuo nonno, perciò ... '' faccio un sospiro '' ti preparo un caffè? Offro io '' chiedo con un sorriso, lui annuisce. Mi volto e preparo il caffè alla macchinetta '' sul serio hanno fatto la stessa cosa con mio ... nonno? '' ancora quella esitazione. Non gli va proprio giù essere il nipote di Baston ... '' mi giro verso di lui, con la mano ancora appoggiata sulla macchinetta '' io non ero ancora nata, ma a mio padre piaceva un sacco parlare della tua famiglia ... mi diceva che agli occhi di un bambino, Gideon Baston sembrava il classico cavaliere a cui tutti i piccoli ispiravano a diventare ... '' prendo la tazzina e la appoggio di fronte a lui. Kim prende una bustina di zucchero e versa il contenuto all'interno, michiandolo con il liquido amarognolo. Poi, mentre con un cucchiaino provoca piccoli spirali nella tazzina, sussurra '' Giedo Baston ... cavaliere ... '' '' non sembri in buoni rapporti con tuo nonno '' lui mi guarda, un velo di tristezza sui suoi occhi azzurri '' diciamo che ... sono solo un pochino scosso da tutto questo improvviso cambiamento ... mi riesce anche difficile pensarlo come padre di mio padre, visto che non è stato presente neanche nella sua vita ... è come se per me fosse una persona sconosciuta, che non ho mai visto, con cui non ho mai parlato ... '' '' e allora perché siete venuti qui? '' beve un sorso di caffè '' è un po' difficile da spiegare ... '' capisco che non vuole parlarne e rimaniamo per un pochino in silenzio, mentre lui muove la tazzina facendo oscillare il caffè che contiene, un gesto che ho già visto fare a suo nonno. Si può somigliare a una persona che non si è mai conosciuta? Mi guardo intorno e noto che il bar si è leggermente svuotato e che il chiacchiericcio si è fatto più alto '' qual è il tuo colore preferito? '' mi chiede Kim facendomi riportare l'attenzione su di lui. Sbatto le palpebre di fronte a quella domanda '' il ... mio colore preferito? '' chiedo più a me stessa che a lui. Kim annuisce, e io mi guardo le mani concentrandomi sulla domanda ... il mio colore preferito ... '' rosso '' dico guardandolo di nuovo. Lui sorride '' e il tuo? '' chiedo ricambiando il suo sorriso. Beve un altro sorso di caffè e fa vagare lo sguardo un po' dappertutto '' il verde '' '' come l'erbetta del parco? '' si concentra sul mio viso '' più il verde dei tuoi occhi '' dice facendomi arrossire. Questo conferma quello che ha detto la sorella: gli piacciono i miei occhi. Perché mi sento così imbarazzata? Lui apre la bocca per parlare ma io lo precedo, bisognosa di cambiare argomento '' sai, ho conosciuto tua sorella ... '' dico tutt'un fiato, senza pensare bene a quello che stavo dicendo. Perché ho detto di aver conosciuto la sorella? Lui sbianca leggermente e spalanca gli occhi, battendo ogni tanto le palpebre '' m ... mia sorella? '' chiede con voce stridula facendomi ridere. Al che vedo i suoi lineamenti rilassarsi '' è una ragazza davvero ... '' '' pettegola '' conclude Kim con un sospiro '' come hai fatto a conoscerla? Non viene nella nostra scuola '' '' lo so ... infatti l'ho conosciuta tramite una mia amica. Quando sono ritornata a casa era nella mia stanza e parlavano di ... '' esito. Dovrei dirgli che parlavano di lui? E che ho ascoltato tutto? '' ... ragazzi '' in fondo non ho detto una bugia ... lui è un ragazzo. Ho detto che parlavano di lui ma senza farglielo capire. Sono un genio. Lui mi guarda socchiudendo gli occhi '' perché mi sembra che mi stai nascondendo qualcosa? ''inarco le sopracciglia e mi chino verso di lui, mettendo le braccia sul bancone '' mi conosci da così poco e pensi di sapere tutto di me? '' come se l'avesse presa come una sfida, si china di più anche lui e sorride malizioso. Adesso i nostri nasi sono a pochissimi centimetri di distanza. Forse non è stata una buona idea sfidarlo, anche perché i miei occhi ricadono sulle sue labbra come dotati di capacità propria. Le osservo muoversi mentre mi sussurra, con voce roca '' se me lo concedessi, non esiterei un attimo a conoscerti meglio '' mi stacco velocemente e arrossisco senza motivo. O forse il motivo c'è, solo che non voglio ammetterlo. Lancio uno sguardo a Sam e lo vedo ridacchiare sotto i baffi, mentre cerca di togliere l'attenzione dei clienti sulla strana scena che ho appena vissuto. Kim ha gli zigomi colorati un po' di rosa, ma non cambia posizione ne fa scomparire quel ghigno trionfante e il luccichio malizioso dagli occhi. È imbarazzato ma non vuole ammetterlo. Sbatto le palpebre confusa. E da quando penso di conoscerlo così bene? Dio ... questo ragazzo mi farà perdere la testa. Il suo cellulare squilla e distoglie il suo sguardo brillante da me posandolo sullo schermo. Fa una strana smorfia e scende dallo sgabello '' dove vai? '' dico con troppa foga. Sam mi lancia uno sguardo divertito e cerca disperatamente di trattenere una risata. Kim per fortuna non fa caso al mio tono di voce quasi disperato e mi guarda con un'espressione seria '' devo andare, è arrivata una persona e io ... '' si blocca con sguardo disperato '' ... devo andare '' mi rivolge un sorriso abbozzato e esce dal bar, portando il cellulare all'orecchio. Chi sarà arrivata? La sua ragazza? Ex ragazza, mi correggo. Ma se sta qui, vuol dire che vuole riconquistare il cuore di Kim ... e quale modo migliore di venire qui per fargli una grande sorpresa d'amore? Prendo le tazzine sul tavolo e comincio a lavarle con furia. Cos'è questa cosa ... questa sensazione che sento nel petto? Rabbia? Irritazione? '' non sai quanto sia divertente vedere la gelosia impossessarsi di te '' dice Sam passandomi accanto. Mi giro a guardarlo irritata, mentre riempie una tazzina di caffè '' gelosia? '' lui sbuffa '' non mentire a me! Una sola volta ti ho visto lavare le tazzine in quel modo, con gli occhi iniettati di sangue '' alzo le sopracciglia '' e quando, scusa? '' prende la tazzina ormai piena e la poggia davanti un signore che stava chiacchierando allegramente con una donna alta e snella. '' quando io ho preso la promozione e tu no '' dice con un sorriso trionfante. Lo guardo assottigliando gli occhi '' ricordo benissimo che me lo hai rinfacciato per tre settimane '' lui ridacchia e mi fa la linguaccia. Si appoggia vicino a me e si fa un po' più serio '' sembra interessato ... '' gli lancio uno sguardo fugace prima di rimettermi a lavoro '' chi? '' '' Baston. Ti guardava molto ... intensamente '' prendo una tazza e la lavo accuratamente '' vedi troppo film, Sam '' lui sbuffa '' non dai mai nessuna chance a nessuno. Dovresti lasciarti andare '' mi concentro sulla schiuma che si forma sul bordo della tazza '' non do chance perché nessuno è mai stato interessato a me '' sbuffa ancora una volta '' Taylor, sai che non è così. È solo ... '' si blocca, sospirando. Chiudo l'acqua e mi giro a guardarlo, appoggiando una mano sul lavandino '' è solo? '' non mi risponde, arriccia le labbra e se ne va. Non dico niente, un po' sconvolta dal trovarmi inaspettatamente un fratello maggiore che si preoccupi per me e un po' perché sapevo bene dove voleva arrivare. E sapevo anche che aveva fottutamente ragione. Ma nessuno riesce a dirmi in faccia le cose, nessuno riesce a vedermi diversamente da una ragazza con dei forti traumi infantili, nessuno capisce realmente come mi sento. Ma in fondo, neanche io so realmente come mi sento.

#SpazioAutrice

Okay, potete uccidermi con spade angeliche o anche semplicemente con una forchetta, già, le forchette sono molto letali se usate nel modo giusto. Lasciamo stare il modo migliore per uccidere qualcuno ... spero che il capitolo vi piaccia, anche se è abbastanza corto. Mi farò perdonare la prossima volta. Grazie a tutti, siete fantastici.

Un bacio

Dreamer84

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