Blue&Grey| vmin

By ___normal___girl

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Il bene che Jimin e Taehyung provavano l'uno per l'altro era tanto e, per loro, mascherarlo sarebbe diventato... More

Blue and Grey
Prologo - Friends
1. Happy Jimin's day
2. The birthday party
3. Friendship?
4. Am I wrong?
5. A new trip
6. Bon Voyage
7. Heartbeat
8. Crazy for love
9. Christmas Love
10. Tear
11. Star
12. Scenery
13. Bear
14. Let it snow
15. Promise
16. Coincidence
17. Sunkissed
18. Secret
19. Valentine's Day
20. Lights
21. Black shirt
22. Lie
23. Misunderstandings
24. Maybe I love him
25. Yes, I love him
26. Let me love you
27. Smile
28. Sweet creature
29. Busan
30. Resistance
31. Can I tell you I love you?
32. Complications
33. I'm gay
34. Do you trust me?
36. Black Swan
37. Loving is not easy
38. Stay with me
39. Steps on Broadway
40. You belong to me
41. Let me feel your love
42. Ti amo
43. Destiny
44. Husband and Wife
45. People fall in love
46. It Is Him I Love
❀️

35. My boy

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By ___normal___girl


Think of you - Taemin


Un'altra settimana era passata. Aprile era quasi giunto a termine e Jimin trascorreva la maggior parte del suo tempo ad allenarsi con il suo gruppo, per prepararsi allo spettacolo di danza. Il suo vecchio allenatore Minho lo aiutava ogni giorno con la sua nuova coreografia, che avrebbe aperto le danze. Per Jimin sarebbe stata la prima volta ad esibirsi all'inizio di uno spettacolo. Solitamente aveva sempre ballato con la sua squadra verso metà dell'evento, anche l'anno precedente quando aveva avuto il suo primo assolo con Little Star. Oramai era tutto pronto. I ballerini della scuola non vedevano l'ora che arrivasse la fine del mese per poter ballare davanti ai loro amici e alle famiglie. Anche Jimin non stava più nella pelle: suo padre e suo fratello sarebbero stati presenti come sempre e a pensarci gli si riempiva il cuore dalla gioia.

Era un mercoledì pomeriggio quando Taehyung finì le lezioni e salì velocemente in macchina, prendendo una direzione completamente differente da quella che lo avrebbe riportato a casa dopo una giornata di lavoro. Voleva fare una sorpresa a Jimin. Quella mattina aveva rubato il calendario con gli orari dei suoi allenamenti e aveva scoperto che anche lui avrebbe pressoché finito alla sua stessa ora. E, dato che entrambi non si erano visti per tutta la mattinata, Taehyung aveva deciso di raggiungere la scuola di danza e di aspettarlo nel parcheggio.

Tra loro tutto era tornato alla normalità. Tutti e due si erano lasciati alle spalle ciò che era successo con Eunji e avevano continuato per la loro strada. Subito non era stato poi così facile ma, con un po' di impegno, avevano deciso di essere forti insieme e di combattere per ciò che erano, proteggendo il loro legame e la loro relazione da chi voleva intralciarli. Non che quello volesse dire dimenticare tutto ma, alla fine, perché soffrire per qualcuno che non li meritava? Taehyung aveva deciso di chiudere i rapporti con i suoi genitori, più che altro con sua madre, e di vivere felice. Non aveva bisogno d'altro in quel momento: aveva scoperto il suo orientamento sessuale, si era innamorato e aveva Jimin. Per lui, quelle erano le cose che più importavano.

Quando arrivò a destinazione, Taehyung parcheggiò la sua macchina e sorrise. Amava sorprendere Jimin in quel modo, anche se non la faceva spesso. Con quei piccoli gesti desiderava fargli capire quanto ci teneva, sia a lui sia alla loro relazione. Nel momento in cui intravide la figura di Jimin fuori dalla porta dell'edificio, dopo quasi un quarto d'ora, il moro si sistemò velocemente i capelli e si lisciò i pantaloni di lino, per farli sembrare meno stropicciati. Poi, dopo aver preso il proprio cellulare dalla sua borsa, cercò il numero di Jimin e lo chiamò. Da lontano poté comunque sentire la sua suoneria, accompagnata da un suo bellissimo sorriso. Rispose subito.

"Taehyung-ie."

Il minore continuò a guardarlo di nascosto. "Ehi, Minie."

Jimin si passò una mano tra i capelli, trattenendo un sorriso. "Hai finito di lavorare? Io sono appena uscito e non vedo l'ora di ritornare a casa."

"Sì, ho finito anche io.", gli rispose Taehyung, affascinato dalla sua bellezza. "Io non ritornerò a casa."

Taehyung vide l'espressione corrucciata e delusa dell'altro ragazzo. Trattenne un sorriso.

"Quindi non ci vedremo fino a stasera?", gli domandò Jimin, facendo dondolare un piede avanti e indietro. Non lo aveva visto per tutto il giorno e, per un momento, si era illuso di poter trascorrere un po' di tempo con lui. Forse aveva qualcosa di più importante da fare.

Il più piccolo sospirò, recitando. "Non lo so.", disse, "Questo dipende solo da te."

Jimin corrugò la fronte, confuso. Non stava capendo. "Da me?"

"Sì, da te.", il moro cercò di non ridere, "Preferisci vedermi ora o stasera?"

"Ma hai detto che-"

Taehyung lo bloccò. "Minie.", sussurrò il suo nome, "Guarda davanti a te."

E quando lo fece, Jimin spalancò la bocca dalla sorpresa. Taehyung era lì, a qualche passo da lui, in fondo al parcheggio. Il biondo si guardò attorno e, non vedendo altre persone, prese la rincorsa e cominciò a correre verso il proprio ragazzo. Amava quando gli faceva le soprese, anche se di rado. In pochi secondi, Jimin raggiunse Taehyung e gli buttò le braccia al collo, felice. Il sorriso che regalò al minore parlava più di ogni altra cosa.

"Cosa ci fai qui?"

Taehyung lo guardò fisso negli occhi e cercò di trattenersi dal baciarlo lì. "Avevo voglia di farti una sorpresa."

Il biondo si morse un labbro e Taehyung dovette davvero stringere a pugno le sue mani attorno alla maglia del più grande, per non cedere alla sua palese provocazione.

"Mi sei mancato."

Magari a qualcuno avrebbe fatto ridere ma, sì, si erano mancati davvero. Anche se si era trattata di sola mezza giornata, i due ragazzi avevano sentito la mancanza dei loro abbracci e dei loro baci.

Il minore circondò la vita di Jimin con le sue braccia. "Anche tu. Molto."

Troppo, avrebbe voluto confessargli.

Jimin accarezzò i capelli di Taehyung dietro la nuca, in modo dolce. "Stai davvero bene così."

Il moro arrossì vistosamente. "Sembro in pigiama, Jimin.", scherzò, alludendo ai suoi larghi pantaloni di lino e al suo maglione nero altrettanto largo. "Mi hai visto conciato meglio."

Il biondo mugugnò qualcosa, in disaccordo. "Invece sei bellissimo."

Dio. Dio, come faceva...come faceva anche solo a respirare? Santo cielo. Jimin continuò a guardarlo, stregato dalla sua bellezza. Lo avrebbe potuto ripetere all'infinito: nessuno era bello quanto Taehyung. Nessuno.

Il moro non riuscì più a sostenere il suo sguardo. "Smettila di guardarmi così, Minie.", lo pregò.

Lo faceva sentire nudo. Ogni volta che Jimin lo guardava, anche solo innocentemente, a Taehyung pareva di essere privo di vestiti. Lo consumava. Il suo sguardo lo consumava talmente tanfo da fargli scordate di indossare della biancheria e dei pantaloni. Come diavolo era possibile?

Jimin gli sorrise. Un sorriso seducente, di chi la sapeva lunga su cosa stava facendo. "E come ti starei guardando, TaeTae?"

Il moro deglutì, sentendo le dita di Jimin percorrergli lentamente la spina dorsale, sopra il maglione. O dio santissimo. Perché, ogni volta che anche solo lo sfiorava, provava tutte quelle emozioni in un solo momento? Perché le sue gambe diventavano quasi di gelatina quando Jimin lo toccava? Era assurdo.

Alla fine, Taehyung si arrese e glielo disse. "M-mi guardi come se...come se volessi mangiarmi."

Jimin, quasi compiaciuto dalla sua risposta, si avvicinò molto ti più a lui. "Non sono così malizioso."

Oh no, proprio no. Jimin era molto peggio. Con la sua faccia da angelo innocente avrebbe mandato a quel paese le menti di tutti. Era quello il suo grande potere e Taehyung adorava quando lo usava su di lui.

Dopo qualche minuto, il biondo si staccò e lasciò un bacio sulla guancia di Taehyung. "Andiamo da qualche parte?"

Il moro annuì impercettibilmente, ancora un po' su di giri. "Dove vuoi andare, Minie?"

Jimin si mise a pensare. "Ti va il parco? Il primo subito fuori Seoul, quello dove anni fa abbiamo perso entrambi le cuffiette."

Gli occhi di Taehyung si illuminarono. Amava quel posto. "È una bella idea."

Il biondo, contento, saltò in macchina sul sedile del passeggero e si allacciò la cintura, pronto ad andare.

"TaeTae, vieni?", domandò al minore, vedendolo ancora in piedi fuori dalla macchina, con lo sguardo rivolto verso di lui.

Il moro scosse il capo e cercò di riprendersi. "Andiamo."

Taehyung sperò con tutto sé stesso che in quel parco non ci fosse nessuno, come di solito accadeva. Jimin indossava un paio di pantaloni neri della tuta che gli fasciavano alla perfezione il fondo schiena. Taehyung era certo che non sarebbe riuscito a tenere le mani a posto ancora una volta.

Durante il tragitto, Jimin aveva alzato più volte il volume della radio quando passavano le sue canzoni preferite del momento. Taehyung era rimasto affascinato più volte dai movimenti lenti e fluidi del ragazzo, vedendolo ballare anche se da seduto. Jimin era affascinante. In quelle circostanze, Taehyung si rendeva conto di non avergli mai dato le giuste attenzioni. Era stato il suo migliore amico, sì, ma forse avrebbe dovuto ricambiare tutti i bellissimi gesti e pensieri che Jimin gli faceva di continuo. Taehyung faticava ad approcciarsi alle persone ma, con il biondo, era sempre stata tutta un'altra storia. Per questo aveva voluto sorprenderlo a scuola: desiderava ricambiare e farlo sentire adulato, importante, come spesso lui lo faceva sentire. Era giusto così.

Quando Taehyung decise di appoggiare la sua mano sulla coscia di Jimin, quest'ultimo sentí un brivido percorrergli l'intera spina dorsale. Fu un gesto senza malizia, senza secondi fini. E Jimin lo amò proprio per quello. Infatti accarezzò la mano del moro con la propria e la tenne sulla propria gamba, senza volerla spostare. Gli piaceva quel contatto, lo faceva impazzire. Forse era da pazzi ma, quando Taehyung accarezzava il suo corpo, lui si sentiva in paradiso. Il suo calore e il suo tocco lo facevano sentire bene e gli davano un senso di protezione. Taehyung era sempre stato il suo porto sicuro e lo sarebbe stato ancora per molto.

"Minie?"

Quando Jimin si voltò, rimase davvero senza parole alla vista di Taehyung con i capelli mossi un po' spettinati e gli occhiali da sole. Quella era una vista paradisiaca. Taehyung al volante, vestito e pettinato in quel modo. Era il suo quadro preferito. Jimin non ne capiva molto di arte ma, cavolo, quello si che era un dipinto da appendere in una mostra. Meraviglioso. Non c'erano altre parole per esprimere ciò che in quel momento stava provando.

"Dimmi."

Taehyung si voltò un attimo per guardarlo, poi riportò lo sguardo sulla strada. "Tu sei felice, vero?"

Era da un po' che voleva chiederglielo. Taehyung sentiva che tra loro stava crescendo davvero qualcosa di bellissimo e di duraturo, ma aveva comunque paura di non essere abbastanza per lui e di non dargli le giuste attenzioni. Jimin gli sorrise.

"Sono molto felice, Taehyung.", gli confessò, sincero. "Tu non lo sei?"

Jimin non era mai stato così felice. La sua vita finalmente aveva preso forma e aveva tutto quello che gli serviva. Una casa, un lavoro, l'amore. La sua vita era al completo e non l'avrebbe mai cambiata con quella di nessun altro.

Il moro lo guardò di nuovo. "Certo che lo sono, Minie.", gli disse sorridendo, "E sai cos'è che mi rende felice?"

Jimin negò con la testa.

"Tu."

Le guance del maggiore si colorarono velocemente di rosso e lui dovette abbassare lo sguardo per non farsi scoprire. Quando Taehyung gli diceva quelle cose, non riusciva a contenere le sue emozioni e arrossiva sempre.

Taehyung lo guardò con la coda dell'occhio e scoppiò a ridere quando lo vide in imbarazzo. "Amo quando arrossisci per me, Minie. Mi fai sentire importante."

Il biondo assottigliò gli occhi, studiando il viso del più piccolo. Non riusciva più a connettere. La mano di Taehyung era ancora sulla sua coscia e, come se non fosse bastato, tutti i suoi complimenti e le sue confessioni gli stavano fottendo il cervello. Era tutto così...sensuale e dolce. Intimo. Nuovo, per loro.

"Tu sei importante.", gli rispose Jimin, stringendogli la mano. "E, detto tra noi, anche tu sei la ragione principale della mia felicità."

Quella fu musica per le orecchie di Taehyung. Lui era importante.

***

Come accadeva spesso, il parco era quasi vuoto. Era ancora molto bello come gli anni precedenti: il prato era stato sicuramente appena tagliato accuratamente, le piante creavano un po' di ombra e vi erano ancora le giostre per i bambini. Taehyung e Jimin presero dal baule della macchina lo stesso plaid che avevano utilizzato insieme agli altri a Seoul e si sedettero sotto un albero, per avere un po' più di libertà. Prima di partire, il moro aveva preparato persino un piccolo frigo portatile con dei panini e un po' d'acqua, non sapendo cosa avesse voluto scegliere di fare Jimin. Aveva apprezzato il fatto che avesse deciso di andare in quel parco. Entrambi amavano la natura, avrebbero passato un bellissimo pomeriggio insieme.

Dopo qualche minuto, Jimin si sdraiò finalmente sulla coperta e aspettò che Taehyung facesse lo stesso. Aveva una stramaledetta voglia di aggrapparsi a lui e di rifugiarsi tra le sue braccia.

"TaeTae?"

Il moro lo guardò, dall'alto, pensando quanto fosse attraente sdraiato su quella coperta sotto di lui.

"Cosa c'è, Minie?"

"Vieni?"

Come poteva dire di no? Taehyung si abbassò e si sdraiò accanto a lui, facendogli appoggiare subito il capo sul suo petto. Era una sensazione fantastica. Jimin cominciò ad accarezzargli il collo con le dita, finendo fino alla scollatura del suo maglione nero.

"Come fai a dire che non stai bene, vestito così?", la domanda di Jimin fu più che altro una riflessione. "È il tuo stile e sei perfetto."

Taehyung lo ammirò, senza riuscire a distogliere lo sguardo dal suo. "Tu sei perfetto."

"Tu lo sei di più."

Jimin si alzò leggermente su un gomito e si precipitò subito sulle labbra del più piccolo, sospirando quando le sentí sulle proprie. Era da quella mattina che non si vedevano e gli erano mancate davvero tanto. Oramai per lui erano diventate una sorta di droga e, più continuava, più non riusciva a rimanerne senza. E lo stesso valeva per Taehyung. Le labbra di Jimin erano maledettamente speciali ed erano la cosa che più aveva bramato in vita sua. Nel momento in cui Jimin cominciò ad accarezzargli il petto con le mani, Taehyung involontariamente gli appoggiò una mano sul fondo schiena e lo sentí sussultare di sorpresa. 

"Siamo in un parco pubblico.", gli sussurrò Jimin, sorridendo sulle sue labbra. In realtà stava adorano tutte quelle sue attenzioni, non era davvero sua intenzione farlo smettere.

Taehyung continuò a baciarlo, senza sosta. "Non posso baciare il mio ragazzo in un parco?"

"Oh, certo che puoi.", Jimin rise, per assecondarlo. "Ma sai cosa ne pensa la gente."

Il biondo poi appoggiò una mano su quella di Taehyung, che gli stringeva dolcemente la natica sinistra. "Stai letteralmente infrangendo le regole, TaeTae."

Il moro gli morse delicatamente il labbro inferiore. "A te importa delle regole, Jimin?"

A quel punto, il maggiore scosse il capo e si lasciò andare completamente a quel bacio. "Vuoi la verità?"

Taehyung annuì, infilando poi una mano sotto alla felpa nera dell'altro ragazzo, accarezzandogli dolcemente la pelle liscia e morbida della schiena.

"Me ne infischio, Taehyung."

Il moro lo guardò, ancorando lo sguardo al suo. Anche lui se ne infischiava, delle regole. Da quando stava con Jimin, aveva capito che prima di tutto doveva pensare alla sua libertà e non a quello che le persone pensavano di lui. Erano due ragazzi, stavano insieme e si amavano. Dov'era il problema? Una ragazza e un ragazzo si potevano baciare in pubblico ma due ragazzi no? Perché?

Taehyung colse di sorpresa Jimin e invertì le posizioni, mettendosi sopra di lui per osservarlo meglio. Il biondo aveva stampato in viso uno dei suoi sorrisi migliori, uno di quelli seducenti ma allo stesso tempo dolci che riservava solo a Taehyung.

"Promettimi che un giorno ce ne andremo da Seoul."

Il biondo, a quelle parole, alzò il capo e si posizionò su un gomito. Non stava capendo.

"Cosa intendi, TaeTae?"

"Dico che...insomma, come sarebbe se potessimo andarcene da qualche altra parte?", Taehyung fantasticò, "Lontano da tutto e da tutti, solo noi due. In campagna, magari, dove nessuno potrà dirci nulla. A te non piacerebbe?"

Jimin rimase senza parole per qualche secondo. Cosa stava passando per la sua testa? Taehyung non aveva mai parlato di scappare insieme fuori città, non lo aveva mai guardato con quella speranza negli occhi. Pensava davvero che vivere lontano da tutti avrebbe potuto migliorare la situazione e costringere le altre persone ad accettarli? Purtroppo ci sarebbe sempre stato chi li avrebbe offesi e chi non li avrebbe mai accettati, ma non tutti erano così. Fortunatamente, al mondo esistevano anche persone che avevano un cuore e che capivano se due ragazzi o se due ragazze si amavano. Forse era tutto contro natura, anche Jimin lo pensava, ma non aveva potuto decidere di chi innamorarsi e nulla era sbagliato. Taehyung era la sua anima gemella, niente e nessuno lo avrebbe cambiato.

"Tu vorresti davvero mollare tutto per cercare di essere felice?", questo fu quello che Jimin gli domandò.

Taehyung annuì subito alla sua domanda. "Sì, Jimin.", gli rispose, "Non sarebbe bellissimo? Nessuno tra i piedi che ci dica cosa fare e cosa non fare, nessuno che possa dividerci e che possa cambiarci. A te non piacerebbe?"

Certo che mi piacerebbe, Jimin avrebbe voluto rispondere. Ma non potevano andarsene da Seoul. Avevano entrambi il lavoro dei loro sogni e, se avessero deciso di scappare insieme altrove, avrebbero perso tutto. Erano giovani e innamorati, sì, ma non potevano andarsene. O almeno, non per tanto tempo.

"Sarebbe bellissimo.", disse Jimin, sorridendo. "Ma sappiamo entrambi che sarebbe impossibile."

Taehyung lo guardò, sorpreso. "Perché?", gli domandò. "Non sarebbe impossibile, Jimin. Basterebbe prendere una casa in campagna e-"

"Taehyung?", Jimin gli circondò le guance con le mani, guardandolo amorevolmente. "Per quanto io voglia accettare e fare questa pazzia con te, per ora mi tocca rifiutare. Abbiamo entrambi un lavoro solido, non possiamo mollare tutto e trasferirci in campagna."

Il moro trattenne un sorriso. Stava solamente fantasticando, ma avrebbe voluto in futuro andarsene da quella città e avere più libertà.

"Lo so, Minie.", mormorò il minore, baciandogli una guancia. "Sappi solo che è sempre stato il mio sogno condividere una fattoria come quella di mio nonno con la persona che amo."

A quella risposta, Jimin non si contenne più e scoppiò a ridere. "Quindi sei serio?", gli chiese, non capendo più nulla. "Vorresti davvero che vivessimo insieme in una fattoria?"

Taehyung annuì, felice. "Sì.", rise anche lui, "Dici che sarebbe una cosa strana?"

Il biondo scosse il capo. "No, no.", disse, "Però non riesco ad immaginarci con-"

"Con i cappellini di paglia, dici?", scherzò Taehyung, "Tu staresti molto bene, Minie."

Jimin rise di nuovo, di gusto. "Tu sei pazzo."

"Sì. Pazzo di te."

***

Quando Jimin e Taehyung tornarono a casa, salirono per mano le scale del palazzo. Avevano avuto bisogno di un pomeriggio come quello, ultimamente desideravano sempre di più passare del tempo insieme ma non ne avevano mai l'opportunità. La maggior parte delle volte i loro turni lavorativi non combaciavano, infatti si vedevano spesso solo la sera ed erano sempre troppo stanchi per fare qualsiasi cosa.

Nel momento in cui Jimin inserì la chiave nella serratura della porta, Taehyung cominciò a baciargli il collo. 

"TaeTae.", si lamentò il biondo, non riuscendo a resistergli. Quando faceva così, per lui era impossibile rimanere lucido. Era così bello avere le sue labbra sulla propria pelle.

Ma nessuno dei due si sarebbe mai aspettato di trovare cinque ragazzi seduti sul divano ad aspettarli appena avessero aperto la porta e fossero entrati in casa. Ciò che videro i loro amici bastò a dichiarare fondata la loro versione: Taehyung con le labbra sul collo di Jimin, una mano sul suo fianco e i capelli un po' arruffati, forse a causa del vento fuori. Stavano insieme, era ovvio. Quando avevano intenzione di renderlo ufficiale?

Jimin si sentì andare a fuoco le guance quando vide le espressioni divertite dei suoi amici. Taehyung si staccò subito da lui ma non sciolse le loro mani. Oramai tutti lo sapevano, non avrebbe avuto alcun senso negare l'ovvietà.

"Ciao.", il primo a parlare fu il biondo, che si chiuse la porta alle spalle con un piccolo sorriso tirato e timido. 

"Dove siete stati?"

"Siamo andati al parco.", Taehyung rispose a Jungkook, mentre metteva la sua borsa sull'appendiabiti. "Voi cosa stavate facendo?"

Hoseok lì guardò dolcemente, come era solito fare con loro. "Vi stavamo aspettando."

Jimin rise leggermente, per nascondere la sua agitazione. "Beh, sì, ovvio.", straparlò, sempre più imbarazzato. "È quasi ora di cena e-"

"Quando avete intenzione di dircelo?"

Tutti si voltarono verso Yoongi. Namjoon si portò una mano sulla fronte e imprecò mentalmente. Sapeva che il suo hyung avrebbe rovinato tutto e non avrebbe seguito il piano. 

"Dovevamo aspettare che ce ne parlassero loro, lo so.", disse il corvino a quel gesto, imitando le parole poco prima pronunciate da Namjoon. "Perché non la facciamo finita? Oramai lo sappiamo tutti ma continuate a tenercelo nascosto."

Cazzo. Cazzo, ripeté Jimin. Si erano messi d'accordo per organizzare una trappola? Li avevano davvero incastrati?

Taehyung si schiarì la voce, per attirare l'attenzione su di lui. "Di cosa...di cosa state-"

"Yah, fatela finita.", quella volta a lamentarsi fu Seokjin. "Non vi lasceremo in pace finché non ce lo confesserete. Non ci alzeremo da questo divano finché non vi sentiremo dire che-"

"Io e Taehyung stiamo insieme."

Inutile dire che Jimin non fece in tempo nemmeno a riprendere a respirare che gli altri cinque ragazzi cominciarono a saltare sul divano e a urlare dalla felicità. Hoseok corse subito ad abbracciarli, felice. "Sono così fiero di voi, ragazzi."

Jimin e Taehyung si guardarono e alzarono le spalle, in segno di resa. Non avrebbero mai pensato di fare quella dichiarazione ai loro amici in meno di due minuti. Avevano deciso di prepararsi prima un discorso ma, a quanto pareva, non gli serviva più. 

"Ce l'avete fatta.", Jungkook si avvicinò a loro, sorridendo ad entrambi. "Siete una bella coppia, hyungs." 

Nel frattempo, Yoongi si diresse in cucina e stappò una delle sue bottiglie di vino che aveva preparato quel pomeriggio. Riempì sette bicchieri e li mise sulla tavola. 

"Si beve!", urlò ai suoi amici, che corsero subito da lui quando videro i bicchieri di vino. 

"Un brindisi a Taehyung e Jimin.", Namjoon alzò il suo bicchiere, sorridendo. Tutti lo imitarono e Jimin rimase sorpreso dal modo in cui i suoi amici stavano reagendo a tutto quello. Erano felici e stavano festeggiando per loro. Non li avevano guardati male, non li avevano giudicati. Li avevano solamente accolti come avevano sempre fatto e, con quel brindisi, li stavano accettando. Li stavano rendendo liberi di essere ciò che erano. Stavano dando loro una possibilità

Taehyung, ancora stupito, decise di bere anche lui un sorso di vino. Quando però lo mandò giù e quasi vomitò sul pavimento, Jimin gli strappò il bicchiere di mano e lo guardò. "Non devi bere se non ti piace.", lo rimproverò, finendolo al suo posto.

"Volevo brindare a noi anche io.", Taehyung alzò la voce, per sovrastare la musica che Jungkook aveva scelto di mettere per festeggiare. 

Jimin si addolcì. "Alla fine è successo.", disse, trattenendo un sorriso. "Ora lo sanno anche i nostri amici." 

Il moro gli circondò i fianchi con le braccia, felice e grato di aver ricevuto una vita perfetta come la sua. "Ti amo, Minie."

Perché, d'altronde, era la presenza di Jimin che la rendeva perfetta.

***

spazio autrice 

Ciao a tutti lettori e lettrici, come state? Spero bene. Eccomi tornata con un nuovo capitolo! Giovedì non sono riuscita ad aggiornare, mi dispiace :( 

Come avrete potuto notare, tutto tra Jimin e Taehyung sta andando a gonfie vele. Non so per quanto ancora durerà, ma giuro che vi avvertirò se dovesse cambiare :) Finalmente lo hanno detto ai loro amici! In realtà non era una cosa che avevano programmato, ma Namjoon e gli altri hanno organizzato tutto e sono riusciti a scoprire la verità. Forse ora saranno più liberi. Ah, dimenticavo. Cosa ne pensate di Jimin e Taehyung a vivere in una fattoria? Io mi immagino Jimin con il cappello di paglia e i fiorellini. Sarebbe ancora più bello. 

In questo periodo non ho molte idee. Il prossimo capitolo è quasi pronto ma ancora non ho trovato l'idea giusta per combinare ancora un po' di casini :) a voi piacciono i casini, vero? Oltre a questo, ancora non so quanti capitoli scriverò, ma devo dire che la storia è a buon punto e non durerà ancora per molto. Ho molte idee per quanto riguarda la parte finale, ma non riesco a decidermi. Per ora, però, pensiamo solo al prossimo capitolo. Piccolo spoiler: ci sarà un po' di fuoco. 

Per quanto riguarda la canzone consigliata, ho deciso di metterne una di Taemin per festeggiare in ritardo il suo compleanno (è stato ieri)! mi manca un sacco :(

Domanda del giorno: se incontraste il genio della lampada, quali sarebbero i vostri tre desideri? 

Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che non vi abbia annoiato/annoiate. Lasciate un voto e un commentino se vi va, mi farebbe molto piacere. Spero di riuscire ad aggiornare anche giovedì! Alla prossima!

- Sara ❤

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