Blue&Grey| vmin

By ___normal___girl

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Il bene che Jimin e Taehyung provavano l'uno per l'altro era tanto e, per loro, mascherarlo sarebbe diventato... More

Blue and Grey
Prologo - Friends
1. Happy Jimin's day
2. The birthday party
3. Friendship?
4. Am I wrong?
5. A new trip
6. Bon Voyage
7. Heartbeat
8. Crazy for love
9. Christmas Love
10. Tear
11. Star
12. Scenery
13. Bear
14. Let it snow
15. Promise
16. Coincidence
17. Sunkissed
18. Secret
19. Valentine's Day
20. Lights
21. Black shirt
22. Lie
23. Misunderstandings
25. Yes, I love him
26. Let me love you
27. Smile
28. Sweet creature
29. Busan
30. Resistance
31. Can I tell you I love you?
32. Complications
33. I'm gay
34. Do you trust me?
35. My boy
36. Black Swan
37. Loving is not easy
38. Stay with me
39. Steps on Broadway
40. You belong to me
41. Let me feel your love
42. Ti amo
43. Destiny
44. Husband and Wife
45. People fall in love
46. It Is Him I Love
โค๏ธ

24. Maybe I love him

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By ___normal___girl

I need you - BTS


"Jimin-ah, non ce la faccio più."

Jimin smise di ballare e spense velocemente lo stereo, sedendosi poi su una panca di legno. Era stremato, si allenava da tutto il pomeriggio e non vedeva l'ora di poter ritornare a casa. Si trovava alla scuola di ballo insieme a Taemin, dato che entrambi dovevano imparare una coreografia che avrebbero dovuto poi insegnare al gruppo di ragazzi che seguivano. Anche Taemin aveva ottenuto un posto come insegnante, alcuni di loro erano stati trasferiti in un'altra scuola e c'era stato subito bisogno di sostituirli.

"Non sento più le gambe."

Jimin sorrise lievemente quando vide il suo hyung sdraiato sul pavimento freddo della sala da ballo. Era arrivato il momento di fermarsi o davvero si sarebbero fatti male. Avrebbero continuato il giorno successivo, i loro corpi chiedevano pietà.

"Amo ballare ma è davvero pesante farlo così."

"A chi lo dici.", gli rispose Jimin, bevendo un lungo sorso d'acqua dalla borraccia che si era portato nello zaino.

Taemin, quando si riprese, si alzò dal pavimento e si mise seduto di fianco al suo amico, guardandolo con la coda dell'occhio. Erano passate quasi due settimane dall'ultima volta che era stato a casa di Jimin e sapeva che era successo qualcosa. Il biondino in quei giorni era parecchio strano, la maggior parte delle volte rispondeva a monosillabi se qualcuno gli domandava qualcosa e non scherzava più com'era solito fare. Taemin non sapeva nulla, Jimin non gli aveva detto niente e non sapeva come avviare il discorso. Erano amici, sì, ma non voleva comunque sembrare un impiccione e farsi quindi gli affari suoi.

"Jimin-ah?"

Il minore si voltò verso di lui. "Dimmi, hyung."

"Lo sai che puoi dirmi qualsiasi cosa ti succeda, vero?", gli domandò il castano, "Siamo amici, non ti giudicherei mai."

Certo che lo sapeva. Taemin era una delle poche persone di cui Jimin si fidava ciecamente e sapeva di potergli raccontare tutto, lui non lo avrebbe mai spifferato in giro. Ma, ad essere sinceri, nemmeno lui stesso aveva capito cosa fosse realmente successo.

"Mi ero illuso di essere qualcosa di importante per te, Jimin. Ora però ho capito di non aver perso proprio niente."

Le parole di Taehyung lo avevano ferito. Il minore lo aveva lasciato lì sulle scale ed era scappato nella sua camera da letto, sbattendo la porta. Jimin era rimasto fermo nel corridoio con gli occhi che pizzicavano e il cuore spezzato. Come aveva potuto dirgli una cosa del genere? Jimin non aveva fatto nulla di male e Taehyung non aveva nessun diritto di arrabbiarsi così tanto per una cosa non esisteva e che si era inventato da solo. Non poteva trattarlo così, non dopo quello che era successo la notte di San Valentino. Non che avessero fatto chi sa che cosa, ma per Jimin aveva significato tanto. Era pronto ad affidarsi completamente a Taehyung, era pronto a dichiararsi e a confidargli tutte quelle cose che, in quei mesi, non era riuscito a dirgli. Era pronto a confessargli di amarlo.

Ma Taehyung aveva rovinato tutto. Gli aveva spezzato il cuore, lo aveva abbandonato, gli aveva dato false speranze. Gli aveva fatto credere che lo amasse anche lui. O che, almeno, provasse qualcosa.

Con tutti questi pensieri per la testa, non riuscì a formulare una frase di senso compiuto per poter rispondere alla domanda di Taemin. Cominciò a mordicchiarsi il labbro inferiore, un po' agitato.

"Lo so, hyung.", allora gli rispose, "E ti ringrazio tanto per questo. Sei l'unico oltre a Namjoon, Seokjin e Hoseok che in questi giorni mi chiede come sto."

Ed era vero, loro erano stati gli unici. Yoongi lo salutava di sfuggita ogni volta che si incontravano o che si ritrovavano a mangiare assieme, erano poche le volte che parlavano normalmente. Già il maggiore faticava parlare, ma vederlo proprio convinto a volerlo evitare gli faceva male. Jungkook invece stava passando un brutto periodo con Min-soo e, come Yoongi, anche lui in certe occasioni non lo degnava nemmeno di uno sguardo. Un giorno lo aveva sentito parlare con Hoseok e aveva scoperto che Min-soo aveva intenzione di riprendere i rapporti con lui. Jungkook non era sembrato per niente turbato o arrabbiato, ma la frase che aveva pronunciato dopo lo aveva fatto sentire male.

"Hyung.", mormorò Jungkook, rivolgendosi ad Hosoek. "Credo che Min-soo sia ancora innamorata di Jimin."

Jimin non ci aveva creduto e non lo avrebbe mai fatto. Sperava fosse tutto sbagliato e che nulla di quello fosse vero ma solo frutto dell'immaginazione di Jungkook. Lui non provava più niente per la corvina, il suo cuore apparteneva ad un'altra persona e questo non sarebbe mai cambiato.

Infine, c'era Taehyung. Beh, in realtà lo vedeva raramente in giro per casa e, quando si incrociavano, lui andava diritto per la sua strada senza nemmeno degnarlo di uno semplice sguardo. Oramai Jimin aveva perso le speranze con lui, aveva capito che non avrebbe potuto fare nulla per fargli cambiare idea. Lui non era innamorato di Taemin, più volte aveva pensato di raccontare tutto a quest'ultimo e di implorarlo di correre da Taehyung per convincerlo, ma non sarebbe mai contato a nulla. Non gli avrebbe mai creduto.

Taemin, quando vide il suo amico con lo sguardo rivolto verso il pavimento, si sporse nella sua direzione e lo strinse in un affettuoso abbraccio.

"C'entra per caso Taehyung?"

A quel nome, Jimin tirò su con il naso. Non ce la faceva più, il minore gli mancava così tanto che senza di lui si sentiva perso. Così si ritrovò ad annuire, senza dire altro.

"Mi vuoi dire cos'è successo?"

Con tanta pazienza e sincerità, Jimin prese un bel respiro e decise di dirgli tutto. Gli raccontò di quello che era accaduto in Italia, dei baci rubati che si erano dati in quei mesi, della notte di San Valentino e del fatto che aveva capito di essere interessato ai ragazzi e non più alle ragazze. Gli disse anche di quello che Taehyung probabilmente pensava e Taemin, quando venne a sapere di far parte involontariamente di quella storia, scoppiò quasi a ridere.

"Dio, Jimin, non c'è persona più etero di me.", si difese ridendo ancora, "Senza offesa, Chim. Sei un bellissimo ragazzo e credimi se ti dico che ci sono ragazzi fuori di qui che pagherebbero milioni di won anche solo per uscire con te, ma a me piacciono le ragazze e devi dirlo a Taehyung. Davvero è convinto del contrario?"

Jimin storse il naso. "Ho provato a parlargli, hyung, ma lui non vuole avere più che a fare con me. Nemmeno mi guarda in faccia se ci incrociamo per le scale."

"Lo sai che ti vuole bene.", lo rincuorò il castano, massaggiandogli una spalla. "Si è solo sentito tradito e sbagliato. Ho visto come vi guardavate la sera in cui siamo usciti tutti insieme, i vostri occhi hanno parlato più di quanto lo abbiate fatto voi."

Jimin ci pensò su. Sì, sapeva che Taehyung gli voleva bene, ma aveva comunque paura di perderlo. O forse lo aveva già perso.

"Hyung, possibile che a quasi trent'anni io sia ancora ridotto così?", gli chiese il biondino, sbuffando. Dio, che situazione. Nemmeno da ragazzino aveva avuto tutti quei problemi.

Taemin sorrise dolcemente. "È tutto normale, Chim. Vedrai che si sistemerà tutto, ok? Devi solo aspettare che si calmino le acque."

"Hyung?"

"Dimmi, Jimin-ah."

"Pensi che mio padre e mio fratello accetteranno questa cosa?", gli domandò Jimin, in pensiero. Solo l'idea di dire tutto alla sua famiglia lo spaventava. Sapeva che non l'avrebbero mai giudicato e che lo avrebbero accettato, ma aveva comunque timore di poter sembrare diverso da prima. Ma, alla fine, lui era sempre il loro Park Jimin.

Taemin lo guardò dolcemente e annuì, in risposta alla sua domanda. "Certo che ti accetteranno, Jimin.", lo tranquillizzò, "Nulla di tutto questo è un crimine, cerca di non pensare alle persone che potrebbero vederti come un estraneo e giudicarti. La tua famiglia ti amerà più di prima, credimi. Ti vuole bene e ti starà accanto."

"Grazie, Taemin-hyung."

"Chim, non devi ringraziarmi.", rise il maggiore, per stemperare un po' l'agitazione del minore. "Posso farti un'ultima domanda?"

Jimin annuì. "Certo che puoi"

Taemin sorrise appena. "Ti sei innamorato di Taehyung?"

Il biondino tardò di qualche secondo a rispondere. Non poteva più mentire a sé stesso, non ne sarebbe stato capace. Era arrivata l'ora di decidere cosa fare e di accettare quello che era successo. Era arrivata l'ora che lui accettasse di provare tutti quei sentimenti quasi proibiti per il suo migliore amico.

"Sì, hyung.", Jimin gli confessò, guardandolo negli occhi. "Sì, mi sono innamorato di Taehyung."

***

Min-soo non si sarebbe mai aspettata di ritrovarsi davanti a casa sua Jungkook, una volta tornata dall'ufficio in cui lavorava da quasi tre anni.

Quel tardo pomeriggio aveva preso i mezzi pubblici come sempre e si era rilassata all'idea che il giorno seguente fosse stato quello libero, infatti aveva già in mente cosa fare in quelle ore che l'aspettavano. Sarebbe andata a trovare sua madre fuori Seoul e avrebbe cenato da lei, poi sarebbe tornata a casa per godersi la maratona notturna di uno dei suoi k-drama preferiti. Insomma, aveva solo bisogno di passare una serata tranquilla senza pensare alla sua relazione difficile con Jungkook e a tutti i pensieri che la rendevano sempre nervosa e che erano collegati a Jimin.

A proposito di Jimin. Veramente la corvina non sapeva proprio cosa gli stesse succedendo. Tutto d'un tratto aveva ricominciato a sentire strane sensazioni quando Jimin si trovava nei paraggi e non riusciva più a nasconderle. Non pensava di amarlo ancora, non ora che stava con Jungkook, ma forse provava ancora qualcosa per lui. Gli mancava passare del tempo assieme al biondo, da sempre le era piaciuto trascorrere le proprie giornate in sua compagnia e tutto quello le creava parecchia nostalgia.

Per questo quando, una volta arrivata a piedi davanti a casa sua e dopo aver visto Jungkook seduto sugli scalini, decise di entrare in casa per poter parlare al corvino di tutto quanto. Voleva essere sincera con lui e quella sera lo sarebbe stata.

"Ciao, Jungkook.", lei lo salutò, "Cosa ci fai qui?"

Le mancava poterlo salutare con un bacio o con un abbraccio, ma forse era meglio così.

"Avevo bisogno di parlarti.", le rispose Jungkook, guardandola.

Min-soo allora lo fece accomodare sul divano e prese due bicchieri d'acqua per entrambi. L'aria era colma di agitazione e Jungkook poté percepirla tutta quanta.

"Grazie.", le sussurrò, quando lei gli porse il bicchiere d'acqua.

"Devo parlarti anch'io, Jungkook.", Min-soo bevve un sorso, "Però inizia tu."

Sembravano due estranei. Jungkook poggiò il bicchiere sul tavolino di vetro davanti al divano e cominciò a parlare, non volendole rubare troppo tempo.

"Credo che dovremmo prenderci una pausa."

E quelle parole colpirono il cuore di Min-soo come un'arma da fuoco. Stavano davvero rompendo?

"C-cosa?", lei balbettò, "Jungkook, io non voglio lasciarti. Hai ragione a dubitare di me, hai ragione ad avere paura ma io ti amo. Ti amo davvero e-"

Il corvino la bloccò. "Lo so.", le disse, "Lo so che mi ami."

La ragazza sospirò. "Allora qual è il problema?"

"Tu ami anche Jimin."

Jungkook pronunciò quelle parole senza davvero farci troppo caso, tanto erano forti. Si era obbligato a pensare che Min-soo avesse solo e soltanto occhi per lui ma alla fine sapeva che non era vero. La corvina rimase paralizzata. Lei non amava Jimin, ma non poteva comunque negare di pensare a lui tutti i giorni. Anche se il sentimento che provava per il biondo non si avvicinava a quell'amore che una volta provava, sapeva che comunque era speciale e che non lo avrebbe mai più provato con nessuno, nemmeno con Jungkook. Jimin era stato il suo primo vero amore e tale sarebbe rimasto, anche se era stata lei a lasciarlo per un altro.

"Io non lo amo più.", Min-soo sussurrò, "Però hai ragione, provo ancora qualcosa per lui."

E il castello di Jungkook, a quelle parole, crollò definitivamente. Aveva sperato di sbagliarsi, di essersi solamente fatto le sue solite paranoie. Invece no, tutto quello che aveva pensato era reale. Non voleva lasciarla, ma la loro relazione non poteva continuare così se il cuore di Min-soo era diviso in due: avrebbe dovuto scegliere, ma Jungkook non l'avrebbe mai obbligata a rimanere con lui contro la sua volontà, lei doveva solamente seguire il suo cuore. Il vero problema però era che Jungkook non sapeva se Jimin potesse ancora interessato a lei. Era più che sicuro che nella sua vita in quel momento ci fosse solo Taehyung. Min-soo avrebbe sofferto.

"Per questo ci serve un pausa.", ripeté il corvino, abbassando lo sguardo. "Devi capire cosa provi, Min-soo. Non avrebbe senso continuare a stare insieme quando, in realtà, il tuo cuore è per un altro ragazzo."

La corvina cercò in tutti i modi di non scoppiare a piangere. Non avrebbe mai voluto che tutto finisse così. "Jungkook, ti ho già detto che non lo amo."

"Ma provi ancora qualcosa per lui.", la corresse il maggiore, "E io ti amo talmente tanto che sto riuscendo a trovare la forza per lasciarti andare da lui."

La ragazza scosse il capo, sentendo gli occhi pizzicarle e alcune lacrime rigarle le guance. "Kookie-"

Jungkook le si avvicinò e poggiò delicatamente il palmo di una mano sulla sua guancia bagnata. "È meglio così.", le disse dolcemente, "Dovrai solo seguire il tuo cuore, Min-soo, sarà lui a renderti felice. Ricorda che io sarò sempre qui, per te."

E quando Jungkook le lasciò un casto bacio sulla guancia e uscì di fretta di casa, Min-soo si raggomitolò sul divano e pianse tutte le sue lacrime. Aveva rovinato tutto ancora. Amava Jungkook, con tutta sé stessa, ma non riusciva lo stesso a dimenticarsi di Jimin. Lui era un punto fisso nel suo cuore che non se ne andava, anche se gli anni passavano. Perché?

Così, con il cuore nuovamente spezzato e gli occhi gonfi e colmi di lacrime, afferrò il cellulare dal tavolino e cercò l'ultima persona nella rubrica dei contatti che avrebbe mai dovuto chiamare. Quando dall'altra parte del telefono risposero, Min-soo si sentí subito meglio.

"Min-soo?", rispose una voce calda e dolce, "Perché mi stai chiamando? Stai bene?"

"Jimin?", singhiozzò lei, asciugandosi gli occhi con la manica del maglione che indossava. "Jimin, potresti venire a casa mia?"

***

spazio autrice

Ciao lettori, eccomi tornata con un nuovo capitolo! Come state? Spero bene.

Avete visto? Taemin è davvero solo suo amico e non ha cattive intenzioni anzi, vuole rimanere a fianco di Jimin e aiutarlo. Ma Taehyung sembra proprio non capire :(

Riguardo alla canzone, I Need You, è la mia preferita in assoluto.

Domanda del giorno: avete altri artisti che seguite (non k-pop)? Io ne ho davvero tanti, anche se non mi soffermo troppo su un cantante ma mi baso soprattutto sulla canzone e basta.

Cosa accadrà nel prossimo capitolo? Piccolo spoiler, ritornerà Tzu-yu :)

Spero che questa storia vi stia piacendo/intrigando, mi piacerebbe saperlo! Votate e commentate, mi raccomando. Vi aspetto!

Al prossimo aggiornamento!

-Sara❤️

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