Fallin' All In You || Shawn F...

By LadyFrost02

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«Ci siamo conosciuti in una situazione stramba e le cose sono andate diventando sempre più strambe, anche se... More

Presentazione
I - Raimon Junior High
II - Visita alla Royal Academy
III- Alius Academy
IV - Il Lupo dei Ghiacci
V - La Terra dei Ghiacci
VI - Non È Ancora Finita
VII - Partita da Tre Minuti
VIII - Absolute Royal Academy
IX - Primo Segreto Svelato
X - Confusione In Casa Collins
XI - Allenamento Speciale
XII - Il Cielo Stellato
XIII - I Capelli Favolosi di Xene... O Xavier?!
XIV - Cambi Repentini d'Umore
XV - Il Bomber di Fuoco
XVI - Vagando Per Okinawa
XVII - Ritorno In Campo
XVIII - Un Compleanno Quasi Rovinato
XIX - La Genesis
XX - La Fine... O Forse No
XXI - Un Nuovo Inizio
XXII - Il Ritorno
XXIII - Selezioni
XXIV - Non Dovevamo Allenarci Dice?
XXV - Interrogatorio Stile Collins
XXVI - Sono Brava A Dar Fastidio
XXVII - Questo Non È Mai Successo
XXVIII - Erik torna da noi!
XXIX - Suzette La Racconta-Storie
XXX - Fiammella Is Back
XXXI - Insegna Luminosa
XXXII - Ignoratemi Pure
XXXIII - Stonewall Non È Poi Così Male
XXXIV - Vittoria E Sconfitta
XXXV - Mi Devi Un Milkshake
XXXVI - È Tornato!
XXXVII - Zuccherino...
XXXVIII - Spada Angelica
XXXIX - Albino o Corvino?
XL - Geloso?!
XLI - Spin Off
XLII - Una Sequestrata... Particolare
XLIII - Ho Solo Giocato A Monopoly!
XLIV - Appuntamento Romantico
XLV - Festival
XLVI - Desiderio
XLVI - Desiderio (pt. 2)
Annuncio Sequel
Sequel
I - Il Tempo Vola
II - Conversazione Tra Gli Spalti
III - In Prima Pagina
IV - Intervista Pre-Partita

Epilogo

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By LadyFrost02

Rimpianto e rimorso.

Sono entrambi due termini che spesso e volentieri vengono usati per esprimere la stessa cosa. Però, seppur simili, nascondono delle differenze che cambiano notevolmente i loro significati. Provare rimpianto e provare rimorso sono due cose distanti tra di loro.

Nonostante siano diversi, ciò non toglie che siano entrambi vocaboli che portano con loro sentimenti negativi, come la tristezza e la rabbia. Una persona potrebbe sentirsi persa se si lasciasse in balia di questi.

Accettare qualsiasi cosa ci venga offerta dalla vita, provare tutto quello che  possiamo, se possibile con un sorriso sulle labbra, sono cose che potrebbero garantirci di continuare a vivere molti più momenti felici in seguito di quelli in cui speriamo.

Seppur conspevoli del significato di queste due parole, capita spesso e non di rado, di commettere l'errore di esitare. Esitazione. Può salvarti o condannarti a seconda della situazione.

Non sono mai stata il tipo di persona che esita spesso, ma ciò non è per forza una cosa positiva: non esitare è stata la causa principale per cui una volta a sette anni mi sono rotta una gamba saltando dall'altalena ad un'alta altezza.

Anche se quella sciocchezza, mi ha mandato all'ospedale non rimpiango quello che ho fatto, non perché sia il genere di persona che non prova questi sentimenti, ma solo perché se inizialmente stavo piangendo per il dolore, l'attimo dopo ero felice di ritrovarmi addosso le attenzioni e premure delle infermiere e dei miei genitori. Persino mio fratello che non era il genere di persona che amava passare il suo tempo libero con me, mi tenne molta compagnia e comprò molte caramelle.

Però, crescendo ho imparato ad esitare con più frequenza. Sull'altalena non ho più pensato di fare qualcosa di simile, per la semplice paura di rompermi la seconda volta non solo una gamba, ma anche un braccio. Seppur spiacevole è stata un'esperienza che mi ha fatto crescere.

La vita è composta dall'insieme di piccole esperienze, che creano la persona che siamo. Potremmo definire la vita, come un puzzle, ogni pezzo è un'esperienza che abbiamo fatto e che ci ha insegnato qualcosa, di importante o meno.

Ho aggiunto un pezzo quando sono caduta da quell'altalena. Poi un altro quando ho capito per quale motivo non bisogna dare fastidio alle api. Un altro ancora quando ho compreso il significato e l'importanza della parola amicizia.

Anche oggi, mi ritrovo ad aggiungere l'ennesimo pezzo al puzzle della mia vita. Non provo rimpianto, non provo rimorso e ho smesso di esitare.

<Sicura di aver preso tutto?> mi guardo attorno, cercando di capire se avessi messo tutto ciò che ritenevo di essenziale importanza all'interno della mia valigia.
<Penso proprio di sì.> borbotto a mio fratello, seduta sul grande oggetto rosso, con l'intendo di chiuderla. <Per quale motivo non si chiude? Eppure non ci ho messo molte cose!>
<Se avessi evitato di infilarci snack inutili, magari saresti riuscita a chiuderla!> si lamenta con me. <Togli qualcosa.>

Lo minaccio con lo sguardo di non azzardarsi a togliere qualcosa. Soprattutto quello che io considero: kit di sopravvivenza. Questo infatti per garantire la mia incolumità è composto da snack tipici giapponesi che non potrei trovare in nessun altro posto.

Christian capisce di dover lasciar perdere quando sente suonare al campanello di casa. <Deve essere Shawn.>
<Allora vai ad aprire. Sono impegnata come puoi vedere.> indico con un dito la valigia sulla quale sono seduta.

Mio fratello esce dalla stanza come chiesto, non dimenticandosi di borbottare qualcosa, probabilmente qualche lamentela sul mio conto. Ma per questa volta non me la sento neanche di dirgli che ha torto.

Mi ci vuole ancora un minuto prima di riuscire a chiudere definitivamente il bagaglio. Troppo immersa nel mio obiettivo giornaliero, non mi accorgo della persona appena entrata in camera mia.

<Avresti dovuto farlo ieri sera.> mi ammonisce.
<Ti prego non infierire anche tu. Sono così a pezzi che potrei mettermi a piangere con le mani tra i capelli per la disperazione. Vuoi vedermi in quello stato?> il ragazzo ride.

<Non ridere Shawn!> lo rimprovero. <Ero impegnata ieri sera. Non avevo tempo di pensare a questa stupida valigia.> a sentire le mie parole incrocia le braccia al petto e mi guarda rimproverandomi con una semplice occhiata.
<Impegnata a fare cosa?> mi alzo e gli mostro ciò che avevo sistemato sulla mia scrivania.
<Un puzzle da duemila pezzi.> affermo fiera del mio operato. <Te lo regalo volentieri. Guardarlo mi fa innervosire.> avevo passato tutta la serata precedente e anche parte della nottata a completarlo.

<Allora perché l'hai fatto?>
<Perché ero annoiata.>

<Shawn!> sentiamo urlare da fuori della stanza. <Porta giù Isabelle. È ora di andare!>
<Perché sembro essere diventata un cane?> Shawn mi poggia una mano sulla testa e ride divertito dalla mia espressione.
<Non te la prendere Izzy. Ti do una mano.>

Mentre scendiamo le scale, osservo l'albino, non potendo non ripensare a una conversazione che avevamo avuto di recente.

<Il tuo desiderio? Qual è?>
<Che tu accetti.>
<Cosa?>
<Lo capirai è l'unica cosa che dovrai fare sarà accettare.>

<Accettare un corno.> sussurro cercando di non farmi sentire dal diretto interessato.

<Cos'hai detto?> rabbrividisco inizialmente, temendo mi avesse sentito.
<Accecare un cervo, ho detto. Pensi che sia possibile?> invento  la prima cosa che mi viene in mente.
<Era meglio se non avessi detto nulla.> sospira. <Ma sono felice di sapere che sei sempre la solita Isabelle.> si volta verso di me per poi sorridere. Distolgo lo sguardo imbarazzata e a disagio per poi aggiungere qualcosa prima di superarlo e uscire fuori di casa.
<Perché non dovrei esserlo?>

La verità era che facevo fatica in quegli ultimi giorni a fare le classiche battutone e provavo molto meno divertimento a combinare i soliti guai. Non è che di colpo sono maturata o qualche sciocchezza del genere... semplicemente, non mi sembrava giusto.

In auto la prima cosa che mi assicurai di dire a mio fratello fu la seguente: <Almeno per il viaggio, risparmiami la paternale>. È così fu. Durante tutto il tragitto verso l'aeroporto gli argomenti di conversazione furono diversi.

Shawn e Christian ridevano tra di loro, parlavano allegramente e quasi mi dimenticai dell'addio che provava mio fratello nei suoi confronti all'inizio.

Ma al contrario loro, per una volta avevo deciso che sarei stata in silenzio e mi sarei limitata ad ascoltare ciò che dicevano, cercando di cogliere ogni più piccolo dettaglio. Avrei voluto che il tempo di fermasse, ma non era possibile. Un po' come quando sono caduta da quella altalena. Quando raggiunsi il punto più alto, avrei tanto voluto che tutto si fermasse, ma inevitabilmente sono finita a terra. Mi sentivo un po' allo stesso modo in questo momento.

All'aeroporto però, fu inevitabile evitare che mio fratello iniziasse a dirmi cosa avrei dovuto fare e cosa non avrei dovuto, come se non avesse potuto più contattarmi. Quindi passai per quasi un quarto d'ora ad annuire e supplicare telepaticamente che Shawn intervenisse e mi salvasse da quel calvario.

Forse l'aveva fatto apposta a fingere di non aver capito, oppure non sapeva cosa fare per venire in mio soccorso, fatto sta che mi sentivo abbandonata in mezzo a un branco di lupi affamati.

Certo, era un po' un'esagerazione mettere sullo stesso livello mio fratello che prova una volta ogni tanto a fare il bravo fratello maggiore, con un gruppo di lupi, ma nella mia mente avevo bisogno di rendere il tutto più drammatico.

Ma non a quanto pare non solo l'unica della stessa opinione, in quanto ad un certo punto Christian sembrava volesse mettersi a piangere, come se stessi andando in guerra.

<Così mi bagni la maglietta!> lo ammonisco facendo un paio di passi all'indietro e facendo distanza tra di noi.
<Scusa, ma la mia sorellina è cresciuta e sta per spiccare il volo da sola.> sospiro rassegnata... temo proprio non sia giornata.

<Sei crudele Isabelle.> afferma Shawn.
<Non quanto te.> rispondo.

Christian nel mentre decide di andare a farsi due passi, lasciandoci soli.

<Sei arrabbiata?>
<Un po'.> ammetto sinceramente. <Non importa quello che dirai... non cambierà niente.>

<La cosa che più mi fa arrabbiare di te è la tua bontà Shawn. Ti bastavano poche parole, anzi una sola parola per cambiare tutto. Non saprei neanche se definirti ingenuo o altruista.>

<Finalmente hai detto ciò che pensi.>
<Ciò non cambierà nulla.>
<Indubbiamente, ma ora mi sento più tranquillo.> confessa.

<Sono ancora arrabbiata con te.>
<Ed io felice per te.> afferma facendo qualche passo verso di me.

<Ma...>
<Grazie... per avermi fatto accettare.> Shawn mi abbraccia stringendomi forte a sé. Ricambio la stretta e mi impegno per evitare di mettermi a piangere.

Accettare di esaudire quel suo desiderio, è ciò che ci ha portati dove siamo qui oggi. Se qualcuno qualche mese fa mi avesse detto che Shawn avrebbe voluto rompere con me, l'avrei preso per un'idiota. Non riuscivo a immaginarlo a fare una cosa del genere, a causa della sua enorme gentilezza e buon cuore.

Eppure era proprio ciò era successo tornati dai mondiali. Inizialmente non capivo perché di tale decisione e fui molto triste, ma anche dopo averla compresa, non riuscì a sentirmi più sollevata... solo più vuota.

<Cerca di non cacciarti nei guai.> comincia anche lui ad avvisarmi.
<Richiesta difficile.> borbotto sincera.
<Mangia in modo equilibrato.> il suo tono si faceva sempre più triste, ma stessa cosa valeva per me.
<Per favore, richieste più fattibili.>
<Non prendere in giro chiunque.>
<Dipenderà.>

<Ma soprattutto divertiti.>
<Va bene.> mi ero ripromessa che non avrei pianto e non avevo intenzione di farlo.

Quando mi è stata offerta l'occasione di partire e andare all'estero per studiare e giocare a calcio, è stato il primo a dirmi di accettare. Forse quello che più soffriva per la situazione era proprio lui e per questo motivo avrei dovuto sorridere fino all'ultimo e mostrarmi grata.

Avevo già pianto a sufficienza le notti precedenti e nulla mi avrebbe impedito di piangere nuovamente in aereo... solo, non potevo farlo davanti a lui.

<Se permetti un mio consiglio: sii meno buono.> lo sento ridacchiare.
<Ci proverò.>

Una volta che mi allontanai dalle sue braccia, lo guardai un'ultima volta negli suoi occhi grigi prima di distogliere lo sguardo. <Mi mancherai Shawn.>

Se solo fosse stato un poco più egoista forse sarei rimasta, ma se fosse stato così forse tra qualche settimana o qualche mese mi sarei pentita di non essere partita. Per questo non potevo che essergli grata per tutto ciò che aveva fatto per me.

E per una volta, decisi di dimostrarglielo.
Feci un inchino e guardai le mie scarpe mentre pronunciai i miei ringraziamenti.
<Ti sono grata per essermi stata accanto per tutto questo tempo Shawn. Voglio che tu lo sappia prima di partire.> l'albino mi posa una mano sulla testa e anche se non lo vedo, sono certa che sta sorridendo.
<Il sentimento è reciproco Isabelle.>

<Dai il massimo e diventa la migliore.>

Quelle furono alcune delle ultime cose che ci dicemmo, prima che le nostre strade si dividessero per chissà quanto tempo.

Rimpianto e rimorso erano sentimenti che non ho provato durante tutta la durata del volo, ma solo gratitudine e tristezza.

Ma arrivata a destinazione decisi che avrei i miei sentimenti sarebbero cambiati in qualcos'altro: speranza in quello che sarebbe avvenuto e gioia.

Non ci misi molto tempo però per cambiare idea e pensare che la coppiata di sentimenti che avrei dovuto provare sarebbe dovuta essere quella composta da irritazione e frustrazione. Tutto a causa di una semplice persona.

<Ehi zuccherino!>

Solo in seguito a distanza di tempo, sarei venuta a sapere di una certa conversazione. Quella avvenuta tra due ragazzi simili e opposti tra di loro.

<Voglio chiederti di prenderti cura di Isabelle... pensi di esserne in grado?>
<Non so perché lo dici, ma lo farò. Zuccherino è una bella sfida che non posso rifiutare!>

Ma questa... è tutta un'altra storia...

**********

Ehilà.
Ecco qui l'epilogo. Un po' così!
Spero che la storia vi sia piaciuta e fatemi sapere cosa ne pensate della fine! Cosa credete che sia successo dopo?

Dalla vostra amata, ma non troppo, autrice. Un saluto.

-A ♥️

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