Mi dispiace...

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4 Mesi dopo
Era una mattina di fine dicembre, certo non era ancora Natale ma ci mancava poco. Avevo acceso la stufa che pian piano stava riscaldando l'abitazione. Stavo indossando un maglione con delle renne sopra. Casa era piena di luci e decorazioni, non vedevo l'ora che arrivasse natale. Avevo già preso i regali per il mio bambino e ora che era più grande avevo iniziato a leggergli più storie per bambini. Era strano vederlo così cresciuto. Corsi verso la camera di Yagami allarmata da un suo pianto. Non era un bambino che piangeva molto e sentirlo frignare era sempre una campanella d'allarme. Lo presi in braccio poggiandolo sul fianco e lasciandogli un bacio sulla fronte. ERA CALDO! ERA CALDO BOLLENTE! DEVO PORTARLO IN OSPEDALE! IL PRONTO SOCCORSO! NON SI ERA MAI AMMALATO COSA DEVO FARE?!
Soichiro stava continuando a piangere mandandomi in tilt i sensori. Non era mai capitato, non sapevo cosa dovevo fare ero nel pallone più totale.
Corsi in cucina infilando una maglia a Yagami per farlo stare al caldo. Stava indossando il pigiamino ed era bellissimo ma ora dovevo portarlo spedita all'ospedale. Afferrai il telefono entrando nella mia piccola auto che avevo comprato due mesi prima, non era nulla di speciale e non la utilizzavo molto, certo era perfetta per due persone. Allacciai Soichiro al seggiolino accesi il motore con qualche difficoltà facendo partire subito la musica per neonati che oramai inondava sempre la macchina. Aveva nevicato e il paesaggio era leggermente cambiato, ero tornata a lavorare e anche grazie a quello avevo messo dei soldi da parte per poter dare una sistemata generale alla casa, nulla di speciale volevo solo riverniciare un paio di stanza anche se non ne ero totalmente sicura. Essendo solo io a lavorare e dovendo mantenere sia me che un bimbo non potevo permettermi molto. Poteva non sembrare ma avere un bambino costa moltissimo, tesa pannolini, vestiti, giocattoli, cibo e cianfrusaglie varie arrivavo a fine mese sempre un po' al limite. Essendo io una persona abbastanza orgogliosa non osavo chiedere una mano ai miei amici se non per guardare Soichiro. Girai di poco lo sguardo nella direzione del bimbo cercando di calmarlo ecco un'altra cosa da aggiungere alla lista delle cose difficili da fare era quella: guidare e calmare un bimbo.
Parcheggiai in malo modo l'auto prendendo in braccio la piccola figura piangente di mio figlio, ero riuscita a chiamare il medico di base del piccolo e mi aveva detto di andare da lui senza problemi. Il parcheggio era deserto fatta eccezione per alcune auto poco distanti dalla mia. Cercai di calmare il piccolo inutilmente. I suoi occhi rossi traboccavano lacrime mente le guance erano tinte di un color porpora non naturale. Aveva i capelli scompigliati e le sue manine erano strette al mio pigiama. Mi sentivo un tantino fuori luogo e di certo poco organizzata e questo mi spaventava, avrei voluto sapere tutto su come fare, come comportarmi come calmarlo e curarlo ma era nulla... Non ero per nulla una brava mamma e saperlo mi irritava. Mi sentivo triste. Serrai le mascelle camminando a passi svelto verso l'ufficio del medico. Le pareti colorate del reparto natale sfrecciano veloci sotto il mio sguardo portandomi finalmente al reparto per bambini. Era tempestato di giocattoli e di fogli da disegno. Sinceramente quel posto riusciva sempre a calmarmi e nonostante l'agitazione che provavo tutte le volte che Soichiro aveva una visita di controllo si smorzava un po' in quel posto sempre pieno di bambini e di mamme e papà. Avrei voluto con tutto il mio cuore che anche oggi quel posto avesse avuto su di me lo stesso impatto ma non accadde e la cosa non fece altro che rendermi ansiosa più del dovuto. Sapevo come affrontare una febbre con una persona adulta ma non con un bambino, voglio dire loro sono più deboli degli adulti. La segretaria mi aveva fatto segno di entrare dentro la stanza e senza fiatare avevo seguito le sue indicazioni. Dopo aver scambiato un paio di parole con il dottore, aveva subito cominciato a visitare il mio bambino gli aveva fatto prendere qualcosa e poi me lo aveva messo in braccio come se nulla fosse successo. Lo guardai in cerca di risposte non soffermandomi minimamente su altri particolari che non fossero la sua faccia e le sue righe. Era inespressivo e non riuscivo a decifrare se tutto andasse bene oppure no.
Dottore:"Solo un po' di febbre, dagli della tachicardia e tienilo al caldo"
T/N:"Meno male!"
Stavo per perdere tre anni di vita. Il bimbo era tornato leggermente vivace rassicurandomi subito. Ringraziai un paio di volte il medico che mi sorrise come se quello che era capitato per lui fosse cosa da tutti i giorni ed effettivamente era così.
Dottore:"Ha già detto la sua prima parola ho fatto i primi passi?"
T/N:"No perché?"
Dottore:"In teoria dai 10 mesi ai 12 mesi i bambini sviluppano queste capacità certo può succedere anche intorno ai 15 mesi"
Annuì lentamente con il capo per poi uscire dalla stanzetta dell'ospedale non nutrivo proprio una grande simpatia per questi posti fatta eccezione per la sala d'attesa dei bambini. Ripercorsi a ritroso il tragitto che avevo fatto poco prima raggiungendo l'auto con una stanza tranquillità che assapora fino all'ultimo. Sapevo esattamente dove volevo andare in questo preciso momento, al cimitero. Alla sua tomba per raccontargli tutto, per sentirlo più vicino a noi. Appoggiai Soichiro sul seggiolino accarezzandogli il viso.
T/N:"Andiamo a trovare papà ti va bene? Soichiro...cosa dovrei fare.... Come dovrei crescerti....ho fatto una promessa.... Ma io... Non sono riuscita nemmeno a farti smettere di piangere.... Mi manca così tanto il tuo papà... Non sai cosa darei per averlo qui con me.... Mi dispiace.... Mi dispiace.... Tu meritavi di avere un papà.... Lui ti avrebbe viziato così tanto....ti avrebbe coccolato fino allo sfinimento.... Mi dispiace...non avrei mai voluto farti sentire diverso dai tuoi amici.... Volevo darti una famiglia.... Un papà.... Una zia... Una nonna... Saremmo dovuti essere una famiglia.... Mi dispiace... "
I singhiozzi avevano iniziato a lasciare la mia gola raschiando con prepotenza contro al mio palato, le lacrime stavano rigano il mio viso, l'ansia che avevo provato fino a poco prima si era fatta strada fino ai miei occhi e i miei pensieri erano usciti come un fiume in piena. Facendomi crollare nella turbina di pensieri che da quando Light era morto mi avevano tormentato durante la notte. Sentivo il corpo mosso da degli spasmi mente pian piano tutto stava crollando. Sentii alcuni suoni provenire dalla bocca di Soichiro e sentirli in qualche modo mi aveva fatta sentire meno sola.

Hey:3
Ragazz* oggi è giornata Internazionale contro l’Omofobia, la Transfobia e la Bifobia.  Lottiamo per i nostri diritti anche se sei etero non vuol dire che questo argomento non di riguardi. Stiamo parlando di diritti umani e tutti siamo umani ed è nostro dovere lottare per ottenere delle libertà. Specialmente se si parla della libertà di essere se stessi o di amare chi vogliamo.

 Specialmente se si parla della libertà di essere se stessi o di amare chi vogliamo

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Io sono pansessuale, voi vi identificate in un orientamento o in un genere specifico? NO SCUSATE HO VISTO ORA QUESTO È LO VOGLIO TIPO TROPPO

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NO SCUSATE HO VISTO ORA QUESTO È LO VOGLIO TIPO TROPPO

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BELLISSIMO!

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La tempesta nei tuoi occhi Kira x Reader  Where stories live. Discover now