VENTITREESIMO [Street Fighter]

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Tema: Errore. 

Mi scuso apertamente di parlare sempre degli stessi personaggi. È più forte di me. Per inciso, non so la fonte della pic, ma mi piace davvero un sacco.

*

Anche quella notte, Charlie è tornato a visitare i suoi sogni.
Come sempre, non ne ha fatto parola con nessuno, nonostante Julia gli abbia chiesto insistentemente cosa lo affliggesse. Se ne avesse fatto parola una sola volta, chiunque avrebbe potuto capire che si trattava di questo. Ma sin dalla prima volta, Guile ha voluto espressamente tenerlo per sé.

Sognare il suo defunto amico era per lui un puro e semplice errore. Era fermamente convinto, infatti, che sarebbe bastato non pensare a lui prima di addormentarsi per non ritrovarselo in sogno. Come autrice e persona reale non ne sono altrettanto sicura, ma se il lettore si trovasse d'accordo con lui, lo pregherei di segnalarmelo.
Quindi Guile considerava un suo sbaglio ogni volta che Charlie lo visitava in sogno. Anche perché c'era sempre un retrogusto inquietante, in quelle situazioni. E dato che errare è umano, ma perseverare diabolico, preferiva decisamente tenere per sé la questione.

Avrebbe almeno potuto dirlo al prete, se una minuscola parte del suo essere fosse stata disposta a cercare di smetterla. Ma la verità era che non voleva smettere di sognarlo.
Persino mentre dormiva era consapevole che non si trattava di lui, che era defunto e che si trovava a parlare con un fantasma, un'immagine, un robot, una brutta copia o uno scherzo. Una moltitudine di brividi gli correvano ogni volta giù per la spina dorsale, a causa delle cattive emozioni che accompagnavano l'apparizione di quei simulacri costantemente vuoti.

Ma tutto ciò restava preferibile al silenzio della quotidianità.
Si svegliava al mattino disgustato dalla trama di quei sogni, si ripeteva senza convinzione che era tutta colpa sua e che la notte seguente avrebbe pensato a qualsiasi altra cosa. Poi si alzava, andava al lavoro, tornava a casa, si coricava e si sentiva vuoto. Pensava a com'era bella la vita quando poteva condividerla con lui e pensava a quanto gli mancasse. Poi si addormentava, facendo ricominciare il circolo, evitando il suo sguardo vuoto nella dimensione onirica e ricercando i suoi occhi sorridenti al momento del risveglio nelle sue fotografie.

Chissà perché non si è reso conto che sognarlo, pensarlo, sono validi modi di permettergli di esistere ancora. In Street Fighter IV Charlie compare semplicemente perché inobliabile pezzo del suo passato e presupposto delle azioni nel suo presente: lo conosciamo solo grazie a lui.
Ricordarlo è un merito che andrebbe decisamente apprezzato...

Altro che errore.



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