35) So Am I Your Husband?

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Era la mattina del 26 dicembre quando Louis venne accidentalmente a sapere del vero motivo per cui Harry gli aveva fatto la proposta di matrimonio.

- Mamma, io e Lou ci sposiamo - disse Harry a bassa voce in salotto, ignaro del fatto che Louis fosse appoggiato allo stipite della porta della camera da letto e stesse ascoltando la conversazione.

- Mamma, lo so, siamo ancora giovani ma io lo amo -
- Mi rendo conto che sia una scelta impritante ma... -
- Mamma io... -
- Mamma ascoltami! - sbottò Harry con un tono più alto di quanto desiderasse.

- Mamma... Lou... La situazione è grave - mormorò il riccio fermandosi al centro della stanza con la schiena ricurva e il telefono appoggiato all'orecchio.

- Ha deciso di non fare la chemioterapia, mamma... I medici... - farneticò Harry prima di voltarsi e notare Louis, con in volto uno sguardo malinconico, appoggiato allo stipite della porta.

- Devo andare, ti richiamo dopo - salutò Harry prima di mettere giù il telefono, senza mai smettere di guardare negli occhi soenti di Louis.

- Quanto mi danno? - chiese Louis saltato ogni tipo di convenevole.
- Louis... -
- Quanto mi danno? - ripeté il ragazzo interrompendo Harry ancor prima che iniziasse.

- Senza chemioterapia ti danno al massimo otto mesi - rispose Harry con lo sguardo basso cercando di rimanere forte. Rimanere forte per Louis.

- È per questo che mi hai chiesto di sposarti? -
- No, avevo preso l'anello già da un mese; è stata una crudele
coincidenza - rispose il riccio con sincerità.

- Va bene, vorrà dire che saranno i migliori otto mesi della mia vita - sorrise Louis dopo un lungo attimo di silenzio, avvicinandosi a Harry, prendendogli le mani e facendole ondeggiare da una parte all'altra.

- Lou... Io non... - tentò di dire Harry con la voce spezzata, il magone bloccato in gola mentre le lacrime scendevano lungo le sue guance e il petto iniziava ad alzarsi e abbassarsi irregolarmente.

- Harry, adesso guardami - disse Louis con tono pacato e confortante.
- Andrà tutto bene, andrà tutto bene - ripeté più volte il ragazzo tenendo tra le mani il viso distrutto di Harry.

Harry continuò a singhiozzare, e ogni tentativo di fermare il flusso delle sue lacrime si dimostrava un fallimento. Si rese conto che stava crollando, pezzo dopo pezzo, stava crollando.

- Harry, ti prego guardami - ripeté Louis tentando in ogni modo di tenere a bada le emozioni come si fa con un cane irrequieto.
Il riccio alzò gli occhi, il verde arrivava all'esterno mutato per via dei riflessi delle lacrime che gli colmavano lo sguardo.

- È tutto ok, capito? Doveva andare così... Ora non pensi sia meglio godersi il momento invece che continuare a versare lacrime? - disse con voce tremante, intimorita essa stessa dalle parole a cui stava dando vita.

Harry annuì, si asciugò le lacrime e sfoderò un mezzo sorriso in volto, forse dipingendolo reale per nascondere la sua natura fittizia, forse reso fin troppo reale dalla sua sagoma malinconica, nonostante le parole di Louis non fossero riuscite a riparare le crepe che si stavano formando nell'animo di Harry.

- Aspetta un secondo, quella è la mia felpa? - chiese poi il riccio, non appena si fu ripreso.
- Ehm... Sì - sorrise Louis assumendo espressione colpevole.

- Ma indossi sempre la stessa? Almeno ogni tanto cambia - suggerì Harry ridendo timidamente.
- Mi sono affezionato a questa, anche se ormai l'ho indossata così tante volte che ha perso tutto il tuo profumo - spiegò Louis con voce infantile.

- Adesso basta cincischiare, dobbiamo organizzare un matrimonio, no? - sorrise Harry cancellando anche le ultime tracce di malinconia dal proprio volto.

I tried to breatheWhere stories live. Discover now