5) Ex Girlfriend

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Il mattino seguente Harry si svegliò a causa del solletico provocato dai capelli di Louis, che sfregavano delicatamente contro il mento del riccio; guardò l'ora scritta nella sveglia sul comodino e vide che erano le cinque e trenta del mattino.

Il ragazzo provò ad alzarsi dal letto di Louis, ma quest'ultimo era ancora avvinghiato al suo petto e ciò gli rendeva impossibile muoversi. Harry cercò di scivolare lenstambete da un lato per togliersi di dosso il peso, di certo non spiacevole, di Louis, ma dopo qualche minuto che provava ad alzarsi, il ragazzo lo strinse più forte a sé riportandole nella posizione originaria.

- Harry perché ti muovi così tan... - mormorò Louis con la bocca impastata dal sonno.
- Aspetta un secondo... Harry?! Cosa diamine ci fai nel mio letto?! - disse con vice stridula il ragazzo, alzandosi dal torace dell'altro e portandosi la coperta addosso come a coprire il suo busto privo di una maglietta.

- Ehm... Buongiorno anche a te, Louis - disse Harry imbarazzato, portandosi una mano dietro la testa.

Poi, come quando un fulmine colpisce un albero a ciel sereno, nella mente di Louis si fece chiaro il ricordo della notte prima.
- Ah... Ehm... Umpfff... Io... Ecco... - disse il ragazzo accompagnando il suo balbettio con gesti senza un senso logico.

- Louis, non farò parola con nessuno né del tuo incubo, né del fatto che abbiamo dormito assieme. Non faremo più parola di questa storia e ricomincerò ad odiarci come facevamo prima, ora se vuoi scusarmi viglio farmi una doccia - le parole di Harry risultarono esageratamente fredde e colpirono Louis provicandogli una fitta al petto.

Il ragazzo dagli occhi azzurri rimase a fissare le proprie mani, le stesse che quella notte avevano tenuto così stretto il corpo del suo compagno di stanza, e rifletteva su ciò che gli era stato detto con tono tanto distaccato: si sentiva uno schifo per aver trattato sempre così ridemente il riccio, che aveva deciso di aiutarlo ugualmente vedendolo in un momento di difficoltà. Sapeva di non averlo fatto con cattiveria, in fondo trattava tutti così, ma per la prima volta si sentiva in colpa.

Quando Harry uscì dal bagno si aspettava di trovare Louis davanti alla porta pronto per farsi la doccia, ma invece lo trovò in piedi, appoggiato alla pedana del suo letto, a fissarsi insistentemente i piedi scalzi. Il ragazzo alzò la testa e fu come se vedesse Harry per la prima volta: aveva un asciugamano legato in vita, il petto nudo lucido su cui le goccioline facevano a gara a chi cadeva prima e i ricci bagnati che gli cadevano disordinatamente sulle spalle.

- Harry - incominciò Louis.
- Il bagno è libero, vai pure - disse con tono apatico il riccio, passando si un asciugamano tra i capelli nel tentativo di asciugarli e andando verso la sua cassettiera per prendere un paio di boxer.
- Harry no, è-è importante e-ecco - balbettò Louis messo in soggezione dall'atteggiamento di Harry e dalle sue condizioni.
- È tanto importante che non posso nemmeno mettermi le mutande? - chiese sarcastico il riccio, prendendo velocemente un paio di boxer neri dal cassetto; Louis si buttò all'indietro sul letto coprendosi il viso con le mani mentre Harry si infilava velocemente l'intimo da sotto l'asciugamano.

- Di che mi devi parlare? - disse infine Harry sedendosi a gambe incrociate sul proprio letto.
- Ehm, ascolta, io-io sono stato uno stronzo con te e beh... - incominciò il ragazzo, dopo essersi seduto a sua volta sul proprio letto, prima che l'altro lo interrompesse:
- Senti, Louis, io non viglio certo elemosinare un rapporto pacifico con te, tra due giorni torneremo alle nostre vite normali a Doncaster e non ci parleremo mai più. Sono a posto così -

- Ma mi vuoi ascoltare un attimo?! - sbottò Louis infastidito.
- Stavo dicendo che sono stato uno stronzo e nonostante il fatto che ti abbia trattato come una merda tu ieri notte ti sei preoccupato per me e mi sei rimasto accanto, senza chiedere nessuna spiegazione e senza voler nulla in cambio; non lo aveva mai fatto nessuno per me, quindi g-grazie - disse tutto d'un fiato il ragazzo.
- Ecco, se sei ancora disposto ad esserlo, a-a me piacerebbe molto essere t-tuo amico - concluse timidamente il ragazzo, abbassando sempre di più la voce.

Il viso del riccio si illuminò di gioia, che cercò subito di nascondere passandoci l'asciugamano sul viso.
- Certo che voglio ancora essere tuo amico - sorrise Harry facendo comparire due meravigliose fossette ai lati delle sue guance; i due ragazzi mantennero per qualche secondo il contatto visivo poi scoppiarono a ridere.

- Mmmhh... Come ti chiamano di solito? - chiese Louis d'un tratto.
- Fammi pensare, asociale, apatico, disagiato, caso sociale... -
- Ma no! Intendo come ti chiamano i tuoi amici - rise il ragazzo dagli occhi azzurri.
- Ah non lo so, i miei amici si possono contare sulle dita di un pesce - continuò Harry ridendo; poi dopo un'occhiata storta ma divertita lanciata da Louis, il riccio continuò:
- Niall mi chiama Haz -

Vedendo lo sguardo confuso di Louis, Harry spiegò:
- Vedi, Liam un amico più grande di noi che io e Niall abbiamo in comune, mi ha soprannominato Hazza, perché dice che quando esco dalla doccia sembro Tarzan e quindi ha tipo unito il nome Tarzan a Harry ed è venuto fuori Hazza. Però Niall mi chiama Haz perché Liam è molto geloso del soprannome per intero -
Louis guardava Harry affascinato, come se fosse in una specie di trance.

- Ok scusa, parlo troppo - si scusò Harry abbassando lo sguardo.
- Cosa? No, affatto, è bello sentirti parlare - sorrise Louis tranquillizzante il riccio.
- Comunque tu chiamami Lou -
- Mmmhhh mi piace, Lou - rise Harry.
- Eh già, Haz - sorrise Lou.

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I due ragazzi finirono di prepararsi, perché ormai si erano fatte le sette e dovevano scendere a fare colazione.
Uscirono insieme, ridendo e chiacchierando del più e del meno, e scesero le scale dell'hotel per arrivare al buffet della colazione; si sedettero ad un tavolo e dopo poco li raggiunse anche Niall:
- Hey Haz, aspetta un attimo ma tu non sei il suo compagno di stanza? Quello stronzo? - disse il biondo.
- Niall! Scusa Lou è che non mi stavi particolarmente simpatico quando mi sono messo a chattare con Niall alle tre di notte - ridacchiò imbarazzato Harry.
I tre ragazzi si guardarono per qualche secondo e scoppiarono a ridere.

Durante tutta la colazione il brusio di sottofondo era principalmente composto da battutine e pettegolezzi, tutti indirizzati a Harry e Lou; la situazione andò avanti finché ad un certo punto Luke si avvicinò al ragazzo dagli occhi azzurri e disse:
- Bro ma perché stai in tavolo con questo tizio, non sai la storia della sua ex?

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I don't care what people say when we're together

I tried to breatheМесто, где живут истории. Откройте их для себя