12) I Have To Find A Work

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- Mamma? Mamma stai bene? -
- Harry? Che ore sono? - rispose la madre del ragazzo ancora scombussolata.
- Non lo so, saranno le dieci -
- Le dieci? E non sei a scuola?! - si alzò di soprassalto la donna.

- Oh santo cielo - disse poi portandosi le mani alla testa dopo aver ricordato ciò che stava succedendo.

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- Harry, adesso mi spieghi cosa cazzo sta succedendo? Chi è questo ragazzo che è con te e che cazzo c'entra in tutta questa storia? - disse la madre di Harry seduta al tavolo con ancora un bicchiere di acqua in mano.

- Lui è Louis, Louis Tomlinson ed è un mio... Amico -
- Sono felice che tu abbia un amico, ma mi spieghi cosa cazzo ci fa in casa nostra e cosa c'entra? -
- Ehm... Ecco... - cominciò il riccio in visibile difficoltà.
Louis notò il disagio di Harry nel parlare quindi decise di intervenire nonostante il riccio lo avesse avvisato di non farlo.

- Lo ha fatto per me - disse con fermezza il ragazzo dagli occhi azzurri ricevendo un'occhiata ben altro che amichevole dal riccio.
- Cosa intendi? - disse la donna facendo segno di stare zitto al figlio.

- Io... Ecco io e Harry abbiamo fatto amicizia durante la gita ma ad un certo punto mi hanno chiamato per tornare qui -
Prima di continuare il racconto Louis mandò giù un groppo in gola, sperando di far così fuggire anche le lacrime aggrappate alle sue ciglia.

- Mia madre ha avuto un attacco cardiaco, ed essendo affetta da una forma aggressiva di leucemia, sono dovuto tornare immediatamente -
Lo sguardo della madre di Harry si fece cupo.

- E Harry, nonostante non sapesse nulla della situazione, ha deciso di accompagnarmi per... Ecco... Supportarmi - terminò il ragazzo dagli occhi azzurri, abbassando la testa e stropicciandosi gli occhi con una mano, mentre l'altra era inconsciamente impegnata a stringere quella di Harry sotto il tavolo.

Seguì un lungo silenzio, di riflessione da parte della donna e di ansia da parte dei due ragazzi.

- Louis, puoi lasciarmi un attimo da sola con Harry? - chiese dolcemente la donna, rivolgendo al ragazzo un sorriso rassicurante. Lou annuì e si congedò fuori dalla porta, aspettando appoggiato al muretto che delimitava il giardino.

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- Harry, è vero quello che ha detto Louis? - chiese con aria angosciata la madre del riccio.
- Sì - rispose timidamente Harry fissando insistentemente le proprie mani.

- È davvero un tuo amico? -
- Sì, stavolta non è come le altre - disse con tono deciso alzando lo sguardo fino ad incontrare gli occhi della madre.

- Hai... Hai fatto bene immagino - disse poi la donna con voce leggermente tremante.

- Louis è davvero importante per me - continuò poi il ragazzo prendendo le mani della donna nelle proprie.
- Ne sono certa tesoro - sorrise dolcemente lei in risposta.

- Adesso vado a telefonare alla scuola per vedere se riesco a sistemare le cose... Tu fa rientrare Louis - continuò poi alzandosi.

- Mamma - la richiamò Harry.
- Grazie - sorrise infine facendo comparire sulle guance le fossette che tanto lo caratterizzano.

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- Harry, prima che tu ti incazzi, cosa per cui saresti completamente giustificato, lasciami spiegare: io l'ho fatto perché ti vedevo in difficoltà e... Ecco... Spero di non aver peggiorato la situazione... Ma le mie intenzioni erano solo buone... E io - cominciò Louis, pronunciando le parole ad una velocità esagerata, appena Harry uscì dalla porta d'ingresso.

Il riccio non gli disse niente ma semplicemente si diresse a passo deciso verso il ragazzo e lo abbracciò, sussurrandhli un "Grazie" all'orecchio.

- Adesso vieni dentro dai, non credo che mia madre si accontenti così facilmente, vorrà sapere se sei un tossicodipendente cocainomane che mi vuole portare sulla strada della criminalità - rise Harry tirando una pacca sulla spalla al ragazzo dagli occhi azzurri, che rise spontaneamente.

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- Che hanno detto mamma? - chiese Harry impaziente quando la donna si ripresentò in salotto.
- C'è stata la segreteria per tutto il tempo - rise lei sedendosi sul divano e lanciando un'occhiata al figlio che venne interpretata come un "Non è il caso di parlarne ora".

- Mi rendo conto che la presentazione che ha fatto Harry sia stata un tantino sbrigativa, io sono Louis Tomlinson - disse il ragazzo dagli occhi azzurri, alzandosi dal divano e porgendo la mano alla donna.

- Io sono Anne - replicò con tono dolce la donna.

- Ok, bene, adesso mi spiegate in una maniera comprensibile cosa diamine è successo in questi due giorni - continuò poi con l'ombra di un sorriso in volto.

I due ragazzi le raccontarono in modo grossolano cosa era successo in quel breve ma intenso lasso di tempo e Anne rimane ad ascoltare perplessa e meravigliata da un così bizzarro rapporto.

- Accidenti ma si è fatto mezzogiorno e mezza... Louis ti va di rimanere a pranzo? - chiese Anne accorgendosi dell'orario.

- Ehm... Ecco io non credo che... Insomma avete già fatto fin troppo per me... E io... -
- Non scassare i coglioni e accetta - disse Harry con naturalezza.
- Harry! Ma ti sembra il caso? - scattò subito Anne rimproverando il linguaggio del figlio.
- Oh ma dai mamma - rispose Harry con tono esasperato lanciando un'occhiata a Lou che provocò nel ragazzo una risata sonora e spontanea.

- Vi va bene la pasta al forno? - chiese Anne già indaffarata a tirare fuori teglie e padelle dai mobili della cucina.

- Certo signora Sty... Anne - urlò Louis per farsi sentire.

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- È davvero buonissimo mamma - affermò Harry con ancora la bocca piena.
- Confermo pienamente - rise Louis.

- Ma quindi tu sei a casa da solo? - chiese la madre del riccio riferendosi all'altro ragazzo presente a tavola.
- Beh sì, ogni tanto Mark, il compagno di mia madre, torna a casa ma rimane al massimo una notte, oppure più spesso torna solo per prendere magari qualcosa che serve a mamma - rispose Louis con tranquillità, che invece non sembrava essere condivisa da Anne.

- E non ti senti solo? Cioè non inviti mai i tuoi amici a farti compagnia? -
Harry lanciò immediatamente uno sguardo di rimprovero ad Anne.

- Beh no, sono abituato a questa situazione da ormai due o tre mesi - rispose Louis visibilmente imbarazzato.

- Allora in questo caso quando vuoi puoi rimanere qui, tanto Gemma passa la maggior parte della settimana a Londra con il suo fidanzato, quindi abbiamo un letto in più -
- Non dire a tua sorella che ho detto questo, altrimenti mi ammazza - aggiunse la donna sottovoce a Harry.

- M-mi farebbe piacere, sì - rispose Louis mostrando il suo sorriso splendente.

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- Che ti ha detto la scuola? Ti conosco mamma e so che non c'è stata la segreteria tutto il tempo - disse Harry mentre con una spugna strofinava la superficie di ceramica di un piatto sporco.

- Ecco... Harry... Mi hanno detto che tra qualche giorno ci richiameranno per andare in presidenza a firmare dei fogli... Ti hanno espulso tesoro -

Harry rimase immobile per qualche secondo, con le mani insaponate e ricoperte di bollicine, poi poco dopo si rilassò nuovamente: si aspettava questa conseguenza e doveva ammettere a sé stesso che lo avrebbe rifatto, centinaia e centinaia di volte, senza mai pentirsi.

- Beh, direi che ho bisogno di un lavoro - esclamò Harry con tono pacato, nonostante lo sguardo della madre, pesante e angosciato, che si sentiva cadergli addosso come grandine.

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Be so sweet if things just stayed the same

I tried to breatheOù les histoires vivent. Découvrez maintenant