26) Please Stop!

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- Loueh - chiamò Harry dalla cucina, cercando di svegliare il proprio fidanzato e ormai coinquilino da più di tre settimane.

Non ricevendo risposta Harry appoggiò da un lato il piatto con i pancake che aveva preparato, e si diresse in camera da letto, dove trovò il ragazzo ancora addormentato.

- Louis, svegliati sono le dieci - ripeté Harry posando le mani sui fianchi.
- Harreh, ancora cinque minuti - disse Louis sbiascicando le parole.
- Erano cinque minuti anche l'ultima volta che ti ho chiamato, più o meno mezz'ora fa -

- Ma cosa sei, il mio ragazzo o la mia tata? -
- Sono quello che ti ha preparato i pancake che stanno aspettando in cucina -
- Pancake? - esclamò Louis alzandosi a squadra dal letto e osservando Harry con occhi sognanti.

- Sono già pronti in cucina, ingordo che non sei altro -
- Oh lo sai che ti amo -
- Aggiungiamo pure ruffiano - rise Harry tornando in cucina e sedendosi al tavolo.

- Lou, vedi di sbrigarti a mangiare, che tra un'ora hai il colloquio - disse Harry versando dello sciroppo d'acero sui propri pancake.
- Colloquio? - chiese Louis con ancora la bocca piena.

- Non avevi il colloquio con quel giornale... Il Daily Mirror -
- Porca puttana vero! Mi ero completamente scordato! - esclamò Louis sgranando gli occhi e alzandosi di scatto dalla sedia.
- Sempre il solito - rise Harry.

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- Non riesco a venirti a prendere, sto lavorando a un nuovo progetto e devo rimanere al lavoro fino a sera, ti dispiace tornare in corriera? - chiese Harry dopo aver parcheggiato davanti alla sede del giornale.

- No, figurati... Ci vediamo dopo, ti amo - disse Lou lasciando un bacio casto sulle labbra di Harry e uscendo dalla macchina.

Harry subito dopo notò sul sedile un pacchetto di sigarette, probabilmente caduto dalla tasca del cappotto di Louis, lo prese in mano con fare confuso e alterato e lo aprì, notando che al suo interno erano presenti solo 2 sigarette; il riccio continuò a fissare il pacchetto come se potesse parlargli e dirgli perché Louis continuasse imperterrito a consumare sigarette.

Harry allora insospettitosi tornò a casa e iniziò a rovistare nel cassetto del comodino di Louis e vi trovò all'interno tre pacchetti ancora chiuso di sigarette. La preoccupazione e la rabbia si mescolarono velocemente nella testa di Harry, provicandogli un fastidioso mal di testa.

~~~~~

- Loueh sono a casa! - esclamò Harry fradicio dalla testa ai piedi varcando la porta d'ingresso.
- Finalmente sei arrivato, cominciavo a pensare ti avessero rapito - rise Louis urlando dalla cucina.

- Dobbiamo parlare - disse Harry in tono serio entrando in cucina, dove Louis stava assemblando degli hamburger.
- Che succede amore? - rispose preoccupato voltandosi verso Harry e corrugando le sopracciglia.

- Di quello ne discutiamo dopo, ora abbiamo un altro problema - replicò Harry abbassando lo sguardo sulla scatola gocciolante che aveva in mano.

- Ma che diamine... Ma sei fradicio! Vatti subito ad asciugare e poi cos'è questa scatola? - chiese sconcertato Louis.
- Ecco... Lo sai che ti amo tanto vero? -
- Harry cosa cazzo hai in quella scatola? -

- Allora, prima che ti arrabbi lasciami spiegare: stavo tornando alla macchina e pioveva a dirotto, come hai potuto verificare con i tuoi occhi - iniziò il riccio sedendosi su una sedia.
- Vai al punto - disse serio Lousi incrociando le braccia al petto.

- Ad un certo punto ho sentito un la meno provenire da un vicoletto buio, mi sono avvicinato ed ecco cosa ho trovato - continuò il riccio aprendo la scatola e mostrando un cucciolo di gatto, completamente bagnato e con il manto nero.

I tried to breatheWhere stories live. Discover now