8) May I Introduce You To My Friend Harry?

2.5K 118 57
                                    

Lou si sedette di fianco a Johannah e le rivolse un sorriso malinconico e sincero.

- Ciao tesoro, che hai fatto ai capelli? - rise la donna.
Lou si trovò confuso, così prese il telefono e si specchiò nella fotocamera, i suoi capelli erano completamente scombinato, con le ciocche castane mandate in direzioni completamente casuali: allora il ragazzo si ricordò che Harry poco prima gli compigliò i capelli per prenderlo in giro amichevolmente per la sua altezza.

A quel pensiero il ragazzo rise e cercò con una mano di sistemare la propria chioma disordinata.

- Ah lascia stare uno scherzo di un amico - disse dolcemente Lou.
- Luke? -
- Mamma te ne ho già parlato, io e Luke non siamo amici -
- Non mi racconti mai niente - sbuffò la donna indossando un finto broncio, che in breve si trasformò in un'espressione divertita.

- Almeno così non mi tratti come un bambino di 8 anni mentre ne ho 18 - disse con finto sarcasmo il ragazzo; la donna rispose mostrandogli una linguaccia e Lou ricambiò con un'altra smorfia.

- Guardate che io sono qui eh - disse Mark seduto su una sedia dall'altro lato del letto di Johannah. Madre e figlio si girsrono contemporaneamente verso l'uomo con la stessa espressione in viso, erano l'uno il ritratto dell'altra.

- Tu come stai mamma? - chiese poi Lou prendendo la mano destra di sua madre tra le proprie.
- Io sto bene amore mio, non capisco perché io non sia già fuori a fare jogging, devo tenermi in forma eh - rise la donna; il ragazzo dagli occhi azzurri alzò un sopracciglio con un sorriso di rimprovero in volto.

- Vedrai che tra un po' tornerai a casa e potrai ricominciare a fare la scalata dell'Everst a testa in giù, proprio come piace a te - rise Lou cercando di tirare su il morale alla madre.

- Adesso tu mi spieghi perché sei venuto, insomma dovevi goderti quei 5 giorni a Roma o come si chiama - lo rimproverò la donna.
- Oh mamma, continuerai così tutto il tempo? -
- E poi quanto caspita devi aver pagato per un taxi da Londra a qui - ricominciò Johannah.
- Non ho preso un taxi, ho preso una macchina a noleggio -
- MA NON HAI LA PATENTE - quasi urlò la donna sbigottita.

- Sta calma, mi ha accompagnato un mio amico... A proposito ti va di conoscerlo? È qui fuori -
- Ma certo, parlare con te e Mark è come parlare con dei cactus da quanto siete loquaci - rise la donna.

~~~~~

Harry era seduto davanti alla stanza della madre di Lou ormai da mezz'ora e ad un certo punto la porta dipinta di un azzurro spento si aprì e mostrò il volto del ragazzo dagli occhi azzurri.

- Hey Haz, ti va di entrare? - chiese allegro.
- Ehm ma sei sicuro che a tua madre vada bene? - chiese con vice insicura il riccio.
- Haz, devi solo essere te stesso, so già che ti adorerà - continuò Lou porgendo una mano verso Harry, che dopo qualche secondo la afferrò entrando nella camera con passo insicuro.

- S-salve signora Tomlinson - sorrise timidamente Harry; la donna lo squadrò per qualche secondo, poi si voltò verso il figlio e affermò:
- Te lo sei scelto bello l'amico eh -

Le guance di Harry diventarono all'istante roventi e di un rosso intenso; Louis sgranò gli occhi facendo passare velocemente lo sguardo da sua madre al riccio e viceversa.

- Mamma! Ma ti pare? - esclamò imbarazzato il ragazzo dagli occhi azzurri, nascondendo subito dopoil viso tra le mani.
- Oh Loulou, non posso più fare un apprezzamento su un tuo amico? Io sono una donna libera - rise Johanna.
Adesso Harry capiva perché Lou si fosse arrabbiato così tanto quando lo aveva chiamato con quel soprannome.
- Beh sì ma no, insomma... Ecco... Io... -
- Lou, non fa nulla tranquillo - sorrise Harry e il ragazzo dagli occhi azzurri si arrese.

- Ah e chiamami Jo - terminò la madre di Lou rivolgendo al riccio un ampio sorriso.

~~~~~

I due ragazzi parlarono a lungo con Johannah e Harry si trovò davvero bene a dialogare con lei, sembravano molto in sintonia; ad un certo punto entrò un infermiere annunciando che l'orario delle viste stava per finire.

- Beh adesso mi sa che dovete andare, Mark è autorizzato a rimanere qui ma se volete vi può riaccompagnare ognuno a casa sua -
- Nah non fa nulla, riaccompagno io Lou a casa - disse Harry accompagnando con un gesto della mano.

- Ma tua madre Harry? Ti starà aspettando, davvero ci può pensare Mark -
- Ehm è una questione complicata quella di mia madre, comunque davvero non c'è problema - sorrise Harry portandosi un braccio dietro la testa.

- Prendete la mia macchina, riporto io stanotte quella a noleggio all'aeroporto - disse Mark lanciando le chiavi della propria macchina a Harry, che le prese al volo e ringraziò con un cenno del capo.

I due ragazzi si diressero alla porta ma prima che uscissero Johannah lì richiamò:

- Ah Loulou, magari fossero tutti così simpatici i tuoi "amici" - rise lei facendo arrossire il figlio.
- Ok mamma adesso dobbiamo andare che peccato, ciao eh - rise imbarazzato il ragazzo con gli occhi azzurri praticamente spingendo Harry fuori dalla porta.

~~~~~

- Ci mettiamo quarantacinque minuti per tornare a Doncaster - disse Harry concentrato a impostare le indicazioni sul navigatore della macchina.

- Harry, pensi di tornare a casa? - chiese Louis con tono preoccupato.
- Nah non penso, mia madre se tornassi a casa probabilmente mi manderebbe a dormire in cantina; troverò un motel in cui stare per stanotte e magari domani proverò a parlare con Satana - rise Harry mettendo in moto l'auto.

- Puoi rimanere da me - disse senza esitazione il ragazzo dagli occhi azzurri.

- Ehm Lou, non so se sia una buona idea, insomma è casa tua e poi non ci conosciamo nemmeno tanto bene, io non credo di poter accet -

- Harry, hai già fatto fin troppo per me, mi lasci almeno la possibilità di farti in cambio questo piccolo
favore? - disse Lou con tono serio.

- Va bene, ma solo per stavolta, ora dimmi il tuo indirizzo -
- Vivo al 28 di King Street -
- Ok perfetto, piccola informazione di servizio: sai cucinare? No perché sto morendo di fame -
- Sì so cucinare, quando arriviamo a casa ti faccio il mio piatto speciale - rise Lou mostrando io suo sorriso angelico.

~~~~~

Even when the night changes, it will never change me and you

I tried to breatheWhere stories live. Discover now