La Stanza delle Necessità

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Percy

Ora che eravamo ufficialmente parte dell'Esercito di Silente, ES abbreviato, ci erano state date queste monetine speciali che potevamo usare per contattare gli altri membri. Gli incontri dovevano svolgersi in privato, perché la professoressa Umbridge era contro ogni cosa che avesse a che fare con il combattere e il difendersi. A parte il primo reclutamento, non avevamo ancora iniziato a imparare niente. Nessuno riusciva a pensare a un posto per fare gli incontri lontano dagli occhi di Gazza. Non fu fino a quando io e Harry decidemmo di fare un giro per il castello pochi giorni dopo che trovammo un posto per esercitarci.

Avevo deciso che io e Harry dovevamo diventare amici se volevamo una possibilità nel proteggerlo., perché quando ci evitava non potevamo avvicinarci abbastanza. Harry fu più che felice perché gli dava una scusa per prendersi una pausa dagli studi per gli esami.

"Allora," disse Harry quando uscimmo dalla sala comune, "È stato gentile da parte tua difendere la Cooman in quel modo. Anche se non credo che la Umbridge abbia approvato. Si poteva vedere che ti stava pugnalando con gli occhi. Cosa intendeva con protetto dal Ministero? Non è la prima volta che lo ha detto."

Lo guardai pensando a cosa avrei dovuto dire. Da una parte, sarebbe stato bello dirglielo finalmente, stava iniziando a essere un buon amico. Ma Chirone non ci aveva dato il permesso di farlo. Non si sa mai chi stia ascoltando. Quindi, come al solito, decisi di dire mezza verità.

"È stato il Ministero a mandarci. Silente ha suggerito che sarebbe stata una buona idea portarci e il Ministro era d'accordo. Anche se Silente non pensa che Caramel abbia accettato per i suoi stessi motivi."

"Che sarebbero?"

"Avidità. Vuole vedere come può usarci. Ancora non accetta che Volderutt sia tornato."

Harry scoppiò a ridere.

"Cosa? Ho detto qualcosa?" Sorrisi.

"Volde... rutt..." Harry cercò di prendere aria. "Nessuno... ha mai..." Harry cercò di respirare. "Il suo nome è Voldemort." Harry rise di nuovo e questa volta mi unii a lui. Ero felice che potessimo ridere di queste cose. Harry era un bravo ragazzo e mi piaceva molto essere suo amico e credo fosse sollevato di non dover avere paura che io seguissi Voldemort.

"Beh, voi maghi inglesi siete davvero terribili con i nomi. Voglio dire," dissi sorridendo, "Hogwarts. Non è il nome di una malattia dei maiali?" Harry rise ancora di più. "E quale è il vostro motto? Draco Dormiens Nunquam Titillandus? Vi rendete conto che significa 'non fare il solletico al drago che dorme', vero?" Ridemmo entrambi ancora più forte. Era così divertente ridere e scherzare con qualcuno che non doveva preoccuparsi di essere attaccato 24 ore su 24. Invece di essere sempre all'erta, potevo ridere con qualcuno che poteva fare lo stesso con me.

"Ma, seriamente," Harry smise di camminare. "Dobbiamo trovare una stanza in cui possiamo allenarci nella difesa senza preoccuparsi di qualcuno che ci trovi."

"Dobby lo sa, signore!" Disse una voce squillante dietro di noi. Ci girammo per trovare una creatura simile a un goblin che indossava una tutina e ogni tipo di calzino ai piedi. "Dobby ha sentito di una stanza conosciuta come la Stanza del Va e Vieni o Stanza delle Necessità!"

"Perché si chiama così?" Chiese Harry.

"Perché una persona può trovarla solo quando ne hanno davvero bisogno! Devi estere estremamente specifico. Può essere qualsiasi cosa! Dobby l'ha usata una volta, signore, per curare Winky quando aveva bevuto troppa burrobirra."

"Grazie, Dobby." Harry mi guardò e iniziò a correre. Io lo seguii, facendo lo slalom tra i passaggi e fermandomi poco dopo.

"Dove siamo?" Chiesi.

"In un posto dove potremo farlo senza essere visti." Prese un pezzo di pergamena piegata dalla sua uniforme e l'aprì. "Percy, non puoi dire a nessuno di questa, va bene?" Annuii e lui colpì il foglio con la bacchetta. "Giuro solennemente di non avere buone intenzioni." Da dove la sua bacchetta aveva toccato il foglio, dell'inchiostro si sparse e mostrò una mappa della scuola. Vidi delle piccole persone etichettate con i loro nomi che camminavano, si sedevano e parlavano. Poi, al quinto piano, c'erano due etichette con "Harry Potter" e "Percy Jackson". Il mini-me e il mini-Harry corsero al settimo piano. Harry piegò la mappa e corse anche lui. Io lo seguii e presto raggiungemmo il settimo piano. Harry aprì la mappa e la guardò di nuovo. I mini-noi camminarono tre volte davanti al poster di un mago che insegnava danza classica a dei troll. Delle parole si formarono sulla mappa, dicendo Pensa a quello che vuoi. Harry mi diede la mappa e, prima che potessi fare domande, iniziò a camminare. Io lo guardai fare avanti e indietro fino a che non vidi una porta apparire sul muro.

"Wow. Questo è forte." Fu tutto ciò che riuscii a dire. La magia stava davvero iniziando a piacermi. Harry si avvicinò alla porta e l'aprì. Dentro c'era una stanza che era abbastanza grande per l'ES, ma comunque abbastanza spazioso. C'erano dei manichini in un angolo e un muro era coperto di librerie. Pensai al fatto che assomigliasse alla sala di allenamento al campo e una fila di spade e armi apparve su un muro. Harry e io uscimmo dalla stanza e mi chiesi come si sarebbe nascosta, quando scomparve da sola.

"È ancora lì, le ho solo chiesto di nascondersi."

"Beh, sembra che abbiamo trovato una stanza per allenarsi per l'ES." Sorrisi.

Babysitter a Hogwarts {Libro 1} [Traduzione di Babysitting Hogwarts]Where stories live. Discover now