Capitolo 26.

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"Non ti ho più dato il mio regalo."

Artym richiamò l'attenzione di Chris mentre dondolava pigramente le gambe. Era seduto sul bancone della cucina e cercava con tutto sé stesso di non pensare al dolore che aveva in quel momento. Aveva un orgoglio da portare avanti.

Chris si avvicinò a lui, accarezzando lentamente le sue gambe. Poteva notare dal suo viso quanto non stesse bene e trovava abbastanza divertente il suo nascondere quelle adorabili smorfie di dolore. 
     
"Ah no? Ero sicuro di aver ricevuto più volte il mio regalo."

Artym arrossì di colpo a quella battuta, colpendo leggermente il suo petto, cercando di allontanarlo da se. C'era già il dolore a ricordargli della notte passata sveglio, non serviva che mettesse il dito nella piaga.
   
Il pensiero di incontrare Alex e Jet glielo faceva ricordare ancora di più. Già sapeva che l'avrebbero preso in giro.

"Idiota, sono serio. Dovevo darti il mio regalo, ma mi è passato di mente. Prendimi il giubbotto."

Chris si allontanò da lui, dirigendosi verso il salotto. La sera prima avevano lasciato i giubbotti sul divano, senza darci troppo peso. I vestiti non facevano parte dei pensieri di entrambi.  

Prese il giubbotto nero, tornando poi in cucina porgendolo al ragazzo seduto sul bancone che subito lo prese.
Frugò nelle tasche alla ricerca dell'oggetto di suo interesse, finché non entrasse una piccola scatolina blu.   

"Eccola! In realtà è un regalo stupido, ma spero ti piaccia."

Gli porse la scatolina con un piccolo labbruccio. Non sapeva quanto potesse piacergli quel regalo, ma conoscendo i suoi gusti sperava di aver scelto bene.

Chris prese la scatolina dalle sue mani, guardandola qualche secondo. Era molto carina.
Aprì lentamente il coperchio, trovando all'interno due gemelli da polso argentati, con una "C" corsiva incisa sopra.

Gli piacevano molto, ma si chiese quanto avesse speso l'altro. Non voleva fargli spendere troppo soldi per lui, non aveva un lavoro, e sapeva che il loro costo non era del tutto basso.

"Sono molto belli, davvero, ma costano troppo. Non c'era bisogno di spendere così tanto, la giornata insieme è stato un regalo perfetto."

Artym notò la preoccupazione nella sua voce. Era davvero carino da parte sua preoccuparsi, ma ormai glielo aveva fatto e l'avrebbe accettato. Soprattutto se gli piacevano. Non accettava repliche. 

"Non ho speso molto tranquillo e comunque avevo dei soldi da parte. Ormai gli ho comprati, non posso restituirli. Non ti piacciono per caso?"

Fece un piccolo broncio cercando di convincere l'altro. Sapeva che nessuna voce autoritaria avrebbe funzionato con lui, per cui avrebbe optato per l'essere adorabile.

Fortunatamente le matricole non l'avevano mai visto così, aveva pur sempre una reputazione.

Ma insomma, il suo compleanno era una volta l'anno, andava festeggiato per bene.

Chris lo guardò attentamente, sospirando appena mentre annuiva. Sapeva che in quella situazione non avrebbe mai vinto contro di lui, era inutile anche solo provarci.

"Mh, va bene. La prossima volta non spendere così tanto però, chiaro?"

Artym annuì tirandolo verso di se. Non gli avrebbe dato retta, ma poteva pur sempre illuderlo.

Chris si avvicinò a lui, avvolgendogli la vita con le braccia mentre Artym si abbassò verso di lui, lasciandogli un bacio sul naso.

Sembrava davvero un bambino, dolorante, ma pur sempre un bambino.

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