Capitolo 21.

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Camminava lentamente, in punta di piedi, per il lungo corridoio, facendosi luce con la torcia del telefono.
Cercava di fare il meno rumore possibile considerando l'ora tarda e per questo non aveva messo le ciabatte.

Arrivò d'avanti la porta bianca, aprendola lentamente e facendo una smorfia sentendola cigolare un po'. Entrò lentamente nella stanza richiudendo la porta dietro di se e camminò verso il comodino su cui posò il telefono con la torcia ora spenta.
A stanza era illuminata per lo più dalla luce lunare e, per quanto fosse possibile, vedeva chiaramente.

Si stese lentamente sul letto stendendosi nelle calde coperte e immediatamente sentì due braccia avvolgerlo.

"Perché sei entrato nel mio letto di soppiatto come un gatto?"

La voce roca di Chris gli risuonò nelle orecchie, probabilmente si era svegliato mentre entrava, e dovette prendere un profondo respiro per imporsi di restare calmo.

A causa del sonno appena concluso la sua voce era più roca e bassa del solito, il suo respiro si infrangeva contro il retro del suo collo e il suo petto nudo era contro la schiena del piccolo. Artym richiamò a se tutta la sua forza per non saltargli addosso.

In nessun senso.

"Mi sentivo solo nella stanza degli ospiti e mi mancavi."

Alzò le spalle stringendosi a lui, girandosi nella sua direzione. Possò una mano sul suo petto nudo, approfittandone per accarezzarlo lentamente e passò lentamente i polpastrelli sulla sua pelle.

Okay, i suoi ormoni non collaboravano.

"Tu hai voluto dormire di là, ti ricordo."

La voce di Chris risuonò divertita, facendo imbronciare il più piccolo.
Se non fosse per la sua mente malata sarebbe rimasto nel letto con lui senza problemi.

"Mh, sono una persona con pudore."

Sfregò lentamente il naso contro il suo petto, respirando a pieno polmoni il suo odore. Non sapeva esattamente che odore fosse, non riusciva a collegarlo a qualcosa, ma gli piaceva. Tanto.

Chris accarezzò lentamente la sua schiena, passando lentamente le dita dal basso verso l'alto. Il più piccolo era quasi del tutto rilassato per quelle carezze, ma il pensiero della mano dell'altro su di sé non aiutava a rilassarlo del tutto.

"Piccolo, tu non sai minimamente cosa sia il pudore."

Chris aprì gli occhi, puntandoli in quelli del ragazzo che aveva tra le braccia. Sembrava più piccolo stretto contro di lui.

Artym mise il broncio a quella risposta. Non era affatto vero, lui sapeva perfettamente cosa fosse il pudore.

"Oh smettila, non è vero. E sta zitto, non voglio sentirti."

Nascose il viso nel suo petto, cercando di non farsi vedere dall'altro. Lui sapeva perfettamente cosa fosse il pudore, ma condividere il letto con un uomo del genere non era facile. 
E lui era un semplice ragazzo con degli ormoni, non poteva certamente pensare a loro che si tenevano per mano nei campi floreali.

"Perché non vuoi sentirmi?"

Chris imitò il broncio dell'altro per prenderlo in giro, facendo sollevare la testa di Artym. Era divertente prenderlo in giro, sembrava un bambino quando faceva l'offeso.

Artym guardò le sue labbra imbronciate. Le aveva provate una volta ed era incredibilmente morbide. Gli mancano.

"Perché la tua voce ora non è niente che i miei ormoni possano reggere. Sta zitto e non commentare."

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