Capitolo 11.

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Artym e Jet erano seduti su una panchina del giardino dell'università.

Il moro non aveva dormito per tutta la notte a causa degli amici e, come se non bastasse, aveva avuto un incontro con le matricole quel giorno.
Jet arrivò proprio quando stava per andare a lezione, trascinandolo con sé fuori dalla sua facoltà per poter parlare. Ancora.

"Quandi, avete fatto sesso e fin qui ci siamo. Dopo?"

Jet parlava perso nel suo mondo e Artym chiese nel modo più calmo possibile cosa fosse successo successivamente.

"Mi sono vestito e poi sono andato via."

Il più basso si prese il viso tra le mani cercando di non urlare. Non capiva affatto quei. Erano strani.

"Così a caso? Non vi siete detti qualcosa? Niente di niente?"

Jet guardò il ragazzo avanti a se in modo confuso, non capiva perché sembrasse così irritato, ma poi ricordò che l'altro non era quasi mai calmo, per cui lasciò perdere.

"Mi sono semplicemente alzato, vestito e sono andato via mentre anche lui si vestiva. Sono stato un coglione, dovevo impedire tutto fin dall'inizio. Pensare che ho iniziato io a baciarlo."

Poggiò la fronte sulla spalla dell'altro parlando in tono lamentoso.
Non si pentiva di ciò che aveva fatto, ma ora a mente lucida aveva realizzato di aver creato un gran casino.

"Seriamente, avete scopato e poi sei andato via così a caso? Non è successo altro? Cazzo Jet spiegati, non ero in quel letto, c'eri tu."

Artym parlò con voce esasperata, guardandolo male. Voleva aiutare l'amico, ma non poteva certamente tirare ad indovinare tutto ciò che avevano fatto.

"Non ho altro da dire. L'ho baciato, mi ha baciato, l'abbiamo fatto e sono andato via senza dirgli niente. Cosa avremmo dovuto dire? Siamo migliori amici e ci siamo ritrovati a letto insieme. Non potevo fare o dire altro. Possiamo non parlarne oltre?"

Jet abbracciò l'amico, poggiandosi la testa nel suo collo. Sapeva quanto Artym odiasse l'affetto eccessivo, ma in quel momento voleva solo essere accarezzato un po', restando in silenzio.

Artym riusciva a calmarlo, sapeva quando stare in silenzio, sapeva quando parlare e sapeva farlo stare bene anche senza dire niente.

Sentì il ragazzo sospirare, venendo poi avvolto dalle sue braccia. Ringraziò mentalmente l'altro per non averlo respirato, ma per averlo, al contrario, stretto a se.

Restarono così, stretti l'uno all'altro in silenzio, saltando anche le lezioni successive. Jet aveva bisogno del suo tempo e Artym era pronto a dargli tutto il tempo necessario.

°

"Quando ti dissi di farti Jet non intendevo così presto."

Artym si sedette vicino ad Alex, bevendo il suo pinkmilk. Quel latte rosa era la cura perfetta al suo sonno.

"Sta zitto."

Alex sbuffò, facendo girare Artym a guardarlo. La sua testa era poggiata sul tavolo ed era coperta dalle sue stesse braccia. Sembrava disperato.

"Non faccio sesso da un po', ma non ricordavo che il post orgasmo fosse così brutto."

Posò il bicchiere sul tavolo e prese dalla tasca il pacchetto di sigarette comprate qualche giorno prima. Non fumava sempre, stava cercando di smettere completamente, ma raramente succedeva di ricadere in quel piccolo vizio.
Aprì il pacchetto tirando fuori  sigaretta e accendino, accendendola, passando poi il pacchetto ad Alex che rifiutò.

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