Capitolo 40 - "Don't judge us"

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OHII

Metto l'angolo autrice qui sopra perchè ho una cosina importante da dire. 

Per prima cosa, chiedo umilmente scusa per tutto il tempo che è passato sall'ultimo capitolo, vi chiedo davvero scusa. 

Per seconda cosa, un mio amico (Ciao Alex)  mi ha chiesto di fare pubblicità a questa storia : "Crazy. Crazy everywhere" di Hatesteph.  

Per lui è importante, perciò se non andate a leggerla vengo a casa vostra, una per una e ve la faccio leggere io mentre vi minaccio con la panna montata (?)

DETTO QUESTO BUONA LETTURA. 

UN BACIO, GIULIA<3

Eccoci qui, 5 mesi dopo il mio matrimonio. Cinque mesi da quando Michael è definitivamente diventato mio e solo mio. Oggi andiamo al parco con i ragazzi, quel parco dove abbiamo passato le nostre giornate quando se n’è andato il padre di Michael. 

«Sei pronta? Calum e Mattew hanno detto che devono dirci qualcosa di importante» Mickey esce dal bagno mentre si sta ancora infilando la sua maglietta nera dei Green Day. Nonostante ci siamo sposati, non siamo cambiati di una virgola: io sempre i miei jeans , felpe larghe e capelli arcobaleno, lui sempre jeans neri, maglie nere, vans e capelli arcobaleno. Che coppia di scoppiati. 

«Si, sono pronta, possiamo andare» dico prendendo il telefono dal comodino e scendendo le scale per avviarmi, come sempre, alla nostra auto. Già, nostra, in questi mesi ho anche preso la patente. Diciamo che me la cavo, tranne un piccolo imprevisto che ci ha fatto cambiare un faro dell’auto, dettagli. 

«Chissà cosa devono dirci, è da un po’ che quei due non si fanno più sentire» dico allacciandomi la cintura mentre Michael è già partito. 

«Hai ragione, sono stati un po’ distanti in questo periodo, qualche volta mi sono preoccupato, però ho lasciato perdere perchè comunque è la loro vita» dice mentre svolta verso il parco.

«Si, hai ragione» dico quando le figure dei due ragazzi mi si presentano davanti agli occhi. 

Dopo aver parcheggiato, Mickey mi apre la portiera, sempre il solito gentiluomo. 

«Ragazzi» urlo saltando addosso ai miei due amici. «come state?» 

«Tutto bene, Luke e Candace sono già dentro» dice Cal per poi lasciarmi un bacino sulla guancia, seguito a ruota da Mattew. 

«Allora entriamo» dico prendendo per mano Michael e sorpassando il piccolo cancello.

Camminiamo fino a Luke e C e ci sediamo vicino a loro, così fanno anche Cal e Mattew. 

«Dunque» inizia Calum «avrete sicuramente notato che in uesto ultimo periodo siamo entrambi stati un po’ distanti da voi, ma c’è un motivo»

«Si esatto» ora tocca  Mattew «l’unico problema che avevamo, era la paura di non essere accettati da nessuno» 

«Perchè insomma, noi siamo gay» dice Cal. 

«E stiamo insieme» Aggiunge Mattew. La mia mascella arriva a toccare terra.

«Vi prego non odiateci» supplica Calum.

«Spero tu stia scherzando» gli dico. 

«Ecco, lo sapevo. Abbiamo rovinato tutto» dice lui con le lacrime agli occhi. fa per alzarsi ma lo prendo per un braccio e lo trascino a terra accanto a me. 

«Io non potrei mai odiarvi, posso solo essere felice per voi. Perchè la vostra felicità mi importa più di ogni altra cosa, siete i miei migliori amici, avrei accettato anche se mi avreste detto che vi fate cannoni tutti i giorni» dico prendendogli la faccia con le mani e rivolgendo qualche occhiata anche a Mattew.

«Esatto ragazzi, come avete potuto pensare che vi avremmo escluso solo perchè amate delle ragazze, è assurdo. A noi piacete così come siete» interviene Luke. 

«Perchè siete i nostri amici. E gli amici si sostengono sempre» continua Candace. 

«Perchè nessuno deve essere giudicato, men che meno dai suoi migliori amici» 

«Siete i migliori ragazzi, davvero» dice Mattew. 

«Bhe, ora Bacio! Bacio! Bacio!» urliamo tutti in coro e finalmente i due si scambiano un dolce bacio, si vede che sono innamorati, sembrano me e Michael. 

«Comunque, dobbiamo anche dirvi che ora abitiamo insieme nella casa di Mattew, perciò non cercatemi più a casa mia» dice Cal. Mi inizia a venire mal di pancia, che succede oddio!  Il dolore si fa sempre più forte e un gemito lascia la mia bocca facendo girare tutti verso di me.

«Jas, tutto ok?» mi chiede Michael.

«No, mi fa male la pancia, forte, fai qualcosa» dico mentre inizio a contrarmi dal troppo dolore.

«Merda! Vieni andiamo in ospedale» mi prende in braccio e inizia a correre verso la macchina mentre gli altri ci seguono. Dopo aver aperto la portiera mi fa sdraiare sui sedili posteriori e si mette subito alla guida. Sento i dossi, i buchi sulla strada, la voce di Michael, ma la mia vista si fa sempre più appannata. Anche i rumori iniziano a diventare più tenui, sento solo delle urla in sottofondo, ma non ci faccio caso. Im iei occhi diventano troppo pesanti per stare aperti, perciò li chiudo. Da lì buio, tutto buio. 

——

«Piccola mia» sento una voce e una mano che mi accarezza delicatamente i capelli, cerco di aprire gli occhi la forte luce non me lo permette. 

«Amore mio, svegliati, non ce la faccio più senza di te» Michael, cosa è successo?

Non riesco ad aprire gli occhi o parlare, provo a muovere qualche parte del corpo. La sua mano sta tenendo stretta la mia, provo a muovere qualche dito. Dai jas, ce la puoi fare. Ci metto tutto l’impegno possibile, non posso farlo soffrire così. nonostante gli sforzi, non riesco a muovermi. 

«Signor Clifford» sento una voce entrare nella stanza. «Abbiamo delle notizie» 

«Mi dica» risponde mio marito. 

«La signorina Baker sta aspettando un bambino, ma c’è il rischio che lo perda ed è la causa dei forti dolori» 

Cosa? Io incinta? Io mamma? Oh mio dio. 

That guy with green hair//Michael CliffordWhere stories live. Discover now