Capitolo 30 - "Let's do this"

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La giornata prosegue tra libri, appunti e piccoli spuntini, devo studiare, devo essere sicura di sapere tutto per domani. So che l’ansia si sta velocemente impossessando del mio corpo e della mia mente, papà sa che non deve entrare nella mia stanza, probabilmente gli urlerei contro da quanto sono agitata. 

Sento bussare alla porta, fantastico.

«No! Papà non entrare, sto studiando!» urlo mentre mi passo le dita sule tempie doloranti. La porta si apre. 

«Sorpresa» Michael entra nella mia stanza con due tazze di caffè Starbucks e una scatola gigante di biscotti. 

«Entra, scusa per l’urlo» dico mentre gli faccio spazio tra i libri sparsi su tutto il pavimento. 

«Tuo padre mi ha detto che probabilmente mi avresti cacciato fuori a calci» dice ridendo e appoggiando le cose che ha portato davanti a noi. 

«Ti ho fatto entrare solo perchè avevi i biscotti» dico mentre ne prendo uno al cioccolato.

«Li ho preparati io in pasticceria, dimmi se ti piacciono» mi sorride, è così bello.

«E’ buonissimo Mickey» bofonchio impegnata a masticare il biscotto cercando di evitare di sputare tutto. 

«Hahaha, quanto sei tenera» mi prende tra le sue braccia facendo appoggiare la mia schiena al suo petto, lascio cadere la testa nell’incavo del suo collo riuscendomi a calmare un po’. 

«Stai ancora studiando?» dice prima di bere un sorso di caffè e assaporare il sapore rimasto sulle sue labbra con la lingua. 

«Si, sono davvero in ansia per domani» mi passo una mano davanti alla faccia, sto ripassando da tutta la giornata ed ho un forte mal di testa. 

«Ora basta, ritira tutto, prepara le cose per domani che poi ci mettiamo insieme a letto a farci le coccole» iniziamo a sistemare tutti i libri sulla scrivania, predo il mio zaino nero e ci metto la tesi e le ricerche che ho svolto, è tutto pronto, diventerò un’adulta domani. 

«Forza, pigiama e a letto» mi dice passandomi un paio di pantaloni pesanti della tuta che erano appoggiati alla sedia. 

«Grazie, aspetta, prendi questi» mi avvicino all’armadio e prendo dei pantaloncini corti, so che lui ha sempre caldo quando dorme. 

«Grazie principessa» mi lascia un bacio sulla fronte, rimango immobile a fissarlo, non riesco a credere che tutto quel ben di dio sia solo mio.

«Che c’è?» dice guardandomi divertito.

«Nulla, è solo che sei così perfetto e io..bhe io sono io» dico imbarazzata. 

«Esatto piccola» mi abbraccia facendomi appoggiare la testa sulla sua spalla « tu sei tu e sei la cosa più bella che mi sia capitata nella vita» dice lasciandomi dolci baci sulla nuca. 

«Lo stesso per me Michael» gli bacio la spalla ancora coperta dalla maglietta. Solamente un piccolo strato di tessuto divide le mie labbra dalla sua pelle, la pelle che mi ha scaldato quando avevo freddo, che mi ha protetto quando pensavo di non farcela più, che mi accarezzato nei momenti più romantici e che mi tenuto stretta quando volevo lasciar andare tutto via. 

«Cosa hai detto?» mi chiede. 

«Che per me è lo stesso» dico stranita, che cosa frulla nella mente di questo ragazzo?

Mi fissa per serio per alcuni secondi fino a quando il suo meraviglioso sorriso gli spunta sulle labbra. Si avvicina velocemente a me senza lasciarmi il tempo di divincolarmi, mi prende in braccio ed inizia a camminare verso il letto. 

That guy with green hair//Michael CliffordWhere stories live. Discover now