Capitolo 11 - "Stay with me"

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Sono già passate tre ore da quando mi sono seduta sulla poltrona vicino alla sala operatoria. Non ho pensieri, sono completamente vuota, ho paura di perderlo, ho paura che, ora che la mia felicità era iniziata a farsi sentire, lui mi lasciasse così. Non so quanto ancora dovrò aspettare per rivederlo ma spero che al più presto un dottore esca dalla porta e mi dica che va tutto bene. 

Vedo arrivare Nadine, Kim e Josh, sono davvero distrutti. Corro immediatamente verso Kim e la abbraccio, la abbraccio forte, la abbraccio tanto come se potessi scacciare via dalla sua mente tutti questi pensieri che la stanno facendo piangere sulla mia spalla. Posso sembrare incoerente, senza cuore, posso sembrare addirittura perfida ma non ho nessuna intenzione di piangere e non ne ho neanche l’istinto. So che lui non vorrebbe vedermi piangere, non vorrebbe vedermi triste e so che lui ce la farà, lui è forte e, soprattutto, ci eravamo promessi di stare insieme per sempre. 

«Kim, calmati, ti prego. So che è un colpo duro ma vedrai che lui ce la farà, lui è forte.» dico nell’orecchio della mia amica dopo averla fatta sedere vicino a me. Non riesce a parlare a causa dei continui singhiozzi, così decido di farla sdraiare sulle mie gambe ed iniziare a massaggiarle i cappelli per farla calmare un po’.

Dopo ore che mi sono sembrate interminabili, esce un dottore da quella porta maledetta. E' molto giovane, ha sicuramente studiato molto in fretta e ha fatto carriera velocemente, oppure è un solito raccomandato. 

«Buonasera, Ho alcune notizie» dice con un tono dispiaciuto che mi fa salire il nervoso.

«Ha intenzione di dircele o vuole rimanere li con quel sorrisino compassionevole ancora per tanto? Qui nessuno ha bisogno della sua inutile compassione!» urlo esasperata mentre Nadine cerca di stringermi tra le sue braccia per farmi calmare, non ci sarebbe riuscita, io ho bisogno di sapere. 

«Certo, miss simpatia» dice facendo una smorfia « il ragazzo ha riportato un braccio rotto, due costole rotte e un grave trauma cranico che l’ha portato al coma, non sappiamo quando si risveglierà» dice indicando dei fogli con le radiografie. 

Sento le mie gambe che cedono e mi ritrovo in ginocchio a piangere, con Kim e Nadine che si avvicinano a me e mi fanno rialzare, sento la loro disperazione, sento il loro dolore. John è l’unico che non sta piangendo, ha solo gli occhi lucidi ma riesce a trattenere e nascondere il dolore. Mi avvicino lentamente a lui alzando la testa per guardarlo negli occhi. Lui apre le sue grandi braccia e mi fa spazio per appoggiarmi al grande e muscoloso torace, ci abbracciamo forte, come per sostenerci a vicenda. 

«Il ragazzo ha finito gli esami, potete entrare uno alla volta se volete.» dice il dottore uscendo dalla porta solo con la testa. Gli altri mi fanno segno di entrare per prima e decido così di avvicinarmi lentamente alla porta, ho davvero paura di quello che vedrò. Metto la mano sulla maniglia fredda e faccio un lungo respiro, la spingo verso il basso e entro in quella stupida stanza. C’è odore di disinfettante e medicinali ed i muri sono tutti bianchi, sembra una prigione. Chiudo la porta dietro di me e mi avvicino a lui. è sdraiato con tanti tubi che si collegano alla sua pelle, ha i suoi stupendi occhi chiusi e i capelli verdi tutti scompigliati, se fosse stato sveglio, non li avrebbe sicuramente così. 

«Signorina, se vuole parlargli lui la sente» mi dice una dottoressa con fare premuroso. 

«Grazie» dico girandomi verso di lei e sfoggiando un sorriso molto malinconico « Ehi piccolo, cosa mi combini? Ora che ci avevano accettato tu mi combini questi casini, ma si può?» dico ridendo stupidamente. «Mi manchi tanto amore mio, vorrei solo che tu ti svegliassi, vorrei che non fosse mai successo nulla. Ti amo tanto.» dico lentamente con le lacrime che scorrono lungo le guance. Non ho la forza per asciugarle, vorrei solo scappare via. 

Esco dalla stanza e mi avvio verso le macchinette mentre iniziano ad entrare nella stanza anche Kim, John e Nadine. Prendo degli spiccioli dalla mia tasca e dopo aver preso una limonata ritorno verso la stanza di Collin. Mi siedo e aspetto, aspetto che lui si svegli, aspetto che tutto questo finisca. 

That guy with green hair//Michael CliffordWhere stories live. Discover now