Capitolo 12 - "Fear"

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Sono passate solo due settimane dall’incidente di Collin, non ho passato un attimo senza restare accanto a lui, potrebbe svegliarsi da un momento all’altro ed io voglio essere al suo fianco.

Ripenso ogni istante ai momenti che abbiamo passato io e lui, quelli belli e quelli brutti, perché entrambi hanno formato la nostra storia. Ricordo la prima volta che lo incontrai…mi abbracciò per sbaglio sulle scale pensando che fossi Kim, che cosa buffa, un segno del destino forse. Poi ricordo quando per la prima volta lo vidi, grazie alla matematica, ho visto quei suoi meravigliosi capelli e quegli occhi, dio quanto mi mancano i due occhioni azzurri di quel ragazzo. Ricordo anche tutti i nostri pensieri sul futuro, ricordo quando abbiamo deciso di avere due figli Ally e Matt e ricordo che il nostro matrimonio sarebbe dovuto avvenire su una spiaggia alle Bahamas. Mi manca tanto, ho bisogno di lui ora. Sono seduta accanto al suo letto mentre gli tengo la mano, ho bisogno di sentirmela stringere, ho bisogno di vedere i suoi occhi ghiaccio, ho bisogno di lui e basta. 

«Ehi..» Kim entra dalla stanza e si siede accanto a me. « Vai un po’ a casa, è una settimana che stai qui senza mai andartene, è per il tuo bene.»

«No, sto bene qui, io ho bisogno di stare con lui» dico guardandolo, è così bello. 

Ad un certo punto sento la macchina che controlla il suo battito cardiaco fare un rumore strano e la linea diventa sempre più dritta, inizio ad entrare nel panico e chiamo urlando una dottoressa per aiutarlo. Entrano in fretta dei medici che fanno uscire velocemente me e Kim dalla stanza. Mi siedo su una poltroncina e aspetto per secondi, minuti, ore che sembrano secoli. 

«Eccomi, il suo battito è tornato stabile, ha avuto un piccolo calo ma non è preoccupante viste le sue attuali condizioni» dice il medico uscendo dalla stanza di Collin. 

«Quando si risveglierà dottore?» chiedo guardandolo con occhi tristi e la voce che inizia ad essere spezzata dal pianto, non ho mantenuto la promessa di non piangere. 

«Non lo sappiamo finché non si sveglierà, potrebbe farlo ora come potrebbe non farlo mai, mi dispiace dirlo ma bisogna considerare tutte le ipotesi, non voglio illudere nessuno dicendo che si sveglierà sicuramente, capite?» dice con una voce ansiosa e preoccupata per paura di dire qualcosa di sbagliato. 

«Grazie mille dottore» dico entrando nella stanza preparandomi a passare altri giorni li dentro, anche settimane, se ce ne fosse bisogno. So che lui vorrebbe così ed io ho voglia di vederlo, vederlo sempre. 

Scusate per il capitolo cortissimo e senza particolari colpi di scena, mi serviva per chiarire un concetto per i prossimi capitoli. 

Un bacio, 

Giulia <3

That guy with green hair//Michael CliffordWhere stories live. Discover now