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«No, facevamo queste cose senza programmarle prima. Poteva capitare dopo tre mesi, sei mesi, anche dopo una settimana, non c'era una regola.» 

«Ogni volta che vi vedevate, avevate rapporti intimi?» 

La psicologa mi sta chiedendo sempre più cose inconfessabili. Caspita, è così esplicita quando fa le domande. Forse lo sta facendo perché vuole tirare le sue conclusioni. Non sembra una seduta analitica, ma un interrogatorio di polizia. Ma che cosa posso farci? Devo rispondere e dichiarare la verità. 

Mi faccio forza. 

«Non sempre capitava, a volte ci vedevamo e basta. Parlavamo, scherzavamo, uscivamo. Invece quando andavo a casa sua, succedeva di solito quella cosa.» 

La mia voce trema, il battito cardiaco aumenta sempre di più.  

La psicologa aggrotta la fronte. 

«Capitava sempre allo stesso modo?» 

«No, a volte giocavamo a carte e chi perdeva, pagava la penitenza. Altre volte lo facevamo per noia.» 

Mi mordo il labbro inferiore. Mamma mia, che vergogna. Abbasso per un attimo lo sguardo. 

«Per noia?» 

Mi guarda stupita. È naturale, d'altronde, ma sono sicura che riuscirà a capire quanto sto per dirle.

Frammenti di una mente immoraleWhere stories live. Discover now