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Camminai verso l'autobus lentamente. Sembrava che stessi andando al patibolo. 

Salii sull'autobus a rilento. Non mi accorsi nemmeno se nell'autobus c'erano dei bei ragazzi come facevo di solito. In quel momento non m'importava dei ragazzi, né dell'amore, di nulla! 

Pensavo solo a quello che avevo subìto. Qualcosa di così terribile, detestabile, struggente. Non mi andava di fare niente. Sembravo un cadavere in quel maledetto autobus. 

Il viaggio verso casa mi sembrò un'eternità. La signora, che sedeva accanto a me, capì subito il mio malessere, ma finsi di stare bene. Mi chiese se avessi bisogno. Le risposi con un sorriso falsato di no! Credevo che avesse compreso che stessi mentendo, ma non volle insistere. Meglio per me, perché in quel momento non mi andava di aprirmi. Ero troppo affranta

Frammenti di una mente immoraleWhere stories live. Discover now