In ginocchio

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Quando Hermione Granger, durante la lezione di Trasfigurazioni, vide la sua boccetta d'inchiostro rovesciarsi sulla pergamena su cui stava prendendo appunti, sentì il battito del suo cuore aumentare e il respiro incastrarlesi in gola.

Un nome si fece largo nei suoi pensieri e le sue guance si colorarono per l'indignazione e la delusione.

Non si voltò verso il ragazzo che sapeva aver lanciato quell'incantesimo e si limitò, con un veloce movimento di bacchetta, a ripulire il banco e la pergamena.

Era la prima volta dopo sei giorni che Draco Malfoy faceva qualcosa per attirare la sua attenzione ed Hermione Granger non si stupì che il ragazzo avesse optato per un dispetto così banale.

Si stava in fondo parlando dello stesso ragazzo che aveva liberato un Folletto della Cornovaglia nel suo dormitorio, che aveva preso in ostaggio il suo gatto per minacciarla, che l'aveva insultata per le sue origini babbane e che l'aveva bullizzata per anni.

Cosa poteva aspettarsi da lui?

Di sicuro non un'improbabile e improvvisa comprensione del dolore che le aveva fatto provare.

Di sicuro non del pentimento.

Quando la lezione terminò, Hermione raccolse le sue cose e uscì dall'aula senza degnare di uno sguardo il banco in cui sapeva trovarsi Malfoy.

Doveva affrettarsi per non arrivare in ritardo alla lezione di Rune Antiche, l'ultima della giornata.

Notò con la coda dell'occhio di essere seguita e, guardando alla sua sinistra, lanciò un'occhiata colma d'irritazione a Cormac McLaggen.

«Cosa vuoi?», gli chiese, continuando a procedere con passo sostenuto.

«Possiamo parlare?», chiese il ragazzo, scompigliandosi con un gesto nervoso i capelli biondo cenere.

«Ora non ho tempo», rispose la ragazza iniziando a salire le scale, diretta al sesto piano.

«Mi faresti l'onore di essere la mia dama alla cena di Natale del Lumaclub?», domandò con tono spavaldo il ragazzo.

Hermione doveva ammettere che ammirava la tenacia di McLaggen, per quanto la trovasse allo stesso tempo inquietante e irritante.

«No», rispose lei con tono asciutto, continuando a salire le scale: «Ma penso che Calì sarebbe più che felice di essere invitata».

Cormac fece una smorfia: «Ci siamo divertiti tanto la volta scorsa», disse, cercando di bloccare l'avanzata della ragazza prendendole il braccio sinistro.

Con un gesto fulmineo Hermione estrasse la bacchetta e la puntò al petto del ragazzo: «Lasciami immediatamente, McLaggen», disse con tono pericolosamente calmo: «Ho detto no e non cambierò idea».

Il Grifondoro, sollevando le mani in segno di resa fece qualche passo indietro, gli occhi sbarrati dalla sorpresa e da un pizzico di paura.

Fu in quel momento che Hermione si rese conto della figura di Draco Malfoy che, qualche gradino sotto di loro aveva assistito a tutta la scena e la osservava con uno sguardo impenetrabile.

La ragazza sentì chiaramente la stretta dolorosa al petto, ma decise di ignorarla e riprese a salire le scale; non aveva intenzione di arrivare in ritardo a lezione solo perché era circondata da idioti.

Solo quando arrivò al corridoi del sesto piano, che era ancora vuoto dato che mancavano più di dieci minuti all'inizio della lezione, Hermione prese un profondo respiro e si voltò, incrociando nuovamente lo sguardo di Malfoy.

«So per certo che non hai lezione di Rune Antiche, Malfoy, quindi non capisco il motivo per cui tu mi abbia seguito fino a qui», disse, incrociando le braccia al petto.

Gioco di sguardi #1 (Dramione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora