Resa

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Hermione stava leggendo il manuale di Trasfigurazione, il naso affondato tra le pagine consumate dall'usura e la fronte aggrottata dalla concentrazione.
«Non la trovi anche tu strana?», chiese Ronald, masticando titubante una Gelatina Tuttigusti+1.

«Chi?», chiese Harry distrattamente, distogliendo lo sguardo da Ginny Weasley che, a pochi tavoli di distanza, stava studiando con Dean Thomas.
«Ugh, vomito», si lamentò il rosso, continuando a masticare la gelatina: «Hermione, ovviamente».
Il Bambino Sopravvissuto non notava nulla di strano nella sua migliore amica: stava studiando (come sempre), con il suo cipiglio concentrato (come sempre), senza degnarli di attenzioni.

«Non capisco. Secondo te perché ci ha impedito di andare a dirne quattro a Malfoy? Insomma, le continua a dare fastidio e lei non reagisce in nessun modo», continuò il rosso, grattandosi il capo: «Non lo trovi strano?»
Harry si sfregò distrattamente la cicatrice: «Beh, ma è Hermione», disse infine sollevando le spalle.

Ron annuì, soppesando le parole del moro: «Forse hai ragione».
La riccia alzò lo sguardo dal volume di Trasfigurazioni, notando che i suoi due migliori amici, a due tavoli di distanza, la stavano fissando: Ron le fece un saluto con la mano, Harry invece le sorrise; poi tornarono entrambi ai loro compiti con aria colpevole.

Hermione non diede troppo peso alla cosa e scandagliò con lo sguardo la sala studio, dove si era chiusa quel sabato mattina per portarsi avanti coi compiti.

Constatò che non si scorgeva da nessuna parte la chioma bionda di Malfoy e un sorriso sereno le distese le labbra.

Stava facendo di tutto pur di evitarlo in quei giorni; dopo lo scontro che avevano avuto per i corridoi due sere prima, non aveva intenzione di averci nulla a che fare. Sentimento che sembrava ricambiare anche Malfoy, il quale si faceva vedere il meno possibile e rimaneva nelle retrovie senza cercare di attirare la sua attenzione in nessun modo.

Erano cessati gli scherzi, le frecciatine, i tentativi di avvicinamento...

Erano tornati ad una parvenza di normalità; si odiavano e basta.

O almeno, quella era la maschera che avevano deciso di indossare.

Hermione tornò a concentrarsi sul libro di Trasfigurazioni, perdendosi l'ingresso in sala di Tiger e Malfoy, che si sedettero pochi banchi dietro di lei.

Il biondo Serpeverde aveva avuto la forte tentazione di fare dietrofront, così da cercare un'altra aula studio, ma non era riuscito a fermare Tiger in tempo ed era stato costretto a seguirlo al tavolo libero a pochi metri dalla Grifondoro.

Malfoy si impose il massimo autocontrollo: doveva tenere lo sguardo basso tutto il tempo, così da non aver la tentazione di sbirciare nella direzione della Granger e dedicare tutta la sua attenzione ai compiti e allo studio. Non riuscì però a impedirsi di sbirciare un paio di volte, così da constatare che la massa informe di capelli ricci era sempre al suo posto, due banchi davanti a lui.

Quando iniziò ad avvicinarsi l'ora di pranzo molti studenti uscirono dall'aula, diretti verso la Sala Grande.

Tiger aveva abbandonato Malfoy già da un pezzo, quando Ronald raggiunse il banco di Hermione per avvisarla che lui e Harry sarebbero andati a pranzo. La riccia non si scompose minimamente, dicendo all'amico che lei si sarebbe trattenuta ancora, il tempo necessario per terminare il compito.
Hermione Granger e Draco Malfoy rimasero da soli nell'aula studio, entrambi troppo concentrati sui compiti per prestare attenzione ai borbottii dello stomaco e al richiamo della Sala Grande.

Fu la Grifondoro a terminare per prima il tema.

Sorridendo soddisfatta del suo lavoro, iniziò a ritirare nella borsa i suoi libri, facendo attenzione a non rovinarli.

Gioco di sguardi #1 (Dramione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora