Missione di salvataggio

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Draco non sopportava quel miagolio lamentoso e profondo. Tiger e Goyle, suoi compagni di stanza, non sembravano farci particolarmente caso, troppo intenti a mangiare le tartine che avevano sgraffignato dalla cucina.

Era stata la Parkinson a suggerirgli l'idea di rapire il gatto della Mezzosangue. Non che avesse detto esplicitamente: "Dovresti prenderle il gatto per vendicarti", anche perché in tal caso, l'orgoglioso Serpeverde avrebbe titubato a seguire il suo consiglio; voleva che fosse una sua idea e di nessun altro a portare la Granger sull'orlo delle lacrime.

La Parkinson, il giorno prima aveva semplicemente detto: "Quel gatto è un pericolo pubblico, aggredirti così, in pieno giorno. Meriterebbe di stare in galera, povero Draco" (ovviamente con tono ironico, a risposta delle continue lamentele del biondo).

Era stato in quel momento che Malfoy aveva avuto l'illuminazione: rapire Grattastinchi e rinchiuderlo in camera sua sarebbe stata la vendetta perfetta.

La Granger si sarebbe disperata e avrebbe fatto di tutto pur di riavere quell'inutile palla di pelo rossa. Forse, sarebbe perfino giunta a umiliarsi pubblicamente.

Un sorriso sadico sfigurò il volto del biondo, mentre pensava a cosa avrebbe potuto scrivere nella lettera in cui avrebbe ricattato la riccia "So-Tutto-Io" Granger.

Era contento di essere tornato a una parvenza di normalità: nessuna attrazione sessuale, nessun pensiero malizioso. Era il Draco Malfoy di sempre; non si sarebbe lasciato incantare dalle ciglia lunghe della Mezzosangue o dalle sue labbra sottili e perennemente atteggiate in una linea severa.

Prese la sua piuma Feber preferita e la intinse nel calamaio, mentre distendeva il foglio di pergamena sul lato carne.

Si solleticò il mento con la piuma, pensieroso.

«Malfoy», bofonchiò Tiger con la bocca piena di tartine, spargendo briciole tutt'intorno a sé sul letto: «Questo gatto è tuo?»

Erano passate circa dieci ore dal rapimento del felino e i suoi due compagni di stanza si rendevano conto solo in quel momento della presenza di Grattastinchi in camera?

Draco sentiva che stare vicino a gente con un'intelligenza così poco sviluppata avrebbe immancabilmente portato alla sua rovina: prima o poi sarebbe diventato stupido anche lui. Per questo ogni tanto parlava con Nott o Zabini; aveva bisogno di conversare con gente un minimo intelligente, anche se, per quanto fosse loro legato da un senso di lealtà, non poteva definirli minimamente alla sua altezza.

«No», disse semplicemente, rispondendo ad un confuso Tiger, che squadrava con curiosità l'animale.

«Ma questo è lo stesso gatto che ti ha attaccato qualche giorno fa?», chiese Goyle, assottigliando lo sguardo e smettendo per qualche istante di mangiare.

Malfoy era stufo di averli intorno. Aveva bisogno di tranquillità; doveva scrivere la lettera del riscatto e inviarla alla Granger, sperando che lei non corresse dalla McGranitt a piangere.

«Ho sentito che gli elfi stanno preparando torta al cioccolato e pere per questa sera», disse con tono casuale, cambiando discorso e vedendo i loro occhi illuminarsi di una luce famelica.

Nell'arco di dieci secondi erano già usciti dalla camera, dimenticandosi addirittura la porta aperta, nella fretta di raggiungere le cucine il prima possibile.

Malfoy sbuffò e si alzò, deciso a chiudere l'uscio, quando finì addosso a qualcosa.

Fece un passo indietro, aggrottando le sopracciglia per la sorpresa. Quello che aveva percepito era un corpo umano o si era immaginato tutto?

Gioco di sguardi #1 (Dramione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora