Cartoleria Scrivenshaft

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«Ci vediamo magari a Hogsmeade più tardi», disse Hermione ai suoi amici, alzandosi dal tavolo della colazione.

Harry annuì distrattamente mentre masticava alacremente un toast imburrato.

Ron la fissò con uno sguardo dispiaciuto: «Vai già?»

Hermione annuì, lanciando una veloce occhiata al tavolo Serpeverde, dal quale Malfoy si stava allontanando con Zabini.

«Non ti ricordi quello che ti ho chiesto ieri?», chiese il rosso, sporgendosi verso di lei, gli occhi chiari che la imploravano di rimanere ancora un po'.

Hermione aggrottò la fronte, confusa dalle parole dell'amico: «No».

Ron sbuffò e aprì bocca, pronto a ricordarle la loro breve conversazione, all'improvviso però il suo volto si fece mortalmente pallido, mentre osservava un punto alle spalle di Hermione: «Dovevi aiutarmi a sfuggirle!», disse con tono strozzato, sollevandosi in piedi, una fetta di torta in una mano e un muffin al cioccolato nell'altra.

Hermione guardò alle sua spalle, cercando di capire cosa stesse guardando il suo amico con tanto terrore.
Quando notò le sue due compagne di stanza, Lavanda Brown e Calì Patil, vicino alla porta della Sala Grande, capì all'istante e non poté impedirsi di sollevare gli occhi al cielo: «Se non vuoi stare con lei, hai solo da lasciarla, Ronald».

«Lo sai che mi fa paura!», disse lui a bassa voce, terrorizzato che la sua ragazza potesse sentirlo.

«Fatti aiutare da Harry, io ho da fare», ribatté la riccia, prima di recuperare la sua borsa e allontanarsi dal tavolo Grifondoro.

«Lo sai che Harry è perso nel suo mondo in questi giorni», disse Ron, seguendo la ragazza: «Sei la mia unica speranza!»

«Ron-Ron!», disse Lavanda con un enorme sorriso sulle labbra, quando il suo ragazzo le si avvicinò.

Ronald si bloccò, una piccola smorfia, che probabilmente sarebbe dovuto essere un sorriso comparve sulle sue labbra sottili: «Ciao, Lav-Lav».

Hermione anche si fermò, indecisa su cosa fare.

Avrebbe dovuto rischiare di arrivare in ritardo all'incontro con Malfoy per aiutare il suo amico?

Hermione guardò il volto di Ron, che le lanciò un'occhiata implorante, mentre Lavanda salutava Calì e si appendeva al braccio del suo ragazzo: «Vuoi già andare ad Hogsmeade, Ron-Ron?»

Hermione prese un profondo respiro e decise che no, non avrebbe rinunciato all'appuntamento con Draco, ma quello non voleva dire che non potesse soccorrere in qualche modo l'amico.

«Non dovevi farti aiutare da Harry con i compiti di Pozioni, Ronald?», chiese la riccia, con tono casuale, pensando che quella potesse essere una buona scusa da rifilare a Lavanda per sfuggirle.

«Oh, sì, è vero», balbettò Ron, grattandosi la nuca e lanciando uno sguardo di ringraziamento all'amica: «Scusa, Lav-Lav, mi era sfuggito di mente».

Hermione ebbe giusto il tempo di vedere lo sguardo dispiaciuto sul volto di Lavanda Brown, prima di sfoggiare un sorriso di circostanza e salutarli con un gesto della mano: «Devo andare, a dopo».

Uscì dalla Sala Grande prendendo un profondo respiro per calmare i nervi.

Il comportamento di Ronald in quell'ultimo periodo le dava alquanto fastidio.

Da quando aveva iniziato ad uscire con Lavanda — quindi da circa un mesetto — il rosso aveva smesso di passare del tempo con lei e Harry, dedicandosi anima e corpo a soddisfare ogni richiesta della sua "Lav-Lav". Non che la cosa avesse urtato particolarmente Hermione, che era la prima a cercare di ritagliarsi del tempo da sola per studiare senza avere i due amici in mezzo ai piedi (o per stare con Draco); quello che irritava la riccia era come Ron, una volta presa la decisione di voler lasciare Lavanda, invece di dirle chiaro e tondo le sue intenzioni, avesse iniziato a perseguitare lei e Harry, rifilando alla sua ragazza scuse su scuse per non passare del tempo con lei.

Gioco di sguardi #1 (Dramione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora