Le candele della biblioteca

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ATTENZIONE!

Ho modificato leggermente la prima parte (quella incentrata su Blaise e Pansy) del capitolo precedente, quindi consiglio di rileggerla velocemente prima di avventurarvi e leggere questo capitolo.

Detto ciò, vi auguro una buona lettura!



Il giorno dopo l'incontro nel bagno dei Prefetti, Malfoy smise di fingere che la Granger non esistesse. Ogni volta che si trovava nella stessa stanza della ragazza il suo sguardo non poteva fare a meno di spostarsi verso di lei; ne studiava la massa informe di capelli e le spalle ingobbite durante le lezioni in comune; l'osservava mangiare e chiacchierare con i suoi compagni di casa durante i pasti.

La notte l'aveva passata a rigirarsi nel letto, tormentato da un incubo che non sembrava volerlo abbandonare: sognava la Granger con quel pacchetto di carta in mano (quello stesso che aveva contenuto la collana di opali maledetta), l'involucro iniziava a rompersi proprio quando lui cercava di avvertire la ragazza del pericolo, l'istante dopo Hermione Granger si trovava a terra, scossa da convulsioni e gli occhi spalancati fissi su di lui.

Oltre ad aumentare il senso di colpa che provava il Serpeverde, quel sogno lo terrorizzava; aveva paura del rispetto e affetto che stava scoprendo di provare per la Granger.

«Sicuro di non volermi dire dove sei stato ieri tutto il giorno?», chiese Zabini per l'ennesima volta, spezzando il silenzio che regnava in biblioteca: «O magari potresti dirmi perché ci troviamo qui, a studiare; pensavo odiassi la biblioteca».

«Non odio la biblioteca, è la bibliotecaria che non sopporto», chiarì Malfoy, scrutando in direzione di Madama Pince, la quale stava leggendo con aria assorta un tomo impolverato.

«La Granger me la immagino così da grande: zitella, acida e intransigente. Non che non lo sia in parte già ora...», borbottò Blaise, nel tentativo di suscitare una qualsiasi reazione nel biondo: «A proposito della Granger, ci sono novità?»

«Pansy dov'è?», chiese Malfoy, cercando di cambiare argomento.

«Chi può dirlo... quella ragazza a volte è più misteriosa di te», commentò Blaise, sorridendo involontariamente al pensiero della Parkinson.

Notando come Madama Pince avesse cessato di leggere e avesse deciso di avventurarsi proprio verso di loro, Malfoy tornò a dedicare anima e corpo al compito di Trasfigurazione che aveva davanti.
Zabini non fu così attento e proprio mentre stava chiedendo (di nuovo) all'amico dov'era stato il giorno prima, la bibliotecaria apparve accanto a lui con le labbra strette e uno sguardo che avrebbe potuto uccidere.

«Questo è un luogo di lettura e studio, se ha intenzione di continuare a fare salotto e disturbare la concentrazione del suo compagno di casa, devo pregarla di andare via».

Zabini ci pensò per quattro secondi buoni e, rendendosi conto che non sarebbe mai riuscito a carpire alcun tipo d'informazione dal biondo (non in quel momento e in quel luogo, almeno), decise di raccogliere i suoi libri e andarsene: «Ha ragione, Madama Pince, mi scuso per la mia maleducazione», aggiunse con un breve inchino, al quale la bibliotecaria rispose con un'espressione confusa.

«A dopo, Malfoy», aggiunse, prima di avviarsi verso l'uscita.

Si pentì subito della sua decisione quando, uscendo dalla biblioteca, vide arrivare con passo sostenuto Hermione Granger.

La Grifondoro aveva appena terminato la lezione di Rune Antiche ed era persa nei propri pensieri, tanto da non notare subito il moro di fronte alla biblioteca; fu lui a fermarla con un allegro: «Granger! Qual buon vento?»

Gioco di sguardi #1 (Dramione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora