Nello studio della McGranitt

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«Stai calma, andrà tutto bene, basterà spiegare l'accaduto alla McGranitt e...», la voce le rimase incastrata in gola quando si rese conto che Malfoy, dall'altra parte del corridoio, la stava fissando.
Rimasero in silenzio per brevi secondi, prima che il viso di lui venisse deturpato da un ghigno malefico e malizioso: «Vedo che la "parlantinite acuta" sta peggiorando. Non sei andata a chiedere a Madama Chips se ha una cura?»
Hermione Granger arrossì ulteriormente, stringendo le braccia al petto e voltandosi verso la porta dell'ufficio della McGranitt, dando le spalle al biondo.
Calò il silenzio nel corridoio.

Entrambi non potevano fare a meno di pensare a ciò che era successo prima di pranzo, anche se provavano a non darlo a vedere.

Hermione cercava di togliersi dalla testa la magnifica sensazione dei capelli di Malfoy tra le sue dita e Draco cercava di cancellare dalla propria mente l'eccitazione che aveva provato durante quel loro litigio.

Era una settimana che succedevano cosa strane. Non era nemmeno la prima volta che finivano l'uno addosso all'altra, ma ciò che era successo prima di pranzo non era minimamente paragonabile agli eventi precedenti.

Chissà cosa aveva pensato la McGranitt vedendoli in quel modo, chissà che punizione avrebbe loro inflitto...

Hermione sospirò, preoccupata: «Andrà tutto bene, vedrai», si ripeté in un sussurro, nel tentativo di non farsi udire da Malfoy.

«Ho parlato con Canon», disse il biondo con tono casuale, mentre incrociava le braccia al petto, nell'attesa che la Granger tornasse a guardarlo in faccia. Odiava essere ignorato e la posa rigida, col viso rivolto verso un'altra parte della riccia lo stava innervosendo.
Hermione sbirciò oltre la sua spalla, incontrando gli occhi grigi e annoiati di Malfoy: «Ebbene?», chiese, decidendo di tornare a fronteggiare il ragazzo.

«Rettifico: ho mandato Tiger e Goyle a parlare con Canon, dovrebbero essere da lui proprio in questo momento», si corresse Malfoy, sfoggiando il suo ghigno peggiore.

Il sollievo sul volto di Hermione durò giusto un paio di secondi, poi si rese conto di cosa comportassero le parole del Serpeverde.

Assottigliò lo sguardo e aprì bocca per dirgli che non apprezzava affatto i suoi metodi, ma in quell'istante la porta dell'ufficio della McGranitt si aprì.

«Entrate», li chiamò la voce della professoressa, spostandosi dall'uscio, in modo da farli passare.

Non era la prima volta che i due ragazzi entravano in quell'ufficio; anche se per motivi diversi: lei per farsi dare compiti extra o consegnare prima del tempo i temi assegnati; lui per ricevere le punizioni più disparate, anche se poi bastava mandare una lettera a suo padre perché i compiti assegnatigli svanissero.

«Accomodatevi», li invitò la professoressa, chiudendosi la porta alle spalle. Fece loro un gesto con la mano, indicando le due sedie che erano state poste di fronte alla sua cattedra.

Hermione si diresse con passo deciso verso il posto a sedere a destra, scontrandosi contro la schiena di Malfoy che stava facendo lo stesso. Si lanciarono occhiate di puro odio. Essendo nell'ufficio della McGranitt non avevano intenzione di mettersi a litigare o di fare scenate come loro solito, anche se la tentazione era molto forte; perciò si limitarono a insultarsi mentalmente.

Hermione fu costretta ad accontentarsi della sedia di sinistra.

«Vi ho chiesto di raggiungermi nel mio studio perché vorrei discutere del vostro comportamento di oggi», iniziò la professoressa, accomodandosi a sua volta a sedere, facendo attenzione a non pestare coi piedi la lunga veste che indossava: «Vorreste spiegarmi cos'è successo?»

Draco aprì bocca per parlare, ma fu costretto a richiuderla e a mordersi con forza la lingua per non gridare dal dolore.

Hermione, con un sorriso raggiante, dopo aver pestato dolorosamente il piede al biondo, prese la parola: «Stavamo semplicemente discutendo e per sbaglio siamo inciampati e caduti».

Malfoy si portò il pugno chiuso al volto, nascondendo l'espressione di agonia alla professoressa, che guardava pensierosa e poco convinta gli studenti che aveva di fronte.

«Non stavate quindi combattendo? Pensavo voleste picchiarvi», ammise la donna, portandosi una mano al petto, gli occhiali le erano leggermente scivolati sul naso, mostrando ulteriormente l'azzurro dei suoi occhi.
Draco, ripresosi dal dolore, scosse violentemente la testa, sconvolto: lui era un gentiluomo non avrebbe mai...

Spostò lo sguardo alla sua sinistra, studiando l'odiosamente perfetto profilo della Granger e si ricordò del pugno che quella stessa ragazza gli aveva tirato il terzo anno.

No, non avrebbe mai alzato le mani su una ragazza, ma la Sanguesporco era un caso a parte. Su di lei le mani le avrebbe alzate eccome, ma non per picchiarla. No, a lui sarebbe piaciuto semplicemente privarla della sua aura di sicurezza, coraggio e forza. Avrebbe voluto renderla umana e non l'algida e irraggiungibile ragazza che era. Se avesse dovuto ricorrere alla violenza per farlo, probabilmente l'avrebbe fatto.

«Oh, no, professoressa!», disse la Grifondoro, imitando la posa della McGranitt e portandosi una mano al petto: «Non stavamo combattendo».

Draco non riuscì ad impedirselo e ripensò a poco prima, a quando si trovava sopra il corpo di quella ragazza e all'odio che traspariva dai suoi occhi scuri.

Se l'avesse baciata, il suo alone di perfezione e - falsa - superiorità se ne sarebbe andato? Almeno un po', almeno per un istante?

Un bacio sarebbe bastato per far crollare quell'insopportabile muro che la teneva a distanza di sicurezza da tutto e tutti?

«Mi dispiace di avervi trattenuto, allora», disse la professoressa, riportando Malfoy alla realtà, mentre Hermione si chiedeva il perché dell'estraniamento del biondo; stava forse pensando ad un modo per vendicarsi della botta ricevuta sul piede poco prima? O voleva trovare un modo per fargliela pagare per la questione Grattastinchi?

«Potete andare, buon pomeriggio», li salutò la McGranitt, sollevandosi in piedi e aprendo loro la porta.

Una volta usciti in corridoio i due ragazzi si diressero verso le scale per raggiungere le aule dove avrebbero avuto lezione.

Draco Malfoy doveva andare ad Astronomia, mentre Hermione Granger aveva Antiche Rune.

«Mezzosangue», la chiamò lui, mentre prendeva la scalinata che l'avrebbe portato alla torre di Astronomia: «Non è finita qui».

Hermione sollevò gli occhi al cielo, dubbiosa se ignorarlo o meno; alla fine decise che si meritava una risposta: «Continuo a sentirtelo dire, ma non succede nulla».

Punto nel vivo il biondo strinse forte le mani a pugno, deciso a tornare indietro per fare qualcosa - qualsiasi cosa - pur di cancellarle quell'espressione soddisfatta dal volto.

Ma le scale iniziarono a muoversi, impedendoglielo e costringendolo a correre per evitare di finire dalla parte opposta del castello rispetto alla torre di Astronomia.

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Ciao a tutti! Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che abbiate voglia di lasciarmi un commento per dirmi il vostro parere.
Un bacio,
LazySoul_EFP

Gioco di sguardi #1 (Dramione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora