Pranzo

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Harry Potter aveva tenuto il posto accanto a sé libero per Hermione che, stranamente, ci aveva messo molto più del solito ad arrivare a pranzo. Quando il ragazzo le aveva chiesto il motivo del suo ritardo aveva ottenuto come risposta un borbottio indistinto, così aveva pensato che forse sarebbe stato meglio non indagare oltre, per non rischiare di farla innervosire ulteriormente.
Ron intanto, seduto davanti a loro, stava chiacchierando animatamente con Dean Thomas, tra un boccone di carne e l'altro.
L'atmosfera che si respirava in Sala Grande a pranzo era tranquilla e vivace, tranne nella zona occupata dai Serpeverde, dove sembravano essere sempre tutti di cattivo umore.
Tutti tranne un sorridente Blaise Zabini, che ammiccava a qualsiasi ragazza gli passasse troppo vicino.
Per il resto invece la maggior parte o aveva ancora dei compiti da fare, come per esempio Millicent Bulstrode, che infatti non si stava affatto godendo il pranzo, ma stava leggendo il capitolo che la McGranitt aveva assegnato da riassumere in un foglio di pergamena. Oppure altri erano talmente impegnati a mangiare tutto ciò che trovavano a portata di mano, che non si preoccupavano di intavolare conversazioni più articolate di qualche grugnito, Tiger e Goyle ne erano un esempio.
Malfoy, seduto tra una pettegola Pansy Parkinson e un ammiccante Blaise Zabini, sembrava sul punto di vomitare. Sia la ragazza alla sua destra che il ragazzo alla sua sinistra tentarono di carpire al biondo informazioni, per capire il motivo della sua pessima cera e del suo sguardo perso nel vuoto, ma Malfoy, ovviamente di cattivo umore, era di poche parole e poco propenso ad essere gentile con il prossimo. Aveva assolutamente bisogno di sfogare tutta l'adrenalina che litigare con la Granger gli aveva messo in corpo, così con un sorriso sadico si voltò prima verso la Parkinson per dedicarle otto minuti preziosi del suo tempo, tempo che trascorse ad insultarla e risponderle male. Quando la Parkinson fuggì dal tavolo con le lacrime agli occhi, Malfoy si voltò verso Zabini, pronto a dedicargli lo stesso trattamento, ma venne preceduto dal moro che, con fare annoiato disse: «Fammi indovinare: la Bulstrode ieri sera non te l'ha data, quindi ora te la prendi con Pansy e me per sfogarti?»
Millicent sussultò, mostrando quanto attentamente stesse leggendo il capitolo di trasfigurazione, e sollevò appena lo sguardo, lanciando al biondo e al moro alla sua destra uno sguardo stralunato e quasi compiaciuto. Era sempre bello essere presa in considerazione per una sveltina, soprattutto se si parlava di Malfoy.
Il biondo, schifato, guardò con orrore la Bulstrode e poi Zabini: «Sto per vomitare», disse, prima di rivolgersi unicamente alla ragazza poco distante: «Non accadrà mai e poi mai», poi fulminando con un'occhiataccia il ragazzo alla sua sinistra aggiunse: «Se non fosse qualcosa che va oltre la mia comprensione, dato che sono una frana in questo campo, direi che hai una cotta per Pansy».
Il moro sbiancò appena, senza perdere però il controllo della propria espressione, che rimase perfettamente indifferente alle parole dell'altro: «Non so di cosa tu stia parlando», sussurrò a denti stretti Zabini, prima di alzarsi con eleganza e allontanarsi anche lui dal tavolo di Serpeverde, diretto verso l'uscita della Sala Grande.
Malfoy intanto con un ghigno soddisfatto stampato in faccia prese in mano la forchetta e iniziò a godersi il pranzo, quasi del tutto dimentico dei pensieri assurdi a proposito della Mezzosangue che lo avevano disgustato fino ad un attimo prima.
Dall'altra parte della sala intanto, Hermione Granger non riusciva a distogliere lo sguardo dal sorriso cattivo che era comparso sulle labbra di Malfoy non appena Zabini se ne era andato. Si sarebbe potuto pensare che la ragazza nutrisse dei sentimenti verso il biondo, dato che per quasi tutto il pranzo ne aveva osservato ogni gesto, ma sarebbe stato del tutti sbagliato.
In realtà all'inizio si era semplicemente incantata a guardare il nulla, mentre masticava alacremente un pezzo di arrosto. Solo dopo svariati secondi o minuti si era resa conto che in realtà nel suo campo visivo non c'era il nulla, ma un borioso, arrogante, presuntuoso e antipatico Serpeverde che parlava con Zabini.
All'inizio aveva sentito una fastidiosa sensazione di smarrimento e senso di colpa al ricordo di come si era ritrovata impotente davanti a lui, dopo che si erano scontrati e lui le aveva accidentalmente sfiorato il seno.
Era stato tutto talmente destabilizzante che faticava ancora a respirare normalmente.
Stava ancora cercando la forza di distogliere lo sguardo e di smetterla di pensare all'accaduto, quando Malfoy alzò lo sguardo ed iniziò a guardarsi intorno.
Fu inevitabile: i loro occhi si incrociarono per qualche breve secondo, prima che entrambi distogliessero lo sguardo, sconvolti.
Era appena successo qualcosa di irreparabile o era solo una sua impressione? Si chiedeva Hermione, gli occhi sbarrati fissi nel suo piatto vuoto.
Ho davvero pensato di portarmela a letto quando ho incontrato i suoi occhi scuri? Si domandava dall'altra parte della stanza un attonito Draco Malfoy.
Hermione chiuse gli occhi per qualche istante, scuotendo la testa: era semplicemente una giornata no, uno di quei giorni in cui - se avesse saputo prima che sarebbe stato così disastroso - sarebbe rimasta nel letto evitando tutto e tutti.
Era pronta ad ignorare il modo in cui il suo battito cardiaco era impazzito quando aveva scorto gli occhi pieni di sentimenti a lei sconosciuti, o che forse molto più semplicemente non voleva riconoscere, di Malfoy. Ma non sapeva per quanto tempo ci sarebbe riuscita e ne era preoccupata.
Il Serpeverde intanto, dall'altra parte della sala, aveva gli occhi sbarrati, fissi nel piatto davanti a sé. Per un secondo, incontrando gli occhi scuri della Granger aveva lasciato che il desiderio che aveva provato prendesse il sopravvento e fosse ben visibile nei suoi occhi chiari. Era stato solo un momento insignificante, ma un momento insignificante di troppo. Non si aspettava che lei lo stesse guardando, voleva solo ripensare un'ultima volta, prima di cancellare definitivamente l'episodio dalla sua mente, alla forte sensazione che aveva provato quando aveva sfiorato il seno della ragazza poco prima. Certo non si immaginava che lei lo stesse guardando a sua volta, altrimenti avrebbe evitato il contatto.
Si sentiva sporco e in colpa a causa dei suoi stessi pensieri ed era disposto a tutto pur di non sentirsi così mai più in vita sua.
Strinse con forza la forchetta nella mano destra e schiuse gli occhi, prendendo una decisione: avrebbe ignorato a tutti i costi la Granger e sperato che il destino non ci mettesse lo zampino.

Gioco di sguardi #1 (Dramione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora