Guferia

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Hermione amava la neve, soprattutto durante il periodo natalizio.

La neve le faceva sempre pensare ai pupazzi che faceva da piccola nel piccolo giardino di casa. A volte da sola, altre volte aiutata dai suoi genitori, creava dei personaggi buffi con una carota al posto del naso, bottoni multicolori al posto di occhi e bocca e vecchi cappelli a coprire le loro teste fredde e bitorzolute.

La neve le faceva sempre pensare ai pomeriggi in casa, o in sala comune, dove raggomitolata sul divano, al caldo delle coperte e del camino acceso, leggeva un buon libro e sorseggiava una tazza di tè; con lo sguardo che ogni tanto vagava per la stanza e si concentrava sulla finestra, oltre alla quale poteva vedere i fiocchi immacolati vorticare dolcemente al suolo.

La neve le faceva sempre pensare a quando, il terzo anno, era andata ad Hogsmeade con Ronald, e aveva sentito, non per la prima volta, le sue guance arrossarsi furiosamente quando Malfoy, seguito da Tiger e Goyle, aveva deciso di rovinare il loro tranquillo pomeriggio con le sue frecciatine e insulti. Ricordava chiaramente il terrore negli occhi dei tre Serpeverde quando Harry, nascosto sotto al mantello dell'invisibilità, aveva iniziato a tormentarli, fingendosi uno spettro dispettoso.

Hermione sospirò appena, scuotendo la testa, mentre continuava a salire le scale che conducevano in guferia, la mano guantata che continuava a rimanere ben salda alla ringhiera in ferro battuto che delimitava la scalinata.

Era da tre giorni che lei è Malfoy non si parlavano, precisamente da quando avevano litigato ad Hogsmeade.

Hermione aveva iniziato a fingere che il Serpeverde non esistesse e Draco sembrava aver deciso di adottare la stessa tecnica.

La Grifondoro sapeva di meritare delle scuse e non aveva intenzione di cedere, fino a quando non le avesse ottenute.

Erano passati solo tre giorni, ma a Hermione sembravano essere trascorse almeno due settimane.

Era tornata a una routine senza Draco: studiava, passava del tempo con i suoi amici, studiava ancora, frequentava le lezioni cercando sempre di essere almeno quattro passi davanti ai suoi compagni e fingeva che tutto fosse perfetto.

Le faceva quasi paura la semplicità con cui riusciva a nascondere i propri veri sentimenti; la rabbia, la delusione, la tristezza e il dolore che provava ogni volta che pensava a Draco Lucius Malfoy.

Erano tre notti che si addormentava con le lacrime agli occhi, tre notti che dormiva poco e male.

Non era facile ammettere a se stessa di essersi innamorata di lui, di Draco Lucius Malfoy, Serpeverde e Purosangue, eppure era successo e le ci sarebbe voluto del tempo per sradicare quel sentimento irrazionale dal suo cuore ferito.

Un vento gelido sferzò per qualche secondo la sua figura, costringendola a bloccare la sua avanzata e a stringersi nel mantello nero. Forse andare in guferia con quel tempo capriccioso non era stata una brillante idea.

Posò la mano sinistra sulla borsa che aveva a tracolla, dentro alla quale, oltre ai libri, aveva anche la lettera che doveva spedire ai suoi genitori.

Mancavano ormai poco più di due settimane a Natale e Hermione non vedeva l'ora di tornare a casa per le feste. Sperava che allontanarsi da Hogwarts e quindi da tutto ciò che per un motivo o per un altro gli ricordava un certo Furetto platinato, le avrebbe fatto bene.

Confidava in un Natale chiassoso, circondata dai parenti e coccolata dai suoi genitori.

Confidava nel tipo di Natale che sapeva Malfoy non avrebbe avuto.

Gioco di sguardi #1 (Dramione)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora