cinquantasei

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*spero non ci siano errori, non l'ho controllato!*

Corsi fuori dalla stanza col cuore in gola e il cellulare schiacciato contro l'orecchio destro.

«Ti prego, rispondi! Per favore!» mormorai, correndo per i corridoi della Cube Entertainment. Attraverso il microfono, sentii dei movimenti dall'altra parte del telefono, ma non gli diedi nemmeno il tempo di rispondere. «Jungkook!»

«Ehi, Chaeng! Che succede?» domandò con una lieve nota di preoccupazione nella voce. «Hai parlato con il signor Hong?»

«La pubblicherà!» esclamai, rinchiudendomi nella sala prove in cui avevo lasciato le mie cose. «Ha intenzione di pubblicare la foto! Ho provato a parlargli, ho cercato di fargli capire che non era giusto nei tuoi confronti, ma lui ha...»

«Ehi, ehi!» sussurrò lui, zittendomi all'stante. «Innanzitutto, prendi una bella boccata d'aria. Non ti fa bene stressarti in questo modo.»

«Ma lui...»

Ancora una volta, non mi permise di finire la frase.

«Non importa, Chaeng.» mormorò, rilasciando una piccola risata che mi lasciò attonita. Come poteva ridere ora che sapeva che la sua carriera avrebbe assunto una bruttissima piega da un momento all'altro?

«Ma la foto...» dissi confusa.

«Chaeng, Chaeng! Quante altre volte dovrò dirtelo?» lo sentii sbuffare divertito. «Non mi interessa assolutamente nulla di cosa succederà alla mia carriera! Che pubblichi pure quella foto! Non mi importa. L'unica cosa che desidero è averti al mio fianco. Non chiedo altro, solo te.»

Il mio cuore tremò nel petto e il mio stomaco fu investito da una marea di farfalle svolazzanti. Ancora una volta, Jungkook mi stava dimostrando quanto ci tenesse a me. Era disposto a rinunciare a tutto ciò per cui aveva lavorato così duramente, pur di poter stare con me.

Io cosa avevo fatto in cambio? Cosa avevo fatto per meritarmi tutto quell'affetto? Assolutamente nulla. Anzi! lo avevo abbandonato, senza dargli alcuna spiegazione. Lo avevo fatto soffrire, più di quanto avrei mai potuto immaginare.

Eppure, lui era ancora lì, a confortarmi, nonostante quello a cui stava per crollare il mondo addosso fosse lui.

«Sei così buono, Jungkook.» sussurrai con voce tremante, non sicura che fosse riuscito ad udirmi attraverso il telefono. «Non mi merito niente di tutto quello che stai facendo per me.»

Lo sentii ridere sommessamente e me lo immaginai mentre scuoteva la testa contrariato.

«Chaeng, non è vero che-»

Questa volta fui io ad interromperlo.

«Non dirlo.» mormorai, mordendomi un labbro. «Non dire che non è vero, perché sappiamo entrambi che è proprio così. Ti ho fatto molto male e non hai idea di quanto mi devasti il solo pensiero che tu abbia sofferto a causa mia. Ma, lasciami dire una cosa.» sospirai e chiusi gli occhi, sorridendo impercettibilmente. «Se c'è una cosa che ho imparato, passando del tempo alla Cube Entertainmente è che a volte, nella vita, bisogna essere egoisti. Bisogna prendere ciò che la vita ha da darci, nonostante non sempre ce lo meritiamo. E, fidati di me, se ti dico che questa volta, non ho intenzione di lasciarti andare, non ora che so che vuoi restare. Ho intenzione di passare il resto della mia vita a ripagarti per tutto ciò che hai fatto per me, per tutto il bene e l'amore che mi hai dimostrato, anche quanto avresti dovuto semplicemente voltarmi le spalle. Non so cosa succederà in futuro, ma so che tutto il dolore che ti ho fatto provare, non è stato invano. Ti dimostrerò che n'è valso la pena. Per qualunque cosa ci sia tra noi, vale la pena di rischiare. Tu vali la pena di rischiare.»

✓ Seoul, Why Do You Sound Like Soul? {BTS - Jeon Jungkook} ✓Where stories live. Discover now